11 gennaio 2020 – Notiziario Orientale

Scritto da in data Gennaio 11, 2020

 

I titoli di oggi 11 gennaio del Notiziario Orientale di Radio Bullets: Taiwan, oggi si vota per elezioni presidenziali e legislative. Cina, la prossima settimana la firma dell’accordo commerciale con gli Usa. Il presidente cinese in Myanmar dopo 19 anni. India, la corte suprema chiede il ripristino di internet nel Kashmir.

(Foto: Asia Nikkei)

TAIWAN

Si è chiusa ieri sera la campagna elettorale per la presidenza della Repubblica di Cina, ovvero Taiwan. Oggi, infatti, 19 milioni di aventi diritto al voto si recheranno alle urne per eleggere il nuovo presidente che guiderà il governo di Taipei e per esprimere il loro voto per i 113 seggi dello Yuan legislativo, la legislatura monocamerale del Paese. La battaglia è combattuta dall’attuale presidente di Taiwan, Tsai Ing Wen, leader del partito democratico progressista e il rivale Han Kuo-Yu, sindaco di Kaohsiung ed esponente del partito nazionalista del Kuomintang. Secondo i sondaggi, che si sono interrotti per legge il 1° gennaio, Tsai potrebbe essere confermata di nuovo alla guida dell’isola. Il suo approccio progressista, che per esempio ha permesso al Paese di essere il primo dell’Asia a consentire le nozze gay, le ha garantito il favore delle giovani generazioni: gli elettori under 30, infatti, sono 3 milioni e oltre 1 milione e mezzo vota per la prima volta. Qualche mese fa, però, lo scenario era diverso: le difficoltà economiche, i rapporti tesi con Pechino, la perdita di alleati diplomatici e la sconfitta del partito di Tsai alle politiche del 2018 ha fatto credere a un cambio di rotta, con il Kuomintang pronto a tornare al potere dopo quattro anni di opposizione.


Ma la rimonta di Tsai e del suo partito è arrivata con la crisi politica di Hong Kong: i 7 mesi di protesta nell’ex colonia britannica hanno alimentato le preoccupazioni dei taiwanesi che, da più di un anno vivono con la minaccia di Pechino che vuole applicare a Taipei il modello “un paese, due sistemi”, in vigore ora a Hong Kong e Macao. Per questo Tsai ha reso il voto di oggi un referendum pro o contro la Cina, presentandosi come una leader in grado di difendere la sovranità dell’isola contro le intimidazioni di Pechino.

Infatti la candidata del partito progressista non si fa spaventare dalla minaccia di sanzioni economiche imposte dalla Cina qualora mantenesse lo stesso atteggiamento di indipendenza da Pechino perché sa benissimo che nel 2019 il pil taiwanese ha conosciuto una crescita del 2,5%. E potrebbe esserci uno scenario in cui la Cina s’impegna in un’intimidazione militare contro Taiwan e, in caso di conflitto armato, ci sarebbe un altro gigante della difesa che scenderebbe in campo: gli Stati Uniti. L’amministrazione Trump sebbene riconosca il principio di “unica Cina” ha intensificato i rapporti con Taiwain e, in particolare, con Tsai Ing Wen.
Ma il rivale elettorale Han, esponente del partito nazionalista, è proprio sull’economia e sul rapporto amichevole con Pechino che ha incentrato la sua campagna. Considerato un populista, il politico è da tempo favorevole ad allacciare rapporti più stretti con la Cina e accusa l’attuale amministrazione di antagonizzare Pechino in modo inutile.

Le elezioni saranno osservate con attenzione sia da Pechino che da Washington e la vittoria di uno o dell’altro dei due candidati potrebbe stabilire il corso delle relazioni nello Stretto che divide la Cina continentale dall’isola per i prossimi quattro anni.

 

CINA

Il ministero del Commercio cinese ha annunciato ufficialmente il 9 gennaio che il vice premier cinese Liu He sarà negli Stati Uniti dal 13 gennaio al 15 gennaio per firmare la prima fase dell’accordo commerciale. La Fase 1 dovrebbe prevedere una riduzione delle tariffe e aumentare gli acquisti cinesi di prodotti agricoli, energetici e manifatturieri statunitensi. L’amministrazione Trump ha invitato almeno 200 persone alla cerimonia del 15 gennaio per assistere alla firma dell’accordo commerciale di Fase 1 tra gli Stati Uniti e la Cina, ma le due nazioni non hanno ancora finalizzato ciò che, esattamente, verrà firmato. Per questo, e anche per altri precedenti e defezioni, la firma non è scontata.
(Reuters)

MYANMAR

Il presidente cinese Xi Jinping sarà in Myanmar per una visita di stato il 17 gennaio: è la prima trasferta di un presidente cinese dopo 19 anni di assenza. Durante i due giorni di viaggio, Xi incontrerà il leader del Paese e premio nobel Aung San Suu Kyi e il comandante in capo delle forze armate del Paese. Il viaggio, che coincide con il settantesimo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Myanmar. (Bloomberg)

INDIA

In Kashmir si allenta la stretta sulla repressione imposta dal governo indiano di Nerandra Modi. Il 10 gennaio la Corte suprema dell’India ha affermato che Internet è un diritto fondamentale e ha chiesto al governo centrale di rivederne la sua sospensione nel territorio sindacale di Jammu e Kashmir, sottolineando che l’art.19 della Carta indiana garantisce a tutti i cittadini “il diritto alla comunicazione e all’espressione, e quello di esercitare professioni, commercio o occupazioni”. Il governo Modi dovrà ripristinare entro una settimana i “servizi essenziali”, tra cui internet e l’online banking in Jammu e Kashmir. (Quartz)

 

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