Tecnologia di guerra

Scritto da in data Ottobre 16, 2024

Il suo acronimo − THAAD − significa Terminal High Altitude Area Defense ed è il sistema antimissile di progettazione e fabbricazione statunitense.
Il sistema THAAD, già utilizzato dagli Stati Uniti in alcune zone di conflitto del mondo, è balzato agli onori della cronaca con la notizia del suo invio in Israele.
Ma cos’è, e come funziona il sistema THAAD?

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È stato lo stesso Pentagono ad annunciare di aver fornito agli israeliani il sistema THAAD, unitamente al personale militare statunitense necessario per gestirlo.
Un sostegno militare a Israele di particolare peso nella guerra in Medio Oriente.
Cerchiamo di capire perché.

Cos’è il sistema antimissile THAAD

Il THAAD fa parte del sistema di difesa degli Stati Uniti, ed è stato sviluppato dall’americana Lockheed Martin Corporation sotto la responsabilità della Missile Defense Agency (MDA), l’agenzia per la difesa missilistica statunitense.
E mentre l’agenzia è responsabile anche del mantenimento del sistema di difesa, la responsabilità delle operazioni resta in capo all’Esercito degli Stati Uniti.

Il THAAD è un sistema avanzato capace di intercettare i temutissimi missili balistici, ovvero quei missili a corto, medio e lungo raggio in grado di viaggiare a una traiettoria suborbitale e colpire obiettivi posti a centinaia e persino a migliaia di chilometri di distanza.
Non a caso quelli a lungo raggio hanno gittate intercontinentali.

I missili balistici sono testate che possono coprire diverse distanze. Possono essere:

  • a corto raggio, con gittate fino a mille chilometri
  • a medio raggio, tra i mille e i tremila chilometri
  • a raggio intermedio limitato, tra i tremila e i cinquemila chilometri
  • a lungo raggio, oltre i cinquemila km

Il sistema di difesa a stelle e strisce riesce a intercettare l’arrivo di tali missili e a intervenire colpendoli quando si trovano a distanze tra i centocinquanta e i duecento chilometri dall’obiettivo, specificatamente durante la fase terminale del loro volo.

Come funziona il sistema antimissile THAAD

Ogni batteria THAAD è costituita in genere da novantacinque soldati e quattro diverse unità:

  1. sistema radar
  2. sistema di controllo del fuoco e delle comunicazioni
  3. lanciatori
  4. intercettatori

Il sistema radar è trasportabile e, insieme al sistema di controllo del fuoco e delle comunicazioni, è destinato a effettuare la sorveglianza.
I lanciatori in genere sono sei, e sono installati su camion, mentre gli intercettatori sono di norma quarantotto, otto per ogni lanciatore.

Il sistema THAAD nel mondo

L’esercito americano ha iniziato a sviluppare il THAAD nel 1992 e attualmente − precisa il Congressional Research Service (CRS), l’agenzia che si occupa di svolgere ricerche e analisi per il Congresso degli Stati Uniti – dispone di sette batterie THAAD:

  • tre a Fort Bliss, contea di El Paso (Texas)
  • due a Fort Cavazos, vicino a Austin (Texas)
  • una in Corea del Sud
  • una a Guam (Micronesia)

Nel 2022 l’azienda produttrice Lockheed Martin ha ricevuto un contratto da settantaquattro milioni di dollari per la produzione dell’ottava batteria THAAD, con la previsione di metterla in campo entro il 2025.

La difesa aerea nelle zone calde

Il sistema di difesa THAAD, spiega ancora in un rapporto il CRS, è stato dispiegato in diverse occasioni in risposta a potenziali minacce di lancio di missili balistici.
Per esempio, il dispiegamento temporaneo voluto nel 2013 a Guam è stato decretato in risposta a una potenziale attività di lancio di missili dalla Corea del Nord. Una presenza del sistema emergenziale poi divenuta duratura per garantire la difesa continua di quest’area delicata del Pacifico.

Vi sono anche altri Paesi che hanno acquistato il sistema THAAD dagli Stati Uniti.
Tra questi l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Il sistema THAAD di quest’ultimi è stato in grado di intercettare i missili balistici lanciati nel 2022 dai militanti Houthi.

Il THAAD in Medio Oriente

L’arrivo del sistema THAAD nelle zone di guerra è destinato alla protezione di Israele dal possibile invio di missili balistici dall’Iran.

Una minaccia costante e concreta da parte del governo di Teheran, capace di innalzare ancor di più il livello – per altro già elevato – della guerra che sta infiammando il Medio Oriente da ormai dodici mesi.

L’invio del sistema americano rientra nella politica di sostegno e difesa dello stato di Israele che il governo statunitense ha sempre dichiarato e perseguito.

Il rischio attuale è che qualsiasi mossa e contromossa, da ambo le parti, possa portare a un ulteriore inasprimento e allargamento del conflitto.

Musica: “Warriors” – Willyecho
Foto in copertina: Lockheed Martin Corporation

 

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