Libri: Il bullismo nella società
Scritto da Radio Bullets in data Luglio 12, 2024
“Il bullismo nella società: Storie di razzismo, omofobia, abilismo, sessismo, mobbing, bullismo giovanile e adulto. Come prevenire e contrastare il bullismo attraverso la didattica della Shoah”, è un libro di Andrea Vitello. E Camilla Epifani ne ha parlato con l’autore.
Il bullismo è un giogo al quale sono sottoposti ancora molti giovani e persone adulte: dal momento che oramai tutti, in particolare i giovani, vengono bombardati di contenuti sia formativi che distruttivi, come pensi che cambierà il fenomeno del bullismo? Lo farà in positivo o in negativo?
Purtroppo a causa dei social il fenomeno è già cambiato molto in negativo e lo dimostra il fatto che nel
2019 un rapporto dell’UNESCO ha stimato che in tutto uno studente su tre nel mondo è vittima di bullismo.
Secondo un rapporto del 2022 fatto da gli scienziati dell’Università di Oxford risulta che il 38% dei minori disabili a livello globale subisce atti di bullismo e di cyberbullismo.
Approfondendo il caso italiano i rapporti più recenti di Save the Children del Novembre del 2023 stimano che uno studente su tre subisca bullismo e atti di cyberbullismo, mentre i professori reputano che invece soltanto meno del 6% degli studenti subiscono atti di bullismo: quindi praticamente esiste una discrasia in quanto i professori non reputano che ci siano atti di bullismo, aggravando il problema.
Secondo un ulteriore rapporto del Safer Internet Day del 6 Febbraio del 2024, quindi recentissimo, il 65% dei giovani italiani dichiara di essere vittima soprattutto di atti di cyberbullismo.
E il cyberbullismo ti permette di rimanere anonimo, ed è difficile da fermare a causa della sua natura digitale; per questo è importante fare sensibilizzazione.
Sono infatti la sensibilità e l’empatia a evitare determinate dinamiche, e più un bambino viene educato alla violenza e sottoposto a contenuti inadeguati, più la probabilità di sviluppare una scarsa quantità di empatia aumenta.
Come diceva Stanley Milgram “Più sei distante dalla vittima, più sei portato a farle del male”: ed ecco che l’online facilita il bullismo e desensibilizza i bulli.
Nel libro si analizza attentamente l’importanza dell’educazione all’empatia e dell’educazione dei diritti umani come metodo preventivo per limitare il fenomeno del bullismo all’interno delle scuole, sottolineando quanto potrebbe essere importante l’insegnamento della Dichiarazione universale dei diritti umani del 48 e un approfondimento storico della Shoah.
Come ritieni che i ragazzi possano migliorare in modo efficace la loro empatia e sensibilità verso il prossimo?
Ho sempre pensato che la Shoah fosse molto importante e non a caso il libro ha una prefazione di Emanuele Fiano. Perché? Perché spesso la Shoah viene insegnata per approfondire la questione ebraica, senza analizzare nel dettaglio le ripercussioni che ha avuto su un grandissimo numero di persone che sono state perseguitate a prescindere dalle loro origini: i Testimoni di Geova, i disabili, le comunità di etnia Rom e Sinti, i membri della comunità LGBTQ+.
Quindi, molteplici categorie di persone che vengono discriminate ancora oggi, gli stessi futili motivi. Per questo insegnare l’olocausto in tutte le sue sfaccettature può portare gli studenti a una più profonda analisi riguardo le radici della discriminazione e il dolore che ha provocato. Per questo motivo è importante anche investire molto nella scuola.
Il periodo della Seconda Guerra Mondiale viene sfiorato in maniera solo tangenziale e superficiale, e spesso anche in modo indelicato: succede spesso che la tematica della Shoah venga insegnata tramite la visione di film e lettura di contenuti molto crudi e violenti che alimentano quella pornografia del dolore e il gusto dell’orrido che purtroppo caratterizzano molte delle fonti scolastiche che trattano l’argomento.
Quali metodologie pedagogiche potrebbero essere quelle migliori per poter insegnare la Shoah nel rispetto della storia e delle vittime?
Ovviamente bisogna prendere in considerazione l’età degli studenti, e cambiare il tipo di narrazione che viene utilizzata per descrivere quanto accaduto: spesso gli ebrei vengono rappresentati soltanto come vittime e vengono raramente menzionate le azioni di resistenza che hanno posto in atto: c’era la Brigata ebraica, ci sono state varie rivolte e quella più famosa è stata quella di Varsavia.
Inoltre, l’obiettivo dell’insegnamento non dovrebbe essere quello dell’apprendimento prettamente mnemonico, quanto quello di facilitare un tipo di apprendimento più attento, sensibile ed empatico: una delle lezioni dovrebbe essere l’importanza del rispettare la vita propria e degli altri a prescindere dalle differenze, con l’obiettivo di formare una persona in grado di vivere nella società in maniera pacifica e funzionale.
Il bullismo ha nella vita delle persone adulte è rilevante e quindi non solo in quella dei giovani: un esempio è il mobbing. Quali strategie suggeriresti per evitare che questi episodi avvengano nei confronti degli adulti?
Per comprendere la rilevanza del fenomeno, l’INAIL in Italia nel 2021 ha stimato che 1,5 milioni di persone sono state vittima di mobbing sul lavoro, mentre 5 milioni è il numero di persone minimo stimato che erano coinvolte nel fenomeno tra amici, spettatori e famiglia.
Il mobbing è una questione complessa, e un primo metodo per diminuirlo in Italia sarebbe quello di fare formazione nel luogo di lavoro.
Inutile dire che un ambiente sano e rispettoso non favorirebbe il fenomeno del mobbing.
In alcuni paesi come la Svezia in molte aziende esiste una figura che svolge il ruolo di garante anti-mobbing: questo esempio sottolinea bene il divario che esiste tra l’Italia e altri paesi.
Se in Francia la prima legge anti-mobbing venne fatta nel 2002, in Italia una legge efficace è ancora inesistente. Ciò di cui necessitiamo è una legge efficace e meccanismi di controllo all’interno dei luoghi di lavoro.
Quanto l’Italia è lontana dall’implementazione e raggiungimento di una legge che sia efficace per diminuire la frequenza degli episodi di bullismo?
Siamo lontani. Riguardo il mobbing, siamo praticamente a zero. Esiste una legge dedicata al bullismo in Italia, ma non è, secondo la mia opinione, efficace come dovrebbe.
Servirebbe una legge che insegni al bullo cosa ha sbagliato e le conseguenze dei suoi comportamenti, e la legge odierna non prevede né nessuna ammonizione verso chi commette atti di bullismo, né nessuna riparazione nei confronti delle vittime: svolge un ruolo di mero riconoscimento del fenomeno.
Camilla Epifani
Italiana in Germania alla ricerca di un modo per svelare quel grande mistero che è il mio futuro.
Amo leggere e scrivere (specie quando sono nervosa, quindi sempre).
Ti potrebbe interessare anche:
- Israele respinge l’accordo di Biden che dice che era stato proposto da Israele
- Mentre si cerca la tregua a Gaza, aumenta la tensione in Libano
- Il Venezuela non vuole i giornalisti
- Gaza: giovane con la sindrome di down lasciato morire dai soldati israeliani
- Gaza: massacro nella zona sicura
- Il parlamento israeliano passa una risoluzione che si oppone alla soluzione due stati
- Gaza: trovato il virus della polio in campioni di liquame
E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici