1 gennaio 2021 – Notiziario

Scritto da in data Gennaio 1, 2021

Cominciamo con una buona notizia: ci siamo liberati del 2020, un anno che ha schiacciato il mondo e le vite di tutti quanti. E per quante incognite ci siano, almeno per un giorno possiamo sperare che qualcosa di buono sia in serbo per tutte e tutti noi. Noi continueremo a dare notizie che spesso i media tradizionali non considerano perché troppo lontane o troppo difficili e continueremo a frantumare il silenzio perché sono, siamo convinti e convinte, che conoscere sia il primo passo per cambiare, per essere la voce delle persone che ne hanno bisogno, che si tratti di un’attivista saudita o di un giornalista cinese.
E allora non ci resta che cominciare, forse ricominciare.

I titoli di oggi

  • Tibet: scompare dopo una caduta Glacier Bro, il cacciatore dei ghiacciai (copertina).
  • Regno Unito: lunedì si decide dell’estradizione di Assange.
  • Nel 2020 Israele ha arrestato 4636 palestinesi.
  • Afghanistan: solo il 30% della polizia di Kandahar è in servizio.
  • Sudan: dopo 13 anni, la missione ONU-UA in Darfur termina il suo mandato.
  • Etiopia: ucciso un cooperante di ONG olandese nel Tigray.
  • L’Australia cambia l’inno nazionale per onorare le popolazioni indigene.
  • Belgio: 26 anziani muoiono in una RSA dopo la visita di un Babbo Natale infetto.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

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Yemen

Come rappresaglia per gli attacchi missilistici ad Aden, l’Arabia Saudita ha colpito almeno 15 siti nella capitale yemenita di Sanaa, martellando l’area con intensi bombardamenti aerei. Le cifre esatte delle vittime non sono ancora chiare, ma si ritiene che i danni siano sostanziali.
I ribelli sciiti houthi hanno negato di avere qualcosa a che fare con gli attacchi di Aden. La raffica di razzi ad Aden ha ucciso 26 persone all’aeroporto, mentre arrivava il nuovo governo. I sauditi hanno pensato che siano stati gli houthi perché combattono contro il governo, ma allo stesso tempo, ci sono molte altre fazioni in contrasto con il governo che potrebbero essere coinvolte, il che significa che non è chiaro ancora chi siano i responsabili. Non che i sauditi lascerebbero che l’incertezza si frapponga a ritorsioni frettolose e pesanti. Gli attacchi aerei sauditi hanno ucciso migliaia di yemeniti durante questa guerra, e molte di queste vittime sono civili.

Turchia – Cina

Il ministro degli Esteri turco ha detto che il paese non deporterà gli uiguri in Cina rassicurando che il nuovo accordo di estradizione tra le due nazioni non metterà a rischio la minoranza musulmana cinese. «Finora ci sono state richieste di rimpatrio dalla Cina relative agli uiguri in Turchia. E sapete che la Turchia non ha intrapreso passi come questo», ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu dall’agenzia di stampa statale Anadolu.
Il trattato di estradizione ratificato da Pechino questo fine settimana non cambierà le cose, ha aggiunto Cavusoglu. L’accordo di estradizione ha suscitato grande preoccupazione nella comunità turca di 50.000 uiguri. La Turchia è il più grande ospite al mondo di musulmani uiguri al di fuori della Cina, dove la minoranza ha affrontato una crescente repressione negli ultimi anni.
Si ritiene che almeno un milione di uiguri, un gruppo etnico che condivide legami linguistici e culturali con la Turchia, sia detenuto nei campi di detenzione nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang.
Le autorità cinesi sono accusate di aver sottoposto gli uiguri e altre minoranze musulmane a indottrinamento, lavoro forzato, tortura e controllo delle nascite forzato, tra gli altri abusi. Pechino respinge queste affermazioni e insiste che i campi di detenzione siano invece centri di rieducazione che mirano a tenere lontane le minoranze musulmane dall’estremismo e dal separatismo.
La Turchia e la Cina hanno firmato il trattato di estradizione nel 2017, ma non era stato ratificato da Pechino fino alla fine della scorsa settimana. Il parlamento turco non ha ancora ratificato formalmente l’accordo.

Israele e Palestina

Nel 2020 Israele ha arrestato 4636 palestinesi, inclusi 543 minori di età inferiore ai 18 anni, e 128 donne, mentre ha emesso 1114 ordini di detenzione amministrativa, secondo quattro gruppi di difesa dei prigionieri palestinesi.

La Commissione per i detenuti e gli ex detenuti, la Palestinian Prisoner Society, Addameer for Prisoners Support and Human Rights e Wadi Hilweh Information Center, hanno affermato nel loro rapporto congiunto sulla situazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane alla fine del 2020 che il numero dei prigionieri palestinesi in Israele è di circa 4400, di cui 40 donne, 170 minori e 26 detenuti da prima della firma degli accordi di Oslo nel 1993. Hanno riferito che 380 palestinesi sono ancora in detenzione amministrativa, mentre 4 prigionieri sono morti di malattia quest’anno durante la detenzione. Un totale di 543 prigionieri stanno scontando vari ergastoli, di cui 5 condannati all’ergastolo nel 2020 e un detenuto, Abdullah Barghouti, che sta scontando 67 ergastoli.

https://twitter.com/NewsMsdr/status/1344596523020136448

Il rapporto afferma che circa 700 prigionieri sono considerati malati, tra i quali 300 sono cronici e 10 di loro, tra cui Fouad Shoubaki, 81 anni, il prigioniero più anziano, hanno un cancro e necessitano di cure mediche speciali. Israele trattiene anche i corpi di 8 prigionieri morti mentre erano in prigione e si rifiuta di restituirli alle loro famiglie per la sepoltura: li tiene per usarli come merce di scambio in futuri accordi con i palestinesi.

Yesh Din, un gruppo per i diritti umani che documenta la violenza dei coloni in Cisgiordania, ha registrato 25 attacchi contro i palestinesi e le loro proprietà da quando un adolescente israeliano è stato ucciso, giovedì sera, in un inseguimento con la polizia dopo aver presumibilmente lanciato pietre contro i palestinesi.

Etiopia

L’ONG olandese ZOA ha detto che uno dei suoi dipendenti è stato ucciso in un campo profughi nella regione settentrionale dell’Etiopia del Tigray, dove i militari hanno combattuto le forze ribelli. L’ONG ha dichiarato che il cooperante di 52 anni è stato ucciso nel campo profughi di Hitsats. Ha lavorato per l’ente di beneficenza per 10 anni e lascia la moglie e sette figli. L’organizzazione non ha diffuso il nome né i dettagli sull’omicidio.

Sudan

Una missione congiunta di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e dell’Unione africana (UNAMID) nella travagliata regione del Darfur in Sudan si è conclusa giovedì, dopo oltre 13 anni. L’UNAMID ha affermato che il governo sudanese si assumerà la responsabilità di fornire sicurezza e servizi ai cittadini della regione. La scorsa settimana, il Consiglio di sicurezza di 15 membri ha adottato all’unanimità una risoluzione per porre fine alla missione, delineando un ritiro graduale di sei mesi delle truppe con un ritiro completo entro il 30 giugno.
La missione è stata dispiegata in Darfur nel 2007 per porre fine a un aspro conflitto scoppiato nella regione occidentale nel 2003 tra forze governative e gruppi ribelli. Secondo il sito web delle Nazioni Unite della missione di mantenimento della pace, ci sono attualmente circa 4.000 soldati, 480 advisor di polizia, 1.631 poliziotti, 483 agenti civili internazionali e 945 funzionari civili nazionali sul terreno.
Il conflitto si è diffuso nella regione del Darfur occidentale del Sudan dal 2003 dopo che i ribelli, per lo più non arabi, si sono ribellati contro Khartoum. Le forze governative, e principalmente le milizie arabe che si sono mosse per reprimere la rivolta, sono state accusate di atrocità diffuse. Si stima che circa 300.000 persone siano state uccise e 2,5 milioni sfollate.

Coronavirus

Cina: a Wuhan, l’epicentro iniziale del virus, in migliaia scendono in strada a festeggiare la fine dell’anno. Sempre in Cina somministrati oltre 3 milioni di vaccini dal 15 dicembre. Brasile: la polizia disperde decine di feste in spiaggia a Rio nonostante il divieto. Questo mentre lo stesso presidente Bolsonaro sfida il lockdown e va in spiaggia a San Paolo. Germania: già 130 mila vaccinati. Il Pakistan acquisterà 1,2 milioni di vaccini dalla Cina. In Israele immunizzate quasi 800 mila persone con la prima dose del vaccino. Stati Uniti: arrestato un farmacista in Winsconsin per aver danneggiato di proposito centinaia di dosi di vaccino. Belgio: 26 residenti di una casa di riposo sono morti dopo che un volontario Babbo Natale, che ha visitato la struttura, è risultato positivo al virus. Era andato il 5 dicembre per un evento organizzato dalla struttura e pochi giorni dopo i residenti anziani hanno cominciato ad avvertire i sintomi. Oltre alle 26 vittime, 85 residenti e 40 membri dello staff sono risultati positivi si legge su The Guardian. Durante l’evento, dalle fotografie postate, si è visto che i residenti non indossavano mascherine. Il comune si è scusato dicendo che questo va oltre l’errore e non avrebbero mai autorizzato la visita. Marc Van Ranst, un eminente virologo, ha riferito su Twitter che la maggior parte delle infezioni proveniva dalla stessa fonte. Un portavoce della sanità regionale, Joris Moonens, ha detto che nessuna inchiesta è stata avviata in assenza di una denuncia formale. Non vi è alcuna prova che il volontario sapesse di essere positivo.

Gibilterra ed Europa

Una svolta, dopo 11 ore di negoziati, manterrà aperto il confine cruciale di Gibilterra con la Spagna dopo la completa separazione del Regno Unito dall’Unione Europea, ha annunciato giovedì il ministro degli Esteri spagnolo Arancha González Laya. Poche ore prima che il Regno Unito completasse la sua rottura con il blocco di 27 nazioni, Madrid e Londra hanno concluso «un accordo di principio» che significa che le persone nel granello di territorio britannico sulla punta meridionale della Spagna «possono tirare un sospiro di sollievo», ha dichiarato González Laya.
La chiave dell’accordo è che The Rock, la cui sovranità è contestata da Spagna e Gran Bretagna, rimarrà soggetta alle regole in vigore nell’area Schengen europea. Quell’area è composta da circa due dozzine di nazioni che hanno accettato di eliminare i controlli di viaggio generali tra di loro. La Gran Bretagna non è nel gruppo Schengen. L’accordo di compromesso tra Spagna e Regno Unito sarà inviato a Bruxelles, dove la Commissione Europea avvierà negoziati con Londra per trasformarlo in un trattato, ha affermato González Laya.

Regno Unito

Il padre del premier Boris Johnson ha chiesto la nazionalità francese e ha detto che non smetterà mai di essere un europeo.

Lunedì 4 gennaio, il giudice britannico che presiede il processo di estradizione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, deciderà se il wistleblower sarà estradato negli Stati Uniti e processato ai sensi dell’Espionage Act per aver denunciato crimini di guerra statunitensi. Se estradato, Assange rischierebbe fino a 175 anni di prigione. Il Dipartimento di Giustizia del presidente Trump ha incriminato il fondatore di WikiLeaks con 17 capi di spionaggio e cospirazione attraverso crimine informatico. Le accuse ruotano attorno ai documenti forniti a WikiLeaks dall’ex militare dell’esercito americano Chelsea Manning.
Ci sono state voci secondo cui il presidente Trump stia valutando la possibilità di perdonare Assange, e molti lo stanno esortando a farlo. La fidanzata di Assange, Stella Morris, ha recentemente presentato una sua istanza per la grazia, ha riferito a Fox News. «Le conseguenze di un processo contro Julian non riguardano solo lui o noi come famiglia, perché tutti sono d’accordo che questo è un caso terribile. È un caso terribile perché è la fine del primo emendamento», ha detto.
Assange è detenuto nella prigione londinese di Belmarsh dall’aprile 2019. Un relatore speciale delle Nazioni Unite, Nils Melzer, ha paragonato il trattamento di Assange a Belmarsh alla tortura. Melzer si è recentemente espresso contro l’estradizione, accusando gli Stati Uniti di criminalizzare il giornalismo. «In sostanza, gli Stati Uniti stanno cercando di criminalizzare il giornalismo investigativo. Questo è lo scopo della richiesta di estradizione, nient’altro», ha detto Melzer.

Norvegia: i soccorritori della frana avvenuta in un villaggio non hanno mai smesso di scavare per trovare le 15 persone disperse: ne restano 10 che mancano all’appello.

Bielorussia

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha detto ieri che il paese terrà un referendum sulle riforme costituzionali, come riferisce l’agenzia di stampa statale Belta. Lukashenko, che affronta proteste settimanali da quando ha rivendicato la vittoria nell’elezione del 9 agosto − truccata secondo i suoi oppositori − non ha specificato quando si dovrebbe tenere un tale referendum.
Intanto quattro giornalisti di un’associazione di stampa bielorussa indipendente sono stati accusati di evasione fiscale, ha dichiarato giovedì l’avvocato del fondatore del gruppo. Yulia Slutskaya, giornalista che ha fondato il Belarusian Press Club nel 2016, è stata accusata di “evasione fiscale su larga scala”, ha detto all’agenzia di stampa AFP il suo avvocato Anton Gashinsky. Rimarrà in custodia cautelare fino al 23 febbraio. Slutskaya è anche membro del consiglio dell’Associazione bielorussa dei giornalisti (BAJ). È stata arrestata la scorsa settimana quando è tornata in Bielorussia da una vacanza all’estero. Il direttore del club della stampa Sergei Olshevsky, la direttrice del programma Alla Sharko e il figlio di Slutskaya, Pyotr Slutsky, sono stati tutti accusati di cospirazione. Rischiano fino a sette anni di carcere.
L’ex stato sovietico è oggetto di proteste da agosto. Secondo il BAJ, i giornalisti sono stati arrestati 477 volte quest’anno, compreso un corrispondente del DW, e molti giornalisti stranieri hanno avuto la revoca dell’accreditamento.
Mogens Blicher Bjerregard della Federazione europea dei giornalisti ha chiesto all’Unione europea di «reagire con forza» e contribuire a garantire il rilascio di Slutskaya e dei suoi colleghi.

I fatti del 2020 in Russia, Bielorussia e nel Caucaso

Afghanistan

Il 70% dei membri in servizio nella polizia nazionale afghana della provincia meridionale di Kandahar ha lasciato il proprio incarico, affermano  funzionari locali. Il governatore provinciale di Kandahar, Hayatullah Hayat, ha tuttavia detto ad Ariana News che il governo sta cercando di mobilitare le forze di polizia nella provincia. «Solo il 30% dei membri del servizio di polizia è in servizio in questo momento. Il resto di loro, che è il 70%, se n’è andato, ma stiamo cercando di mobilitare le forze e ristabilire i posti di blocco». È accaduto dopo che i distretti di Arghandab, Zherai, Panjwai, Maiwand e Dand hanno assistito a pesanti scontri negli ultimi due mesi che hanno provocato lo sfollamento di migliaia di civili. Nel frattempo, almeno 300 avamposti sono finiti nelle mani dei militanti talebani e in alcuni casi la polizia ha abbandonato le postazioni «senza sparare un proiettile».
Il senatore Asif Sediqi, membro di una delegazione che è Kandahar per esaminare la situazione di sicurezza della provincia, ha dichiarato: «Purtroppo, la maggior parte dei 300 avamposti sono crollati senza resistenza». Gli insorti talebani hanno aumentato gli attacchi contro le forze di sicurezza a Kandahar. Il gruppo ha effettuato 28 attacchi con autobombe nella provincia negli ultimi mesi.

Pakistan

La polizia ha arrestato 24 persone in raid notturni, un giorno dopo che Shri Paramhans Ji Maharaj Samadhi, un tempio indù, è stato dato alle fiamme e gravemente danneggiato dalla folla nella provincia nord-occidentale di Khyber Pakthunkhwa. L’attacco al tempio di mercoledì scorso nella città di Karak, a circa 100 km a sud-est della capitale provinciale Peshawar, ha suscitato la condanna degli attivisti per i diritti umani e della minoranza indù.

Perù

Il presidente del Perù Francisco Sagasti ha promesso un’azione dura contro la polizia, dopo che due persone, tra cui un adolescente, sono state uccise durante le proteste dei lavoratori agricoli contro una nuova controversa legge agraria. Le due vittime sono morte mercoledì dopo che gli agenti avrebbero usato munizioni vere contro una protesta che bloccava la principale strada costiera attraverso La Libertad, una comunità agricola a 600 chilometri a nord della capitale Lima. Un rapporto dell’ospedale diceva che un ragazzo di sedici anni era morto per una ferita da arma da fuoco. Il procuratore locale ha dichiarato che aveva preso parte alla protesta, ma la sua famiglia ha detto che stava semplicemente passando. L’identità della seconda persona e la causa della morte non è ancora stata diffusa.

Brasile: il presidente Bolsonaro critica la legalizzazione dell’aborto in Argentina e assicura che nel suo paese non accadrà mai.

Tibet

Un popolare influencer cinese e noto ambientalista, Wang Xiangjun − conosciuto come “Glacier Bro” – si teme morto dopo essere caduto nelle acque gelide durante l’esplorazione di una cascata. Del trentenne non si hanno più notizie dal 20 dicembre.

 

Il suo corpo non è stato ancora trovato, ma un tributo pubblicato sabato dall’amministratore dell’account ufficiale di Wang non lascia molte speranze: «Mio fratello… giace per sempre nella sua cascata preferita… Per tutta la vita è stato ossessionato dai ghiacciai e ha dato la sua vita ai ghiacciai. Questo è il miglior luogo di riposo per lui», si legge sulla BBC. Wang è noto per i suoi video che esplorano i ghiacciai e per i suoi sforzi per evidenziare l’impatto devastante del cambiamento climatico sul pianeta. Filmati condivisi sui social media cinesi mostrano Wang che perde l’equilibrio mentre si arrampica vicino alla base di una cascata e scivola nelle acque gelide che scorrono veloci nella contea di Lhari, nel Tibet settentrionale. I soccorritori lo stanno ancora cercando, ma un membro della squadra di soccorso citato dal quotidiano cinese Global Times ha detto che è «quasi impossibile» che Wang sia sopravvissuto.

Australia

L’Australia ha cambiato una parola nel suo inno nazionale per riflettere quello che il primo ministro ha chiamato «lo spirito di unità» verso la popolazione indigena del paese. Il primo ministro Scott Morrison alla vigilia di Capodanno ha annunciato che la seconda riga dell’inno, Advance Australia Fair, è stata modificata da “Perché siamo giovani e liberi” a “Perché siamo uno e liberi”. La modifica è entrata in vigore oggi. «È tempo di garantire che questa grande unità si rifletta più pienamente nel nostro inno nazionale», ha detto, aggiungendo che l’Australia è stata «la nazione multiculturale di maggior successo sulla Terra».
«Mentre l’Australia come nazione moderna può essere relativamente giovane, la storia del nostro paese è antica, così come lo sono le storie dei molti popoli delle Prime Nazioni di cui riconosciamo e rispettiamo giustamente l’esistenza», ha concluso Morrison.

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