Gaza: giustiziati gli operatori sanitari
Scritto da Radio Bullets in data Aprile 3, 2025
La Direzione generale della protezione civile nella Striscia di Gaza ha confermato il 2 aprile che le forze israeliane hanno giustiziato soccorritori palestinesi e li hanno seppelliti in una fossa comune nel quartiere Tal al-Sultan di Rafah, nella parte meridionale di Gaza, il 23 marzo.
Esecuzioni sommarie
La Direzione generale ha riferito che i corpi di otto membri della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), sei della Difesa civile palestinese (PCD) e un operatore dell’UNRWA sono stati ritrovati otto giorni dopo, sepolti a circa 200 metri da dove erano stati distrutti i loro veicoli, un’ambulanza e un’autopompa.
Alcuni corpi sono stati trovati con le mani legate e con fori di proiettile visibili nel petto e nella testa. Una delle vittime era stata decapitata, mentre altre erano state sfigurate e smembrate.
La Direzione ha affermato che le esecuzioni costituiscono un “crimine di genocidio, che richiede al mondo libero e alle organizzazioni umanitarie e per i diritti umani internazionali di andare oltre la semplice condanna, ma piuttosto di intervenire realmente e fare pressione sull’occupazione affinché applichi il diritto umanitario internazionale”.
Chiede la costituzione di una commissione d’inchiesta internazionale per indagare sul crimine.
Palestinian Civil Defense spokesperson Mahmoud Basal on the israeli massacre of 15 paramedics/rescue workers in what he considers to be one of the most heinous massacres that has occurred in the Gaza Strip.
"One who had his feet tied."
"One had his clothes removed from his upper… pic.twitter.com/YrHQ9WTRcM— z (@zesqyb) April 1, 2025
La Direzione ha aggiunto che membri della Difesa civile e della Mezzaluna Rossa palestinese sono stati uccisi dalle forze israeliane dopo aver risposto alle richieste di aiuto degli abitanti di Tal al-Sultan durante un assalto israeliano.
Facevano solo il loro lavoro
I veicoli erano chiaramente contrassegnati con il logo della Civil Defense e le sirene e luci lampeggianti erano state attivate. I soccorritori indossavano le uniformi ufficiali, ha confermato la Direzione, notando che erano arrivati nella zona circa un’ora e mezza prima che le truppe israeliane la dichiarassero zona militare.
Il contatto con i soccorritori è stato perso circa 10 minuti dopo l’arrivo sul posto.
Per i successivi otto giorni, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) e il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno tentato di coordinarsi con gli ufficiali militari israeliani per ottenere l’accesso all’area e cercare i soccorritori. Tuttavia, l’esercito israeliano ha ripetutamente rifiutato le loro richieste, sostenendo che l’area era una zona militare chiusa.
Domenica anche l’ONU ha dichiarato che Israele aveva ucciso i soccorritori.
“Sono stati uccisi dalle forze israeliane mentre cercavano di salvare delle vite”, ha detto il capo umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, su X. “Chiediamo risposte e giustizia”.
“Uno a uno, sono stati colpiti. I loro corpi sono stati raccolti e sepolti in una fossa comune”, ha detto Jonathan Whittall, il massimo funzionario umanitario delle Nazioni Unite a Gaza, in un messaggio video.
Fuoco su veicoli chiaramente contrasegnati
Dopo aver aperto il fuoco sui veicoli, le forze di occupazione israeliane hanno distrutto con le ruspe le ambulanze, un camion dei pompieri e un veicolo delle Nazioni Unite, hanno aggiunto i funzionari delle Nazioni Unite.
Secondo il New York Times (NYT), si è trattato di “un’accusa rara da parte dell’organizzazione, che solitamente è cauta nell’attribuire colpe chiare”.
Dall’inizio del genocidio dei palestinesi a Gaza da parte di Israele, 110 membri della Protezione civile sono stati uccisi dalle truppe israeliane, tra cui due soccorritori che sono stati deliberatamente uccisi dai mitraglieri dei carri armati israeliani mentre cercavano di salvare Hind Rajab, di cinque anni, e la sua famiglia.
Foto di copertina: OCHA
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