Behind the back: alla scoperta della sessualità femminile ai tempi della guerra

Scritto da in data Dicembre 2, 2020

Ai microfoni di Radio Bullets Haska Shyyan, una scrittrice ucraina: parliamo di migrazione e di nuovi fenomeni culturali, del ruolo della donna in tempo della guerra e della libertà sessuale in Ucraina, del ruolo della letteratura nella società nonché del concetto di patriottismo.

Doppiaggio: Raffaella Quadri 

Behind the back

Haska Shyyan, 40 anni, è una scrittrice e poetessa ucraina, originaria di Leopoli, nell’Ucraina occidentale, a cui è stato assegnato nel 2019 il Premio dell’Unione Europea per la Letteratura per il suo romanzo Behind the back (За спиною in ucraino). 

Il romanzo, ambientato sempre a Leopoli, narra la storia di una giovane donna ucraina sullo sfondo dell’attuale guerra nel Donbas, in un contesto socio-culturale in transizione, che oscilla tra gli echi di un regime caduto e la democrazia. 

Il ragazzo della protagonista decide di arruolarsi nell’esercito e sembrerebbe che a lei non resti che interpretare il classico ruolo della donna nelle retrovie, che aspetta il suo amato dal fronte.  

Molto presto, però, la protagonista si rende conto che il ruolo le va stretto: non condivide il patriottismo del suo ragazzo, almeno in quella configurazione, e si mette costantemente in discussione. Nel romanzo Marta, cosi si chiama la giovane donna, si masturba, scopre ed esplora il proprio corpo, cerca la stabilità perduta in una realtà di guerra, anche se territorialmente molto lontana. 

La scrittrice col suo romanzo ha sollevato abilmente i temi della corporeità e della sessualità femminile e, in qualche modo, del suo controllo da parte della società; del ruolo della donna nei tempi della guerra, oltre a interrogarsi su cosa fosse il patriottismo: temi che rimangono spesso un tabù in Ucraina. 

In questo percorso letterario ritroviamo anche la ricerca di stabilità delle generazioni cresciute dai nonni, mentre i genitori partivano per cercare lavoro in Italia, Spagna e Portogallo, nel tentativo di poter assicurare una vita migliore ai propri figli. 

Skype family 

Nell’emigrare si porta dietro la propria storia, il bagaglio culturale e le abitudini che, una volta mescolate con la cultura ospitante, possono dare vita a dei fenomeni socio-culturali nuovi e a trasformare alcuni aspetti culturali già esistenti. La trama del romanzo ripercorre anche la vita degli ucraini provenienti dalla parte occidentale del Paese, che vediamo numerosi andare a lavorare all’estero, soprattutto in Italia, nonché dei loro figli che restano a casa. 

Haska Shyyan ricorda che negli ultimi tre decenni nell’Ucraina occidentale è cresciuta una generazione di bambini i cui genitori – per lo più madri, nonne, delle volte padri – sono partiti per l’Italia o altrove in cerca di guadagni migliori. L’emigrazione da quelle parti dell’Ucraina è un fenomeno diffuso, che vede bambini dei villaggi, dei piccoli paeselli e delle grandi città crescere interagendo e dialogando con le loro madri solo via Skype.
«Spesso, proprio come narra il libro, è una storia di rottura familiare, di una specie di abbandono. Qui ci sono tante storie in cui entrambi i genitori sono partiti per l’estero, e i loro figli vengono tirati su dai nonni e, se sono adolescenti, inevitabilmente vengono completamente abbandonati a sé stessi», dice Haska Shyyan.

La scrittrice ripercorre questo tema attraverso la vita della protagonista che fa parte di quella generazione cresciuta senza genitori, quasi perduta: sua madre lavora in Italia da anni, ha costruito persino un’altra famiglia in Italia. Da lì prende forma la depressione di Marta, la sua grande confusione e la rabbia dopo che il suo ragazzo se n’è andato in guerra: lei si sente abbandonata un’altra volta, come quando sua madre partì per l’Italia. 

Melting Pot culturale 

L’immigrazione crea anche nuovi scenari attraverso il mescolamento e la fusione delle peculiarità strappate a più culture. Ebbene, il cibo del paese ospite è uno di quegli elementi che si infiltra nella quotidianità di coloro che decidono di partire all’estero, portando con sé anche il proprio patrimonio culinario.
Abitando le terre straniere inevitabilmente vengono a mancare quelle piccole cose di casa, i piccoli simboli di appartenenza a un territorio, un pensiero collettivo. Non a caso, lungo le strade che uniscono l’Italia all’Ucraina, corrono piccole navette e portano genti, cose e, soprattutto, quintali di cibo. 

Una specie di import-export in miniatura, un fenomeno decisamente molto interessante, che si traduce in traffico di cetrioli sottoaceto, di torte di fegato, della leggendaria insalata Olivier – sugli scafali italiani meglio conosciuta come insalata russa – e tanto altro ancora. Haska Shyyan, la testimone diretta nonché osservatrice attenta, ne ha captate tante di queste scene e situazioni, alcune delle quali descritte audacemente nel romanzo. «E anche questo è stato ricopiato dalla vita, quando vedi come sulle navette vengono caricate le arringhe e dietro viene spedito il prosciutto. Tutto ciò è diventato una parte integrante della cultura», ci racconta Haska.

Una volta ritornati in patria, restano comunque imbevuti di usanze nuove: ed eccoci qui a cucinare un piatto di pasta a pranzo. La scrittrice osserva che nell’Ucraina occidentale capita che abitanti di un piccolo paese di provincia, dove si vive modestamente, cucinino alcuni piatti italiani: ci ritroviamo di fronte a un fenomeno di scambio culturale molto interessante, che avviene a livello di una classe sociale molto semplice.

Sessualità e corpo femminile 

Haska Shyyan nel suo romanzo non si ferma solo a esplorare fenomeni culturali, ma va oltre, solleva il tema della sessualità e del corpo femminile nella società ucraina che ancora oggi è ripiegata a forza di stereotipi patriarcali. La sua protagonista si masturba, esplora, non si nega un’esperienza lesbo e non nasconde la propria sessualità dopo che il compagno decide di arruolarsi nell’esercito. Il suo nuovo ruolo, quello della ragazza del difensore della patria, che aspetta il suo eroe a casa e rinuncia a qualsiasi tipo di piacere, le va stretto, non lo comprende affatto. Anche cercando di corrispondere alle aspettative sociali, non riesce a sfuggire all’intensità crescente del suo conflitto interiore.
La scrittrice sostiene che per le donne ucraine, nonostante siano emancipate, è ancora abbastanza difficile liberare la propria sessualità in una società post-patriarcale. Basta pensare che in Ucraina nemmeno tra le femministe c’è un unico approccio verso la sessualità e la corporeità della donna. 

Ciò nonostante, dopo l’uscita del libro, la scrittrice continua ad avere la sensazione che alle persone non dispiacerebbe affatto parlare di sesso, anche se per ora evitano di affrontare questo argomento nella quotidianità. È stata ringraziata più volte dalle donne per aver sollevato un tema tabù: soprattutto da quelle che hanno iniziato a conoscere la propria sessualità dopo i cinquanta, accomunate dal dispiacere per avere perso tanto tempo nel riscoprire il proprio piacere.
Haska sostiene che una volta la sessualità nella cultura ucraina non era un tabù, soprattutto tra i contadini fino all’arrivo dell’urbanizzazione. C’è stato anche un respiro libero negli anni venti, quando per un breve tempo esisteva l’amore libero prima che nell’Unione Sovietica cominciasse a regnare una moralità ferrea. «Vengo dall’Ucraina occidentale, dove abbiamo vissuto l’imposizione dei due fattori peggiori possibili per sopprimere la sessualità umana: il totalitarismo, quando in epoca sovietica si diceva che “non c’è sesso in Urss”, e la religione, la chiesa. Era un ambiente molto sfavorevole», sottolinea la scrittrice. 

Pagina Facebook personale di Haska Shyyan / Eugenia Perutska

Patriottismo 

Il libro, che mette in discussione il ruolo convenzionale della donna durante la guerra, non può non dividere l’opinione pubblica e suscitare critiche forti. Dopo l’uscita del romanzo la protagonista del libro, nonché la scrittrice stessa, sono state accusate di non seguire la linea patriottica durante il conflitto con la Russia. “Una troia antipatriotica”, così è stata definita Marta da alcuni. Nonostante questo, Haska Shyyan non si limita a colorare la realtà e le relazioni umane di due colori – bianco o nero – ma si spinge oltre, esplorando anche il tema del patriottismo più profondamente nel libro. La scrittrice cerca di fissare tutte le sfumature della realtà che circonda la sua protagonista, si addentra nei temi tabù e si sofferma sull’atteggiamento di coloro che predicano quella specie di “patriottismo patinato” solo a colpi di slogan. Senza timori, si pone delle domande inevitabili: cos’è il patriottismo, su che pilastri dovrebbe basarsi e, infine, perché è diventato così importante per la società ucraina? 

«A essere sincera, mentre scrivevo il libro, ho dovuto superare la mia paura giorno per giorno. Dopo ogni pagina pensavo che forse ero andata troppo oltre, però era molto importante per me personalmente. Perché per me la scrittura è il territorio dove potersi esprimere con la massima libertà», racconta la scrittrice. «Il libro non mette in discussione il patriottismo in quanto tale, però cerca di rivalutarlo, nel senso di vedere cosa sia il patriottismo e quali siano le sue equazioni possibili relativamente parlando», condivide con Radio Bullets. 

Per Haska, un patriota è una persona che non ha paura di correre rischi e avviare un’impresa in Ucraina. È una persona che acquista liberamente opere di artisti locali, sostiene la cultura e l’arte contemporanea ucraina, senza voltarsi a guardare se il concetto che esprimono sia corretto secondo la narrativa patriottica.
Invece in coloro che hanno criticato la sua opera vede ancora le tracce rilasciate dai tempi sovietici, quando un libro, un film e la cultura fungevano da propaganda, con l’obiettivo di indicare cosa fosse “giusto o sbagliato” e quale fosse il modo più adatto di “amare la Patria”.  «Credo che lo scopo principale della letteratura, come di qualsiasi arte, sia porre domande e sollevare dubbi. Ovvero, portare a riflettere, a rivalutare, e non essere o bianco o nero», termina Haska con questa nota. 

Booktrailer del romanzo “Behind the back”

Illustrazione di copertina: Anna Li
Foto articolo: pagina Facebook personale di Haska Shyyan / Eugenia Perutska

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