Siria, attacco turco. Amnesty: “Civili a rischio”

Scritto da in data Ottobre 9, 2019

“Mentre l’esercito turco si prepara ad attaccare le forze curde nel nordest della Siria, è fondamentale che tutte le parti coinvolte rispettino il diritto internazionale umanitario, evitando tra l’altro di compiere attacchi contro civili e obiettivi civili così come attacchi indiscriminati e sproporzionati”. È questo il commento della direttrice per le ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International Lynn Maalouf dopo l’annuncio del governo della Turchia, che ha parlato di un ingresso delle sue forze nel nordest della Turchia per allontanare dai propri confini le forze curde sostenute dagli Stati Uniti.

“Come in altre parti della Siria, la popolazione civile nel nordest del paese ha già subito le conseguenze di varie offensive militari, che hanno prodotto sfollamenti a ripetizione e dato luogo a condizioni di vita durissime. La Turchia è obbligata, ai sensi del diritto internazionale umanitario, a prendere tutte le misure possibili per proteggere i civili e assicurare il passaggio degli aiuti umanitari”, dice Maalouf. “Ai civili che vogliano allontanarsi dalle zone di conflitto devono essere assicurati percorsi sicuri”.

“Sia le forze turche che quelle curde hanno in passato compiuto attacchi indiscriminati in Siria che hanno causato uccisioni di civili. Ciò non deve accadere ulteriormente. Per evitare che in Siria si sviluppi un’ulteriore catastrofe umanitaria, la comunità internazionale deve prendere tutte le misure per assicurare il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte delle autorità turche, dei gruppi armati filo-turchi e delle forze curde”.

Cosa sta succedendo

Secondo un portavoce del governo della Turchia, gli Usa hanno dato via libera a un’offensiva contro le forze curde allo scopo di stabilire una “zona di sicurezza” ampia 32 chilometri lungo il confine, allo scopo di trasferirvi dalla Turchia milioni di rifugiati siriani.

Secondo le Nazioni Unite, gli aiuti umanitari forniti dalle sue agenzie riguardano attualmente 700mila persone che si trovano nel nordest della Siria, su un totale di un milione e 700mila residenti.

Lo scorso anno Amnesty International ha denunciato – ricorda l’ong in una nota – attacchi indiscriminati da parte dell’esercito turco e dei gruppi armati alleati e anche, sebbene in misura minore, da parte delle forze curde nelle città di Afrin e Azaz, a nord di Aleppo, in cui sono state uccise decine di civili.

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