19 settembre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 19, 2022

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  • Iran: le donne si tagliano i capelli, bruciano l’hijab per protestare contro la morte di Mahsa Amini.
  • Afghanistan: da un anno le ragazze non possono andare a scuola.
  • Moldova in piazza contro il carovita.
  • Stati Uniti: il tasso di suicidio fra i veterani potrebbe essere il doppio delle stime federali.
  • L’Eritrea mobilita i soldati, suscitando timori per il Tigray.
  • Il presidente del Senegal nomina il primo premier dal 2019.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Iran

Sono spuntate proteste in tutto il paese, ieri, contro la morte di Mahsa Amini, una ragazza di 22 anni, deceduta mentre si trovava in detenzione della polizia morale. Le manifestanti si sono tagliate i capelli e hanno bruciato il velo per protestare contro l’obbligo dell’hijab, scrivono i giornali. Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana, nel suo account sui social media ha condiviso un video di donne che si tagliano i capelli e ha scritto: «Le donne iraniane mostrano la loro rabbia contro l’uccisione di #masha_amini. Dall’età di sette anni, se non ci copriamo i capelli, non possiamo andare a scuola o trovare un lavoro. Siamo stufe di questo regime di apartheid di genere». In un altro tweet, una giornalista iraniana ha condiviso le immagini dell’università di Teheran e ha affermato che gli studenti si sono uniti alla protesta contro l’uccisione di Mahsa Amini. «Ieri le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro le manifestanti nelle città di Saghez, ma ora anche Teheran si è unita alla protesta», ha detto Alinejad in un tweet. Secondo l’ong Hengaw for Human Rights, sarebbero stati trentasei i feriti, cinque dei quali verserebbero in condizioni critiche.

https://twitter.com/AlinejadMasih/status/1571431245921361920

Mahsa Amini, 22 anni, era in visita a Teheran con la sua famiglia quando è stata arrestata da un’unità della polizia. Secondo le autorità, poco dopo avrebbe avuto un infarto mentre era in custodia ed è subito stata portata in ospedale. Amini era colpevole di indossare male il velo. Il corpo pare sia stato trasferito dal medico legale, scrive Al Jazeera. La famiglia ha detto che la ragazza non soffriva di cuore, che è stata trascinata in un veicolo della polizia, che quando è intervenuto il fratello gli hanno detto che veniva portata via per un’ora di rieducazione. Suo fratello l’aspettava fuori dalla stazione di polizia, ma ha visto solo un’autoambulanza della polizia stessa. Amnesty International ha commentato che le circostanze fanno pensare a una morte sospetta in custodia, con il pericolo di tortura e altri maltrattamenti che devono essere indagati penalmente. La cosiddetta “polizia morale” l’ha arrestata arbitrariamente, tutti gli agenti e funzionari responsabili devono affrontare la giustizia, ha aggiunto. In seguito alla tragedia, che ha scatenato la furia sui social e ora per le strade, il presidente Raisi ha ordinato al ministro degli Interni di aprire un’inchiesta, mentre la magistratura ha promesso una task force per indagare, si legge su Al Jazeera. La morte di Amini arriva nel pieno delle crescenti polemiche, sia all’interno che all’esterno dell’Iran, sulla condotta della polizia morale, nota come Gasht e Ershad. Il codice di abbigliamento obbligatorio, che si applica a tutte le nazionalità e religioni, non solo ai musulmani iraniani, richiede che le donne coprano i capelli e il collo con un velo.

La Guida suprema dell’Iran, ayatollah Ali Khamenei, è riapparso in pubblico ieri dopo un ricovero di vari giorni in ospedale e le notizie sul suo “grave” stato di salute. Khamenei, 83 anni, è apparso vestito di nero e con la mascherina — come del resto ha sempre fatto dall’inizio della pandemia da Covid-19 — per un lutto in occasione deIla festa sciita dell’Arbaeen. Le immagini sul sito web di Khamenei lo mostrano mentre cammina e saluta la folla.

Afghanistan

Ieri era un anno da quando le scuole superiori dal sesto anno sono rimaste chiuse per le studentesse delle classi 7-12, in Afghanistan. Dopo essere salito al potere, l’Emirato Islamico ha chiuso le scuole per le studentesse oltre i dodici anni. «Domenica segna un anno da quando alle ragazze è stato vietato di frequentare le scuole superiori in Afghanistan. Un anno di conoscenze perse e opportunità che non torneranno mai più», ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. «I talebani devono farle rientrare». L’Emirato Islamico aveva detto in precedenza di essere al lavoro su un meccanismo per aprire la strada alla riapertura delle scuole femminili. Tuttavia, la decisione finale deve ancora essere annunciata. La chiusura delle scuole per studentesse delle classi 7-12 da parte dell’Emirato Islamico ha incontrato reazioni a livello nazionale e internazionale. L’UNAMA in una dichiarazione di domenica ha affermato che le Nazioni Unite ribadiscono la propria richiesta alle autorità de facto del paese di adottare misure urgenti per riaprire le scuole superiori per tutti. «Questo è un anniversario tragico, vergognoso e del tutto evitabile», ha affermato il vice capo dell’UNAMA, Markus Potzel. «La continua esclusione delle ragazze dalle scuole superiori non ha giustificazioni credibili e non ha eguali in nessuna parte del mondo. È profondamente dannoso per una generazione di ragazze e per il futuro stesso dell’Afghanistan», ha affermato. Secondo l’UNAMA, si stima che a più di un milione di ragazze sia stato impedito di frequentare la scuola superiore nell’ultimo anno. «I talebani non sono riusciti a mantenere varie promesse che consentano il loro ritorno in classe. Il divieto impedisce alle ragazze di frequentare le classi da sette a dodici, colpendo principalmente le ragazze di età compresa tra i dodici e i diciotto anni», si legge nella dichiarazione. Nella dichiarazione dell’UNAMA, si rileva che la negazione dell’istruzione viola i diritti più fondamentali delle ragazze e delle donne. «Aumenta il rischio di emarginazione, violenza, sfruttamento e abusi contro le ragazze, e fa parte di una più ampia gamma di politiche e pratiche discriminatorie nei confronti di donne e ragazze da quando le autorità de facto hanno assunto il potere nell’estate del 2021».

Siria

Secondo le ultime notizie dalla Siria, nonostante gli attacchi israeliani interrompano l’arrivo di aiuti umanitari a Damasco, Israele ha attaccato ancora una volta l’aeroporto. Non si sa se l’aeroporto sia operativo. Sono stati segnalati danni e i media statali hanno affermato che molti razzi sono stati intercettati. Cinque soldati sono rimasti uccisi nell’incidente. Israele ha rifiutato di commentare. Non è chiaro cosa abbiano preso di mira, al di là dei soldati. Anche le postazioni militari vicine sono state prese di mira. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha riferito che anche due membri di gruppi sostenuti dall’Iran sono stati uccisi. Gli attacchi contro obiettivi iraniani non sono insoliti.

Giordania

L’amministrazione Joe Biden ha approvato un nuovo accordo di assistenza con la Giordania. Washington invierà ad Amman 10,15 miliardi di dollari nei prossimi sette anni. Il nuovo accordo renderà la Giordania il terzo beneficiario di aiuti americani, dopo solo Ucraina e Israele. La Casa Bianca ha firmato venerdì il nuovo protocollo d’intesa (MOU). MOU è il più grande pacchetto di aiuti che gli Stati Uniti abbiano mai firmato con Amman. Mentre gli Stati Uniti vedono la Giordania come un partner importante in Medio Oriente, Washington e Amman non sono d’accordo sulla politica siriana. La Giordania ha recentemente approvato la presenza russa in Siria come “stabilizzante”. Parte degli aiuti sosterranno Amman nella gestione degli 1,3 milioni di rifugiati siriani. La ricostruzione della Siria è attualmente soffocata dalle sanzioni americane.

Israele e Turchia

Il premier israeliano, Yair Lapid, ha anticipato che incontrerà il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. «Oggi partirò per New York per rappresentare Israele all’Assemblea generale delle Nazioni Unite — ha detto durante la seduta settimanale del Consiglio dei ministri, — e avrò una serie di incontri diplomatici, inclusi quelli con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan e con la premier britannica Liz Truss».
Il mese scorso, dopo anni di gelo diplomatico e dopo mesi di contatti discreti, Israele e Turchia hanno annunciato la ripresa di piene relazioni diplomatiche, incluso lo scambio di ambasciatori e una normalizzazione dei voli fra i due paesi.

Israele e Palestina

Secondo le Nazioni Unite, le forze israeliane hanno demolito e sequestrato dozzine di strutture nell’Area C palestinese, in Cisgiordania e di Gerusalemme Est, nell’arco di sole due settimane. Almeno quarantaquattro strutture palestinesi sono state confiscate o demolite tra il 30 agosto e il 12 settembre con il pretesto di non avere permessi israeliani, ha rivelato un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) nel territorio palestinese. Le organizzazioni per i diritti umani hanno pubblicato numerosi rapporti nel corso degli anni che mostrano come le autorità israeliane raramente rilascino permessi di costruzione ai residenti palestinesi, nonostante le condizioni di vita estremamente sovraffollate a Gerusalemme.

Eritrea

L’Eritrea sta mobilitando le sue forze armate e sembra che le stia inviando in Etiopia per aiutare nella guerra del suo vicino nella regione del Tigray, secondo attivisti e autorità internazionali. Gran Bretagna e Canada hanno emesso avvisi di viaggio, chiedendo ai loro cittadini in Eritrea di essere vigili. L’attivista eritrea per i diritti umani, Meron Estefanos, ha detto ad Associated Press che suo cugino è stato chiamato «ed è da qualche parte in Etiopia a combattere, e non sappiamo se è vivo o no». Testimoni oculari in Eritrea hanno affermato che persone, inclusi studenti e dipendenti pubblici, vengono radunate in tutta la nazione.

Sudan

Migliaia di manifestanti sudanesi, sono scesi in piazza sabato scorso in varie città chiedendo il ritorno del governo civile e gridando accuse per coloro che hanno ucciso i manifestanti. In migliaia sono scesi a marciare, nella capitale Khartoum e nelle città di Omdurman e Bahri, nelle proteste indette dal Comitato di Resistenza sudanese. Il Comitato di Resistenza sudanese è una ONG che lavora per aumentare la consapevolezza sulle proteste, oltre a ricordare i martiri che sono stati uccisi durante le proteste.

https://twitter.com/alfi_israa/status/1571111511803985921

Senegal

Il presidente senegalese, Macky Sall, ha ripristinato la carica di primo ministro, nominando un ex ministro dell’Economia all’incarico, due mesi dopo le tese elezioni legislative in cui la coalizione di governo di Sall ha perso la sua comoda maggioranza. Amadou Ba, specialista in tassazione di 61 anni, che ha anche servito come ministro degli Esteri, è stato nominato primo ministro del paese dell’Africa occidentale, ha affermato sabato una dichiarazione della presidenza. La nomina di Ba ristabilisce la carica di primo ministro nel paese dopo la sua abolizione nell’aprile 2019. In un discorso alla nazione trasmesso venerdì, Sall ha affermato che il nuovo primo ministro sarà responsabile nell’affrontare l’aumento del costo della vita.

Serbia

A Belgrado si è concluso nel tardo pomeriggio il corteo arcobaleno dell’Europride, svoltosi sotto una massiccia scorta di polizia. I partecipanti, alcune migliaia, sono entrati nello stadio del parco Tasmajdan, per assistere a un concerto previsto fino a tarda notte. Il percorso del corteo è stato modificato, con la polizia che ha bloccato alcuni passaggi, consentendo ai manifestanti di raggiungere Tasmajdan attraverso un itinerario differente. Tante le bandiere arcobaleno del movimento Lgbtiq e i cartelli con slogan a sostegno dei diritti, della diversità e della tolleranza. La manifestazione, svoltasi in un clima piovoso, è stata segnata da diversi incidenti e provocazioni, subito sedati dalla polizia in assetto antisommossa e presente in forze in tutto il centro della città. Numerosi i gruppi di dimostranti nazionalisti omofobi e ostili all’Europride che hanno scandito slogan anti-gay mostrando icone, croci e simboli religiosi. Alcune decine i fermi.

Regno Unito

Una Londra blindata come forse mai prima, almeno nell’area centrale, per i solenni funerali di Stato della regina Elisabetta: fra cortei, fiumane di gente per strada e tutela dei circa cinquecento fra leader e dignitari vari invitati da quasi tutto il mondo. Lo sottolinea la polizia, in una nota di avvertimento sulla chiusura totale al traffico di una serie di strade a partire dalle cinque di questa mattina.

Il controverso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Mbs) non sarà presente ai funerali di Stato della regina Elisabetta in programma oggi. L’arrivo dell’uomo forte di Riad per una visita di condoglianze era stata annunciata giorni fa, senza date precise, mentre successivamente era emersa anche l’indiscrezione di una sua possibile partecipazione alle esequie, partecipazione evidentemente ora cancellata. Mbs è accusato, fra l’altro, da più parti di aver ordinato lo spietato assassinio dell’oppositore Jamal Khashoggi nel 2018: accusa avallata dagli alleati americani in un rapporto della Cia.

Armenia – Azerbaijan

La Presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha condannato i recenti attacchi “illegali” dell’Azerbaijan contro l’Armenia, dove la stessa si trova in visita, in seguito agli scontri avvenuti al confine questa settimana tra Baku ed Erevan.

Moldova

Migliaia di manifestanti contro l’inflazione elevata e i prezzi del carburante si sono ammassati fuori dalla sede del Governo della Moldova, chiedendo le dimissioni della presidente filo-occidentale Maia Sandu e del suo governo. La manifestazione di domenica è stata la più grande protesta nel piccolo stato ex sovietico da quando Sandu è stata eletta con una valanga di voti, nel 2020, con la promessa di sradicare la corruzione. Da allora ha promesso di assicurarsi l’adesione all’Unione Europea, che ha fornito grandi quantità di aiuti. Stretto tra l’Ucraina e la Romania, membro della UE, il territorio della Moldova era, a sua volta, parte dell’impero russo, della “grande Romania” e dell’Unione Sovietica nel XIX e XX secolo. I suoi tre milioni e mezzo di abitanti stanno affrontando gravi difficoltà economiche legate ai prezzi dell’energia, il cui costo è aumentato del 29% a settembre dopo un aumento di quasi il 50% ad agosto.

Ucraina – Russia

In questo momento, né i negoziati di pace sull’Ucraina né un incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin avrebbero un senso. Lo ha detto il consigliere presidenziale di Kiev, Mykhailo Podoliak, citato da Ukrainska Pravda.

Il sindaco di Izyum, Valeriy Marchenko, afferma che nella città liberata dai russi ci vorranno circa due settimane per riesumare i cadaveri. Se possibile, verranno identificati e tutti inviati a Kharkiv per ulteriori approfondimenti. Secondo Marchenko, a Izyum vivono attualmente tra le tredici e le quindicimila persone, ma molte stanno tornando.

Quattro medici sono morti e due pazienti sono rimasti feriti durante un bombardamento russo nel villaggio di Strelecha, nella regione di Kharkiv, mentre era in corso un’evacuazione dei pazienti da un ospedale psichiatrico colpito da missili.

Stati Uniti

New York è ormai a un passo dal suo “limite” di fronte alla nuova ondata di migranti, arrivati a migliaia su pullman inviati dal Texas. Lo ha affermato il sindaco della Grande Mela, Eric Adams, accusando i governatori di Texas e Florida, Greg Abbott e Ron DeSantis, di creare una “crisi umanitaria”.

Secondo un nuovo studio pubblicato sabato, il tasso di suicidi tra i veterani potrebbe essere più del doppio di quello che i funzionari federali riferiscono annualmente, a causa della sottostima relativa ai decessi per overdose di droga e agli errori di registrazione del servizio. I funzionari dell’America’s Warrior Partnership, in uno studio congiunto con l’Università dell’Alabama e la Duke University, hanno esaminato i dati sui decessi del censimento dal 2014 al 2018 per otto stati e hanno riscontrato migliaia di casi di suicidi sospetti o confermati non inclusi nei calcoli federali. Se queste cifre dovessero essere ripetute negli altri stati, spingerebbero il tasso di suicidi dei veterani da circa diciassette individui al giorno (la stima ufficiale rilasciata dal Department of Veterans Affairs lo scorso anno) a ben quarantaquattro veterani al giorno. Jim Lorraine, presidente dell’AWP e veterano dell’Air Force che lavora nel settore sanitario, ha affermato che l’obiettivo del rapporto non è attaccare i funzionari statali e federali per le carenze, ma evidenziare le aree in cui i registri dei decessi sono incompleti o trascurati, in uno sforzo per trovare più soluzioni al problema del suicidio.

Taiwan

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato, in un’intervista trasmessa domenica, che le forze statunitensi avrebbero difeso Taiwan in caso di attacco cinese: si tratta della sua dichiarazione più esplicita finora sulla questione. Nell’intervista di sessanta minuti su CBS, Biden ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno sostenuto l’indipendenza di Taiwan e sono rimasti impegnati in una politica “One-China” in cui Washington riconosce ufficialmente Pechino, non Taipei.

Cina

Un autobus si è schiantato domenica mattina presto nel sud-ovest della Cina, uccidendo ventisette persone e ferendo le altre venti a bordo: era un veicolo ufficiale del governo che trasportava persone in quarantena Covid-19. Il bus della quarantena si è ribaltato su un’autostrada intorno alle 2:40 tra Guiyang, capoluogo della provincia di Guizhou, e la vicina contea di Libo. A seguito di un’indagine preliminare, i funzionari hanno affermato che l’incidente è stato probabilmente causato dall’affaticamento del conducente. Quando la notizia dell’incidente si è diffusa, ieri, ha acceso la furia online, con molti che lo hanno considerato un esempio dei pericoli delle politiche draconiane cinesi contro il Covid-19.

Clima

Un forte terremoto 6.8 ha colpito il sud-est di Taiwan, uccidendo almeno una persona e ferendone centoquarantasei, facendo crollare alcuni edifici e distruggendo strade, ma i meteorologi dicono che la minaccia di uno tsunami sarebbe passata.

Il temuto tifone Nanmadol ha toccato terra in Giappone ieri, alle 19 locali (le 12 in Italia), sulla costa sud-occidentale dell’isola meridionale di Kyushu. Sono oltre quattro milioni le persone a cui è stato ordinato di evacuare. Secondo l’Agenzia meteorologica nazionale (Jma) sulla regione a sud del Kyushu dovrebbero riversarsi almeno seicento millimetri di pioggia nelle ventiquattro ore fino a lunedì mattina.

La tempesta Fiona si è rafforzata ed è diventa uragano mentre si avvicina alle coste di Puerto Rico, dove sono attese piogge torrenziali e possibili frane. Sull’isola l’allerta è alta e Joe Biden ha già approvato la richiesta di emergenza per liberare risorse e aiuti. In un filmato condiviso sui social media si vede il drammatico momento in cui un ponte viene spazzato via dall’acqua alluvionale dell’uragano Fiona. L’elettricità è stata interrotta nell’isola americana.

Un incidente di autobus causato dalle forti piogge in Costa Rica ha causato nove morti sabato notte.

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