Brasile, il mistero delle chiazze di petrolio

Scritto da in data Ottobre 17, 2019

In Brasile si sta consumando, in silenzio, un vero e proprio disastro ambientale. L’ennesimo. Chiazze di petrolio continuano ad avanzare lungo le coste Nord-est del paese e hanno raggiunto anche la città di Salvador de Bahia, una delle più note e frequentate destinazioni turistiche del Paese.

Un “mistero” cominciato da più di un mese e mezzo fa quando, lungo la costa nord orientale, è comparsa una macchia di petrolio che oggi ha intaccato 139 spiagge e 63 comuni. “Ciò che è stato verificato è che il Dna del petrolio non è prodotto né commercializzato in Brasile”, dice il presidente Jair Bolsonaro. “La chiazza ha una dimensione insolita. Sembra che il petrolio sia stato scaricato involontariamente”.

Nel frattempo un’altra chiazza di petrolio, di circa 200 metri, è comparsa al largo della città di Japaratinga, a nord di Alagoas: si teme che possa espandersi verso Porto de Pedras, un vero e proprio santuario ecologico del pesce bue.

Bahia

Ora lo stato di Bahia: qui il greggio è arrivato dopo. Ma il flusso, nelle ultime ora, sembra essere aumentato. Solo ieri sono state rimosse 22 tonnellate di petrolio. Il governo locale ha decretato lo stato di emergenza per affrontare il disastro ambientale reso ancora più grave dal fatto che mancano meno di due mesi all’inizio della stagione estiva.

La dispersione di greggio sulle coste del Brasile è iniziata nel mese di settembre e ha coinvolto già nove Stati del Nordest, uccidendo molti animali. “L’ipotesi più probabile, non l’unica, è che sia stato rovesciato quando una nave cercava di consegnarlo a un’altra”, dice il ministro dell’Ambiente, Ricardo Salles.

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