31 gennaio 2023 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Gennaio 31, 2023
Russia. Una legge vorrebbe impedire la diffusione di media LGBTQI+ friendly. Inoltre, la chiesa ortodossa vorrebbe che le donne chiedessero il permesso di abortire ai propri mariti. Israele. Donne per la pace. Canada. A Ottawa in audizione esponenti della federazione di ginnastica per indagine sulla sicurezza nello sport per le donne.
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Russia
Secondo quanto riportato da DW, una legge promulgata a dicembre, relativa alla cosiddetta “propaganda LGBTQ”, ha vietato la distribuzione di contenuti che promuovano (o raccontino) relazioni omosessuali. Sono inoltre vietate esternazioni pubbliche o di “stile di vita” riferibili alla comunità non cis-etero. La nuova legge ha comportato numerosi divieti su libri e film che non sono più in distribuzione e chi esprima opinioni positive in merito a orientamenti non eterosessuali può essere costretto a pagare una multa. Anche chi sostenga persone amiche che vogliano cambiare genere o stiano facendo coming out può incorrere nelle sanzioni. La legge è in vigore da poco più di un mese e dovrebbe punire quella che è stata definita la promozione di “relazioni sessuali non tradizionali” (ovvero: tra due uomini o due donne). Vieta la diffusione su qualsiasi mezzo, compresi pubblicità, libri, film e media. Il quotidiano moscovita Vedomosti ha riferito che il garante delle comunicazioni e dei media Roskomnadzor ha creato dei limiti entro cui i prodotti dovranno essere aggiunti a registro speciale per poi vietarne la distribuzione.
Ovviamente, la decisione ha portato proteste da parte della comunità LGBTQI+, ma alcuni attivisti che ne fanno parte ritengono che più che andare a colpire l’omosessualità in sé, sia la consueta retorica antioccidentale che ha portato all’emanazione della norma.
Ancora in Russia, la Chiesa ortodossa vorrebbe costringere le donne russe a chiedere al marito il permesso di abortire. Fëdor Lukyanov, sacerdote della chiesa, avrebbe avanzato anche la proposta di far sentire alle donne il battito cardiaco del feto prima dell’aborto, proposta e a volte pratica purtroppo diffusa anche in altre nazioni.
Israele
Non senza critiche e invettive, un gruppo di donne si ritrova una volta al mese per cantare per la pace, nei pressi del muro occidentale di Gerusalemme. Quasi sempre, le donne del gruppo si trovano circondate da ebrei che cercano di zittirle. L’idea di cantare nasce proprio dall’esigenza di contrastare le giovani ragazze del seminario ortodosso che gridano e imprecano senza sosta, le donne anziane che fischiano e gli altoparlanti che suonano preghiere dalla sezione maschile. Il rabbino responsabile del Muro Occidentale consente di utilizzare altoparlanti nel sito solo in rare occasioni, ma questa è inclusa.
Per più di 30 anni, le Women of the Wall hanno tenuto un servizio mattutino nel luogo sacro ebraico il primo giorno del nuovo mese ebraico, ora il coro è lo strumento per far ascoltare la preghiera sopra il frastuono. Il coro riesce a sostenersi anche grazie al supporto di un’associazione femminile statunitense, il Women’s Cantor Network. Anche se non è stato pianificato, la nascita del coro ha coinciso con l’ascesa al potere del governo più ortodosso e reazionario della storia israeliana. In effetti, non c’è mai stato un governo in Israele così ostile alle correnti progressiste dell’ebraismo e ai valori del pluralismo e del femminismo rappresentati da Women of the Wall e il gruppo stesso potrebbe presto trovarsi bandito dalla preghiera nella piazza delle donne, dove si riunisce appunto da più di 30 anni.
Canada
Sono stati ascoltati ieri come testimoni Iun Moss, l’amministratore delegato di Gymnastics Canada, e Sarah-Eve Pelletier, la prima commissaria canadese per l’integrità sportiva. L’audizione di fronte ai membri del Parlamento fa parte delle indagini del Comitato permanente sulla condizione delle donne, che stanno riguardando sicurezza di donne e ragazze nello sport. Anche in Canada, infatti, le ginnaste (ancora in attività o del passato) hanno chiesto al ministro dello Sport Pascale St-Onge di condurre un’inchiesta nazionale indipendente sul loro sport. Anche l’avvocato Richard McLaren, amministratore delegato di Global Sports Solutions, testimonierà, meno di una settimana dopo aver pubblicato un rapporto di 277 pagine volte a esporre le problematiche culturali della ginnastica canadese. Lo studio sullo status delle donne arriva dopo proteste che hanno riguardato centinaia di atlete in diversi sport e focalizzate sulla critica della tossicità degli ambienti delle rispettive nazionali.
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