18 settembre 2019 – notiziario

Scritto da in data Settembre 18, 2019

Marocco, si decide oggi per la scarcerazione della giornalista Hajar Raissouni /Kenya, il “miglior insegnante dell’anno” per Trump (foto)/ Gran Bretagna, Corbyn scrive al Guardian: “disposto a negoziare se eletto premier” / Spagna, Pedro Sanchez accusa Podemos / Germania, l’omeopatia resta (per ora) rimborsabile.

Questo e molto altro nel web notiziario di Radio Bullets, un podcast di notizie dal mondo oggi a cura di Paola Mirenda. Musiche di Walter Sguazzin.

Burundi

La Commissione di inchiesta incaricata di indagare sulle violenze commesse in Burundi ha presentato ieri il suo rapporto finale al Consiglio internazionale dei diritti umani a Ginevra, sede dell’organizzazione. Il Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è, secondo il rapporto, personalmente responsabile delle violazioni commesse, poiché queste sono state attuate da agenti dei servizi e poliziotti direttamente ai suoi ordini. Il rappresentante del governo burundese, Tabu Renovat, ha respinto le conclusioni del rapporto come “false e politicamente motivate”.

Gran Bretagna

Con una lettera al Guardian il leader laburista Jeremy Corbin spiega i quattro punti per un accordo con l’Unione europea nel caso fosse eletto premier: “Un governo laburista si assicurerebbe un accordo ragionevole”, scrive, “ basato sui termini che abbiamo a lungo sostenuto, tra cui una nuova unione doganale con la Ue; una stretta relazione con il mercato unico; e garanzie dei diritti dei lavoratori e delle tutele ambientali”, ha affermato. “Mi impegno a svolgere, come primo ministro laburista, qualunque cosa la gente decida”.

Spagna

Pedro Sanchez rinuncia alla formazione del governo e il Paese si avvia a nuove elezioni, previste per il 10 novembre. Il re Felipe VI ha preso atto, secondo il comunicato della Casa reale, che “nessun candidato premier conta sugli appoggi necessari per ottenere la fiducia della camera dei deputati”.

Sanchez ha sottolineato come Podemos abbia “bloccato per la quarta volta l’investitura di un socialista”. Ha poi chiesto agli spagnoli di parlare “ancora più chiaramente” rispetto ad aprile e di dargli una maggioranza più ampia. É la quarta volta in quattro anni – e la seconda in sette mesi – che gli spagnoli sono chiamati alle urne.

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