4 luglio 2025 – Notiziario Mondo
Scritto da Barbara Schiavulli in data Luglio 4, 2025
- Gaza: non si placa l’escalation israeliana. Onu: Israele ha commesso il più crudele genocidio della storia moderna.
- Influencer americano arrestato in Antartide per volo illegale.
- Etiopia: completata la diga sul Nilo. Il Cairo parla di “minaccia esistenziale”.
- Siria: Caccia agli ex uomini forti di Assad: arresti e rastrellamenti nel cuore alawita.
- La Russia riconosce i talebani.
Introduzione al notiziario: dall’Afghanistan a Gaza, il crollo dell’umanità
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli
Israele e Palestina
Parole durissime quelle pronunciate ieri a Ginevra da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati:
“Israele sta portando avanti uno dei genocidi più crudeli della storia moderna. Gaza è un laboratorio di armi e tecnologia di sterminio.”
Davanti al Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, Albanese ha chiesto l’imposizione di un embargo globale sulle armi a Israele, la sospensione dei trattati commerciali e la persecuzione legale delle aziende coinvolte nel sostegno all’occupazione militare.
Nel suo rapporto, l’esperta ONU denuncia:
- uso di droni letali e tecnologie autonome per colpire la popolazione civile
- test di armamenti in un contesto di distruzione totale
- oltre 85.000 tonnellate di esplosivi sganciate su Gaza, sei volte la potenza di Hiroshima
Secondo Albanese, almeno 40 aziende internazionali sono direttamente o indirettamente coinvolte nella macchina militare e coloniale israeliana, una per tutte citiamo l’Italiana Leonardo.
“Non è una lista, è un sistema. E va smantellato.”
Israele ha respinto le accuse, ribadendo che l’obiettivo è Hamas. Gli Stati Uniti hanno definito le parole di Albanese “false e offensive”.
■ OSTAGGI/CESSATE IL FUOCO: La nuova proposta di cessate il fuoco presentata dagli Stati Uniti include il rilascio di 10 ostaggi vivi e dei corpi di 18 ostaggi deceduti in cinque fasi nell’arco di 60 giorni , ha riportato il New York Times , citando un funzionario della sicurezza israeliano e una fonte palestinese vicina ad Hamas.
Israele rilascerà i prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi e ad Hamas non sarà consentito di tenere ” cerimonie di rilascio degli ostaggi “, come ha fatto in precedenza, secondo le fonti.
Il rilascio degli ostaggi in cinque fasi, distribuite nell’arco di due mesi, rappresenta un cambiamento significativo rispetto al cosiddetto piano Witkoff presentato dagli Stati Uniti a maggio, secondo il quale gli ostaggi sarebbero stati rilasciati in due fasi durante la prima settimana di cessate il fuoco.
Secondo quanto riportato da Sky News, una delegazione del Qatar è pronta ad arrivare al Cairo, unendosi alla delegazione di Hamas giunta mercoledì in vista dei colloqui sull’accordo di cessate il fuoco.
Hamas ha espresso soddisfazione per la formulazione della nuova proposta e ha osservato che i mediatori stanno compiendo notevoli sforzi per colmare le lacune tra le parti, ha riportato il quotidiano Saudi Asharq News, aggiungendo che Hamas dovrebbe presentare la sua risposta ufficiale alla proposta entro stasera.
■ GAZA: Le IDF hanno continuato a lanciare attacchi su vasta scala durante la notte e per tutta la mattina di ieri in tutta Gaza, descritti da fonti nella Striscia come l’ escalation più grave degli ultimi giorni .
L’ospedale Shifa di Gaza City ha riferito che 17 persone sono state uccise in un attacco contro una scuola che ospitava sfollati nel quartiere di Al-Rimal, tra cui donne e bambini.
Il Ministero della Salute, guidato da Hamas, ha dichiarato che 118 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco delle IDF nelle ultime 24 ore, 12 dei quali mentre cercavano aiuti vicino ai punti di distribuzione. Secondo il ministero, dall’inizio della guerra sono stati uccisi 57.130 palestinesi e 135.173 sono rimasti feriti.
Il personale di sicurezza americano a guardia dei siti di distribuzione degli aiuti a Gaza sta usando munizioni vere e granate stordenti contro i richiedenti, hanno dichiarato all’AP due contractor statunitensi rimasti anonimi , aggiungendo di essersi fatti avanti perché turbati da quelle che consideravano pratiche pericolose e irresponsabili.
Hanno affermato che il personale assunto era spesso non qualificato, non controllato, pesantemente armato e sembrava avere la licenza di fare ciò che desiderava. ” Ci sono persone innocenti che vengono ferite. Gravemente. Inutilmente “, ha detto uno di loro.
In risposta, la GHF ha affermato che le affermazioni contenute nel rapporto dell’AP erano ” categoricamente false “, aggiungendo che “in nessun momento i civili sono stati sotto attacco presso un sito di distribuzione della GHF”.
■ ISRAELE: Giovedì, 636 giorni dopo che Hamas ha imperversato nelle comunità israeliane lungo il confine di Gaza, il Primo Ministro Netanyahu è arrivato per la prima volta al Kibbutz Nir Oz , dove quasi un quarto dei residenti – 117 persone – sono stati uccisi o rapiti. Decine di manifestanti attendevano all’ingresso del kibbutz, ma Netanyahu è entrato da un ingresso posteriore , dove si erano radunati solo pochi.
Iran
Semko Maroufi, ex prigioniero politico curdo e attivista ambientale, è stato arrestato il 30 giugno a Bukan, nel nord-ovest dell’Iran. Secondo l’Organizzazione Hengaw per i Diritti Umani, diversi veicoli dell’intelligence hanno circondato la sua abitazione prima del fermo.
Al momento, non si conoscono né il luogo in cui è detenuto né i motivi ufficiali dell’arresto.
Maroufi non è nuovo alla repressione:
- Nel 2019 fu condannato a due anni per aver protestato contro l’invasione turca del Kurdistan siriano.
- Nel 2021, un altro processo lo portò a un anno di carcere e due anni di divieto di viaggio per “propaganda contro la Repubblica Islamica”.
- In entrambi i casi, è stato processato senza avvocato.
Semko Maroufi rappresenta una voce scomoda per Teheran: curdo, ambientalista, dissidente. E per questo, perseguitato-
Siria
L’ex signore della guerra Ghazwan Al Salmoni, noto per guidare una rete di sequestri e racket su strade strategiche durante la guerra in Siria, è in fuga.
Le forze di sicurezza del nuovo governo – salito al potere dopo la caduta del regime alawita di Bashar Al Assad – lo cercano da settimane, con rastrellamenti quotidiani nel suo villaggio natale di Sabburah.
Al Salmoni era stato premiato da Assad nel 2023 con un seggio in parlamento, che gli garantiva immunità. Ma con la caduta del regime, i vecchi privilegi sono evaporati.
Sono già 40 le persone arrestate solo a Sabburah, inclusi il suocero di Al Salmoni e un influente religioso alawita, nel tentativo di scoprire il suo nascondiglio.
Secondo le autorità, si nasconderebbe tra le grotte del massiccio di Jurd, area montuosa che da mesi resiste alle incursioni anche con l’uso dei droni.
Nel frattempo, sette ex ufficiali o miliziani del vecchio regime sono stati arrestati, tra cui Waseem Al Assad, cugino dell’ex presidente e capo di un enorme cartello della droga, e il generale Rami Ismail, responsabile della famigerata intelligence dell’aeronautica.
Le operazioni sono guidate da agenti della nuova intelligence, legati a Hayat Tahrir Al Sham (HTS), ex branca di Al Qaeda ora al potere a Damasco, con l’appoggio di forze turche.
Caduto il regime, la Siria scopre l’odore acre della resa dei conti.
Chi per anni ha comandato, trafficato, torturato – spesso con la benedizione di Assad – oggi viene braccato.
Ma attenzione: questa non è giustizia. È una nuova spartizione del potere, dove i carnefici cambiano divisa, ma non metodo.
E chi ha pagato – e continua a pagare – è la popolazione civile, schiacciata tra vendette incrociate e nuove alleanze di ferro.
Etiopia
È ufficiale: la diga più controversa d’Africa è finita.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato il completamento della Grand Ethiopian Renaissance Dam, la colossale infrastruttura sul Nilo Azzurro iniziata nel 2011. L’inaugurazione è prevista per settembre.
Il progetto, costato oltre 4 miliardi di dollari, produrrà più di 6.000 megawatt di energia: il doppio dell’attuale capacità elettrica del paese. Un passo storico per un’Etiopia da 120 milioni di abitanti che punta a diventare esportatrice netta di energia.
Ma l’Egitto non festeggia. Il Cairo ha sempre definito la diga una “minaccia esistenziale”, temendo una drastica riduzione del flusso d’acqua del Nilo, da cui dipende quasi interamente per agricoltura, approvvigionamento idrico e sopravvivenza di oltre 100 milioni di persone.
L’Etiopia, però, ribadisce:
“Non abbiamo bisogno del permesso di paesi stranieri per costruire infrastrutture di sviluppo”.
È il Nilo a scrivere, ancora una volta, la geopolitica dell’Africa. La diga è un simbolo: di potere, di autonomia, ma anche di conflitto latente.
Perché l’acqua, nel XXI secolo, è la nuova frontiera del controllo.
E quando il corso di un fiume viene modificato, non cambiano solo i paesaggi: cambiano gli equilibri di un intero continente.
Russia e Ucraina
Una telefonata durata quasi un’ora, ma senza risultati: così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha descritto il colloquio avuto ieri con Vladimir Putin.
Al centro, il conflitto in Ucraina. Ma, secondo Trump, “non si è fatto alcun passo avanti”.
Il Cremlino, invece, ha riferito che Putin ha ribadito la volontà di affrontare le “cause profonde” della guerra: tradotto dal linguaggio russo, significa bloccare l’allargamento della NATO e ridimensionare il sostegno occidentale a Kyiv.
I due leader non hanno discusso della sospensione temporanea di alcune forniture militari statunitensi all’Ucraina, una decisione che ha sollevato preoccupazione proprio mentre Mosca intensifica gli attacchi estivi. Nelle ultime ore, un attacco con droni ha colpito un sobborgo di Kyiv, mentre l’artiglieria russa ha ucciso cinque civili nell’est del Paese.
Trump ha detto che le forniture non sono completamente ferme, ma ha criticato Joe Biden per aver “svuotato gli arsenali americani” a favore dell’Ucraina.
Intanto, Zelensky spera di parlare con Trump già oggi per chiarire la situazione.
Le armi al centro della disputa includono i missili Patriot, fondamentali per l’abbattimento di missili balistici.
Il Pentagono ha confermato il taglio nelle consegne, citando “scorte troppo basse”.
Il Cremlino ha fatto sapere di preferire negoziati diretti tra Mosca e Kyiv, escludendo il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti — una posizione già evidenziata a Istanbul, dove i diplomatici americani sono stati invitati a lasciare il tavolo.
Come se non bastasse, Il vice comandante della Marina russa Mikhail Gudkov è stato ucciso durante “operazioni di combattimento” nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina, hanno dichiarato giovedì funzionari di Mosca.
Gudkov, promosso dal presidente Vladimir Putin all’inizio di quest’anno, è uno degli ufficiali militari russi di più alto grado ad essere stato ucciso dall’inizio della guerra.
Stati Uniti
Con 218 voti contro 214, la Camera statunitense ha approvato il maxi-pacchetto fiscale voluto dal presidente Donald Trump, centrando così l’obiettivo politico simbolico entro il 4 luglio.
Il provvedimento include proroghe e ampliamenti dei tagli fiscali varati nel 2017, pesanti riduzioni al welfare e un forte investimento nella sicurezza e nella difesa interna — compreso un ambizioso sistema antimissile ribattezzato “Golden Dome”.
La manovra, più di 800 pagine, è stata approvata nonostante profonde divisioni: due repubblicani hanno votato contro, tutti i democratici si sono opposti.
Il leader della minoranza Hakeem Jeffries ha parlato per oltre otto ore, definendo il testo “un crimine contro il popolo americano”.
Il pacchetto prevede tagli per 1.2 trilioni di dollari a Medicaid e ai buoni alimentari, imponendo nuovi requisiti di lavoro anche per genitori e anziani.
Secondo il Congressional Budget Office, 11,8 milioni di persone perderanno la copertura sanitaria, mentre il deficit aumenterà di 3,3 trilioni nel prossimo decennio.
Intanto, il Tax Policy Center ha stimato che il provvedimento garantirà un risparmio fiscale medio di 150 dollari ai cittadini più poveri, 1.750 alla classe media, e quasi 11.000 dollari ai più ricchi.
Trump l’ha chiamato il suo “big, beautiful bill”. Jeffries l’ha definita una “scena del crimine”. I tagli colpiranno i più fragili: anziani, bambini, persone disabili.
I benefici? Si concentrano nei piani alti. In America è tornato il patriottismo fiscale, ma con lo stesso vecchio copione: sgravi ai ricchi, sacrifici agli altri.
Era una notte di musica e festa, finita in una pioggia di sangue. Almeno quattro persone sono state uccise e altre 14 ferite in una sparatoria avvenuta mercoledì sera fuori da un locale di Chicago, dove si era appena concluso il party per l’uscita dell’album della rapper Mello Buckzz.
Erano le 23, nella zona di River North, quando un’auto ha affiancato il gruppo di giovani che lasciava il locale Artis Lounge e ha aperto il fuoco. Due uomini, di 24 e 25 anni, e due donne sono morti. Tre dei feriti sono in condizioni critiche. La maggior parte delle vittime ha tra i 21 e i 32 anni.
L’autrice dell’album, Melanie Doyle – in arte Mello Buckzz – ha scritto sui social parole disperate:
“Dio, abbracciale tutte… ho perso due persone in una sola notte. Il mio cuore è a pezzi.”
L’Artis Lounge occupa gli stessi spazi del vecchio Hush Club, già chiuso in passato per motivi di sicurezza dopo un altro omicidio.
Al momento, nessun arresto. Le autorità cercano un’auto scura: a bordo uno o più tiratori che hanno fatto fuoco sulla folla senza pietà. Nessun movente confermato.
Chicago lotta da anni contro la violenza armata. I dati mostrano un calo di omicidi nel 2024, ma le armi restano ovunque – e basta una sera qualunque, una festa, un addio, e il futuro si spegne a raffiche di piombo.
Una generazione intera cresce con il terrore come sottofondo. E mentre si contano i morti, nessuno sembra voler disarmare davvero l’America.
Julio Cesar Chavez Jr, ex campione mondiale di boxe e figlio della leggenda messicana del ring, è stato arrestato a Los Angeles dagli agenti dell’immigrazione statunitense e rischia l’espulsione dagli USA.
L’arresto è avvenuto mercoledì, pochi giorni dopo la sconfitta del pugile contro l’americano Jake Paul in un incontro mediatico da tutto esaurito ad Anaheim.
Secondo il Dipartimento della Sicurezza Interna, Chavez avrebbe fornito false dichiarazioni in una richiesta di residenza permanente nel 2024, pur essendo sposato con una cittadina americana.
Ma le accuse più gravi riguardano i sospetti legami con il cartello messicano di Sinaloa, designato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica. Sua moglie, Frida Munoz Chavez, è stata in passato sposata con il figlio di “El Chapo” Guzmán, assassinato nel 2008.
Il DHS sostiene inoltre che Chavez è ricercato in Messico per reati legati al traffico d’armi e crimine organizzato.
Chavez, 39 anni, era entrato temporaneamente negli Stati Uniti a gennaio, nonostante avesse precedentemente superato i limiti del visto turistico.
A peggiorare la sua situazione legale, una condanna a Los Angeles per reati legati al possesso di armi nel 2024 — che però il suo avvocato nega, parlando di un percorso di riabilitazione psichiatrica.
Sta suscitando indignazione in California un video che mostra circa dieci agenti dell’ICE – l’agenzia federale per l’immigrazione – urinare nel parcheggio di una scuola pubblica a Los Angeles, vicino al cortile dove si tenevano lezioni.
Il fatto è avvenuto il 17 giugno alla Ruben Salazar High School di Pico Rivera, ed è stato denunciato formalmente dal consiglio scolastico distrettuale.
Le telecamere della scuola hanno ripreso gli agenti mentre si avvicinavano uno dopo l’altro a un container accanto al parco giochi per bambini.
Nessuno di loro, secondo il consiglio, aveva un mandato, né un motivo legittimo per essere lì.
La denuncia accusa gli agenti di:
- violazione di proprietà privata
- comportamento indecente in presenza di minori
- assenza di autorizzazione giudiziaria
Il Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) ha dichiarato che l’incidente è sotto indagine, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Cuba
Berta Soler, storica leader del collettivo dissidente cubano Damas de Blanco, è stata arrestata per due volte in meno di una settimana all’Avana, secondo quanto riferito dal marito, l’ex prigioniero politico Ángel Moya.
L’ultimo arresto è avvenuto mentre Soler lasciava la sede del movimento nel quartiere di Lawton.
Domenica scorsa, era stata trattenuta e interrogata in commissariato, dopo aver ricevuto un invito dall’ambasciata statunitense per il 4 luglio, Giorno dell’Indipendenza USA.
Soler ha denunciato numerosi arresti brevi negli ultimi anni, parte di una strategia repressiva che colpisce regolarmente i membri delle Damas de Blanco, il gruppo nato dopo la Primavera Nera del 2003, quando 75 dissidenti – tra cui molti giornalisti indipendenti – furono condannati a lunghe pene detentive.
In un Paese dove il dissenso è ancora punito con la repressione silenziosa, le Dame in Bianco continuano a sfidare il regime con l’unica arma che hanno: la dignità.
Vestite di bianco, camminano in silenzio da vent’anni. E ogni arresto, ogni intimidazione, è il segno che la loro voce fa ancora paura.
Colombia
Colpo di scena nella diplomazia colombiana: Laura Sarabia ha annunciato le sue dimissioni da ministra degli Esteri, in aperto disaccordo con il presidente Gustavo Petro.
In una lettera pubblica indirizzata al capo dello Stato, Sarabia ha scritto:
“Sono state prese decisioni che non condivido e che, per coerenza personale e rispetto istituzionale, non posso sostenere.”
Alla base dello scontro, ci sarebbero le iniziative di Petro sulla gestione dei passaporti, con l’ingresso nelle decisioni del capo di gabinetto Alfredo Saade, figura controversa all’interno dell’amministrazione.
Cile
Ha 19 anni, viene dagli Stati Uniti, e vuole entrare nella storia come il primo a volare su tutti e sette i continenti con un piccolo aereo, raccogliendo fondi per la ricerca sul cancro.
Ma il suo sogno si è interrotto in Antartide.
Ethan Guo, influencer e pilota, è stato arrestato dalle autorità cilene dopo essere atterrato senza autorizzazione alla base di Teniente Rodolfo Marsh Martin, nel territorio antartico rivendicato dal Cile.
Secondo i procuratori, il giovane ha falsificato il piano di volo, dichiarando un semplice sorvolo di Punta Arenas, per poi dirigersi verso il Polo Sud. Avrebbe anche segnalato falsamente il suo aereo come disperso, altra violazione della legge cilena.
L’avvocata di Guo sostiene che il giovane stesse compiendo un volo esplorativo, e che abbia incontrato “una serie di complicazioni” in volo.
Per ora, Guo dovrà restare in Cile per 90 giorni, in attesa della conclusione delle indagini.
Una storia che mescola incoscienza, ambizione e i limiti sempre più sfumati tra impresa e spettacolo.
Perché se il mondo è a portata di social, la legge – anche in Antartide – resta una cosa seria. E la realtà, nonostante gli algoritmi, non si attraversa a cuor leggero, né a colpi di like.
Afghanistan
Il governo afghano ha annunciato che la Russia è diventata il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente il regime talebano, insediatosi con la presa del potere nell’agosto 2021.
La dichiarazione è arrivata dopo l’incontro tra il ministro degli Esteri talebano, Amir Khan Muttaqi, e l’ambasciatore russo Dmitry Zhirnov a Kabul.
“Una decisione coraggiosa, che sarà d’esempio per altri,” ha dichiarato Muttaqi in un video pubblicato su X, mentre Mosca ha sottolineato su Telegram la volontà di rafforzare la cooperazione bilaterale in settori chiave come energia, trasporti, agricoltura e sicurezza regionale.
La Russia ha rimosso i talebani dalla lista delle organizzazioni terroristiche ad aprile, ha accettato un ambasciatore talebano e prevede di usare l’Afghanistan come hub di transito per il gas verso il Sud-Est asiatico.
Un passo che segna un nuovo asse geopolitico, alimentato più da interessi strategici che da valori condivisi.
Ma la decisione ha scatenato forti critiche, soprattutto da parte delle donne afghane.
“Legittimare un regime che vieta l’istruzione alle ragazze, pratica fustigazioni pubbliche e ospita terroristi sanzionati dall’ONU è inaccettabile”, ha dichiarato l’ex deputata Mariam Solaimankhil.
Anche Fawzia Koofi, altra ex parlamentare, ha avvertito: “Questo riconoscimento non porterà pace, ma impunità.”
La Russia è la prima, ma non sarà l’ultima. E mentre il mondo normalizza i talebani, le donne afghane scompaiono dall’orizzonte politico e civile.
Ancora una volta, i diritti vengono sacrificati sull’altare della realpolitik. E la comunità internazionale? Guarda, trattiene il fiato, e firma memorandum.
Bangladesh
In Bangladesh, l’ex prima ministra Sheikh Hasina è stata condannata a sei mesi di carcere per oltraggio alla corte, dopo la diffusione di un audio in cui avrebbe rivendicato una “licenza di uccidere” per vendicarsi dei procedimenti legali a suo carico.
La condanna è arrivata dal Tribunale Internazionale per i Crimini di Dhaka, mentre Hasina viene processata in contumacia per crimini contro l’umanità, legati alla brutale repressione delle proteste studentesche che, l’anno scorso, misero fine al suo governo dopo 15 anni al potere.
In un audio attribuito all’ex premier, si sente una voce dire:
“Ci sono 227 casi contro di me, quindi ho la licenza di uccidere 227 persone.”
Hasina, fuggita in India, non si è presentata né ha inviato rappresentanza legale nonostante le convocazioni del tribunale.
Il procedimento rientra nelle inchieste sui massacri durante le rivolte studentesche: secondo l’ONU, fino a 1.400 persone sarebbero state uccise in tre settimane.
Nel frattempo, il nuovo governo guidato dal premio Nobel per la pace Muhammad Yunus ha bandito il partito di Hasina, l’Awami League, e modificato le leggi per perseguire i responsabili delle stragi.
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