Promemoria: Viva la Costituzione!

Scritto da in data Ottobre 9, 2020

Venti parole per essere umani. Memoria. Democrazia. Repubblica. Costituzione. Lavoro. Diritti. Solidarietà. Uguaglianza. Minoranze. Confessioni religiose. Cultura. Paesaggio. Straniero. Pace. Tricolore. Libertà. Famiglia. Scuola. Salute. Resistenza. Le storie di piccoli e grandi donne e uomini che hanno scritto, rispettato, resistito. E che continuano ancora a farlo. Valentina Barile ne parla su Radio Bullets con Andrea Franzoso, autore di Viva la Costituzione (De Agostini).

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Chi dimentica è più debole?

«Chi dimentica è più debole perché, come ha ricordato il presidente Mattarella durante una commemorazione pubblica, è più esposto ai pericoli che nel tempo ostilità, intolleranza, violenza ripropongono. Chi non riconosce i propri errori è portato a ripeterli. E noi italiani, oltre che un popolo di poco senso civico, siamo pure di scarsa memoria e tendiamo a rimuovere le pagine nere della nostra storia, individuale o collettiva. Lo abbiamo fatto anche dopo il fascismo: le pagine nere del nostro colonialismo, le stragi perpetrare in Africa dal nostro esercito o nei Balcani, in ex Jugoslavia, o in Grecia… beh, queste pagine non ci sono nei nostri libri scolastici di storia. Oppure, anche in anni più recenti, certi momenti di crisi nazionale come è stato durante il terrorismo, o anche inchieste della magistratura su… per esempio, sulla corruzione, come Tangentopoli. Non sono state un’occasione per un esame di coscienza nazionale, ma le abbiamo saltate a piè pari. Le inchieste che, di tanto in tanto, anzi… con una certa frequenza, mostrano un verminaio nella nostra società, non diventano occasione per riflettere e per liberarci da piccole o grandi connivenze, illegalità, evasioni, e questo è un problema, anche perché un popolo di scarsa memoria è un popolo poco coeso». – Andrea Franzoso ai microfoni di Radio Bullets.

Viva la Costituzione, pubblicato in Italia da De Agostini – Libri per ragazzi, raccoglie le storie di donne e di uomini che hanno a che fare con parole come democrazia, lavoro, diritti, uguaglianza. E poi ancora, solidarietà, pace, famiglia, libertà. E integrazione. Resistenza. Scuola. Salute. Parole che insieme alle altre tirate in ballo dall’autore, e da chi ha partecipato alla narrazione come Milena Gabanelli, Ilaria Capua, Matteo Bussola, Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella e molti altri, rappresentano la chiave di apertura di periodi statici, come quello in corso, che ci vede attraversare un cambiamento globale. Un momento in cui è messa in crisi la struttura delle priorità dell’essere umano. Cosa resterà di questa fase? Come possono gli esseri umani sopravvivere e ricominciare a vivere il mondo e le cose? Resistenza, attivismo: sono due reazioni o c’è una naturale differenza?

«Resistenza e attivismo sono le due facce di una stessa medaglia e rappresentano un agire contro uno status quo che riteniamo contrario o lesivo dei nostri valori, principi fondamentali. Oppure contro uno status quo paludoso che vogliamo bonificare per consentire una vita migliore a noi stessi e ai nostri amici, consociati, concittadini. Resistenza e attivismo sono due valori che dovremmo praticare più spesso».

Qual è la risposta?

“La storia siamo noi – diceva qualcuno! – nessuno si senta escluso. La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare. E poi ti dicono: Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa manieraFrancesco De Gregori, dall’album “Scacchi e tarocchi”, 1985.

Spesso, si finisce nella trappola dei luoghi comuni, nella continua ricerca del nemico. Nella ossessiva definizione di chi rientra nella categoria dei colpevoli. I giovani, le vecchie generazioni, gli stranieri. Per ogni stagione, c’è un pericolo che arriva da lontano.

Come reagiscono gli studenti quando si parla di Costituzione, diritti, doveri? Andrea Franzoso su Radio Bullets: «Fatico a rispondere a questa domanda in generale, perché non esistono i ragazzi “in generale” ma esistono Giulia, Francesco, Gabriele, Romina. Ciascuno con le sue caratteristiche; c’è chi è curioso, chi indifferente, chi fa il bulletto o il galletto, chi è molto attento e rispettoso, insomma… però devo riconoscere che durante i miei incontri ho sempre incontrato ragazzi che mi ascoltavano anche con gli occhi. E questo perché io non mi pongo come il maestro che fa la lezione, non parlo di teoria o di frasi riciclate, discorsi già sentiti, ma porto una testimonianza di vita e i ragazzi hanno fame di coerenza, di adulti credibili, di esempi buoni. Purtroppo, la società li riempie di bisogni e soffoca in loro ciò che è più vivo, cioè il desiderio, la capacità di sognare. La capacità di immaginare, di poter cambiare le cose, di cambiare il mondo, e questo è importante. È per questo che mi piace, e il mio compito è quello di pungolarli, stimolarli, farli sentire attori e protagonisti della loro vita e della società in cui si trovano a vivere. E loro ci sono».

Un manifesto

La Costituzione della Repubblica italiana è la legge suprema dello Stato italiano, contenente i principi sulle cui fondamenta nasce lo stato civile e democratico. Tutto questo si scontra con ciò che afferma la realtà, non sempre adeguata al rispetto delle regole. Delle leggi. Non sempre alla ricerca della verità. Forse, perché la verità ha un prezzo. Lo raccontano le storie di giornalisti, scrittori, scienziati, medici e altri donne e uomini intervenuti in Viva la Costituzione. Lo dice Andrea Franzoso, che ha attraversato molte dimensioni della vita prima di arrivare alla sua verità. Per noi, su Radio Bullets: «Ho avuto una vita bizzarra, ho faticato a trovare la mia strada, e ancora oggi mi sento un’anima inquieta, spesso fuori luogo. Ho cambiato tanti lavori, sono stato ufficiale dei carabinieri, mi sono congedato con il grado di capitano, ho vissuto quattro anni con i gesuiti, prima ancora avevo preso un periodo di aspettativa per vivere con i monaci trappisti, in un’abbazia francese che si trova sulle Alpi della Savoia, a Tamié. Oggi sono autore di libri per ragazzi insieme a tante altre cose. Ho fame di senso, ho fame di verità, di radicalità. Di una vita più semplice, autentica. E non posso accontentarmi degli idoli della nostra società contemporanea, basata sull’apparenza, sul successo, sulla carriera, sulla ricchezza. Cose che non scaldano il cuore e che non danno la felicità. Anzi, cose che condannano l’uomo a vivere al di sotto della sua dignità. E provo un senso di rivolta morale contro un sistema economico basato sul profitto, sullo sfruttamento dell’ambiente, dell’uomo. Chi crede nel totem della crescita infinita nonostante le risorse limitate. Io invece ho fame di bellezza, bellezza non soltanto nel senso estetico, ma soprattutto nel senso morale. E credo nei valori dell’umanesimo. L’uomo dà il meglio di sé quando si esprime sulla cultura, l’arte, la poesia, la musica».

I consigli letterari della settimana

LIBRERIA DIARI DI BORDO di Alice Pisu e Antonello Saiz
Borgo Santa Brigida, 9 43121 Parma, Emilia Romagna

Titoli consigliati:
– “Us” di Michele Cocchi, Fandango
– “Passeur” di Raphaël Krafft, Keller Editore
– “Baboucar guidava la fila” di Giovanni Dozzini, Minimum fax

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