31 maggio 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Maggio 31, 2022
Myanmar. Le donne colpite dalla guerra civile devono lottare anche per l’igiene mestruale. India. In Uttar Pradesh nuove regole (in dieci punti) per le donne che lavorano di notte. Israele. Nofar Morali porta il governo in Tribunale contro la regola del cambiamento del nome su tutti i documenti solo dopo sette anni. Stati Uniti. Le donne del calcio vincono la battaglia per equi stipendi.
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Myanmar
Nel febbraio 2021 un colpo di Stato militare ha interessato il Myanmar e molte persone sono diventate sfollate o sono scappate per contrarietà al nuovo regime. Per le donne, come spesso accade, l’esserlo è più difficile e, come riferisce Al Jazeera: soffrono tra l’altro il problema della carenza di igiene durante il ciclo mestruale. Non è difficile solo reperire assorbenti, ma anche acqua per lavarsi o i propri indumenti intimi, con un alto rischio di infezione. Inoltre, il disagio provocato dall’assenza d’igiene rende difficile anche partecipare a comuni attività lavorative o scolastiche. Alcune organizzazioni di volontariato si sono attivate per portare aiuti sanitari specifici, tuttavia anche arrivare nei luoghi in cui si trovano le persone sfollate può essere molto rischioso, senza contare il fatto che dopo il colpo di Stato molti negozi hanno chiuso, quindi trovare assorbenti è complicato.
India
In dieci punti, il governo dell’Uttar Pradesh ha stabilito delle norme a tutela delle donne che lavorano di notte, principalmente in fabbrica. In primo luogo, le fabbriche avranno bisogno di un consenso scritto da parte delle lavoratrici per poterle impiegare dopo le sette di sera e prima delle sei di mattina, inoltre, nelle ore notturne, le autorità provvederanno a fornire loro trasporti gratuiti, cibo e una adeguata supervisione. In caso di rifiuto del lavoro nelle ore notturne, le donne non potranno inoltre essere licenziate. Negli altri punti si ribadisce che gli imprenditori dovranno provvedere a fornire alle donne acqua e cibo durante i turni notturni e permettere loro di vivere un ambiente sereno e in cui si prevengano le molestie sessuali, per esempio garantendo la presenza di altre donne a lavoro.
Israele
Nofar Morali è una persona transgender di ventidue anni e ha deciso di portare presso l’Alta Corte di Giustizia il proprio governo, per la regola che vuole il cambiamento reale del nome solo dopo 7 anni dalla richiesta. Morali ha riportato ad Haaretz, infatti, che questa regola la fa sentire vincolata a un passato superato, un passato con un nome cui non ha mai sentito di appartenere e che ha abbandonato nel 2018. Secondo una legge del ’56, infatti, il nome proprio può essere cambiato ogni sette anni (anche di più se si ha un permesso speciale dal ministero dell’Interno), ma senza che venga aggiornata la carta d’identità prima che sia trascorso lo stesso tempo. Il problema che sta vivendo Morali, comunque, non è estraneo a molte altre persone nella sua stessa condizione, che rende, per esempio, i controlli di polizia estremamente imbarazzanti. Resta anche l’aspetto quantomeno bizzarro per il quale sui passaporti il nome viene cambiato a richiesta, solitamente senza problemi a fronte di una nuova identità anagrafica, mentre per la carta d’identità non esiste questa possibilità.
Stati Uniti
Si sa, negli USA il calcio è sport da donne, ma le paghe delle giocatrici erano ancora più basse di quelle dei colleghi maschi. La decisione è stata presa dalla US Soccer Federation, dopo tre mesi di richieste da parte di un gruppo di calciatrici, che hanno intentato contro la federazione una causa per discriminazione. Da quest’anno i membri della nazionale maschile (che parteciperà ai mondiali in Qatar) e di quella femminile (il mondiale sarà invece nel 2023) divideranno gli utili della FIFA in parti uguali per le due squadre.
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