15 settembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 15, 2021

Egitto: processo Zaki rinviato al 28 settembre, intanto il ricercatore resta in carcere.
Norvegia: il partito laburista vince le elezioni generali e mette fine al lungo governo conservatore.
Cina: Pechino punta sui big data e la provincia del Guizhou diventa la prima zona pilota nazionale per lo sviluppo del settore.
Russia e Siria sempre più vicine. Putin ha incontrato al Cremlino il presidente siriano Assad.
Afghanistan e crisi economico-finanziaria: i talebani ora chiedono sostegni internazionali.
Haiti: il primo ministro Henry nell’occhio del ciclone per la morte del presidente Moise

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri. Musiche di Walter Sguazzin

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Egitto

Tutto rinviato al 28 settembre: Patrick Zaki resta in carcere mentre il processo viene rimandato alla fine del mese. Al termine di un’udienza durata solo pochi minuti è stato dato l’annuncio dell’ennesimo rinvio. In aula erano presenti anche i parenti di Zaki, alcuni attivisti e due diplomatici italiani.
Il tribunale di Mansura ha deciso che lo studente egiziano, dell’università di Bologna, dovrà restare ancora in custodia in attesa dell’inizio del procedimento che lo vede imputato. Sono decadute intanto le imputazioni di istigazione al terrorismo, ma lo studente resta incriminato per reati minori. L’accusa della Procura Suprema per la Sicurezza dello stato egiziano (SSSP) è di avere diffuso «notizie false dentro e fuori il paese» attraverso la pubblicazione di un articolo, scritto dal ricercatore due anni fa. Zaki rischia una pena fino a cinque anni di carcere. Lo studente ha preso la parola in aula lamentando di essere stato detenuto oltre il periodo legalmente ammesso per i reati minori di cui ora è accusato. La difesa intanto – racconta Ansa – ha chiesto l’accesso al suo dossier per avere certezza che le accuse più pesanti siano effettivamente decadute. Zaki è detenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020.

Stati Uniti

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, intanto, stringe le corde della borsa. La sua amministrazione ha deciso di trattenere 130 milioni di dollari dei 300 previsti per aiuti militari all’Egitto. La motivazione è il rispetto dei diritti umani. Il governo del paese dovrà dimostrare di soddisfare determinate condizioni su questo tema. Inoltre i 170 milioni di dollari erogati dagli Stati Uniti potranno essere utilizzati solo per antiterrorismo, sicurezza delle frontiere e non proliferazione nucleare.

Norvegia

Il partito laburista vince le elezioni generali norvegesi e mette fine al governo conservatore che ha guidato il paese negli ultimi otto anni. Si apre così la strada a una coalizione di centrosinistra. A guidarla il leader laburista Jonas Gahr Støre che ora avrà il compito di formare il nuovo governo.
I laburisti hanno ottenuto 48 seggi sui 169 totali del parlamento norvegese, in realtà un seggio in meno rispetto al 2017, ma i conservatori di Erna Solberg, la lady di ferro norvegese soprannominata “Iron Erna”, leader del partito ora all’opposizione, se ne sono aggiudicati solo 36, nove in meno rispetto alle ultime elezioni.
Støre lavorerà ora alla formazione di una coalizione tra laburisti, partito di centro e sinistra socialista, così da assicurarsi la maggioranza in parlamento. Laureato in scienze politiche, ha una solida carriera politica alla spalle. Dal 1989 al 1997 è stato un funzionario di alto rango sotto diversi primi ministri. Støre in campagna elettorale si è impegnato ad affrontare la disuguaglianza economica e a migliorare i servizi pubblici, aumentando le tasse per cittadini più ricchi.

Scozia

Si terrà a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 la prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima: la COP26.
Sul banco il tema − divenuto di sempre più urgente soluzione − del cambiamento climatico globale.
Secondo un’analisi della BBC dagli anni Ottanta a oggi il numero di giorni caratterizzati da un caldo estremo – ovvero con punte sino ai 50°C – è addirittura raddoppiato. In media, tra il 1980 e il 2009, le temperature hanno superato i 50°C per circa 14 giorni all’anno. Tra il 2010 e il 2019 il numero è salito a 26 giorni all’anno.
Gravi i danni per la salute umana, l’ambiente e l’economia globale. Le continue emissioni di CO2 in atmosfera sono le cause di questi cambiamenti. Se non si farà nulla per ridurle drasticamente gli eventi di calore estremo diventeranno sempre più frequenti e gravi. La comunità scientifica chiede ai leader mondiali un’azione urgente proprio in occasione del vertice delle Nazioni Unite di Glasgow.

Regno Unito

A Zheng Zeguang, l’ambasciatore cinese a Londra, è stato vietato di partecipare a un evento in parlamento britannico. La motivazione è l’imposizione, da parte di Pechino, di sanzioni ai legislatori che hanno evidenziato violazioni dei diritti umani nella regione cinese dello Xinjiang, dove vivono numerose minoranze etniche. A mettersi di traverso, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Reuters, lo speaker della Camera dei Comuni Lindsay Hoyle e il presidente della Camera dei Lord John McFall, intervenuti per impedire all’ambasciatore cinese di parlare al parlamento britannico.

Cina

Intanto proprio la Cina punta tutto sui big data. La provincia del Guizhou diventa la prima zona pilota nazionale per lo sviluppo del settore dei big data. Gli investimenti sono notevoli. Secondo quanto è stato reso noto dal governo municipale, solo nei primi sette mesi del 2021 sono stati stanziati circa 1,9 miliardi di dollari – 12,1 miliardi di yuan – nei centri per big data e nelle industrie associate della provincia. Forte anche l’attrattiva per le grandi imprese e gli istituti di ricerca di fama mondiale, che puntano a stabilire qui i propri centri e sedi regionali di big data.

Germania

Flickr/European People’s Party | Angela Merkel

Insostituibile Angela. Difficile scegliere chi dovrà venire dopo di lei, la cancelliera Angela Merkel, che ha già dichiarato che non concorrerà per un nuovo mandato (sarebbe il quinto). E così, a quanto pare, la Germania è indecisa. Secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca Allensbach ben il 40% della popolazione non ha ancora deciso a chi andrà il proprio voto, mentre le elezioni tedesche si avvicinano: si terranno il prossimo 26 settembre.
Tra le motivazioni che alimentano i dubbi per due elettori intervistati su tre ci sarebbe proprio l’idea che nessuno dei candidati in corsa sia ritenuto adatto a sostituire la Merkel come cancelliere. Alcuni invece ritengono che prima del giorno delle elezioni molto possa ancora accadere. Per altri ancora il dubbio è sulle coalizioni che potrebbero formarsi dopo il voto. Intanto però i sondaggi indicano come favoriti i socialdemocratici di centrosinistra, con il candidato di punta Olaf Scholz, attuale vicecancelliere e ministro delle finanze, seguiti dai Verdi e dai Liberal Democratici della FDP (Freie Demokratische Partei).

Russia

Incontro tra Russia e Siria. Lunedì scorso si è tenuto al Cremlino, per la prima volta dal 2018, l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente siriano Bashar al-Assad. Un’occasione per rinsaldare i rapporti tra i due leader. Putin, in particolare, ha criticato le forze straniere che si trovano in Siria senza permesso o mandato delle Nazioni Unite − un chiaro riferimento a Stati Uniti e Turchia − definendo la loro presenza come il problema principale della Siria e «in contrasto con il diritto internazionale», riporta l’agenzia Reuters. Questo, ha dichiarato Puntin, mina la capacità del paese di consolidarsi e promuovere la ripresa. Lo stato siriano vede le forze statunitensi e turche come occupanti, mentre le forze russe e le milizie sostenute dall’Iran sono presenti su invito del governo.
Il Cremlino ha affermato che Assad ha ringraziato Putin per aver fornito aiuti umanitari e per i suoi sforzi nel fermare «la diffusione del terrorismo», e ha lodato quello che ha definito il successo degli eserciti russo e siriano nella «liberazione dei territori occupati», mentre ha definito le sanzioni imposte da alcune nazioni alla Siria inumane e illegittime.
Di tutt’altro avviso, però, l’ultimo rapporto della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria che ha documentato un aumento della violenza, dei combattimenti e delle violazioni dei diritti nel 2021. La Siria inoltre è stata definita per i rifugiati un luogo non sicuro in cui tornare.

Afghanistan

Talebani in cerca di sostegni internazionali. Il governo talebano, in difficoltà, non sa come affrontare la profonda crisi economico-finanziaria in cui sta cadendo il paese. I nuovi padroni dell’Afghanistan faticano a sostenere le finanze di un paese da anni in guerra e fortemente dipendente dall’assistenza esterna – secondo la Banca Mondiale, gli aiuti esteri costituiscono circa il 40% del prodotto interno lordo del paese – tanto che il ministro degli Esteri afghano in carica, Amir Khan Muttaqi, ha chiesto ai donatori internazionali di riavviare gli aiuti.
Intanto il nuovo governo ha accolto l’impegno da oltre 1 miliardo di dollari in aiuti promessi dalla comunità internazionale. «L’emirato islamico farà del suo meglio per fornire questo aiuto alle persone bisognose in modo del tutto trasparente». Queste le parole di Muttaqi riportate da Ansa. Diretta poi l’esortazione agli Stati Uniti: «l’America è un grande paese − ha detto − deve mostrare generosità».
Nessun governo ha, però, ancora accettato di riconoscere formalmente l’amministrazione a guida talebana.

Qatar

Intanto sull’Afghanistan chiede chiarezza anche il ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, che ha dichiarato che senza accordi precisi con tutte le parti coinvolte – talebani compresi – il Qatar non si assumerà la “responsabilità” dell’aeroporto di Kabul. «Tutto deve essere affrontato in modo chiaro», ha detto il ministro.

Haiti

Il primo ministro haitiano Ariel Henry nell’occhio del ciclone per la morte del presidente Jovenel Moise, assassinato lo scorso 7 luglio.
Il procuratore capo di Haiti, Bed-Ford Claude, sta cercando di raccogliere prove per accusare il primo ministro di coinvolgimento nell’omicidio. Claude ha chiesto al giudice che indaga sul caso di accusare formalmente Henry per le presunte telefonate fatte a uno dei principali sospettati, Joseph Badio, ora latitante. Henry, si legge su Al Jazeera, ha respinto le accuse e l’11 settembre ha dichiarato su Twitter che «i veri colpevoli, le menti e gli sponsor dell’odioso assassinio del presidente Jovenel Moise, saranno identificati, assicurati alla giustizia e puniti per il loro crimine».

Guinea

I capi militari che hanno guidato il colpo di Stato del 5 settembre scorso in Guinea, destituendo il presidente Alpha Condé, hanno avviato una consultazione di una settimana con i leader politici, religiosi e del mondo degli affari per formare un governo di transizione di unità nazionale per riportare l’ordine costituzionale nel paese. Il golpe è stato portato a termine dalle forze speciali capeggiate da Mamady Doumbouya.

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