29 gennaio 2021 – Notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Gennaio 29, 2021
Ascolta il notiziario
- Indonesia: 77 frustate a una coppia omosessuale (copertina).
- Il premier iracheno annuncia l’eliminazione del vice califfo e comandante dell’Isis in Iraq.
- Spagna: arrestato ex colonnello uruguayano accusato di crimini contro l’umanità.
- Stati Uniti: Biden revoca restrizioni sull’aborto
- Polonia, aborto: assalto alla Consulta, arrestata una delle leader della protesta.
- La maggior parte dei piloti nel mondo non volano più per vivere.
- Israele: fermati tre giornalisti palestinesi
- Pakistan: il jihadista che ha decapitato il giornalista Daniel Pearl, libero.
- Contatti stabiliti con i pirati che han rapito 15 militari turchi.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Iraq
Il fotoreporter freelance curdo Qaraman Shukri è stato arrestato dalle forze di sicurezza curde asayish durante un raid nella sua casa a Duhok, nella regione del Kurdistan iracheno: lo ha raccontato la sua famiglia. La madre di Shukri ha detto che le forze Asayish hanno perquisito la casa e hanno preso alcune delle sue cose, tra cui il computer. Le forze di sicurezza locali a Duhok sono affiliate al Partito Democratico del Kurdistan di Barzani (KDP) e sono responsabili dell’arresto di decine di giornalisti e attivisti nell’ultimo anno. Non si sa se il giornalista è stato accusato di qualcosa, o dove sia. Shukri, collaboratore freelance del sito web di notizie del Partito popolare del Kurdistan (PKK) RojNews e l’emittente televisiva KNN, affiliata al movimento Gorran, era stato arrestato dalle autorità di Duhok nel giugno 2020 in relazione alle proteste nel sottodistretto di Shiladze per la morte di quattro civili, uccisi in un attacco aereo turco il 19 giugno. Questa è la terza volta che Shukri viene arrestato.
I watchdog locali e stranieri hanno espresso allarme per il grave deterioramento della libertà di stampa nel Kurdistan iracheno. Secondo il Metro Center for Journalists Rights and Advocacy ci sono state almeno 385 violazioni contro 291 giornalisti e agenzie mediatiche durante il 2020, tra cui aggressioni, arresti, chiusure di uffici e denunce di molestie. Prima dell’arresto di Shukri almeno tre giornalisti erano detenuti in custodia nel Kurdistan iracheno, tra cui Guhdar Zebari, Omed Baroshki e Sherwan Sherwani, tutti arrestati a settembre e ottobre in aree controllate dal KDP. Le autorità curde hanno una storia discutibile quando si tratta di libertà di stampa. Sono stati oggetto di continue critiche da parte dei difensori dei media internazionali, incluso il Committee to Protect Journalists (CPJ).
Il primo ministro iracheno Mustafa Al-Kadhimi ha annunciato l’eliminazione del comandante dell’Isis Abu Yaser Al-Issawi, vice califfo dell’Emirato
We promised and fulfilled. I gave my word to pursue Daesh terrorists, we gave them a thundering response. Our heroic armed forces have eliminated Daesh commander Abu Yaser Al-Issawi as part of an intelligence-led operation.
Long live Iraq and its patriotic armed forces.— Mustafa Al-Kadhimi مصطفى الكاظمي (@MAKadhimi) January 28, 2021
Issawi ha guidato l’intera operazione dell’Isis in Iraq, e sarebbe una notizia significativa se non fosse che già altre volte ne era stata annunciata l’uccisione, per poi rivelarsi una falsa notizia. La settimana scorsa l’autoproclamato Stato Islamico ha rivendicato il duplice attentato a Baghdad che ha visto morire 32 persone in un mercato. Si tratta del primo attentato suicida da tre anni, e nonostante l’Isis sia stato militarmente sconfitto nel 2017.
Libano
I violenti scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nella città di Tripoli, nel nord del Libano, hanno provocato la morte di un uomo di 30 anni e il ferimento di oltre 220 persone, ha riferito ieri l’agenzia di stampa statale. Le frustrazioni sono ribollite tra il deterioramento delle condizioni di vita e le severe misure di blocco del coronavirus, che hanno esacerbato una grave crisi economica e finanziaria, una delle peggiori nella storia del paese mediterraneo. La violenza a Tripoli, la seconda città del Libano e la più povera, ha segnato una grave escalation di proteste, iniziate lunedì e continuate per tre giorni consecutivi fino a mercoledì notte. Decine di giovani hanno preso parte alle proteste notturne, lanciando sassi alle forze di sicurezza e, in alcuni casi, incendiando veicoli.
Israele e Palestina
Le forze israeliane hanno trattenuto ieri per ore diversi giornalisti palestinesi che stavano coprendo un raid dell’esercito israeliano nella comunità palestinese di al-Wad al-Ahmar, vicino alla città di Gerico in Cisgiordania: lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese WAFA. I soldati israeliani hanno fatto irruzione nell’area e smantellato due strutture residenziali e tre capannoni per animali, di proprietà di un residente locale, e li hanno sequestrati.
The Palestinian Journalists’ Syndicate monitored 490 Israeli violations against journalists in the West Bank, Gaza Strip, and Jerusalem during the year 2020. https://t.co/tkkE3o9nCe
— Samidoun Network (@SamidounPP) January 23, 2021
L’esercito ha arrestato il cameraman televisivo palestinese Omar Abu Awad, il fotoreporter WAFA Suleiman Abu Srour e il fotoreporter di Reuters Adel Abu Nimeh, insieme all’autista televisivo palestinese Samer Abu Salman per diverse ore prima di rilasciarli, impedendo loro di svolgere il proprio lavoro.
Libia
Ieri gli Stati Uniti hanno chiesto il ritiro immediato delle forze russe e turche dalla Libia, dopo che il termine per la loro partenza è stato ignorato. Questo appello ha segnato una più ferma espressione della politica statunitense nei confronti della Libia, ricca di petrolio, sotto la nuova amministrazione del presidente Joe Biden. In base a un “cessate il fuoco” sostenuto dalle Nazioni Unite e firmato il 23 ottobre, le truppe e i mercenari stranieri avrebbero dovuto ritirarsi dalla Libia entro tre mesi. Quel termine è scaduto sabato senza che nessun movimento sia stato annunciato o osservato sul campo.
Africa Occidentale
I pirati che hanno rapito 15 membri dell’equipaggio turco di una nave da carico al largo della costa dell’Africa occidentale, hanno preso contatto con la compagnia di navigazione, come rivelano i media turchi. Tutti i 15 marinai stanno «bene, sono illesi e insieme», si legge in una dichiarazione della Boden Maritime con sede a Istanbul, pubblicata dall’agenzia di stampa statale turca. L’azienda non ha detto se sia stata presentata una richiesta di riscatto, ma ha dichiarato che non avrebbe rilasciato ulteriori dichiarazioni al fine di proteggere la «sicurezza e la salute» dell’equipaggio e delle loro famiglie. La M/V Mozart, battente bandiera della Liberia, stava navigando da Lagos, Nigeria, a Città del Capo, Sudafrica, quando è stata attaccata il 23 gennaio a circa 100 miglia nautiche (185 chilometri) a nord-ovest della nazione insulare di Sao Tome e Principe. Un membro dell’equipaggio, un cittadino azero, è morto durante l’attacco. Il Golfo di Guinea, al largo delle coste di Nigeria, Guinea, Togo, Benin e Camerun, è il mare più pericoloso al mondo a causa della pirateria, secondo l’International Maritime Bureau.
Coronavirus
Brasile: il presidente Bolsonaro ha dichiarato che il lockdown porterà alla rovina. Onu: il turismo ha perso nel mondo 1.300 miliardi di dollari, 11 volte in più rispetto alla crisi economica del 2009. Regno Unito ferma i voli diretti dagli Emirati, la rotta internazionale più trafficata del mondo.
Secondo un sondaggio internazionale che evidenzia come la pandemia di Covid-19 abbia devastato la professione, più della metà dei piloti di linea nel mondo, non vola più per vivere. Il sondaggio della società di reclutamento aeronautico Goose e dell’editore FlightGlobal, ha rivelato che solo il 43% dei piloti continua a lavorare. Il sondaggio di ottobre ha riguardato quasi 2.600 equipaggi di volo in tutto il mondo. Sebbene le vaccinazioni rimangano la grande speranza dell’aviazione per una ripresa, il riacutizzarsi dell’infezione e le varianti mutanti del virus hanno deluso le prospettive di un ritorno a breve dei servizi di linea. L’International Air Transport Association ha affermato che i voli potrebbero non tornare ai livelli pre-pandemici fino al 2024, mettendo a dura prova la professione di pilota. Nel sondaggio, il 30% degli intervistati si è descritto come disoccupato e il 17% ha dichiarato di essere stato licenziato. Un altro 6% lavora ancora nel settore dell’aviazione ma in un ruolo non di volo, mentre il 4% è passato a un settore completamente diverso. Tra le regioni rappresentate nel sondaggio, gli Stati Uniti sono stati i meno colpiti, con il 20% dei piloti disoccupati. La Cina ha il più grande gruppo di piloti licenziati, al 24%. In un segnale di un certo ottimismo, quasi i tre quarti dei piloti si aspettano che il settore si riprenda completamente in uno o tre anni.
Bosnia
Almeno 50 adolescenti vivono al freddo, in edifici abbandonati o ripari di fortuna, in Bosnia-Erzegovina senza alcuna protezione e con gravi rischi per la loro salute e la loro sicurezza. È l’allarme lanciato da Save the Children sui migranti con meno di 18 anni non accompagnati «lasciati al gelo senza la supervisione di un adulto». «I minori che stanno affrontando da soli il tentativo di raggiungere l’Europa − spiega l’organizzazione − sono parte dei 2.500 migranti che secondo le stime sono sparsi sul territorio del paese senza un alloggio adeguato. Con le temperature scese sotto lo zero durante la notte, e le infezioni da Covid-19 che continuano a salire, questi adolescenti trascorrono i loro giorni e le loro notti all’aperto, esposti alle intemperie e al rischio di abusi e violenze».
Spagna
La polizia spagnola ha arrestato l’ex colonnello Eduardo Ferro, autore di crimini contro l’umanità durante la dittatura dell’Uruguay (1973-1985). La sua detenzione ha risposto a un mandato d’arresto internazionale emesso dal giudice penale Dolores Sanchez nel 2017. È accusato di essere responsabile del rapimento e della scomparsa del militante comunista Oscar Tassino nel 1977. L’ONG “Missing People Project” ha riferito che Ferro ha causato la morte del professore universitario Fernando Miranda e torturato Andres Bellizzi e Jorge Goncalves in Argentina. È anche accusato della scomparsa e dell’omicidio di Maria Irureta-Goyena mentre era incinta.
Este 20 de mayo no podremos marchar casi seguro. Hagámonos escuchar desde casa. Digamos juntos, gritemos fuerte PRESENTE! #NuncaMas #NiOlvidoNiPerdon #imagenesdelsilencio pic.twitter.com/5gfsaFtvx6
— La Tía Kikika (@UySole) April 19, 2020
Oltre a essere uno dei principali protagonisti dell'”Operazione Condor“, sostenuta dagli Stati Uniti, Ferro era a capo del Battaglione di controspionaggio militare e membro del Corpo per le operazioni antisovversive. Nonostante sia stato arrestato a Madrid nel settembre 2017, Ferro ha violato la libertà condizionale che gli ha permesso di sfuggire all’estradizione nel 2018.
L’avvocato del caso Tassino, Martin Fernandez, ha osservato che i tribunali uruguaiani e spagnoli devono accordarsi affinché affronti le accuse per la fuga nel 2018.
The US released declassified documents on Operation Condor, detailing the atrocities they supported in Argentina. https://t.co/AlUQ13gbup pic.twitter.com/1F8VXRU91G
— teleSUR English (@telesurenglish) December 13, 2016
Germania
La Corte d’Appello di Francoforte ha condannato Stephan Ernst all’ergastolo per l’omicidio di Walter Luebcke, il presidente del distretto di Kassel, ucciso il 2 giugno 2019 nella sua casa. Il politico della Cdu, ucciso con un colpo di pistola, aveva promosso una politica di accoglienza nei confronti dei migranti.
Polonia
Tre persone arrestate a Varsavia durante le proteste davanti alla Corte Costituzionale, protagonista della controversa sentenza che rende quasi totale il divieto di aborto nel paese. Tra gli arrestati anche Klementyna Suchanow, una delle leader delle proteste, accusata di aver “invaso” l’area che ospita l’edificio della Corte, riferisce l’agenzia polacca Pap. Secondo alcune testimonianze, i manifestanti avrebbero effettivamente fatto irruzione sul prato scavalcando la recinzione e riuscendo a entrare nell’edificio.
Armenia
La polizia armena ieri ha arrestato 26 attivisti che hanno preso parte a una protesta vicino al palazzo del governo per chiedere le dimissioni del primo ministro Nikol Pashinyan, riferisce la polizia nazionale all’agenzia russa TASS. L’Armenia è scossa dalle proteste dal 10 novembre. L’opposizione armena ritiene che la dichiarazione trilaterale sul “cessate il fuoco” nel Nagorno-Karabakh, firmata dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan, dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente azero Ilham Aliyev il 9 novembre, sia stata essenzialmente un atto di capitolazione. Gli oppositori del leader armeno in carica gli attribuiscono anche la responsabilità dei problemi economici e sociali del paese. In mezzo ai turbolenti sviluppi, il presidente armeno Armen Sarkissian ha chiesto improvvisamente le elezioni parlamentari e un trasferimento di potere al governo di accordo nazionale prima del voto.
Lo stesso Pashinyan è stato introdotto al potere sulla scia delle proteste di massa del 2018. All’epoca, il primo ministro Serzh Sargsyan è stato costretto a dimettersi sotto la pressione della popolazione. L’8 maggio la maggioranza parlamentare ha eletto Pashinyan nuovo primo ministro.
Russia
Un tribunale di Mosca ha respinto la richiesta di annullare l’arresto di 30 giorni imposto a Alexej Navalny. Il dissidente, fino a meno di due settimane fa, era in Germania dove era stato ricoverato in seguito a un avvelenamento per il quale si sospettano gli 007 del Cremlino. È stato arrestato al suo ritorno in Russia perché il servizio penitenziario lo accusa di non essersi presentato dal giudice di sorveglianza a Mosca, come previsto da una controversa sentenza del 2014, e ha chiesto di revocare all’oppositore la condizionale concessagli allora. Navalny rischia tre anni e mezzo di reclusione. Apparso in tribunale tramite collegamento video dal carcere, Navalny ha denunciato un procedimento penale contro di lui come parte degli sforzi del governo per intimidire l’opposizione. «Non riuscirete a spaventare decine di milioni di persone che sono state derubate da quel governo», ha detto. «Sì, ora avete il potere di mettermi in manette, ma non durerà per sempre».
Afghanistan
Il governo ha annunciato che il presidente Ghani ha ordinato l’espulsione dall’Afghanistan entro 24 ore di Mohammed Mohammedi, capo dell’UNICEF per le vaccinazioni nel programma contro la polio, per «mancanza di trasparenza» e «mancato rispetto del presidente». Fonti del palazzo presidenziale hanno detto che Mohammedi, cittadino francese, è stato coinvolto anche nell’investimento di 1,5 milioni di dollari per la produzione di sapone di bassa qualità in Afghanistan. L’UNICEF ha respinto queste accuse. Dopo il Pakistan, l’Afghanistan è il secondo paese al mondo dove la polio sta ancora paralizzando i bambini.
Pakistan
La Corte Suprema pakistana ha ordinato ieri il rilascio di un jihadista condannato per aver decapitato il giornalista statunitense Daniel Pearl, decisione che ha lasciato la sua famiglia in «completo shock», hanno detto gli avvocati. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha definito la decisione «un affronto alle vittime del terrorismo ovunque, anche in Pakistan» e ha detto che Washington è pronta a perseguire Ahmed Omar Saeed Sheikh negli Stati Uniti. Sheikh, che era il principale sospettato nel rapimento e nell’omicidio di Pearl nel 2002 − giornalista di The Wall Street Journal −, è stato assolto da una giuria di tre giudici. Pearl, 38 anni, stava indagando sui militanti islamisti a Karachi dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti, quando è stato rapito. Lo sceicco e il suo coimputato devono essere rilasciati immediatamente se non sono accusati in nessun altro caso, ha detto in un breve ordine il capo della giuria, il giudice Mushir Alam. L’anno scorso un’alta corte ha commutato la pena di morte dello sceicco di origine britannica in una condanna a vita e ha assolto i suoi tre coimputati, citando la mancanza di prove.
Stati Uniti
Rafforzamento dell’Obamacare e revoca delle restrizioni sull’aborto: sono due tra gli ordini esecutivi che Joe Biden ha firmato ieri, continuando l’inversione di marcia rispetto ai provvedimenti di Donald Trump. Il presidente riaprirà i termini dal 15 febbraio al 15 maggio per poter chiedere la copertura sanitaria e renderà più agevole l’accesso sia all’Obamacare che al Medicaid, il servizio sanitario per le persone più indigenti. Biden inoltre firmerà un memorandum per proteggere e allargare l’accesso alla salute riproduttiva, revocando − come hanno fatto tutti i presidenti democratici − la cosiddetta Mexico City Policy che vieta gli aiuti federali alle ONG internazionali a favore dell’aborto.
L’amministrazione Biden rivedrà la politica degli Stati Uniti su Cuba, ha detto giovedì la Casa Bianca, dopo che l’ex presidente Donald Trump ha annullato una storica distensione dell’era Obama con L’Avana. «La nostra politica su Cuba è governata da due principi. In primo luogo, il sostegno alla democrazia e ai diritti umani, che sarà al centro dei nostri sforzi. Il secondo è che gli americani, in particolare i cubano-americani, sono i migliori ambasciatori della libertà a Cuba. Quindi esamineremo le politiche dell’amministrazione Trump», ha detto il segretario stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, in una conferenza stampa. Trump ha bloccato Cuba dopo essere entrato in carica nel 2017, inasprendo le restrizioni sui viaggi degli Stati Uniti, sulle rimesse a Cuba e imponendo sanzioni sulle spedizioni di petrolio venezuelano verso l’isola.
Colombia
Giovedì la Giurisdizione Speciale per la Pace (PEC) della Colombia ha accusato otto ex comandanti dei combattenti delle FARC smobilitate di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, per aver preso ostaggi durante il conflitto armato interno del paese. È la prima volta, dalla firma dell’accordo di pace del 2016, che il PEC ha attribuito la responsabilità penale agli ex leader delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), che si sono smobilitate per reintegrarsi nella società. «Privare le persone della loro libertà e stabilire le condizioni per il loro rilascio, così come il loro benessere, integrità e vita, è un crimine di guerra, soprattutto la presa di ostaggi», ha detto il PEC in una dichiarazione letta dal magistrato Julieta Lemaitre. Gli ex comandanti sono anche accusati di altri crimini di guerra legati al trattamento delle vittime dei rapimenti, tra cui l’omicidio e la tortura, ha detto Lemaitre. Tra gli accusati ci sono l’ex leader delle FARC Rodrigo Londono, conosciuto con il nome di battaglia di Timochenko, Pablo Catatumbo, il pastore Alape e Milton de Jesus Toncel. Hanno 30 giorni per accettare o respingere le accuse. Se i comandanti si dichiareranno colpevoli, dovranno affrontare restrizioni alle loro libertà per cinque/otto anni. Tuttavia, se respingono le accuse, potrebbero rischiare fino a 20 anni di carcere secondo i termini dell’accordo di pace che ha posto fine alla parte delle FARC nel conflitto che ha lasciato 260.000 morti e milioni di sfollati. Il PEC è un tribunale creato in base all’accordo di pace del 2016 per perseguire ex membri delle FARC e leader militari per presunti crimini di guerra.
Indonesia
Una coppia gay è stata frustata in pubblico, nella provincia indonesiana di Aceh, per avere fatto sesso: lo si legge su Detik News. I due hanno ricevuto 77 frustate ciascuno in pubblico secondo la sharia, la rigida legge islamica che vieta, tra l’altro, anche il consumo di alcol, il gioco d’azzardo, l’adulterio e i rapporti sessali prima del matrimonio. I ragazzi, di 27 e 29 anni, erano stati arrestati a novembre in una pensione dove il proprietario li aveva trovati mezzi nudi in camera da letto. Ieri, altre quattro persone hanno ricevuto tra 17 e 40 frustate ciascuno per avere consumato bevande alcoliche o avuto incontri con persone del sesso opposto. La provincia di Aceh è l’unica in Indonesia che impone la fustigazione come punizione.
Centinaia di rohingya sono scomparsi da un campo profughi in Indonesia e si ritiene che siano stati trafficati nella vicina Malesia, secondo funzionari e altre fonti come si legge su Al Jazeera. Solo 112 rifugiati rimangono nel campo improvvisato di Lhokseumawe, sulla costa settentrionale dell’Indonesia, questa settimana, molto meno dei quasi 400 arrivati tra giugno e settembre dello scorso anno. Né le autorità locali né le Nazioni Unite sono state in grado di spiegare dove si trovino i rifugiati della minoranza musulmana apolide del Myanmar, che si teme abbiano arruolato trafficanti per aiutarli ad attraversare lo stretto di Malacca verso la Malesia. Una repressione militare del Myanmar nel 2017, un genocidio per gli investigatori delle Nazioni Unite, ha costretto 750.000 rohingya a fuggire attraverso il confine nel distretto costiero sud-orientale del Bangladesh di Cox’s Bazar, dove molti sono finiti in vasti campi profughi. Da allora in migliaia hanno pagato trafficanti per uscire dal Bangladesh, sopportando viaggi in mare durati mesi, colpiti da malattie, percosse e con razioni quasi da fame, per raggiungere Indonesia e Malesia.
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