Mia cara carne…

Scritto da in data Agosto 17, 2019

La carne in Germania è troppo economica, e questo favorisce un eccessivo consumo. Ma ora la politica potrebbe cambiare strategia. 

A cura di Paola Mirenda da Lipsia.

 

Aumentare il prezzo della carne per ridurre i consumi, salvaguardando salute umana e salute ambientale. La proposta, caldeggiata da Verdi e parzialmente appoggiata dalla Spd, è tornata a luglio nel dibattito politico tedesco, ma trova ancora l’opposizione della Cdu, che giudica la misura inutilmente vessatoria per i ceti più poveri.

Si tratta, nella proposta ambientalista, di aumentare l’Iva sulla carne (attualmente al 7 per cento) portandola al 19 per cento. Il surplus nelle casse dello Stato dovrebbe servire a finanziare progetti ambientali, in particolare sul benessere degli animali destinati al consumo umano.

La Germania è finita spesso sotto accusa per il trattamento del bestiame, sia nell’allevamento sia nella macellazione: gabbie strette, mutilazioni dolorose, cibo non controllato, somministrazione di antibiotici, scarsa professionalità (e basso stipendio) degli addetti. Quest’ultimo punto, tra l’altro, è stato oggetto di un contenzioso più che decennale con la Francia, che accusava la Germania di concorrenza sleale per l’uso di manodopera rumena e polacca a basso costo, impiegata sfruttando a proprio favore le falle della Direttiva europea sui lavoratori distaccati. Dal giugno 2018, con una modifica alla Direttiva, il dumping sociale tedesco ha smesso di essere un problema strutturale, anche se rimane il divario del costo della manodopera nei mattatoi.

Quanto alla salute animale, ancora c’è molto da fare in Germania, come mostrano le continue denunce di allevamenti non in regola con le stesse normative tedesche. Diversi giornalisti hanno indagato sui motivi che determinano il basso prezzo della carne in Germania, come spiega anche il recente documentario (Armes Schwein – Fettes Geschäft, regia di Jens Niehuss), trasmesso da Arte lo scorso giugno: il quadro che ne viene fuori è quello di un mercato fuori controllo, ben lontano dall’immagine del contadino buono nella sua fattoria di campagna che molte aziende produttrici utilizzano come pubblicità. Eppure la legge sul benessere degli animali è stata approvata ed è in vigore dal 2002. Ma evidentemente non è sufficiente.

Tuttavia i problemi dell’eccessivo consumo di carne non si esauriscono qui: gli allevamenti intensivi provocano un inquinamento del terreno e dell’aria a causa delle deiezioni animali, con l’emissione di considerevoli quantità di metano. Un problema comune a tutti i Paesi a vocazione agroalimentare e a cui non si sottrae nemmeno l’Italia, ma che il rapporto dell’Ipcc(Intergovernmental Panel on Climate Change, un’agenzia delle Nazioni Unite) pubblicato il 7 agosto 2019 mette ai primi posti tra i motivi dei cambiamenti climatici.

Dunque, che fare? A differenza del dibattito degli scorsi anni, questa volta sembra che le posizioni dei diversi attori in gioco siano meno inconciliabili. Teoricamente, non c’è nessuno che si oppone apertamente all’idea che sia necessario modificare l’attuale modello alimentare, ma il tema “aumento delle tasse” non trova altrettanti consensi. I maggiori critici sono all’interno della Cdu/Csu, a partire dalla ministra dell’Alimentazione e Agricoltura, Julia Klöckner. “Tutti siamo concordi che un maggior benessere degli animali non sia possibile a costo zero e richieda più investimenti economici”, scrive in una nota stampa pubblicata sul sito del ministero. Ma, aggiunge, “i soldi non devono provenire automaticamente dall’aumento delle tasse”. Piuttosto, sottolinea, si dovranno cercare finanziamenti pubblici e premiare con un marchio certificato gli agricoltori che contribuiscono a migliorare gli standard di qualità.

Più duro il suo alleato, il segretario generale della Csu Markus Blume, che mal sopporta il fatto che i Verdi abbiano posto in questi termini la questione. E sul suo profilo twitter chiede sarcastico: “ Quale sarà il prossimo passo dei Verdi? Oggi la tassa sulla carne, domani magari un divieto di barbecue”. Quanto alle tasse, è nettamente contrario: “Un aumento dell’iva sulla carne non aiuta il minor consumo, ma rende la carne più cara”. Un sondaggio sulle pagine di Der Spiegel (a cui hanno risposto oltre 20mila persone alla data dell’11 agosto) mostra però che questa non è l’opinione della maggioranza: solo un terzo dei lettori ritiene che il rialzo del prezzo sia una conseguenza negativa insormontabile.

Ma attenzione anche ai sondaggi, perché tra opinione e comportamento effettivo c’è spesso una discrepanza notevole, come racconta alla Deutsche Presse-Agentur (Dpa) il professor Ulrich Enneking, che con la sua Università ha condotto un’indagine sul consumo di carne: se nel sondaggio effettuato la percentuale di quanti si dichiaravano interessati al benessere animale era maggioritaria, negli acquisti il 73 per cento preferiva la carne economica a quella bio-eco-sostenibile. Quindi, e questa è un’opinione condivisa, prevedere come sola misura l’aumento dell’Iva non serve a nulla. Ne è convinto il co-leader dei Verdi, Robert Habeck: “O si rivede l’intero sistema delle aliquote in termini di governance ambientale, coerenza e impatto sociale ”, oppure la tassa sulla carne è inutile, ha detto in un’intervista.

foto di vika-imperia550 da Pixabay

Musiche:
Rummelsnuff – Bratwurstzange
Dorfrockers – Schnitzel
Pink Floyd – Animals
André van Duin – Barbecue

 

Per saperne di più:

Bundesministerium für Ernährung und Landwirtschaft  (Ministero per l’alimentazione e l’agricoltura, Bmel)

Statistiche su consumo e produzione di carne in Germania e in Europa

Test: misura l’impronta ecologica del cibo che mangi

 

Ascolta/leggi anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta dai posti, potete sostenerci andando su Sostienici  

 

Tagged as

[There are no radio stations in the database]