10 agosto 2021 – Notiziario in genere

Scritto da in data Agosto 10, 2021

Ha un volto e un nome la donna che accusa di molestie Andrew Cuomo negli Stati Uniti. A Gaza esplosione intimidatoria contro un villaggio turistico “reo” di organizzare serate “promiscue”. Dalla Russia alla Spagna, una famiglia lesbica in fuga dopo aver ricevuto minacce di morte. Spagna, ancora femminicidi, 30 dall’inizio dell’anno. Repubblica Ceca: in arrivo risarcimenti per le donne rom sterilizzate senza consenso.

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Stati Uniti

Shinya Suzuki/Flickr | Andrew Cuomo

Si chiama Brittany Commisso ed è l’accusatrice che ha presentato una denuncia penale contro il governatore di New York Andrew Cuomo. Ha un volto e un nome colei che fino a questo momento è stata indicata dagli investigatori come l’assistente numero 1 di Cuomo, per proteggerne la privacy. La donna è stata intervistata dalla Cbs: racconta di aver accettato di uscire allo scoperto solo ora perché aveva paura di perdere il lavoro e di avere ripercussioni. L donna ha definito le azioni del governatore come criminali. “Ha infranto la legge”, dice Commisso. “È stata la cosa giusta da fare”, dice in merito alla denuncia presentata all’ufficio dello sceriffo di Albany, capitale dello stato di New York. Cuomo, racconta lei, l’anno scorso ha allungato le mani sotto la sua camicia e le ha palpato il seno mentre erano soli nella residenza ufficiale del governatore. Non solo: un episodio analogo sarebbe avvenuto l’anno prima, alla vigilia del Capodanno 2019, quando il governatore le aveva chiesto di farsi un selfie nel suo ufficio. Cuomo, racconta ancora la donna, l’avrebbe baciata più volte sulle guance e una volta sulla bocca.

Nel frattempo Cuomo, si legge su LaPresse, è sempre più isolato. Sono arrivate le dimissioni di Melissa DeRosa, la sua principale assistente, a una settimana dall’uscita del rapporto del procuratore generale di Stato che accusa il governatore dello Stato di New York di aver molestato sessualmente 11 donne. Il politico democratico ha fino a questo momento rigettato ogni accusa.

Gaza

A Gaza nei giorni scorsi un villaggio turistico situato nell’area settentrionale della striscia, il Bianco Resort, inaugurato a luglio, è stato danneggiato da un’esplosione avvenuta poco dopo che i proprietari erano stati diffidati dall’organizzare una serata a cui avrebbero partecipato uomini e donne. Secondo quanto racconta il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr-Gaza) si tratterebbe di un tentativo di “terrorizzare la popolazione”: l’esplosione, che ha danneggiato le pareti esterne, ha infatti avuto luogo dopo che in alcune reti sociali – secondo i media locali di ispirazione salafita – erano comparsi messaggi di avvertimento contro “ogni tipo di promiscuità fra uomini e donne”, vista come in contrasto con l’ortodossia islamica, nonché contro la prevista partecipazione di cantanti.Il resort ha risposto alle minacce spiegando di aver ottenuto i necessari permessi dal ministero degli interni di Hamas, che ha incoraggiato l’impresa perché il villaggio offre lavoro a 120 persone. Hamas ha avviato un’inchiesta.

Russia

Instagram/Mila Yuma

Una famiglia lesbica russa, apparsa in una controversa pubblicità di alimenti naturali, afferma di aver lasciato la Russia dopo aver subito abusi online e minacce di morte. “Siamo salve, stiamo riposando”, dice la mamma, Yuma, su Instagram, secondo quanto riporta la Bbc. La famiglia è stata presa di mira da una campagna di odio dopo essere apparsa in un annuncio per la catena di supermercati VkusVill. L’azienda in seguito si è scusata e ha sostituito la foto con quella di una famiglia eterosessuale. La figlia di Yuma, Mila, ha scritto in un post online che ora la famiglia si trova a Barcellona. Sia Yuma che sua figlia maggiore Alina hanno una relazione omosessuale. “Ora io e la mia famiglia abbiamo davvero bisogno di sistemarci a Barcellona, ​​questi non sono tempi facili per noi e abbiamo bisogno di amici”, racconta ancora Mila. “Siamo molto stanche e depresse”, aggiunge alla Bbc. “Speriamo di essere al sicuro a Barcellona”. In uno dei post successivi Yuma spiega che hanno dovuto lasciare la Russia per permettere alla figlia di sposare la sua ragazza.

Spagna

Trenta femminicidi dall’inizio dell’anno. È questo il bilancio più recente diffuso dalle istituzioni spagnole: numeri che sono allarmanti per le autorità del paese. Il 30 luglio scorso una ragazza di 25 anni è stata trovata morta lo scorso 30 luglio in provincia di Tarragona (Catalogna). Le forze dell’ordine hanno arrestato il suo ex compagno come presunto aggressore: per l’uomo era già in vigore un ordine di allontanamento. “Ora basta. La violenza sulle donne deve finire”, dice su Twitter il premier Pedro Sánchez. “NiUnaMenos!”, non una di meno.

Repubblica Ceca

European Parliament/Flickr | Miloš Zeman

Il presidente ceco Miloš Zeman ha firmato un disegno di legge nei giorni scorsi che sancisce un risarcimento di 300mila corone – che corrispondono a poco più di 11mila euro – per quelle donne, soprattutto rom, che sono state sterilizzate senza il loro consenso tra il 1966 e il 2012. Secondo quanto sottolinea il Guardian, il numero di queste donne non è certo, ma si potrebbe trattare, a detta degli attivisti e delle attiviste che si occupano di questi temi, di alcune centinaia di persone.

“La sterilizzazione forzata di donne rom è una delle peggiori violazioni dei diritti umani subite dai Rom in Europa dopo la persecuzione inflitta loro dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale”, spiega sul suo sito Amnesty International. “Secondo certe fonti, dal 1980 a oggi, non meno di 90mila donne sarebbero state sterilizzate sul territorio dell’ex Cecoslovacchia. Nonostante la maggior parte di tali atti risalgano agli anni Settanta e Ottanta, i casi più recenti avrebbero avuto luogo nel 2007″.

Il programma di sterilizzazione ha avuto termine nel 1989 con il crollo del regime comunista, ma anche in seguito le donne in travaglio hanno continuato a essere indotte a firmare moduli di consenso alla sterilizzazione prima del parto cesareo senza alcuna consapevolezza. Ad alcune la sterilizzazione dopo il parto è stata tenuta nascosta, ad altre è stato raccontato che si era trattato di una procedura “salvavita”. La legge ceca è stata cambiata alla fine solo nel 2012 per richiedere un periodo di riflessione tra una paziente che richiede la sterilizzazione e l’esecuzione dell’operazione.

In copertina LenDog64/Flickr | Praga

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