16 settembre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 16, 2022

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  • Afghanistan: i talebani hanno torturato e ucciso sei hazara in un attacco deliberato: nuova indagine di Amnesty International.
  • Le famiglie delle vittime dell’aereo civile abbattuto in Iran nel 2020 chiedono un’indagine per crimini di guerra.
  • Detenuti russi liberi, se prestano sei mesi di servizio militare in Ucraina.
  • Sudan: ancora proteste contro il colpo di Stato.
  • Israele e Palestina: incontro ad alto livello.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Afghanistan

Combattenti talebani hanno ucciso sei persone di etnia hazara in un attacco deliberato contro la minoranza etnica nella provincia di Ghor, in Afghanistan: lo ha affermato Amnesty International a seguito di una nuova indagine. Il 26 giugno 2022 i talebani hanno arrestato e giustiziato illegalmente quattro uomini durante un’operazione di raid notturno alla ricerca di un ex funzionario della sicurezza. Il corpo di almeno uno dei giustiziati mostrava segni di tortura. Durante il raid sono rimaste uccise anche una donna e una ragazzina di dodici anni. L’attacco fa parte di un più ampio schema di uccisioni mirate e illegali, di persone che i talebani percepiscono come avversari, in questo caso sia membri della comunità hazara che coloro che vengono associati all’ex governo afghano. «I talebani devono immediatamente porre fine a questo schema crudele di omicidi mirati e, come autorità de facto, garantire la protezione di tutti gli afghani», ha affermato Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International. Amnesty ha documentato simili esecuzioni extragiudiziali di persone di etnia hazara nella provincia di Ghazni, nel luglio 2021, e nella provincia di Daykundi, nell’agosto 2021. Nonostante abbiano pubblicamente promesso di non prendere di mira ex funzionari del governo, i talebani non hanno ancora indagato né perseguito nessuno per le uccisioni.
Amnesty ha condotto otto interviste a distanza, anche con testimoni dell’attacco del giugno 2022, ha analizzato trentotto foto e tre video ripresi all’indomani dell’attacco, ha consultato un patologo forense per esaminare le immagini dei corpi e ha visionato le immagini satellitari della zona per confermare l’ubicazione di uno degli omicidi. Molte delle foto analizzate sono state pubblicate online dai media talebani, compreso l’ufficio media del governatore della provincia di Ghor, che ha cancellato il post subito dopo la pubblicazione.

Il ministero degli Esteri talebano ha condannato la decisione degli Stati Uniti di trasferire le riserve della Banca centrale afghana in un trust con sede in Svizzera, dicendo che è contro le norme internazionali. Mercoledì, Washington ha annunciato che avrebbe trasferito tre miliardi e mezzo di dollari in attività della banca centrale afghana, precedentemente congelate, in un nuovo fondo fiduciario che, secondo quanto affermato, sarebbe protetto dai talebani e utilizzato per aiutare a stabilizzare l’economia al collasso dell’Afghanistan.

I talebani hanno sommariamente giustiziato i membri di un gruppo di resistenza che combatteva contro di loro in Afghanistan, nel Panshir. Un video filmato e condiviso nelle chat di gruppo dei talebani mostra un gruppo di cinque combattenti bendati che hanno le mani legate dietro di loro, prima di essere giustiziati da membri esultanti dei talebani. Con una mossa che fa eco alla strategia dell’ISIS sui social media, i talebani hanno condiviso le loro atrocità sul campo di battaglia per diffondere la paura tra i loro nemici. «A causa di un’operazione di sgombero contro i ribelli nelle aree di Rekha, Dara e Afshar nella provincia del Panjshir, quaranta sono stati uccisi, inclusi quattro comandanti, e altri cento sono stati arrestati», ha detto il portavoce talebano Zabihullah Mujahid. La NRF ha dichiarato che coloro che vengono mostrati nel video mentre vengono giustiziati, sono stati catturati durante i combattimenti nella valle. Per dovere di cronaca, Radio Bullets ha visionato il video, ma non lo ritiene pubblicabile, perché giornalisticamente è sufficiente rivelare l’accaduto senza bisogno di fare propaganda per chi lo pubblica.

Spagna

La Guardia Civil spagnola ha arrestato, nel Sud del paese, «uno dei più grandi riciclatori di denaro d’Europa». Gli investigatori ritengono che «il sospettato, britannico-irlandese, abbia spostato più di duecento milioni di euro di provenienza illecita». «L’uomo è finito in manette lunedì scorso insieme con due suoi collaboratori, di cui uno rintracciato nel Regno Unito», ha dichiarato Europol in una nota.

Unione Europea

Il Parlamento europeo ha approvato il rapporto in cui l’Ungheria viene definita una “minaccia sistemica” ai valori fondanti della UE, la si bolla come una “autocrazia elettorale” e chiede l’intervento della Commissione e del Consiglio perché finalmente attivino tutte le misure previste dall’articolo 7 dei trattati europei. Tra gli europarlamentari italiani, Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro. «Le conclusioni di questa relazione sono chiare e irrevocabili: l’Ungheria non è una democrazia», dichiara la relatrice Gwendoline Delbos-Corfield (Verdi/ALE). «Era più che mai urgente che il Parlamento prendesse questa posizione, considerando il ritmo allarmante con cui lo stato di diritto sta arretrando in Ungheria».

Ucraina

Le famiglie i cui parenti sono stati uccisi nella distruzione del volo PS752 dell’Ucraina International Airlines, abbattuto dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane, hanno presentato una richiesta esortando la Corte penale internazionale ad avviare un’indagine per stabilire se l’incidente sia un possibile crimine di guerra. «Abbiamo aspettato quasi mille giorni prima che si compissero progressi nella nostra ricerca della giustizia per i nostri cari, le cui vite sono state terribilmente terminate», ha affermato Hamed Esmaeilion, presidente e portavoce dell’associazione 752AFV. In una dichiarazione della coalizione delle famiglie delle vittime, la richiesta elenca una serie di crimini, tra cui «i crimini di guerra di omicidio volontario, attacchi intenzionali contro la popolazione civile e oggetti civili, oltraggio alla dignità personale e saccheggio». Il  volo venne abbattuto dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane l’8 gennaio 2020, poco dopo il decollo dall’aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran. Tutti i centosettantasei passeggeri a bordo morirono, inclusi ottantacinque cittadini canadesi e residenti permanenti.
Il governo iraniano, in seguito, affermò che l’incidente era stato un “terribile errore” delle sue forze, in un momento in cui erano in allerta per uno scontro regionale con gli Stati Uniti in Iraq, dove era appena stato ucciso da un drone USA il generale Qassem. L’anno scorso, un tribunale canadese ha stabilito che l’abbattimento dell’aereo era stato un deliberato “atto di terrorismo”, una mossa che ha aperto la strada alla richiesta di un risarcimento.

Israele e Palestina

Secondo quanto si legge sui media israeliani, un incontro ad alto livello tra alti leader palestinesi e funzionari della sicurezza israeliana ha avuto luogo di recente, per calmare le tensioni in Cisgiordania. Il capo degli affari civili dell’Autorità Palestinese (AP), Hussein Al-Sheikh, che è anche responsabile del coordinamento della sicurezza con Israele, e il direttore dell’intelligence, Majed Faraj, hanno incontrato funzionari dell’esercito israeliano e dell’agenzia di intelligence Shin Bet. Durante l’incontro, i funzionari israeliani hanno chiesto all’Autorità Palestinese di mobilitare le sue forze nelle province di Jenin e Nablus, sostenendo che ciò impedirebbe un crollo di sicurezza, ha riferito l’emittente statale israeliana Kan 11. L’emittente israeliana ha affermato che durante l’incontro non sono stati compiuti progressi su questo tema, «ma il dialogo e il coordinamento tra le due parti continua». Al-Sheikh ha detto ai funzionari israeliani che le forze dell’AP sono presenti sul campo ma «non sono in grado di lavorare efficacemente, dopo tutti i raid notturni effettuati dalle forze di occupazione, gli arresti e le uccisioni di residenti».

Sahara Occidentale

Trentacinque stati hanno ribadito il sostegno alla sovranità del Marocco sul Sahara occidentale alla 51° sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), a Ginevra. Il portavoce degli Emirati Arabi Uniti al Consiglio delle Nazioni Unite ha rinnovato, a nome di trentacinque paesi, il sostegno alla «piena sovranità del Marocco sulle sue regioni meridionali». Il Gruppo di supporto per il Marocco, composto principalmente da Stati del Golfo e dell’Africa, ha elogiato gli sforzi del Marocco per risolvere la controversia, applaudendo il piano di autonomia di Rabat per il territorio come «la soluzione più credibile». Nel 2006, il Marocco ha presentato il suo piano di autonomia sul territorio, che dovrebbe consentire ai sahrawi di gestire i loro affari “democraticamente” attraverso organi legislativi, esecutivi e giudiziari, mentre Rabat mantiene il controllo sulla difesa e sulle relazioni estere. Da parte sua, l’ONU ha appoggiato il piano, ma il Fronte Polisario, sostenuto dall’Algeria, ha respinto la proposta di Rabat e continua a chiedere uno stato indipendente per i saharawi.

Sudan

Migliaia di manifestanti sudanesi sono scesi in piazza per chiedere il ritorno al governo civile dopo il colpo di Stato militare dello scorso anno: lo riportano i corrispondenti di AFP. Il Sudan è stato scosso da ondate di manifestazioni da quando le forze armate, guidate dal generale Abdel Fattah al-Burhan, hanno preso il potere in ottobre. L’acquisizione ha ribaltato la transizione al governo civile avviata dopo la cacciata di Omar al-Bashir nel 2019, dopo tre decenni di autoritarismo. I manifestanti, nella capitale Khartoum, hanno chiesto ai militari di «tornare in caserma», secondo i corrispondenti di Afp. Portavano anche le foto di alcune delle centosedici persone che secondo i medici pro-democrazia sono state uccise durante la repressione delle proteste contro il colpo di Stato. Alcuni portavano un ritratto di Burhan con un segno di croce e una didascalia che lo invitava ad «andare via».

Ucraina – Russia

L’esercito russo ha bombardato per la seconda volta la città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo rende noto Oleksandr Vilkul, capo dell’amministrazione militare-civile, che invita a «rimanere nei rifugi e non filmare o pubblicare nulla sui social».

«Gli occupanti hanno ritirato truppe ed equipaggiamenti da molti villaggi e città vicini alla linea di contatto nella regione di Zaporizhzhia»: lo ha dichiarato a Espreso tv il vice del Consiglio regionale, l’ucraino Sergiy Lyshenko. Soldati ed equipaggiamento sono stati trasferiti a Vasylivka, nell’Ucraina sud-orientale. I russi hanno portato via perfino apparecchiature bancarie.

Un video diffuso sul web mostra uno stretto alleato del presidente Vladimir Putin che offre la grazia ai prigionieri russi se decidono di combattere in Ucraina, ma avverte che saranno uccisi se disertassero quando arriveranno lì. Nel filmato un uomo, che si ritiene essere Yevgeny Prigozhin, il capo della compagnia militare privata Wagner Group, è visto parlare a un folto gruppo nell’area esterna di una prigione, a Yoshkar-Ola. Si descrive come un rappresentante del Gruppo Wagner. Dice ai prigionieri che saranno liberati se presteranno servizio in Ucraina con Wagner. Il Gruppo Wagner è una compagnia militare privata russa. Secondo quanto scrivono i giornali, è di proprietà e finanziato da Prigozhin, cosa che questi nega regolarmente. Nel video, l’uomo ritenuto Prigozhin, sottolinea l’intensità del conflitto: «Questa guerra è dura. Non è come nessuna di quelle cecene». Ai prigionieri viene detto di condizioni rigorose: droghe e alcol sono vietati, così come il contatto sessuale con «donne locali, flora, fauna, uomini — chiunque». Possono candidarsi uomini di età compresa tra i ventidue e i cinquanta anni. Sembra che questo possa essere indipendentemente dalla loro condanna, poiché l’uomo ritenuto Prigozhin spiega: «Siamo molto attenti a coloro che sono stati incarcerati per abusi sessuali. Ma capiamo che gli errori accadono». Non sono solo i prigionieri russi che potrebbero combattere in prima linea. Il 28 febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy aveva annunciato che «gli ucraini con una vera esperienza di combattimento, saranno rilasciati dalla custodia e potranno compensare la loro colpa nei punti più caldi della guerra».

Russia

Le esportazioni di gas russo verso la Ue potrebbero diminuire di cinquanta miliardi di metri cubi quest’anno. Lo ha dichiarato ai giornalisti il vice primo ministro russo Alexander Novak, secondo quanto riporta la Tass.

La Corte suprema russa, su richiesta di Roskomnadzor, l’ente di controllo sui media del paese, ha deciso di revocare la licenza anche al sito di Novaya Gazeta, il giornale indipendente diretto dal Premio Nobel per la pace Dmitry Muratov. La licenza del giornale cartaceo era stata revocata il 5 settembre.

Stati Uniti

Per la prima volta in un decennio la città di New York ha proposto un significativo aumento delle tariffe dei taxi gialli, e se verrà approvata il costo di una corsa segnerebbe un +22,9%. L’aumento «aiuterà ad affrontare le sfide dei settori in evoluzione, mettendo più soldi nelle tasche dei conducenti», hanno spiegato i funzionari della Taxi and Limousine Commission.

Due autobus che trasportano migranti e richiedenti asilo sono arrivati ​​vicino alla casa della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris a Washington DC, in quello che i critici hanno denunciato come uno sforzo dei repubblicani di usare i migranti come “pedine politiche” in vista delle elezioni di medio termine. Greg Abbott, il governatore repubblicano del Texas, ha dichiarato ieri che cento migranti provenienti da Colombia, Cuba, Guyana, Nicaragua, Panama e Venezuela sono stati lasciati vicino alla residenza di Harris. «Il Texas continuerà a inviare migranti in città santuario, come Washington DC, fino a quando il presidente [Joe] Biden e la zar di frontiera Harris non si faranno avanti facendo il loro lavoro per proteggere il confine», ha affermato Abbott. Harris è stata nominata l’anno scorso da Biden, una democratica, per guidare gli sforzi della sua amministrazione nell’arginare la migrazione al confine meridionale degli Stati Uniti con il Messico, che ha visto un aumento degli arrivi di richiedenti asilo negli ultimi mesi.

Guatemala

Almeno nove persone sono morte e oltre venti sono rimaste ferite la notte scorsa a Xela, in Guatemala, a causa della ressa al termine di un concerto per l’Indipendenza nazionale. L’incidente è avvenuto a causa di «una fuga precipitosa di persone all’uscita di un concerto nel campo della fiera di Quetzaltenango», come Xela è meglio conosciuta. Per il momento le autorità non hanno rivelato l’identità delle persone decedute.

Cile

In un serio incidente diplomatico, il presidente del Cile, aspro critico di Israele, ha rifiutato di accettare le credenziali del nuovo ambasciatore israeliano, Gil Artzyeli. Il rifiuto dell’inviato israeliano da parte del presidente Gabriel Boric sembra essere una grave violazione del protocollo diplomatico, e minaccia di offuscare le relazioni tra i due paesi. Boric ha rifiutato Artzyeli dopo essere rimasto irritato dall’esercito israeliano che ha ucciso un palestinese di diciassette anni durante gli scontri con uomini armati in Cisgiordania durante la notte, ha riferito Ynet. Artzyeli avrebbe dovuto presentare le proprie credenziali a Boric, come formalità, ma il governo cileno lo ha informato che la cerimonia era stata annullata a causa dell’«uccisione di minori a Gaza da parte di Israele».

Uzbekistan

Il presidente cinese Xi Jinping, incontrando a Samarcanda la controparte russa Vladimir Putin, ha detto — secondo il resoconto dei media ufficiali — «che le due parti dovrebbero rafforzare coordinamento e cooperazione nei quadri multilaterali (come Sco, Cica e Brics), salvaguardare gli interessi di sicurezza della regione e gli interessi comuni di paesi in via di sviluppo e mercati emergenti».

Sempre a Samarcanda, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il suo omologo iraniano Ibrahim Raisi. La Russia e l’Iran stanno completando la preparazione di un nuovo accordo strategico di cooperazione, ha detto Putin, aggiungendo che le posizioni di Russia e Iran «sono vicine o coincidono» su molte questioni internazionali. Ria Novosti scrive da parte sua che la prossima settimana una delegazione composta dai rappresentanti di ottanta grandi imprese russe visiterà l’Iran.

Clima

Una vasta fascia dell’Alaska occidentale potrebbe vedere inondazioni e forti venti, mentre i resti del tifone Merbok si spostano verso la regione del Mare di Bering. Il National Weather Service ha in vigore allarmi sulle inondazioni costiere, a partire da oggi, che si estendono da parti del sud-ovest dell’Alaska, incluso Quinhagak, fino all’isola di St. Lawrence nel Mare di Bering e alla costa dello Stretto di Bering. L’agenzia ha avvertito ieri che i livelli dell’acqua a Nome potrebbero arrivare fino a 3,3 metri sopra la normale linea di alta marea, e a Golovin fino a  quattro metri.

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