10 ottobre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Ottobre 10, 2020

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  • Il ministro degli Esteri russo annuncia il cessate-il-fuoco tra Armenia e Azerbaijan.
  • Mali: deceduto l’ostaggio svizzero, in mano ai jidahisti restano ancora 4 stranieri.
  • Libano: panico a Beirut per l’esplosione di un serbatoio di carburante.
  • I soldati israeliani irrompono in un villaggio palestinese terrorizzando la gente solo per un’esercitazione.
  • Il Pakistan blocca TikTok per non aver filtrato contenuti ritenuti “indecenti”.
  • Accordo Israele Giordania per l’attraversamento del reciproco spazio aereo.
  • Sudafrica: giornalisti attaccati mentre seguivano le proteste degli agricoltori.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Il premio Nobel per la Pace quest’anno va al World Food Program che ha ringraziato dicendo «questa è un potente promemoria per il mondo che la pace e la #famezero vanno di pari passo».
Meno convinti in Yemen, dove i ribelli Houthi hanno accusato il Programma mondiale per l’Alimentazione (WFP) di non riuscire a fermare la carestia nel Paese devastato dalla guerra. Il portavoce degli Houthi, Talaat al-Sharjabi, ha dichiarato venerdì all’agenzia di stampa AFP che il WFP ha «ampiamente fallito nel compito più grande per il quale è stato scelto (per il Premio Nobel per la pace), e cioè combattere la fame. Un gran numero di persone soffre di malnutrizione […] e c’è anche un fallimento da parte del PAM nell’essere neutrale in termini di distribuzione degli aiuti umanitari», ha detto.
Lo Yemen ha sopportato anni di caos da quando gli Houthi hanno sequestrato la capitale, Sanaa, alla fine del 2014 e hanno estromesso dal potere l’ex presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi.
L’Arabia Saudita e i suoi alleati sono intervenuti nella guerra civile del paese nel marzo 2015 e da allora hanno effettuato più di 20.000 attacchi aerei nel tentativo di respingere i ribelli, con un terzo che ha colpito siti non militari, comprese scuole, fabbriche e ospedali, secondo lo Yemen Data Project. Il protrarsi del conflitto ha innescato quella che l’ONU ha definito la «peggiore crisi umanitaria del mondo», con circa 24 milioni di persone costrette a fare affidamento sugli aiuti mentre 10 milioni stanno rischiano di morire per la carestia. L’organismo delle Nazioni Unite cerca di nutrire 13 milioni di persone ogni mese, tuttavia, l’anno scorso il WFP ha sospeso temporaneamente le consegne nelle aree controllate dagli Houthi dopo le accuse che questi stessero deviando il cibo. Da allora il WFP ha spinto per un sistema di registrazione biometrica per evitare la deviazione delle forniture.
Nell’agosto 2019, ha raggiunto un accordo per riprendere le consegne dopo che gli Houthi hanno offerto garanzie sui beneficiari. Tuttavia, quello stesso mese, le forze Houthi hanno distrutto tonnellate di aiuti alimentari che, secondo quanto riferito, erano scaduti dopo essere stati trattenuti per mesi.

Arabia Saudita

Twitter ha dichiarato di aver cancellato più di 30 account che alimentavano voci di un colpo di Stato in Qatar e che sono collegati all’Arabia Saudita. Soprannominati “Royal Sockpuppets”, alcuni dei falsi account Twitter hanno assunto l’identità di membri della famiglia reale del Qatar, con uno di loro che fingeva di essere l’account di Fahad bin Abdullah al-Thani, che vive in Arabia Saudita. Prima della sua sospensione, il falso account al-Thani aveva un milione di follower.
La rete di account fingeva anche di rappresentare un governo del Qatar in esilio, con molti di loro che cambiavano i loro nomi utente e cancellavano i loro precedenti tweet nel tentativo di ottenere legittimità, secondo lo Stanford Internet Observatory. L’osservatorio ha anche identificato dichiarazioni false di Amnesty International e Human Rights Watch, secondo cui al-Thani era stato torturato in una prigione del Qatar. Ha anche mostrato come la rete di account avesse spinto fuori i contenuti relativi a narrazioni critiche del ruolo della Turchia in Libia e deriso il Qatar con lunghi hashtag.

Libano

L’esplosione di un serbatoio di carburante a Beruit venerdì sera ha ucciso quattro persone e ne ha ferite più di 50, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua. L’esplosione, avvenuta nel quartiere di Tariq El Jdide, ha anche causato un enorme incendio nella zona. Il proprietario è stato arrestato. Le squadre della Protezione civile stanno aiutando le persone intrappolate nelle loro case colpite dall’esplosione e dall’incendio. Alcuni dei bambini feriti hanno subito gravi ustioni. La causa dell’esplosione non è ancora stata identificata. L’esplosione ha provocato il panico in una città già segnata da una precedente che ha ucciso 203 persone nell’area portuale ad agosto. «Il rumore e il tremolio della nostra casa ci hanno fatto prendere dal panico e l’intera strada in cui vivo ha iniziato a urlare. Ho avuto dei flashback», ha twittato una donna.

Giordania e Israele

Giordania e Israele hanno deciso di operare voli commerciali attraverso lo spazio aereo dei due paesi, ha annunciato ieri il ministero dei Trasporti israeliano. Dopo anni di negoziati, l’accordo firmato tra le autorità dell’aviazione civile «ridurrà notevolmente i tempi di volo» dagli Stati del Golfo e dall’Asia verso destinazioni in Europa e Nord America, compresi i voli dal Bahrein e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU), ha affermato il ministero. «Si prevede che l’accordo porterà a una riduzione dei prezzi di viaggio e al risparmio di carburante», ha aggiunto. Secondo Reuters, il ministero ha affermato che l’agenzia europea per il controllo del traffico aereo Eurocontrol, con sede a Bruxelles, ha contribuito a realizzare l’accordo sull’aviazione. Il ministro dei Trasporti israeliano, Miri Regev, ha dichiarato: «Stiamo ancora una volta superando nuovi confini, e questa volta è nell’aria».

Israele e Palestina

Decine di soldati delle forze di difesa israeliane, racconta il quotidiano Haaretz, hanno organizzano un’incursione notturna tra le case del piccolo e tranquillo villaggio palestinese di Aqaba, mentre i residenti dormivano profondamente, come parte di un’esercitazione. Le truppe non sono entrate nelle case, ma hanno vagato armati nei cortili e nelle strade, sbirciando dalle finestre e terrorizzando la gente a casa.

Un bambino palestinese di un anno è stato ferito la scorsa notte quando i coloni ebrei hanno lanciato pietre contro un’auto che viaggiava su una strada della Cisgiordania, riporta l’agenzia di stampa palestinese WAFA. Testimoni oculari hanno riferito a WAFA che i coloni dell’insediamento illegale di Daniel – costruito su terra palestinese espropriata – hanno lanciato pietre contro le auto palestinesi che percorrevano un’autostrada tra Betlemme ed Hebron (Al-Khalil), nel sud della Cisgiordania. Il bambino, Mahmoud Iyad Banat, è stato ferito a un occhio dal vetro del finestrino infranto dai sassi.

La violenza dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà è routine in Cisgiordania ed è raramente perseguita dalle autorità israeliane.

Mali

È deceduta una dei cinque ostaggi rimasti in mano dei militanti jidahisti legati ad Al Qaeda, che di recente hanno rilasciato 4 rapiti: un’operatrice francese catturata 4 anni fa, due italiani presi due anni fa e il leader dell’opposizione locale rapito il marzo scorso. Poco prima del loro rilascio il governo di transizione ha rilasciato 180 detenuti in quello che sembra uno scambio di prigionieri. Nelle mani dei militanti resterebbero alcuni stranieri: un medico australiano, una suora colombiana, missionaria svizzera, Beatrice Stoeckli, rapita 4 anni fa e che il ministro degli Esteri svizzero ha detto che è morta un mese fa. Il ministro lo ha saputo dalle autorità francesi che hanno parlato con Sophie Petronin, rientrata in Francia da poche ore, tra le braccia della famiglia dopo ben quattro anni. 75 anni, ha detto di aver avuto grandi momenti di sconforto, ma poi una vocina dentro le diceva di non mollare. «Tutti abbiamo dovuto o dobbiamo affrontare delle prove. Se non si accetta ciò che ci accade, sarà troppo difficile sopravvivere. Questo è stato il mio mantra», ha detto la Petronin.

Sudan

Lo storico accordo di pace del Sudan con i ribelli, che cerca di porre fine a decenni di guerra, costerà 7,5 miliardi di dollari, ha detto il ministro delle Finanze, una cifra enorme per la nazione povera. In base all’accordo del 3 ottobre tra Khartoum e una coalizione di gruppi ribelli, il governo si è impegnato a finanziare importanti progetti di sviluppo nelle aree rovinate da anni di guerra, inclusa la regione del Darfur occidentale. «L’attuazione del piano di pace richiede almeno 7,5 miliardi di dollari in 10 anni», ha detto Heba Mohamed Ali Ahmed, secondo quanto riportato dai media sudanesi venerdì. L’economia del Sudan è in crisi, abbattuta da lunghi anni di guerra civile sotto il governo di Bashir, le sanzioni statunitensi e la secessione del sud, ricco di petrolio, nel 2011.
Il mese scorso, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per scongiurare un’ulteriore flessione.

Sudafrica

Il 6 ottobre, nella città di Senekal, provincia di Free State, un contadino che protestava ha molestato e aggredito Tracy Lee Stark, una fotografa del quotidiano The Citizen, mentre un altro ha aggredito la giornalista Marizka Coetzer, ha detto il comitato per la protezione dei giornalisti CPJ in interviste telefoniche e grazie a un un articolo del loro datore di lavoro. I manifestanti, che protestavano per l’assassinio di agricoltori in Sudafrica, si sono riuniti in un tribunale locale all’udienza di due persone accusate di aver torturato e ucciso un contadino locale, hanno gridato insulti ai giornalisti e hanno cercato di impedire loro di scattare foto.

Nagorno-Karabakh

Armenia e Azerbaijan hanno confermato che i loro ministri degli Esteri, Zohrab Mnatsakanyan e Jeyhun Bayramov, erano ieri a Mosca e hanno ingaggiato 10 ore di colloqui sul Nagorno-Karabakh, dove il 27 settembre si è riacceso il conflitto tra azeri e armeni. In serata è stato raggiunto un accordo per il cessate-il-fuoco, a partire da oggi a mezzogiorno. I due paesi si impegnato a raggiungere una soluzione pacifica il prima possibile, ha detto Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo. La Croce Rossa farà da intermediario nell’operazione umanitaria.

Germania

Centinaia di persone in piazza ieri sera per protestare contro gli sfratti di uno dei pochi squat rimasti. Vetrine rotte, auto incendiante. Centinaia di agenti erano andati a rimuovere i residenti del Liebig34, in una zona dell’ex Berlino Est riqualificata e con i prezzi delle case piuttosto alti. «Lede i diritti umani buttare le persone in strada nel bel mezzo di una pandemia», ha detto l’avvocato del collettivo Liebig34. «Sono destinati a diventare dei senzatetto».

Kirghizistan

Il presidente Sooronbai Jeenbekov ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale Bishkek dalle 20 di ieri fino alle 8 del mattino del 21 ottobre. Stando al decreto, è stato chiesto alle forze armate di «dispiegare unità e mezzi a Bishkek in modo da organizzare punti di controllo, evitare scontri armati, assicurare la legge e l’ordine e proteggere la popolazione civile». Il presidente ieri ha anche firmato, e quindi accettato, le dimissioni del primo ministro Kubatbek Boronov e del suo gabinetto. Boronov ha rassegnato le sue dimissioni dopo che i gruppi di opposizione martedì hanno sequestrato edifici governativi in ​​risposta alle proteste contro le controverse elezioni parlamentari di domenica, che poi sono state annullate.
L’ex presidente del Kirghizistan, Almazbek Atambayev, è invece sopravvissuto a un tentativo di omicidio a Bishkek, quando la sua auto è stata colpita da colpi d’arma da fuoco, riporta l’agenzia di stampa russa RIA. L’apparente attentato di venerdì contro Atambayev, che è stato liberato dalla prigione nel pieno dei disordini esplosi dopo il voto, segna una nuova escalation di violenza nel paese dell’Asia centrale.

Bielorussia

La Lituania ha detto ieri di aver deciso di richiamare cinque diplomatici da Minsk, la capitale della Bielorussia. Una portavoce del governo ha affermato che la Bielorussia ha chiesto che 11 diplomatici siano rimandati a casa. La scorsa settimana, la Lituania ha richiamato il suo ambasciatore in Bielorussia per consultazioni sotto pressione di Minsk, e la Bielorussia ha fatto lo stesso per i suoi ambasciatori in Lituania e Polonia. Con una mossa tit-for-tat, Minsk ha anche chiesto ai due paesi di ridurre il loro personale diplomatico a Minsk. Intanto anche il Regno Unito ha temporaneamente richiamato il suo ambasciatore per consultazioni sulla situazione.
«Il Regno Unito condanna la decisione bielorussa di espellere i diplomatici polacchi e lituani», ha detto il ministro degli Esteri Dominic Raab in un tweet. «In segno di solidarietà, stiamo richiamando temporaneamente il nostro ambasciatore per consultazioni sulla situazione in Bielorussia», ha aggiunto.

https://twitter.com/DominicRaab/status/1314652079143649281

Pakistan

Il Pakistan ha vietato l’app social media cinese TikTok per non aver filtrato  contenuti ritenuti “immorali e indecenti”, ha detto l’autorità delle telecomunicazioni (PTA). La decisione è arrivata dopo una serie di denunce da parte di diversi segmenti della società. «Tenendo in considerazione i reclami e la natura del contenuto costantemente pubblicato su TikTok, PTA ha emesso un avviso finale per l’applicazione», afferma l’ente. «Tuttavia, l’applicazione non è riuscita a rispettare completamente le istruzioni. Pertanto, sono state emesse istruzioni per il blocco dell’applicazione TikTok nel Paese».

TikTok, di proprietà di ByteDance con sede in Cina, è stato coinvolto in una tempesta di fuoco a livello globale a causa di problemi di sicurezza e privacy. È già stato bloccato in India e deve affrontare il controllo in paesi dall’Australia agli Stati Uniti.

Stati Uniti

La commissione che organizza i dibattiti presidenziali ha cancellato quello del 15 ottobre fra Trump e Biden dopo che Trump ha detto che non avrebbe partecipato a un dibattito virtuale, definito una perdita di tempo. Il prossimo e quello finale è in calendario per il 22 ottobre all’università del Tennessee. L’organizzazione della campagna di Trump vorrebbe però che fossero comunque tre, facendo slittare l’ultimo al 29 ottobre e facendo il secondo il 22. Intanto oggi, nonostante Trump sia appena uscito dall’ospedale contagiato dal coronavirus, alla Casa Bianca è stato organizzato un evento con centinaia di persone.

Cina

Il detenuto e scrittore australiano, Yang Hengjun, dovrà affrontare un processo a Pechino con l’accusa di spionaggio, il cui giudice dovrebbe essere nominato nelle prossime due settimane. Il blogger 55enne è stato arrestato dalle autorità cinesi nel gennaio 2019 all’aeroporto di Guangzhou, dopo essere arrivato da New York. È stato trattenuto in una struttura di detenzione di Pechino senza accesso alla sua famiglia, mentre sua moglie resta in Cina. I suoi avvocati sono stati informati che il caso del signor Yang è stato trasferito alla Seconda Corte Intermedia del Popolo di Pechino, riporta Reuters. Il governo australiano ha dichiarato sabato di essere stato informato che «le autorità cinesi hanno deciso di perseguire il cittadino australiano Dr. Yang Hengjun con accuse ancora da annunciare». Secondo il sistema legale cinese, l’accusa, le prove a sostegno dell’accusa e una proposta di sentenza, saranno consegnate al tribunale all’inizio di un processo.

Hong Kong

La polizia di Hong Kong ha detto oggi di aver arrestato 9 persone sospettate di aver aiutato 12 attivisti fuggiti dalla città ad agosto, diretti a Taiwan, solo per essere intercettati dalle autorità cinesi e trattenuti sulla terraferma. Il gruppo, accusato di crimini legati alle proteste antigovernative a Hong Kong lo scorso anno, è detenuto nella città meridionale di Shenzhen dopo che le autorità hanno intercettato la loro barca e li hanno accusati di attraversamento illegale del confine. Il sovrintendente Ho Chun-tung, dell’ufficio della criminalità organizzata e della triade della polizia, ha detto di aver arrestato 4 uomini e 5 donne, sospettati di organizzare il trasporto dei 12 fuggitivi. Non ha escluso la possibilità di ulteriori arresti.

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