12 aprile 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Aprile 12, 2022
Siria: i “campi delle vedove” sono i più difficili da raggiungere e quelli maggiormente a rischio. Ucraina: l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile ha pubblicato una analisi di genere “rapida” sulla situazione nel paese in guerra. Usa: passaporto con la terza opzione per chi non si riconosca nei due generi tradizionali. Australia: proposte di legge restrittive sullo sport e le persone trans.
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Siria
Dopo undici anni di guerra, i cosiddetti “campi delle vedove”, dove vivono donne e bambini, risultano quelli maggiormente a rischio e i più difficili da raggiungere e monitorare in Siria. Così un report di World’s vision, che ricordava già lo scorso anno come la vita delle persone siriane, dall’inizio del conflitto, si sia ridotta di 13 anni in media. I campi presi in considerazione dalla nuova relazione sono 28, nel nord-ovest della Siria, e sono abitati per lo più da donne sole perché hanno perso i propri mariti o perché divorziate. Secondo quanto riportato, queste donne e i loro figli fronteggiano quotidianamente livelli altissimi di violenza di ogni tipo: verbale, fisica, sessuale e lavorativa, ma anche matrimoni infantili, impedimento all’educazione per le ragazze e arruolamento per i maschi. I bambini entrano a far parte dell’esercito dagli 11 anni e subiscono anche il pericolo della radicalizzazione religiosa. Oltre a esserci poche possibilità di uscire da questi campi per trovare lavoro e abitazioni altrove (spesso alle vedove è negato addirittura il diritto di spostarsi e di lavorare), sono questi i luoghi in cui più difficilmente arrivano gli aiuti delle organizzazioni non governative (spesso negati alle vedove). Una situazione in cui generalmente si riesce a uscire solo per disperazione, ma non è sempre possibile nemmeno in quel caso.
Ucraina
L’Ente delle Nazioni Unite per l’Uguaglianza di genere e l’Empowerment femminile ha condotto una analisi di genere “rapida” sulla situazione in Ucraina, su dati precedenti ed emergenti rispetto al conflitto. L’RGA (Rapid Gender Analysis) riporta come donne e uomini siano colpiti in maniera differente dal conflitto, esacerbando le disuguaglianze precedenti lo stesso. Le donne sono peraltro praticamente assenti sia dalle posizioni interne di comando, sia dai negoziati che vengono condotti sul tema della guerra. Un altro pericolo che le donne e le ragazze vivono costantemente, in maniera più severa rispetto ad altri gruppi, è quello dell’abuso sessuale e dello stupro, che si va a sommare agli altri problemi connessi al conflitto (tra cui la mancanza di servizi igienici). L’analisi contiene anche raccomandazioni per chi si trovi a fronteggiare la crisi umanitaria, tra questi le agenzie non governative, raccomandando di avere particolare cura nel rilevare e cercare di rispondere alle esigenze di gruppi particolarmente a rischio, tra i quali figurano proprio le donne e le persone con disabilità, spesso impossibilitate alla fuga.
Usa
Nonostante 14 stati federali si siano pronunciati contro la possibilità di indicare un “terzo genere” sui documenti in assenza di chirurgia, dall’11 aprile le persone statunitensi che lo vorranno potranno avvalersi dell’opzione “X” sul passaporto. Il primo passaporto neutro per genere è stato rilasciato a ottobre, per Dana Zzyym, attivista intersex e veterana della marina, che non aveva potuto partecipare a un convegno sull’intersessualità proprio in assenza di un passaporto che riportasse una terza opzione.
Australia
Un argomento pieno di polemiche, quello dell’accesso delle persone trans agli sport divisi per sesso. Il primo ministro australiano, tra gli altri, ha ribadito la propria contrarietà ad ammettere persone trans negli sport che non si giocano in maniera mista. Una proposta di legge, avanzata dalla senatrice liberale Claire Chandler, limiterebbe gli effetti del Sex Discrimination Act, chiarendo che l’esclusione delle persone trans dagli sport divisi per sesso non sarebbe discriminatoria. L’esclusione sarebbe giustificata dalla difesa delle possibilità femminili nello sport. La proposta è tuttavia divisiva nello stesso governo australiano. Sembrerebbe inoltre che questi dibattiti possano spostare una fetta di elettorato non indifferente visto che, secondo l’organizzazione Equality Australia, sarebbero 850.000 le persone australiane LGBTQI+, molte delle quali avrebbero già deciso di cambiare il proprio voto.
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