Iran, scrivono “No all’apartheid di genere”: arrestate
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 7, 2019
Iran
“In un mondo dove le donne nella maggior parte dei paesi vivono accanto agli uomini nelle scienze, nella cultura, nelle arti e nella politica, sotto la Repubblica islamica le donne devono ancora combattere per i diritti umani fondamentali”, si legge nella lettera.
Oltre una dozzina di attiviste per i diritti delle donne che vivono in Iran, hanno inviato una lettera aperta al leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, chiedendo che si dimettesse dalla sua posizione dopo vent’anni al potere.
Due delle 14 firmatarie – che risiedono tutte nella Repubblica islamica – sono state arrestate dalle autorità e chi resta libera, rischia di essere vulnerabile a potenziali persecuzioni o arresti politici.
La lettera, datata 5 agosto, parla di “apartheid di genere” e di un “approccio patriarcale” che ha represso il clima politico iraniano per quattro decenni. Sostiene che le donne in Iran affrontano uno svantaggio ingiusto dai tempi della Rivoluzione iraniana del 1979, dice Radio Farda.
“Noi, 14 attiviste per i diritti civili e per i diritti delle donne, siamo determinate a combattere fino alla vittoria attraverso misure civili e non violente”, scrivono le attiveste. “Come altri pionieri, andiamo avanti cantando “no alla Repubblica islamica”.
Per loro, il Paese ha bisogno di una revisione politica – dicono che 40 anni di “questa teocrazia” hanno eliminato i diritti di metà della popolazione – e chiedono che altri e altre scendano in piazza in manifestazioni pacifiche e non violente per costruire una nuova costituzione che demolisce “questo sistema anti-donna “.
Le attiviste scrivono: “In un mondo in cui le donne nella maggior parte dei paesi si muovono fianco a fianco con uomini di scienza, economia, cultura, arte e politica, sotto la Repubblica islamica le donne continuano a lottare per i loro diritti umani fondamentali”.
Giti Pourfazel, un’avvocata e una delle firmatarie, ha detto a Radio Farda che mentre 14 donne hanno firmato la lettera, 20 milioni di altre donne iraniane potrebbero considerarsi le quindicesime firmatarie.
Le autorità iraniane non hanno ancora risposto direttamente alla lettera.
I diritti delle donne sono limitati in Iran. Perfino assistere a una partita allo stadio è stato vietato alle donne per quarant’anni. Il regime clericale ha anche assunto forze di sicurezza l’agosto dello scorso anno per occuparsi delle ragazze che tentano di intrufolarsi nello stadio travestite da maschi.
L’anno scorso, una donna è stata condannata a due anni di carcere e 18 anni di libertà vigilata per aver rimosso il velo in una protesta. E sono continui i processi farsa, gli arresti arbitrari, le lunge detenzioni. Shaparak Shajarizadeh ha dichiarato di essere stata condannata per essersi “opposta all’hijab obbligatorio” e aver “sventolato una bandiera bianca di pace in strada”.
Amnesty International afferma che le donne e le ragazze vengono regolarmente fermate in strada dalla polizia morale e dai vigilanti. L’organizzazione per i diritti umani stima che almeno 39 donne siano state arrestate lo scorso anno in relazione alle proteste anti-hijab. Circa il 60% delle donne iraniane ha subito violenza domestica almeno una volta nella vita, secondo i dati ufficiali.
L’anno scorso, la TV di stato iraniana è stata costretta a scusarsi per un segmento che presentava un esperto di relazioni che diceva alle vittime di violenza domestica di baciare i piedi del marito. “Anche se tuo marito è tossicodipendente, se ti picchia, fallo e vedrai un miracolo nella tua vita”, ha detto l’esperto agli spettatori. Poi ha aggiunto che questa tecnica, che è stata particolarmente derisa sui social iraniani, allevia lo stress del marito e aiuta a prevenire ictus e infarti.
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Opinioni dei Lettori
I commenti sono chiusi.
Sohyla arjmand On Agosto 8, 2019 at 8:54 am
Grazie per le informazioni giuste sull’ mio paese iran!!ché in 39anni stata un silenzio totale riguarda le situazione del popolo iraniano
Radio Bullets On Agosto 9, 2019 at 7:33 am
Grazie a te.
Fondamentale per la nostra testata è raccontare gli Esteri nel mondo più indipendente possibile, in particolare raccontando chi vede i propri diritti violati.
Barbara Schiavulli