17 aprile 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Aprile 17, 2025

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  • OMS: gli Stati membri hanno elaborato un Accordo sulla Pandemia
  • California: presto un’azione legale per fermare i dazi imposti da Trump
  • Gaza: il video di un soldato israeliano nella mani della Jihad islamica palestinese
  • Brasile: bando pubblico da oltre 22milioni di euro per il ripristino ecologico di territori indigeni
  • Venezuela: si intensifica la repressione di Maduro nei confronti della stampa

Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri.

OMS

Gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dopo oltre tre anni di negoziati, hanno elaborato una bozza di Accordo sulla Pandemia.
Il documento, che sarà sottoposto alla valutazione della prossima Assemblea Mondiale della Sanità prevista a partire dal 19 maggio, mira a rafforzare la collaborazione globale in risposta alle future minacce pandemiche.

Proprio con queste finalità nel dicembre del 2021, in piena pandemia da Covid-19, i membri dell’OMS avevano istituito l’Organismo intergovernativo di negoziazione (Intergovernmental Negotiating Body – INB).
L’obiettivo era la stesura di una convenzione, un accordo o un altro strumento internazionale, che permettesse di rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alla pandemia, ai sensi ovviamente della Costituzione dell’OMS.

Un percorso lungo e complesso che ha portato ieri l’INB a finalizzare una proposta per l’Accordo pandemico.

Nel documento si prevede:

  • istituzione di un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici
  • adozione di misure per prevenire le pandemie, anche con un approccio One Health
  • creazione di capacità di ricerca e sviluppo geograficamente diversificate
  • agevolazione del trasferimento di tecnologie e conoscenze per la produzione di prodotti sanitari
  • mobilitazione di una forza lavoro qualificata, formata e multidisciplinare per le emergenze sanitarie a livello nazionale e globale
  • istituzione di un meccanismo finanziario di coordinamento
  • adozione di misure per rafforzare la preparazione e la resilienza del sistema sanitario
  • istituzione di una rete globale di logistica e catena di approvvigionamento.

In tutto questo si ribadisce anche che la sovranità nell’affrontare le questioni di salute pubblica all’interno dei propri confini appartiene a ogni Stato e che non si conferisce all’OMS alcuna autorità di decidere o imporre alcunché in merito a leggi o politiche nazionali sulla salute pubblica.

«Le nazioni del mondo hanno fatto la storia. Raggiungendo il consenso sull’Accordo sulla Pandemia, non solo hanno messo in atto un’intesa generazionale per rendere il mondo più sicuro, ma hanno anche dimostrato che il multilateralismo è vivo e vegeto e che, nel nostro mondo diviso, le nazioni possono ancora lavorare insieme per trovare un terreno comune e una risposta condivisa a minacce comuni» ha dichiarato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel ringraziare gli Stati membri e i loro team negoziali per il lavoro svolto.

Cina

Nonostante una crescita del PIL (prodotto interno lordo) del 5,4% nel primo trimestre dell’anno, con un dato che ha superato le previsioni, le pressioni dei dazi americani si fanno sentire, con un effetto sull’economia interna e sull’export della Cina.
Pechino resta però aperta a possibili negoziati commerciali con Washington.
Tra le richieste mosse alla Casa Bianca vi è la nomina di un referente per i colloqui che possa contribuire a stilare un accordo da sottoporre a Trump e Xi Jinping, per arrivare poi a una firma definitiva.

Stati Uniti

È previsto a per mezzogiorno – in Italia saranno le 18:00 – l’incontro alla Casa Bianca della presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, con il presidente statunitense, Donald Trump.
Un’ora di colloquio in cui si discuterà certamente dei dazi imposti alle merci europee, oltre che dei rapporti tra Italia e Stati Uniti.
Sulla missione della premier italiana punta molto anche l’Europa.
Per quanto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, abbia ribadito che spetta all’Europa la trattativa sui dazi con l’amministrazione Trump, ha comunque discusso con Meloni della visita.

Intanto Donald Trump, negli Stati Uniti, afferma che il paese sta facendo notevoli guadagni grazie ai dazi doganali.
Il presidente ha dichiarato un calo nei costi di numerosi prodotti – tra cui benzina e generi alimentari – ma deve fare i conti con pesanti critiche interne al Paese.

Il governatore della California Gavin Newsom, in particolare, ha dichiarato l’intenzione di intentare un’azione legale per fermare i dazi imposti dall’amministrazione Trump.
La feroce politica tariffaria starebbe in realtà creando problemi ai consumatori, alle imprese e all’economia americani, determinando un aumento dei prezzi e minacciando i posti di lavoro.

Iran

Intanto sul fronte della politica internazionale, l’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente Steve Witkoff, che ha preso parte ai primi colloqui indiretti con l’Iran in Oman, aveva sottolineato come l’amministrazione statunitense fosse intenzionata a porre termine all’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran.
Ed è arrivata la ferma risposta di Teheran che, per voce del suo Ministro degli esteri, Abbas Araghchi, ha affermato che la questione dell’arricchimento dell’uranio non è negoziabile.

Israele e Palestina

■ La Jihad islamica palestinese – vicina ad Hamas ma indipendente – ha pubblicato un video dell’ostaggio Rom Braslavski, un giovane soldato israeliano, rapito nell’attacco del 7 ottobre 2023.
Nel video di 7 minuti – si legge sulla CNN – il ventunenne appare provato fisicamente. Rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e al presidente statunitense Donald Trump, Braslavski chiede di fermare il conflitto e di raggiungere un accordo con i palestinesi così da poter essere liberato.

■ Proprio sul fronte dei possibili accordi qualcosa si starebbe muovendo, secondo il quotidiano israeliano Haaretz.
La Francia pare stia promuovendo un ampio accordo per porre fine alla guerra che includerà la normalizzazione con l’Arabia Saudita in cambio di un completo ritiro israeliano da Gaza.
Intanto, fonti vicine all’ufficio di Netanyahu hanno riferito ad Haaretz che Israele non avrebbe ricevuto ancora una risposta ufficiale da parte di Hamas sulla sua proposta di un accordo di cessate il fuoco.
Martedì, la BBC aveva riferito che Hamas avesse rifiutato l’offerta israeliana, citando una fonte palestinese coinvolta nei negoziati.

■ Continuano gli attacchi nella Striscia. Il Ministero della Salute, controllato da Hamas, ha dichiarato che, nelle ultime ventiquattro ore, a Gaza sono state uccise altre venticinque persone.

■ Il Governo Netanyahu deve fare i conti, invece, con la crescente protesta contro la guerra da parte dei riservisti israeliani. Sempre secondo fonti del quotidiano Haaretz, l’IDF (Israel Defense Forces) ha intenzione di ridurre la presenza di riservisti nelle aree di combattimento attivo.

■ Ferma la posizione di Israele sugli aiuti nelle Striscia. Il Times of Israel riferisce che Israel Katz, il Ministro della difesa israeliano, ha dichiarato che al momento non riprenderanno gli aiuti umanitari a Gaza, considerandoli uno tra i principali strumenti per fare pressione su Hamas.

Brasile

Il governo brasiliano ha annunciato un bando pubblico per il ripristino ecologico di circa 137 territori indigeni in Amazzonia.
Il bando interesserà oltre 22milioni di euro con risorse del Fondo Amazzonia e riguarderà la regione del progetto Arco della Restaurazione, un territorio critico sottoposto a forte deforestazione.

Le istituzioni responsabili della gara sono la Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale, il Ministero dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, in collaborazione con il Ministero dei popoli indigeni, e la Fondazione nazionale dei popoli indigeni.

Il progetto di ripristino ecologico è il più grande mai fatto in Brasile e segue i successi ottenuti negli ultimi anni grazie al Fondo Amazzonia.

Questo ha ricevuto i contributi di diversi paesi anche europei, tra cui Norvegia, Germania e Regno Unito, grazie ai quali il Brasile ha contrastato la deforestazione ottenendo, negli ultimi due anni, una riduzione di circa 450 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Cuba

Approfittano della trasferta in Messico per non fare più ritorno in patria.
È accaduto a Rafael Viñales e Denis Peña, due giocatori di baseball cubani della squadra Las Tunas.
Al termine degli incontri di Champions League Americas, i due hanno abbandonato i compagni per non rientrare a Cuba.
Un atteggiamento stigmatizzato dalle autorità de L’Avana, ma che non è nuovo tra gli atleti cubani, altrimenti impossibilitati a trovare fuori dal paese opportunità di crescita professionale.

Venezuela

In Venezuela si fa più intensa la repressione del governo di Nicolás Maduro nei confronti della stampa.

Il Collegio nazionale dei giornalisti (CNP) venezuelano ha denunciato che attualmente tredici giornalisti e operatori dei media sono detenuti, con accuse prive di fondamento e prove.
Di alcuni detenuti non si hanno più notizie, in quanto viene impedito loro di comunicare con le proprie famiglie.

La repressione, dichiara il CNP, è aumentata dopo le elezioni presidenziali dello scorso luglio.
E dall’inizio dell’anno si contano già cinquantaquattro attacchi alla stampa e diversi casi di intimidazione, impedimento alla copertura mediatica, chiusure di stazioni radio e persino confische di attrezzature e aggressioni fisiche a danni di giornalisti.

Gli attivisti venezuelani ora chiedono la scarcerazione dei tredici detenuti.

Kenya

Presi con le formiche nel sacco, nel vero senso del termine.
È quanto accaduto in Kenya a due turisti belgi – David Lornoy e Lodewijckx Seppe – accusati di contrabbando di formiche.

Non insetti qualunque, bensì esemplari, come le formiche giganti africane, protetti dalla legge sulla fauna selvatica del paese e dall’ente governativo preposto alla sua salvaguardia, il Kenya Wildlife Service.

Alcune di queste specie, trovate nascoste in provette nelle mani dei due giovani, una volta vendute sui mercati asiatici ed europei avrebbero fruttato notevoli somme di denaro.

Le formiche, recuperate all’aeroporto internazionale Jkia di Nairobi, erano ben cinquemila, per un valore complessivo di circa diecimila euro.

Egitto

L’Africa guarda allo spazio.
Al via tra pochi giorni la conferenza “New Space Africa 2025”, in programma dal 21 al 24 aprile, anticipata dalla riunione del Consiglio direttivo della Rascom (Regional african satellite communication organization), l’Organizzazione regionale africana per le comunicazioni via satellite.
A ospitare l’evento nella propria sede a Il Cairo, l’Agenzia spaziale egiziana.

La Rascom, nata nel 1992, vede la partecipazione di quarantacinque paesi africani e rappresenta una delle prime iniziative regionali congiunte nel settore spaziale.
Il progetto che l’organizzazione di prefigge per i prossimi anni è lo sviluppo di un’infrastruttura per le comunicazioni basata sui satelliti.

 

Foto in copertina: OMS / Christopher Black

 

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