19 aprile 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Aprile 19, 2022
Turchia: femministe accusate di essere contro la moralità e a rischio chiusura. Stati Uniti: il prossimo scontro sull’aborto potrebbe riguardare le pillole per l’interruzione di gravidanza. Spagna: congedo di maternità allungato per madri sole e maternità surrogata paragonata alla tratta di esseri umani.
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Turchia
Il più grande gruppo di femministe turche, We Will Stop Femicide, nato nel 2010 in seguito al femminicidio di una ragazza di diciassette anni, potrebbe essere chiuso per una decisione giudiziale in seguito ad accuse di immoralità. Nello specifico, il gruppo − il più importante per numeri in Turchia − viene accusato di voler distruggere la famiglia “fingendo” di proteggere le donne. Le donne appartenenti a WWSF hanno replicato dicendo che l’attacco non viene sferrato solo contro la loro organizzazione, ma contro tutte le donne e le organizzazioni democratiche turche, bollandolo come “ridicolo”. Le azioni del gruppo contro il governo di Recep Tayyp Erdogan hanno avuto grande risalto quando, lo scorso anno, il presidente della Turchia ha deciso di uscire dalla Convenzione di Istanbul, che stabilisce i principi fondamentali della lotta alla violenza sulle donne a livello internazionale. In seguito alla decisione erano state diverse le manifestazioni femministe, spesso brutalmente represse dalla polizia, ma il movimento femminista turco sembrerebbe in crescita, anche e purtroppo visti i numerosi casi di femminicidio riportati: 416 lo scorso anno e 72 tra gennaio e marzo di questo.
Stati Uniti
Nell’ultimo anno molti stati federali – almeno 30 − hanno deciso di proibire o limitare fortemente il diritto di aborto delle donne, mentre la Food and Drugs Administration si è pronunciata positivamente sulla possibilità di prescrivere la pillola abortiva dopo consulti medici a distanza. Ora, però, la questione che si pone è se le donne che vivono in stati proibizionisti potranno utilizzare questo tipo di servizio. La legge che dovrebbe essere seguita, infatti, sarebbe quella di dove risiede la paziente, non quella di chi visita, e già una dozzina di stati hanno proibito il ricorso a questo escamotage che permetterebbe alle donne di abortire evitando lunghi e costosi viaggi in altri stati (sempre qualora ciò sia alle stesse possibile). Il conflitto che in un immediato futuro si porrà, sarà quello tra il Congresso, che avrebbe il potere di statuire la possibilità di commercio di pillole abortive tra stati, contro gli stati stessi, ma col supporto di movimenti Pro-Choice e delle case farmaceutiche. L’ennesima battaglia sul corpo delle donne, nel tentativo di limitare una scelta che, comunque, non viene fermata dalle proibizioni, andando piuttosto a scivolare nella clandestinità (e nei pericoli per la salute che ne conseguono).
Spagna
Congedo di maternità aumentato per donne single: la durata verrà allungata, sommando a quello che già spetta loro il numero di settimane che dovrebbero essere invece fruite dal partner. Sono due sentenze a stabilirlo, pronunciate rispettivamente a Barcellona e Bilbao. Nel caso di Barcellona, la madre potrà sfruttare 24 settimane di congedo, in nome del diritto del minore. La sentenza ha anche menzionato le numerose situazioni simili nel paese, ricordando come debba essere presa in considerazione la famiglia monoparentale come modello diffuso nella nazione. Sulla stessa linea anche la sentenza di Bilbao, che ha puntualizzato come la famiglia spagnola sia cambiata negli ultimi settanta anni e come si stia diffondendo il modello in cui è presente un solo genitore. Queste non sono, comunque, le prime sentenze che vanno nel senso del riconoscimento di diritti maggiori a chi viva in un nucleo monoparentale, permettendo di accumulare i permessi per congedo, equiparati per donne e uomini in 16 settimane rispettivamente dal primo gennaio 2020.
Ancora una sentenza, durissima invece, proibisce nuovamente (era già stato affermato in nome dei diritti del minore) la maternità surrogata, stavolta richiamando il traffico di esseri umani. Il Tribunale Supremo spagnolo ha infatti così decretato, nonostante già l’articolo 10 della legge spagnola sulla procreazione assistita stabilisca che la persona nata sia figlia della gestante e non di chi vi abbia stipulato un eventuale contratto antecedente. Il riconoscimento della filiazione per maternità surrogata di minore nato in territorio straniero, secondo legge e sentenze, sarebbe pertanto un modo per eludere la legge nazionale. Quello che viene contestato dall’ultima pronuncia è peraltro proprio l’atto di compravendita del minore, che ne lederebbe la dignità di essere umano, rendendolo oggetto di un contratto. L’altro soggetto ritenuto fortemente sfruttato è quello della gestante, che rinuncia a ogni diritto sul nascituro. Per evitare, tuttavia, che il minore entrato in Spagna resti privo di famiglia, si impone l’adozione, che permette di valutare la coppia adottiva sempre nell’interesse superiore del minore.
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