Vivere e combattere da donna afro in America Latina
Scritto da Stefania Cingia in data Giugno 3, 2018
“Mi nego esplicitamente
a negare la mia voce
il mio sangue
la mia pelle”
Inizia così la poesia di Shirley Campbell Barr, poeta e sorella della prima vice presidente afro americana della storia dell’America Latina. Ci pensate mai a cosa significhi essere donna, afro in America Latina? A cura di Stefania Cingia su Radio Bullets
La prima donna vicepresidente nella storia della Costa Rica è stata Victoria Garrón de Doryan, eletta nel 1986. La prima donna legislatrice afrocostaricana si chiamava Thelma Curling Rodríguez, in carica dal 1982 al 1986. La prima donna presidente è stata Laura Chinchilla eletta nel 2010.
Uniamo le tre variabili importanti: politica, donna, afro discendente. Aprile 2018: Epsy Campbell Barr diventa vice presidente, ed è la prima donna afro discendente che riveste questa carica non solo della Costa Rica, ma di tutta l’America Latina. Aggiungo una variabiale: ha origini jamaicane. Porta il nome della nonna materna, che era migrata dalla Jamaica alla Costa Rica. Economista e autrice di diversi libri, ha un master in International Cooperation for Development and Advanced Managament Techniques and Political Decision.
Ha quattro sorelle, di cui una ballerina, una cantante e presentatrice e una poeta, scrittrice e antropologa, Shirley. È di lei e della sua attività che vorrei parlarvi oggi.
Shirley Campbell Barr è anche un’attivista del movimento afro discendente in America Latina, partecipa a conferenze, laboratori, letture di poemi, diffondendo il suo lavoro e contribuendo al processo di coscientizzazione delle comunità afro discendenti. Nel suo lavoro emerge la grande preoccupazione per i bambini, l’interesse per i problemi di genere e uno smisurato orgoglio per la cultura afro e la sua storia.
In un’intervista per la rivista online Afroféminas (https://afrofeminas.com/2014/04/15/entrevista-a-shirley-campbell-barr/), Shirley afferma che “l’arte deve essere uno strumento al servizio delle cause più giuste. So cosa significa essere una donna nera in America Latina e nel mondo. Non è facile. E so anche che non sarà mai abbastanza quello che scriviamo guardando con gli occhi di una donna nera”.
Ora, immagino che molte di noi sapranno descrivere quello che sentono e vedono con gli occhi di donna, e anche per noi non è mai abbastanza quello che c’è da raccontare. Ma cosa significa essere donna nera in America Latina?
Nelle Americhe vivono circa 200 milioni di persone di discendenza africana. La maggior parte di queste si trovano in situazione di vulnerabilità, come conseguenza della povertà, del sottosviluppo, dell’esclusione sociale, delle disuguaglianze economiche; tutto questo è strettamente connesso al razzismo, alla discriminazione razziale, alla xenofobia e all’intolleranza. Un altro sintomo di vulnerabilità è l’invisibilità, ossia il non identificare un gruppo o un tema come importante e quindi non includerlo nella vita sociale e politica di uno stato; in alcuni casi si parla di politiche insufficienti o totalmente assenti verso gli afro discendenti e verso le donne in particolare.
La donne di discendenza afro e nere in America Latina e nella zona dei Caraibi vivono un disagio ancora più profondo: oltre al sentimento di ingiustizia per le discriminazioni che soffrono, devono rapportarsi con le difficoltà derivate dal maschilismo e machismo, sessismo e cultura patriarcale delle società latino americane. Devono combattere con lo stereotipo della ‘ipersessualità’ della donna nera ‘particolarmente attiva sessualmente’ che di fatto le relega al lavoro sessuale e domestico.
Ed esiste anche una forte violenza simbolica ogni volta che una donna con la pelle nera deve sentirsi chiedere “di che paese sei?”, dando per scontato che non possa essere di nazionalità argentina o messicana o chilena…
Per cercare di combattere tutto questo, la Organización de los Estados Américanos (OEA) ha pubblicato un’Agenda dell’Attivismo delle Donne Afro discendenti nel Sud America, approvando nel 2016 un Piano di Azione del Decennio delle persone Afrodiscendenti nelle Americhe 2016-2025, per implementare le politiche, i programmi e i progetti per il riconoscimento, la promozione e la protezione dei diritti delle persone afro.
Credo che il miglior modo per chiudere sia ritornare a Shirley, che ha vissuto e vive tutto questo, e che combatte con la sua voce, la sua testa e il suo cuore contro la discriminazione delle persone afro discendenti.
Vi saluto con il bellissimo poema di Shirley Rotundamente Negra
Rotundamente Negra
Me niego rotundamente
a negar mi voz
mi sangre
y mi piel
Y me niego rotundamente
a dejar de ser yo
a dejar de sentirme bien
cuando miro mi rostro
en el espejo
con mi boca
rotundamente grande
y mi nariz
rotundamente ancha
y mis dientes
rotundamente blancos
y mi piel
valientemente negra
Y me niego categóricamente a
dejar de hablar mi lengua, mi acento y mi historia
Y me niego absolutamente
a ser de los que se callan
de los que temen de los que lloran
Porque me acepto
rotundamente libre
rotundamente negra
rotundamente hermosa.
Mi nego esplicitamente
a negare la mia voce
il mio sangue
la mia pelle
E mi nego esplicitamente
a smettere di essere me stessa
a smettere di sentirmi bene
quando guardo il mio viso
allo specchio
con la mia bocca
esplicitamente grande
e le mie narici
esplicitamente larghe
e i miei denti
esplicitamente bianchi
e la mia pelle
coraggiosamente nera
E mi nego categoricamente a
smettere di parlare con la mia lingua,
il mio accento e la mia storia
E mi nego assolutamente
di essere tra quelli che zittiscono, che temono , che piangono
Perché mi accetto
esplicitamente libera
esplicitamente nera
esplicitamente bella.
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Radio Bullets On Giugno 3, 2018 at 2:42 pm
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