Salvati (forse) dai raggi UV
Scritto da Raffaella Quadri in data Dicembre 3, 2020
I raggi UV-C hanno proprietà germicida e virucida, ma farne ricorso in maniera efficace non è semplice come sembra. Intanto sono in corso progetti – anche a opera dell’Inaf – per realizzare dispositivi in grado di disinfettare aria e superfici per contrastare la diffusione del famigerato coronavirus causa del Covid-19.
“Raggio di sole” − Francesco De Gregori
Foto di copertina: Gerd Altmann da Pixabay
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I raggi UV aiutano la disinfezione dell’aria e delle superfici, rendendo inattivi i virus.
Ne abbiamo sentito parlare già nella prima fase dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19, quando questa tecnica è stata applicata ad alcuni dispositivi proprio con l’intento di rendere inattivo il famigerato Sars-Cov-2.
Ma oltre a questo tristemente noto coronavirus, vi è una serie di altri virus e batteri che i raggi ultravioletti permettono di contrastare. Scopriamo come.
Combattere i virus con i raggi UV
Se c’è una cosa che abbiamo imparato grazie al coronavirus è stato prestare maggiore attenzione nel lavarci le mani e nel pulire e disinfettare gli oggetti che utilizziamo. Di qualsiasi tipo siano.
Perché un conto è sapere che gli oggetti che siamo abituati a maneggiare è meglio che siano puliti, un altro è avere la chiara percezione che dalla loro disinfezione dipenda la nostra salute.
È così che si presta maggiore cura a cosa si tocca al rientro a casa, a dove si appoggiano oggetti come le chiavi o l’ormai indispensabile prolungamento del nostro corpo, lo smartphone. Tra l’altro il cellulare è uno degli oggetti di maggiore veicolo di batteri proprio perché utilizzato in qualsiasi occasione, con le mani che, necessariamente, non sempre possono essere pulite, appoggiato praticamente ovunque.
Un allarme sanitario, dunque, spinge a essere molto più attenti, apprezzando alcuni comportamenti che, Covid a parte, sarebbe meglio mantenere. Uno per tutti, il gel disinfettante all’ingresso di negozi e supermercati. Del resto, tutto ciò che normalmente utilizziamo e tocchiamo può essere veicolo di germi, batteri e virus.
Un aiuto può arrivare dalla luce ultravioletta, in quanto i raggi UV, a determinate lunghezze d’onda, sono efficaci nel neutralizzare alcuni agenti patogeni. Questa capacità, quindi, rende la luce ultravioletta ideale per disinfettare superfici e ambienti riducendo la presenza di questi microorganismi.
Le ricerche di Inaf e i raggi UV-C
A questo proposito sono stati condotti degli studi anche per creare dispositivi capaci d’inattivare il Sars-Cov-2 e disinfettare aria e superfici. Nello specifico, già dalla scorsa primavera, i ricercatori dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) stanno lavorando a diversi progetti e alla realizzazione di simili soluzioni. In particolare hanno lavorato con i raggi UV-C e, tra i loro risultati, vi è anche un filtro UV-C per la sanificazione dell’aria del quale è stato depositato il brevetto.
Ma perché proprio i raggi UV-C? Questa banda di raggi ultravioletti è in grado d’impedire la riproduzione di alcuni microorganismi, in quanto – come spiegano all’Inaf – modifica il loro DNA (acido desossiribonucleico) o il loro RNA (acido ribonucleico). Tanto è vero che le sue proprietà germicide sono note e utilizzate da tempo.
Essere ultravioletti non basta
Molto però dipende anche da come la luce è utilizzata, in particolare da tre fattori:
- il tempo di esposizione
- la potenza d’irraggiamento
- le condizioni dell’ambiente o della superficie da trattare.
Il rischio, altrimenti, è che il trattamento sia completamente inefficace o, peggio ancora, dannoso – i danni che possono causare i raggi ultravioletti agli occhi o alla pelle sono ben noti.
Insomma il ricorso alla UV-C non è una soluzione così semplice e non bisogna certo pensare che sia la panacea di ogni male.
Per quanto riguarda poi l’attuale lotta al coronavirus che provoca il Covid-19, gli studi proseguono anche per capire se si potranno utilizzare efficacemente anche raggi UV con altre lunghezze d’onda.
Assodato, quindi, che l’utilizzo della luce ultravioletta per essere efficace deve essere fatto correttamente e a determinate condizioni, ciò non significa che le soluzioni in commercio non possano essere efficaci. In attesa, però, che si realizzino anche standard per l’applicazione dei raggi UV-C nei prodotti commerciali, forse la migliore strategia resta la prudenza.
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