25 dicembre 2020 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Dicembre 25, 2020
Ascolta il podcast
- Stati Uniti: Trump grazia i contractor condannati della Blackwater che hanno massacrato iracheni (copertina).
- Sudan: chiude la missione di pace in Darfur.
- Afghanistan: ucciso il capo del comitato per il monitoraggio elettorale.
- “Buona fortuna, Signore”, il Kuwait nomina tutti uomini nel suo Comitato delle Donne.
- Turchia: condannato a 27 anni il giornalista Dundar.
- Lontano dalla capitale, l’Iran lotta per seppellire le vittime da coronavirus.
- Giappone: l’ex premier Abe si scusa e corregge le dichiarazioni sullo scandalo dei finanziamenti.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Mentre festeggiamo il Natale, non dimentichiamo che ci sono 387 giornalisti in questo momento dietro alle sbarre per aver fatto il loro lavoro, il nostro lavoro. Pham Doan Trang, Khaled Drareni, e il whistleblower Julian Assange che è in prigione per aver pubblicato la verità su qualcosa che era di pubblico interesse. Non dobbiamo dimenticarli.
Pham Doan Trang è una giornalista indipendente vietnamita, pluripremiata. Ha fondato la rivista dissidente on line Luat Khoa e scrive per The Vietnamise, un sito web indipendente. Entrambi i giornali spiegano alla gente le leggi del paese, difendono i diritti e resistono al regime arbitrario del partito comunista. In galera da due mesi, rischia vent’anni di prigione e la tortura.
Khaled Drareni, corrispondente algerino di Reporter Senza Frontiere e di TV5 Monde ed editorialista per Casbah Tribune, un sito di notizie, si trova nella prigione di Kolea ad Algeri in condizioni devastanti dal 19 marzo scorso. È stato condannato a due anni di prigione per aver minacciato l’integrità territoriale dell’Algeria. Quando è apparso in tribunale a settembre, era molto magro e debole.
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, è incarcerato nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, vicino a Londra da quando ad aprile è cominciato il processo sull’estradizione richiesta dagli Stati Uniti dove dovrebbe affrontare 175 anni di prigione per 18 capi di imputazione dopo aver rivelato documenti che riguardavano le guerre americane. Gli è stata negata la cauzione nonostante non stia bene, e il coronavirus sia in aumento nel carcere dove si trova.
Kuwait
La commissione parlamentare delle donne del Kuwait, di nuova nomina e tutta maschile, è stata accolta con ridicolo e incredulità online sin dalla sua formazione mercoledì. Il quotidiano online ufficiale kuwaitiano, autorizzato dal ministero dell’Informazione del paese, ha twittato la notizia dei nuovi membri. Il comitato è composto da Saleh Theyab al-Mutairi, Osama Ahmad al-Munawer e Osama Essa al-Shaheen. Alcuni utenti dei social media hanno reagito alla notizia scoraggiati:
https://twitter.com/BeachyBedouin/status/1341468889595691012
No one can help women except women themselves, and my country wouldn’t and would never acknowledge that in million years. Forever doomed to be victims in a male dominated society! https://t.co/QbjHAVl8nn
— shather (@0shather0) December 23, 2020
Il Kuwait ha un sistema politico semidemocratico composto da due rami: il parlamento eletto e il governo nominato. Il parlamento, che in Kuwait si chiama Assemblea nazionale, è eletto dal popolo ed è composto da 50 membri, che mantengono la carica per un mandato di quattro anni. Quest’anno, delle 29 candidate donne che si sono presentate alle elezioni generali, svoltesi il 5 dicembre, nessuna è stata eletta, dando al Kuwait un parlamento esclusivamente maschile.
È dal 2005 che le donne hanno ottenuto il suffragio in Kuwait, avendo combattuto per questo diritto per decenni, compreso l’avvio di azioni non violente che hanno visto 500 donne smettere di lavorare per un’ora nel 1996. Il Kuwait si colloca al 122° posto su 153 a livello globale in termini di parità di genere, secondo il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum. Rispetto ai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, tuttavia, il Kuwait è al terzo posto per uguaglianza di genere, dopo Israele ed Emirati Arabi Uniti.
Iran
Nel profondo delle valli lussureggianti dell’Iran settentrionale, dove i monti Alborz si lanciano verso il mare, Ali Rahimi fa un brutto lavoro. Giorno dopo giorno, Rahimi, un religioso volontario di 53 anni nella città di Ghaemshahr, indossa la sua tuta ignifuga e riceve i defunti, li disinfetta, li lava e avvolge i cadaveri con un panno bianco. La provincia settentrionale di Mazandaran, con le sue foreste e terreni agricoli, è a quattro ore di auto da Teheran, la capitale, dove si concentrano metà delle morti per coronavirus del paese. Gli ospedali della città da 10 milioni di abitanti sono messi a dura prova e il vasto cimitero della capitale fatica a tenere il passo con i morti. Mentre il virus si diffonde in tutto il paese, uccidendo oltre 54.000 persone in quella che è diventata la peggiore epidemia del Medio Oriente, la campagna bucolica non è stata risparmiata.
Gli scavatori di tombe a Mazandaran affermano che centinaia di persone sono morte, ma i numeri sono difficili da verificare perché il ministero della Sanità iraniano ha smesso di rilasciare i numeri provincia per provincia. Popolare luogo di vacanza fiancheggiato da hotel, ville e caffè lungo il Mar Caspio, Mazandaran attira folle di residenti di Teheran che cercano una pausa dalle pressioni della città. Nonostante sporadici divieti di viaggio, il flusso costante di visitatori dalle principali città ha contribuito a diffondere il virus in profondità negli angoli rurali della provincia, densi di risaie e frutteti di mandarini.
More than 189,300 people have died of the novel #coronavirus in 470 cities checkered across all of #Iran's 31 provinces, according to the Iranian opposition PMOI/MEK. pic.twitter.com/UFPUsjXlFO
— People's Mojahedin Organization of Iran (PMOI/MEK) (@Mojahedineng) December 21, 2020
La provincia settentrionale di Mazandaran, con le sue foreste e terreni agricoli, è a quattro ore di auto da Teheran, la capitale, dove si concentrano metà delle morti per coronavirus del paese.
Iraq
Nel 2007 i mercenari della Blackwater, una compagnia di sicurezza americana, senza essere provocati aprirono il fuoco in piazza Nisour a Baghdad, uccidendo 17 persone.
Tra loro c’era Ali Kinani, 9 anni, che amava farsi chiamare Alawi: seduto dietro, nella macchina del padre con cui stava andando a prendere la zia e i cugini per trascorrere una giornata normale, quando sono stati travolti dagli spari. Ali è stato ucciso e suo padre, che ora abita negli Stati Uniti, si è trasferito per seguire il processo contro i contractors della blackwater.
Ci sono voluti un decennio di procedimenti legali, processi, appelli, ritiro delle accuse e nuovi processi prima che quattro tra gli autori fossero condannati: Paul Slough, Evan Liberty, Dustin Heard e Nick Slatten − il principale colpevole − che è stato condannato all’ergastolo per omicidio di primo grado. Martedì, il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump ha graziato tutti e quattro i detenuti. «Nessuno è al di sopra della legge è quello che abbiamo imparato in America, ma ora c’è qualcuno al di sopra della legge», ha detto Kinani a Middle East Eye, mentre lottava per trovare le parole dopo aver appreso della grazia. «Non so come sia permesso. Non credo che l’America sia costruita su tali principi». Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti era stato irremovibile nel perseguire i killer di Nisour Square, rifiutandosi di archiviare il caso nonostante le battute d’arresto e gli appelli degli imputati. Le grazie presidenziali sono irreversibili, il che significa che la nuova amministrazione del presidente eletto Joe Biden non può perseguire nuovamente gli appaltatori della Blackwater. Martedì, Trump ha anche graziato i membri della campagna che sono stati condannati nell’indagine sull’interferenza russa nelle elezioni statunitensi, tre ex legislatori repubblicani che sono stati giudicati colpevoli di irregolarità finanziaria e due agenti della pattuglia di frontiera che avevano sparato a un presunto spacciatore.
Trump ha brandito liberamente i suoi poteri di grazia, e questa non è stata la prima volta che ha perdonato criminali di guerra. L’anno scorso ha graziato un soldato americano che aveva ucciso un detenuto iracheno nel 2008, nonché due membri del servizio che hanno ucciso civili in Afghanistan.
Trump ha anche spinto per il ripristino del grado di Edward Gallagher nella forza d’élite del Navy Seal dopo essere stato accusato di crimini di guerra, decisione che ha portato alla rimozione dell’allora segretario della Marina Richard V Spencer che si è opposto alla gestione della questione da parte del presidente nel 2019.
Le uccisioni sono state uno dei punti più bassi dell’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti, e molti iracheni hanno visto le condanne come una rara occasione in cui i cittadini statunitensi sono stati trattenuti per rendere conto delle atrocità commesse durante la guerra. I residenti di Baghdad che hanno parlato con The Guardian hanno descritto l’annuncio del presidente statunitense uscente come uno «schiaffo crudele» e un insulto.
Turchia
Il famoso giornalista Can Dundar è stato condannato in contumacia da un tribunale turco a 27 anni di carcere per sostegno al terrorismo e “spionaggio militare o politico”. Dundar, ex redattore capo di Cumhuriyet, un quotidiano di centro sinistra, è stato condannato nel 2016 a cinque anni di carcere per aver pubblicato un video che mostrava spedizioni di armi turche ai ribelli siriani nel 2015. È stato successivamente rilasciato in attesa di appello.
Un tribunale di Istanbul ha condannato Dundar mercoledì a 18 anni e nove mesi per aver ottenuto segreti di stato a scopo di spionaggio politico o militare, e altri 8 anni e 9 mesi per aver sostenuto un’organizzazione terroristica armata senza esserne membro.
I suoi avvocati si sono rifiutati di partecipare all’udienza finale, affermando in una dichiarazione scritta «non vogliamo essere parte di una pratica per legittimare un verdetto politico precedentemente deciso».
Dundar ha detto a The Guardian che «sapeva quale sarebbe stato il verdetto prima ancora che il caso finisse».
«Non ci sono più mezzi per difendersi in Turchia perché non ci si può fidare dei giudici e della magistratura», ha detto. «Il messaggio che il governo turco sta inviando qui punendo un giornalista così duramente è che ‘se copri questioni delicate, questo è quello che ti succederà’. Il mio timore è che questo verdetto scoraggerà ulteriormente i giornalisti ancora in Turchia dal fare il loro lavoro».
Siria
Le difese aeree siriane hanno intercettato i missili israeliani sulla provincia occidentale di Hama, ha detto oggi la TV di stato siriana, citando una dichiarazione militare. Lo “sbarramento di missili” è stato diretto dal nord della città libanese di Tripoli venerdì alle mezzanotte e quaranta (22:40 GMT) di venerdì, si legge nel comunicato, descrivendo l’attacco come una “aggressione israeliana”. I razzi erano puntati contro la città di Masyaf nella campagna di Hama, hanno detto i militari. «Le nostre difese aeree hanno intercettato i missili e ne hanno abbattuti la maggior parte», ha aggiunto. L’agenzia di stampa ufficiale SANA ha riferito di esplosioni a Masyaf. Non ci sono stati commenti immediati da Israele. Poco prima dei raid, si sono sentiti aerei da guerra israeliani sorvolare il vicino Libano, con alcuni residenti di Beirut che hanno riferito di aver visto missili nei cieli della città.
Israele viola regolarmente lo spazio aereo libanese e ha lanciato centinaia di raid in Siria dall’inizio della guerra civile nel 2011. Gli attacchi hanno colpito truppe governative, forze iraniane alleate e combattenti del gruppo libanese Hezbollah.
Israele conferma raramente i dettagli delle sue operazioni in Siria, ma afferma che la presenza dell’Iran a sostegno del presidente Bashar al-Assad è una minaccia e che continuerà i suoi attacchi.
Israele e Palestina
Nuovo colpo per il premier israeliano Benyamin Netanyahu, all’indomani dello scioglimento della legislatura e dell’annuncio di elezioni anticipate. Il ministro per le Risorse idriche e per la Educazione superiore Zeev Elkin ha annunciato le dimissioni, ha abbandonato il Likud e ha raggiunto il costituendo partito “Nuova speranza” di Gideon Saar, altro ex dirigente del Likud. In un messaggio pubblico Elkin ha accusato Netanyahu di essere responsabile delle nuove elezioni, le quarte in meno di due anni.
Gli attacchi in corso dei coloni ebrei contro i palestinesi fanno parte di una vasta campagna volta a conquistare più terre palestinesi e imporre nuove realtà sul terreno, ha detto ieri l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem. «Questi attacchi vengono effettuati con il pieno sostegno dell’esercito e del governo israeliano», ha detto Kareem Jubran, direttore del dipartimento di ricerca sul campo di B’Tselem, sottolineando che l’esercito e il governo israeliani sostengono le posizioni estremiste dei coloni ebrei israeliani.
Palestinian farmers and activists plant olive tree seedlings in Al Ras, near Salfit yesterday. Illegal Israeli settlers, from nearby settlements built on stolen land, and Occupation police attempted to stop the planting with both threats and violence. pic.twitter.com/O6XcAiJ1jO
— ISM Palestine (@ISMPalestine) December 23, 2020
Parlando a Palestine Voice Radio, Jubran ha detto che i coloni israeliani hanno recentemente aumentato i loro attacchi in molte città e villaggi palestinesi nella Cisgiordania occupata. Gli attacchi dei coloni, ha detto, sono protetti dall’esercito e dalla polizia di occupazione.
Egitto
Tutti noi, conosciamo la storia di Zaki, lo studente dell’università di Bologna detenuto da febbraio in un continuo rinnovo della sua detenzione amministrativa, ma sono centinaia i casi come il suo. Al Jazeera per esempio ha condannato la prosecuzione della detenzione senza accusa del suo giornalista Mahmoud Hussein da parte delle autorità egiziane. Mercoledì scorso ha segnato il quarto anno che Hussein ha trascorso «in prigione sotto detenzione arbitraria e illegale da parte delle autorità egiziane», ha detto la rete in un comunicato. «Hussein rimane detenuto senza accuse formali né processo, rendendo il suo periodo di detenzione una violazione delle leggi egiziane e internazionali».
Mahmoud Hussein è stato arrestato il 23 dicembre 2016 mentre era in visita alla sua famiglia per una vacanza.
«Da allora ha sofferto, sia fisicamente che mentalmente, sotto la prigionia arbitraria delle autorità egiziane», ha detto Al Jazeera.
Durante il suo periodo in prigione, la detenzione di Mahmoud Hussein ha superato di gran lunga il periodo massimo per la custodia cautelare violando il diritto egiziano e internazionale. Questo mese Hussein è stato classificato al secondo posto nella lista dei 10 casi più urgenti di abusi della libertà di stampa in tutto il mondo dalla One Free Press Coalition.
Inoltre la National Association of Black Journalists (NABJ) ha onorato Hussein come destinatario del suo Percy Qoboza Award.
Tunisia
L’autorità giudiziaria tunisina ha emesso un mandato di carcerazione nei confronti di Nabil Karoui, magnate tv, fondatore e presidente del partito Qalb Tounes, già candidato alle presidenziali nel 2019. Lo ha annunciato il portavoce del Tribunale della capitale, Mohsen Dali, dopo aver fatto sapere che Karoui è stato convocato in mattinata dal giudice istruttore della divisione per essere sentito sugli stessi fatti di evasione fiscale e riciclaggio di denaro per i quali era già stato detenuto dal 23 agosto al 9 ottobre 2019, quando la Corte di Cassazione ne ordinò il rilascio.
Sudan
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha concordato di porre fine a Unamid, missione di pace dell’Onu e dell’Unione africana (Ua) nella regione sudanese del Darfur, il cui mandato termina il 31 dicembre. Il Consiglio ha adottato ieri la risoluzione 2559 che chiude Unamid e lascia al governo di transizione del Sudan il compito di mantenere la pace e la sicurezza nel Darfur. Il termine della missione Unamid − iniziata nel 2007 e che al suo picco ha visto schierate 16 mila unità − è stato richiesto dal governo sudanese e raccomandato dall’Unione africana e dall’Onu. Il Darfur è stato teatro di un lungo conflitto iniziato nel 2003 tra una minoranza che denunciava la marginalizzazione subita dal regime di Omar al-Bashir, rovesciato l’anno scorso. Secondo le stime Onu sono morte in combattimento 300 mila persone, e due milioni e mezzo sono state le persone sfollate.
Etiopia
Più di 100 persone sono state uccise nell’ultimo massacro lungo le linee etniche nell’Etiopia occidentale, ha detto mercoledì la Commissione etiope per i diritti umani, e il bilancio dovrebbe aumentare. L’attacco nella zona di Metekel della regione di Benishangul-Gumuz è avvenuto il giorno dopo che il primo ministro Abiy Ahmed ha visitato la regione e ha parlato della necessità di porre fine a tali massacri. Le tensioni etniche sono una sfida importante mentre si cerca di promuovere l’unità nazionale in un paese con più di 80 gruppi etnici. Gli attacchi sono separati dal conflitto mortale nella regione settentrionale del Tigray, in Etiopia, dove le forze etiopi e le forze regionali alleate hanno iniziato a combattere le forze regionali del Tigray all’inizio di novembre.
Coronavirus: Canada, via libera al vaccino Moderna, dopo quello di Pfizer. Gli Stati Uniti danno 500 milioni di dollari a Israele in un pacchetto coronavirus.
Romania
Il parlamento ha votato oggi la fiducia al nuovo governo di centrodestra guidato dal premier Florin Citu, economista liberale di 48 anni che è stato finora ministro delle finanze nel governo uscente di Ludovic Orban. I voti a favore sono stati 260, i contrari 186.
Regno Unito: Brexit, accordo Unione Europea – Regno Unito.
Moldova
Il primo ministro filo-russo della Moldova ha detto di essersi dimesso per spianare la strada a elezioni parlamentari anticipate e «portare la normalità» nel minuscolo stato ex sovietico. Il primo ministro Ion Chicu, alla guida di un governo filo-russo dal novembre 2019, ha rassegnato le sue dimissioni mercoledì, un giorno prima che la neoeletta presidente filo-occidentale, Maia Sandu, entrasse in carica.
Afghanistan
Un importante sostenitore della democrazia in Afghanistan, a capo di un’organizzazione di monitoraggio elettorale, è stato ucciso mercoledì in un quartiere di Kabul, suscitando una diffusa condanna a livello locale e internazionale. Yousuf Rasheed, direttore esecutivo del Forum per le elezioni libere e corrette dell’Organizzazione afghana (FEFA), è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre il suo autista è stato ferito: lo ha confermato il portavoce della polizia di Kabul Ferdaws Faramarz. Nessuno ha rivendicato la responsabilità.
Filippine: terremoto 6.4 in mare, trema Manila. Nessuna vittima.
Giappone
L’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe venerdì ha corretto le dichiarazioni che aveva fatto in parlamento, scusandosi per quelli che ha definito “errori” riguardo a uno scandalo di finanziamento. Abe ha detto di sentirsi profondamente responsabile per aver dato ripetute false smentite circa il fatto che il suo gruppo di finanziamento politico avesse sovvenzionato feste per i suoi sostenitori, in possibile violazione delle rigide leggi sul finanziamento politico del paese. Il leader più longevo del Giappone ha affermato di non sapere nulla dei pagamenti e si è impegnato a lavorare per riconquistare la fiducia popolare. Le scuse sono arrivate dopo che il suo segretario giovedì è stato sommariamente incriminato e multato di 1 milione di yen ($ 9.650).
Ti potrebbe interessare anche:
- I paesi africani sono pronti al vaccino anti-covid?
- La Brexit fa anche cose buone
- Attivista detenuta saudita per i diritti delle donne Al Hathloul in sciopero della fame
- Giornalisti dietro le sbarre
- Umeed Ali e le candele dei sentimenti
- Afghanistan: uccisa Freshta Kohistani, un’altra attivista per i diritti delle donne
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete supportarci andando su Sostienici