13 luglio 2021 – Notiziario in genere

Scritto da in data Luglio 13, 2021

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Giappone, a Nagoya una mostra chiude in seguito a minacce e pacchi con petardi: ospitava una statua sul tema delle schiave sessuali dell’occupazione coloniale. Israele, ok alla fecondazione surrogata per le coppie dello stesso sesso. Siria: centinaia di donne in piazza contro i crimini d’onore. Kuwait: una condanna a morte per femminicidio. Tunisia: le Nazioni Unite condannano l’aggressione in parlamento ad Abir Moussi.

Giappone

Ora come allora, l’irrisolto torna a galla. E – ne abbiamo già dato conto più volte qui su Radio Bullets – gli eventi risalenti alla II Guerra Mondiale rimangono ancora sospesi nella tensione tra il Giappone e altri paesi – come la Corea del Sud. Si torna a parlare delle cosiddette ‘donne di conforto’, le donne che in Giappone arrivavano dai paesi dell’Asia orientale, soprattutto da Corea e Cina, e diventavano di fatto schiave sessuali, obbligate alla prostituzione e alla schiavitù sessuale dall’esercito imperiale durante l’occupazione coloniale giapponese. Il tema è ancora scottante nei paesi vicini al Giappone, con irritazione da parte dell’estrema destra nipponica e con i revisionisti che negano o minimizzano la schiavitù sessuale praticata dal Giappone nel corso della guerra.

La mostra artistica ‘After Freedom of Expression’, da tempo al centro delle polemiche e già “silenziata” in passato, è stata temporaneamente sospesa a Nagoya, città a ovest di Tokyo dove si svolgeva. La decisione arriva a causa delle minacce ricevute il mese scorso e addirittura l’arrivo di un pacco intimidatorio contenente dei petardi – che per fortuna non ha provocato feriti. L’amministrazione ha preferito mantenere chiusa l’esibizione per tutto il fine settimana. La mostra era già stata al centro delle polemiche nel corso della Triennale di Aichi 2019, perché espone anche l’opera ‘Statue of Peace’, che rappresenta appunto le cosiddette Jūgun-ianfu, le ‘comfort women’. L’esibizione prevede anche un filmato con una scena in cui si vede l’immagine dell’Imperatore Hirohito – il nonno dell’attuale sovrano Naruhito – ridotta in cenere. Un’esibizione artistica sullo stesso tema avrebbe dovuto aprire anche a Tokyo in giugno, ma è stata posticipata a tempo indefinito dopo le azioni intimidatorie portate avanti da molti dimostranti.

Israele

U.S. Embassy Jerusalem/Flickr | Pride Gay Parade 2012

Per la Corte Suprema di giustizia israeliana hanno diritto ad accedere alla pratica di maternità surrogata anche coppie omosessuali o uomini single. Una via fino a questo momento accessibile solo a coppie eterosessuali e a donne single per ragioni sanitarie. La Corte Suprema critica anche l’inadempienza della Knesset, il parlamento israeliano, che nonostante un anno di tempo a disposizione non ha approvato questa estensione della legge. “Il diritto alla procreazione è inalienabile per tutti”, si legge nella sentenza che prevede che le nuove norme entrino in vigore entro sei mesi. Soddisfazione da parte della comunità lgbtq.

https://twitter.com/Ostrov_A/status/1414164728876781570

Siria

Al Hasakah, Rojava, Siria

In Siria centinaia di donne sono scese in piazza a manifestare nella città di Hasakeh Delil, nel nord est del paese, nella zona amministrata dalle autorità curdo-siriane – città contesa, dove accanto all’amministrazione curda ci sono dei quartieri in mano alle forze di Damasco – per denunciare i “delitti d’onore”, le violenze e gli abusi di cui sono spesso vittime le donne della regione. Le proteste arrivano in seguito alle uccisioni, nei giorni scorsi, di due adolescenti da parte dei familiari. Il corteo si è fermato di fronte alla casa di una adolescente di 16 anni che sarebbe stata uccisa dal padre. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani la vittima è stata strangolata dal padre dopo essere stata da lui tenuta prigioniera per un anno. La sua colpa? Essere stata violentata: e anche tra i curdi, si spiega, una donna che ha subito violenza arreca offesa alla dignità della famiglia e di tutta la comunità. E ancora: un’altra giovane donna è stata uccisa sempre a Hasakeh Delil dai suoi familiari con colpi di arma da fuoco. Si tratterebbe di una vera e propria esecuzione, ma non è stato possibile verificare l’autenticità dei filmati che circolano in rete. La ragazza, spiega ancora l’Osservatorio, sarebbe stata ammazzata perché aveva tentato di fuggire di casa col suo fidanzato. Formalmente le autorità curdo-siriane hanno inasprito le pene nei confronti di chi commette ‘crimini d’onore’ rispetto legislazione in vigore nelle zone siriane controllate dal governo siriano.

Kuwait

In Kuwait un tribunale ha condannato a morte un uomo accusato di avere ucciso la 32enne Farah Hamzah Akbar dopo averla rapita in pieno giorno e averla abbandonata agonizzante davanti ad un ospedale. La donna, madre di due figli, è morta il 20 aprile scorso, rapita dall’auto su cui viaggiava con la sorella e la nipote, accoltellata e poi scaricata davanti all’ospedale, quando per lei non c’era più niente da fare. La sua uccisione aveva provocato inedite proteste della società civile – anche tra gli uomini – contro la violenza sulle donne e le leggi di un Paese in cui la condizione femminile è ancora tra le più critiche. “Il verdetto ha colpito nel segno e speriamo che sia confermato e attuato in modo che la famiglia possa riposare”, dice l’avvocato della famiglia Akbar, Abdulmohsen al-Qattan. Il caso passerà ora alla corte d’appello.

Tunisia

Le Nazioni unite hanno condannato le violenze subite dalla deputata tunisina Abir Moussi, leader del Partito Destouriano libero, una formazione laica, da parte di colleghi in aula nel corso di una sessione plenaria dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo il 30 giugno scorso.  L’Onu sottolinea in una nota che “questo incidente non è un caso isolato, ma segue altri recenti casi di violenza e misoginia contro donne parlamentari e più in generale di donne che lavorano negli ambienti politici in Tunisia”. E qualsiasi atto di violenza contro le donne – sia fisico sia verbale – dice ancora l’Onu, non è solo una violazione dei diritti umani, ma è anche una seria minaccia alla democrazia e alla partecipazione delle donne alla vita politica e pubblica. Per questo l’organizzazione invita la Tunisia ad adottare misure adeguate contro gli autori di questi atti e invita i componenti del parlamento – come rappresentanti eletti dei cittadini – a essere guidati nel loro comportamento dai più elevati standard morali. Abir Moussi era stata aggredita da parte dei deputati Sahbi Smara (indipendente) e Seif Eddine Makhlouf della Coalizione islamista Al karama in piena sessione plenaria. I due sono stati sanzionati in maniera severa dall’ufficio del parlamento.

In copertina Flickr/Hayden Liu | Nagoya

Flickr/YunHo LEE | Peace statue comfort woman statue

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