1 dicembre 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Dicembre 1, 2021
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- Afghanistan: HRW, i talebani hanno giustiziato decine di membri delle forze afghane dopo la resa. Intanto le farmacie di Kabul finiscono le medicine.
- Australia: il 63% delle parlamentari ha subito molestie.
- Svezia: rieletta premier per la seconda volta e in Hounduras la prima donna presidente.
- Israele: Tel Aviv, la città più cara del mondo.
- Amnesty International: ogni giorno due bambine tra i 10 e i 14 anni partoriscono in Paraguay.
- Rep. Dem. del Congo: rapiti due operatori della Croce Rossa Internazionale.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
Afghanistan
I talebani hanno giustiziato dozzine di membri delle forze di sicurezza afghane dopo la loro resa, in seguito alla riconquista dell’Afghanistan da parte dei militanti a fine estate scorsa, secondo una nuova ricerca pubblicata da Human Rights Watch (HRW) martedì. Il rapporto di HRW, rinnegato dal ministero degli Interni talebano, descrive in dettaglio «l’esecuzione sommaria o la sparizione forzata» di 47 ex membri delle forze di sicurezza nazionali afghane (ANSF), tra cui personale militare, polizia, membri dei servizi di intelligence e milizia paramilitare, che si erano arresi o erano stati arrestati dalle forze talebane tra il 15 agosto e il 31 ottobre. HRW afferma che il rapporto si basa su un totale di 67 interviste, comprese 40 interviste di persona con testimoni, parenti e amici delle vittime e combattenti talebani. Ad alcune persone è stato concesso l’anonimato da HRW per il loro rapporto. In alcuni casi, le famiglie riportano storie di persone semplicemente scomparse. I risultati dell’indagine si burlerebbero delle precedenti affermazioni dei talebani nei confronti della comunità internazionale, secondo cui avrebbero guidato un governo più inclusivo di quanto non avessero fatto due decenni fa. I suoi leader avevano promesso una tregua per coloro che avevano collaborato con le forze statunitensi durante la presenza americana nel paese.
Funzionari e residenti di Kabul si sono lamentati martedì della mancanza di medicinali nelle farmacie della capitale, affermando che molte aziende farmaceutiche hanno recentemente smesso di operare, e che importare medicinali è difficile. Il capo dell’Afghanistan Medicine Service Union, Assadullah Kakar, ha affermato che le aziende hanno smesso di operare a causa della mancanza di materie prime per la produzione di medicinali. Nel frattempo i proprietari delle farmacie hanno dichiarato che, a seguito dell’interruzione delle importazioni, i prezzi dei medicinali nella capitale sono in aumento. Secondo il ministero della Salute Pubblica, l’Afghanistan importa oltre il 90% dei suoi medicinali da Pakistan, India, Turchia e Bangladesh.
Iraq
Il leader sciita populista iracheno Moqtada Sadr è stato confermato vincitore delle elezioni legislative irachene dello scorso 10 ottobre, con 73 seggi su 329 totali. Lo ha annunciato ieri la Commissione elettorale irachena dopo una lunga e controversa procedura di riconteggio dei voti, dopo accuse di brogli sollevate dai partiti armati filo-iraniani, considerati invece i grandi sconfitti delle consultazioni elettorali. I riconteggi, afferma la Commissione elettorale, hanno in larga parte confermato i risultati iniziali, perché solo cinque seggi sono stati riassegnati a seguito della revisione delle schede. I negoziati per la formazione del nuovo esecutivo potranno ora durare diverse settimane. Analisti locali affermano che con ogni probabilità il nuovo governo iracheno sarà formato dopo la fine di questo anno.
Siria
La Siria si rifiuta ancora di concedere un visto all’ispettore dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), ha detto lunedì l’OPCW. È accaduto in una conferenza degli stati membri dell’OPCW, nella città olandese de L’Aia. Il governo siriano non ha collaborato con il team dell’OPCW e non ha dichiarato la sua scorta di armi chimiche, che «non può ancora essere considerata accurata e completa».
Israele e Palestina
Tel Aviv è la città più cara al mondo in cui vivere, secondo una classifica stilata dall’Economist Intelligence Unit (EIU). La città israeliana ha scalato cinque gradini rispetto al rapporto del 2020, che vedeva Parigi, Hong Kong e Zurigo al primo posto alla pari. Nel rapporto del 2021 Parigi e Singapore sono arrivate seconde a pari merito, seguite da Zurigo e Hong Kong. New York è arrivata sesta e Ginevra settima. Tel Aviv è salita in classifica a causa della forza dello shekel israeliano nei confronti del dollaro, nonché degli aumenti dei prezzi dei trasporti e dei generi alimentari. I dati di quest’anno sono stati raccolti in agosto e settembre, quando i prezzi delle merci sono aumentati in tutto il mondo. In media, i prezzi sono aumentati del 3,5% in valuta locale, che è il tasso di inflazione più veloce registrato negli ultimi cinque anni. Questa cifra media di inflazione non include quattro città con tassi eccezionalmente alti: Caracas, Damasco, Buenos Aires e Teheran. Secondo Upasana Dutt dell’EIU, le restrizioni sociali dovute alla pandemia di coronavirus hanno «interrotto l’offerta di beni, portando a carenze e prezzi più alti». Ha aggiunto che l’aumento dei prezzi della benzina è stato particolarmente marcato. Berlino è scesa di otto gradini, al 50° posto, risultando la più economica delle sei città tedesche incluse nella classifica. Francoforte, uno dei maggiori centri finanziari del mondo, risulta la città tedesca più costosa, al 19° posto. Il balzo maggiore in classifica lo ha fatto la capitale iraniana Teheran, passata dal 79° al 29° posto. Questo cambiamento può essere spiegato dalle sanzioni statunitensi che hanno causato carenze e aumenti dei prezzi.
Coloni ebrei hanno organizzato una manifestazione provocatoria in al-Wad Street, nella città vecchia di Gerusalemme, martedì sera, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA. La polizia israeliana ha dispiegato le sue truppe nella Città Vecchia di Gerusalemme e ha condotto perquisizioni corporee su giovani palestinesi in al-Wad Street.
Under the protection of heavily-armed forces, Israeli settlers provoke Palestinians by performing Talmudic prayers in the middle of an old Palestinian popular market in East #Jerusalem. pic.twitter.com/6aGO668sfE
— Maha Hussaini (@MahaGaza) November 29, 2021
Turchia
L’analista militare turco Metin Gurcan, arrestato la scorsa settimana dalla polizia nella sua abitazione a Istanbul, è accusato dai magistrati locali di “spionaggio politico e militare” per alcune analisi strategiche fornite a diplomatici italiani e spagnoli ad Ankara. Lo riferiscono media locali, citando la testimonianza ai giudici di Gurcan, che avrebbe confermato di aver redatto studi per ambasciate straniere in cambio di denaro, ma sempre sulla base di informazioni note al pubblico, senza quindi rivelare segreti militari. L’analista è tra i fondatori del partito Deva, di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan.
Marocco
Le forze marocchine hanno disperso migliaia di manifestanti filo-palestinesi in 36 città del Regno per aver manifestato contro la normalizzazione con Israele, dopo la visita della scorsa settimana a Rabat del ministro della Difesa israeliano Benny Gantz. Le forze di sicurezza lunedì sera hanno disperso violentemente le marce di solidarietà pro-palestinesi nella capitale, indette dal Fronte marocchino a sostegno della Palestina e contro la normalizzazione, davanti alla sede del Parlamento. Le proteste hanno segnato anche la Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Nonostante le violenze, i manifestanti hanno continuato a protestare e a scandire slogan in solidarietà con la Palestina.
Sudan
Martedì le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti anti-golpe nella capitale sudanese, mentre decine di migliaia di persone hanno marciato nelle ultime manifestazioni contro una presa di potere militare avvenuta il mese scorso. I manifestanti sono scesi in piazza a Khartoum e in altre città del paese per chiedere alle forze armate di restare fuori dal governo. Il deposto primo ministro Abdalla Hamdok è stato reintegrato all’inizio di questo mese, sotto supervisione militare, in un accordo a cui molti nel movimento per la democrazia si oppongono. Da quando i generali hanno preso il potere il 25 ottobre e hanno arrestato più di 100 figure del governo civile, i manifestanti sono scesi ripetutamente in piazza.
Repubblica Democratica del Congo
Un membro dello staff congolese e uno internazionale del Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) sono stati rapiti martedì nella Repubblica Democratica del Congo orientale colpita dal conflitto, ha detto il gruppo di aiuti umanitari. Il rapimento è avvenuto alle 10:30 mentre il loro convoglio di due veicoli viaggiava dalla capitale regionale Goma alla vicina area di Sake, come parte di un progetto di approvvigionamento idrico, ha detto il portavoce locale del CICR Paulin Bashengezi.
Germania
Il tribunale di Francoforte ha condannato al carcere a vita un militante dell’Isis riconosciuto colpevole di aver procurato la morte per disidratazione di una bambina yazida di 5 anni, comprata come schiava, tenendola incatenata sotto il sole in castigo per ore a Falluja, in Iraq nel 2015. Il condannato, Taha Al-J. iracheno di 29 anni, è stato riconosciuto colpevole di genocidio e di un crimine di guerra. Il presidente dei giudici, Christoph Koller, ha ricordato che si tratta del primo caso al mondo di condanna del cosiddetto Stato Islamico contro la minoranza yazida. La foreign-fighter tedesca Jennifer W., all’epoca moglie di Taha Al-J., sposa dell’Isis rientrata in Germania dall’Iraq, era stata condannata per lo stesso reato a dieci anni di carcere dal tribunale di Monaco lo scorso settembre. Il premio Nobel per la Pace 2018 Nadia Murad ha salutato come “una vittoria” per gli yazidi il verdetto emesso in Germania.
Norvegia
L’estremista di destra Anders Behring Breivik, condannato a 20 anni per avere il 22 luglio 2011 compiuto due attacchi terroristici, uno a Oslo e uno sull’isola di Utoya, uccidendo 77 persone, continua a perseguitare i sopravvissuti e le famiglie delle vittime inviando loro lettere dal carcere in cui ribadisce il contenuto del manifesto diffuso prima degli attacchi, contro migranti, musulmani e laburisti e per il “potere bianco”. Lo ha reso noto la leader del Comitato di supporto ai sopravvissuti, Lisbeth Royneland, che nella strage ha perso sua figlia, definendo “inaccettabile” che l’assassino possa permettersi di inviare simili missive in stato di detenzione e chiedendo alle autorità di fermare la sua mano.
Svezia
La socialdemocratica Magdalena Andersson è stata eletta premier per la seconda volta. Andersson era diventata la prima donna alla guida del paese una settimana fa ma si era dimessa dopo qualche ora in seguito alla bocciatura della manovra finanziaria da lei proposta. Ora Magdalena Andersson, celebrata come la prima premier donna della Svezia, ci riprova. La socialdemocratica, 54 anni, già ministra delle Finanze, è stata rieletta con 101 voti a favore, 173 contrari e 75 astenuti, ma in base al sistema svedese un candidato premier non ha bisogno della maggioranza favorevole, basta che non ce ne sia una contraria di almeno 175 deputati. La riconferma di Andersson si annuncia comunque tutta in salita, a partire dai numeri: anche il 24 novembre scorso era stata eletta premier per un soffio con 117 voti favorevoli, 57 astenuti e 174 contrari. Ma, alla fine di un pomeriggio tormentato, la neo premier era stata costretta alle dimissioni dopo la bocciatura della manovra finanziaria da lei proposta.
Polonia
Il presidente della Polonia ha firmato una legge che limiterà l’accesso di enti di beneficenza e giornalisti al confine con la Bielorussia, mentre il paese è alle prese con una crisi migratoria. La legge è un duro colpo per i partiti di opposizione che hanno sostenuto l’accesso illimitato ai media, un emendamento approvato venerdì dalla camera alta del parlamento ma respinto dalla camera bassa. Sotto lo stato di emergenza dichiarato nella regione di confine a settembre e terminato a mezzanotte, i media e gli enti di beneficenza sono stati completamente vietati. L’opposizione ha affermato che il divieto aveva lo scopo di coprire gli abusi dei diritti e aveva cercato l’accesso senza restrizioni. Il governo ha affermato che le restrizioni erano necessarie per motivi di sicurezza. In base alle nuove regole, il ministro dell’Interno può limitare l’accesso alla zona di confine dopo essersi consultato con il capo della Guardia di frontiera. Tuttavia, giornalisti e ONG potrebbero essere in grado di entrare a discrezione dei capi delle guardie di frontiera locali. Il ministro dell’Interno Mariusz Kaminski ha detto martedì sera che ordinerà un divieto temporaneo di entrare nelle aree intorno al confine.
Stati Uniti
È di almeno tre morti e sei feriti il bilancio di una sparatoria in un liceo in Michigan. Il presunto killer avrebbe 15 anni ed è stato fermato dalla polizia. La sparatoria è avvenuta alla Oxford High School, in un sobborgo di Detroit.
I motivi dietro al gesto del teenager non sono ancora chiari e le autorità stanno indagando. L’allerta è scattata poco prima delle 13 ora locale, quando una pioggia di telefonate ha invaso il centralino del 911, il 113 americano. La polizia è arrivata sul posto nell’arco di pochi minuti e, secondo quanto riferito, ha bloccato il killer strappandogli la pistola semiautomatica con la quale, comunque, era riuscito a sparare 15-20 colpi.
Tre anni di prigione, meno i nove mesi già scontati: è la pena inflitta a Emma Coronel Aispuro, la moglie del re del narcotraffico “El Chapo”, per traffico di droga e riciclaggio. Una condanna inferiore ai quattro anni chiesti dall’accusa. Il giudice federale Rudolph Contreras ha riconosciuto che la ex reginetta di bellezza, ora 32enne, dichiaratasi colpevole dopo il suo arresto lo scorso febbraio, era solo un’adolescente quando sposò il boss della droga.
Honduras
Il candidato conservatore del partito di governo dell’Honduras ha ammesso la sconfitta alle elezioni presidenziali, aprendo la strada alla sua rivale di sinistra Xiomara Castro per diventare la prima leader donna del paese centroamericano. Chiamando la signora Castro “presidente eletta“, il contendente del Partito Nazionale Nasry Asfura ha detto di aver visitato l’avversaria a casa della sua famiglia per offrire le proprie congratulazioni, con una mossa che pone fine a 12 anni di potere del suo gruppo. Con oltre il 52% dei voti conteggiati martedì sera, la signora Castro ha avuto il 53,4% di sostegno e Asfura il 34,1%. Alcuni fatti chiave: il marito di Xiomara Castro, l’ex presidente Manuel Zelaya, è stato estromesso in un colpo di Stato nel 2009. Il Partito Nazionale in carica ha utilizzato risorse statali per dare impulso alla propria campagna, affermano osservatori internazionali. Il presidente uscente Juan Orlando Hernandez è profondamente impopolare ed è stato implicato in un caso di traffico di droga negli Stati Uniti.
Paraguay
Inmedia due ragazze tra i 10 e i 14 anni partoriscono ogni giorno in Paraguay, grazie a una combinazione tossica di abusi sui minori diffusi e leggi draconiane sull’aborto, secondo un nuovo rapporto di Amnesty International. Il Paraguay ha uno dei più alti tassi di gravidanza infantile e adolescenziale in America Latina, una regione che, nel suo insieme, ha la seconda percentuale più alta del mondo. Il paese è stato a lungo afflitto dalla violenza sessuale contro i bambini, con una serie di casi di alto profilo che hanno suscitato indignazione globale. Nel 2015, una bambina di 11 anni conosciuta con lo pseudonimo di “Mainumby” (Colibrì) è stata costretta a partorire nonostante la condanna della Commissione interamericana sui diritti umani e delle Nazioni Unite. Ma oltre al numero allarmante di giovani di età compresa tra 10 e 14 anni costrette a portare a termine la gravidanza, il Paraguay – che ha una popolazione di appena 7 milioni di abitanti – ha visto partorire più di 12.000 ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni nel 2019. «Con azioni e omissioni, il Paraguay sta voltando le spalle alle sue ragazze e adolescenti mentre affrontano abusi inimmaginabili», ha affermato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International. Il rapporto di Amnesty International pubblicato mercoledì indica un’azione inadeguata per contrastare la tolleranza culturale nei confronti degli abusi sessuali sui bambini, affermando che l’80% dei casi si verifica all’interno della cerchia familiare. Gli autori sono più frequentemente il patrigno, il padre, il nonno, il vicino o lo zio della vittima.
India
Il governatore del Kerala, Pinarayi Vijayan, ha annunciato ieri che il suo governo non garantirà più cure gratuite ai malati di Covid-19 non vaccinati. «Chi non collabora con gli sforzi dello Stato per combattere la pandemia sarà escluso dai trattamenti gratuiti», ha detto Vijayan, aggiungendo che «chi non può assumere il vaccino a causa di allergie o altre patologie dovrà dimostrarlo con un certificato medico».
Myanmar
Un tribunale della giunta ha rinviato ieri il suo verdetto nel processo per turbativa dell’ordine pubblico contro l’ex leader Aung San Suu Kyi. La data del giudizio è stata rimandata al 6 dicembre, ha detto una fonte giudiziaria. Rovesciata da un colpo di Stato il primo febbraio, Suu Kyi, 76 anni, è stata da allora bersaglio di una moltitudine di procedimenti legali e rischia diversi lunghi anni di carcere se condannata.
Australia
Il 63% delle parlamentari australiane a livello federale ha subito molestie sessuali, così come un terzo di tutti i dipendenti del Parlamento del paese, tra staff e parlamentari: è quanto emerge da un atteso rapporto commissionato nei mesi scorsi dopo la denuncia − lo scorso febbraio − di uno stupro avvenuto due anni fa proprio in un ufficio del Parlamento. Commentando il rapporto, la Commissaria per la discriminazione sessuale, Kate Jenkins, ha detto che la grande maggioranza delle vittime di abusi sono donne. Lo studio indica infatti che il 63% delle parlamentari ha subito questo tipo di molestie, contro il 24% dei loro colleghi maschi e una media nazionale per le donne del 39%. Nel complesso, il 51% di tutti i dipendenti del Parlamento del paese (parlamentari inclusi) ha subito almeno un caso di bullismo, di molestia sessuale o di tentata aggressione sessuale. Inoltre, poco più di un quarto delle persone che hanno subito molestie sessuali hanno puntato il dito contro un membro del Parlamento.
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