29 novembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Novembre 29, 2021

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  • L’Unione Europea nega il riconoscimento del governo dei talebani.
  • Catturati da Israele, minori palestinesi tenuti fuori al freddo.
  • Un cartello della droga dietro l’uccisione di un’attivista per le donne nel nord del Messico.
  • L’opposizione di sinistra, con una donna in testa nelle elezioni per la presidenza dell’Honduras.
  • Venezuela: Maduro ha detto che gli osservatori UE alle elezioni sono “nemici e spie”.
  • Barbados: domani diventa una Repubblica.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

L’Unione Europea ha detto che non riconoscerà l’attuale governo afghano, ma si è impegnata a restare coinvolta per evitare il collasso economico e sociale in Afghanistan. In una dichiarazione rilasciata dalla Commissione Europea a seguito del 13° vertice ASEM in videoconferenza, la presidente della UE Ursula von der Leyen ha affermato che il mondo ha bisogno di stare al fianco del popolo afghano. «Infine, abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno sulle questioni che riguardano la stabilità regionale. E questo mi porta al mio ultimo punto: l’Unione Europea non riconosce il nuovo regime… ma dobbiamo prevenire l’imminente collasso economico e sociale che il paese deve affrontare», ha affermato. «Dobbiamo stare al fianco del popolo afghano. Ecco perché, il mese scorso, abbiamo annunciato un pacchetto del valore di 1 miliardo di euro, di cui 300 milioni di euro in aiuti umanitari. L’Unione Europea continuerà a impegnarsi con i paesi della regione», ha aggiunto Leyen. Al vertice ospitato dalla Cambogia hanno partecipato i leader di 20 governi asiatici e 30 stati europei. La delegazione dell’Emirato Islamico sta intanto incontrando i rappresentanti degli Stati Uniti e dei paesi europei in Qatar. La riapertura delle ambasciate farebbe parte delle trattative dell’incontro.

I membri dell’Afghan Independent Bar Association (AIBA), in pratica l’Ordine indipendente degli avvocati, hanno affermato ieri che le forze dell’Emirato Islamico hanno rilevato l’ufficio dell’AIBA a Kabul e che il governo (Emirato Islamico) intende utilizzarlo come ufficio governativo operante sotto il ministero della Giustizia. Questo avviene mentre un gran numero di pubblici ministeri e avvocati afghani, molti dei quali donne, hanno lasciato il paese dopo il crollo del precedente governo ad agosto. «Le forze dell’Emirato Islamico sono entrate nell’ufficio delle associazioni di Kabul, hanno chiuso tutte le stanze e ordinato a tutti i membri e al personale di uscire dall’ufficio», ha detto Najla Rahel, ex deputata dell’AIBA. «La nostra richiesta è l’indipendenza dell’associazione; se non verrà presa in considerazione, continueremo e lanceremo proteste civili», ha affermato Sayed Maarof Hashimi Jahed, capo dell’ufficio stampa dell’AIBA. I membri hanno inoltre aggiunto che l’AIBA, che funzionava in modo indipendente in conformità con le leggi dell’International Bar Association’s Human Rights Institute (IBAHRI), è stata istituita da un fondo privato e il governo avrebbe dovuto solo monitorare le operazioni dell’associazione.

Israele e Palestina

Il quotidiano israeliano Haaretz ha offerto uno sguardo preoccupante sul trattamento dei civili palestinesi, anche dei minori, da parte dell’esercito israeliano in Cisgiordania. Raccontano la storia di un ragazzino di 12 anni del villaggio di Zawiya e del suo amico di 11 anni. Le truppe israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio alle dieci di sera perché, a detta loro, avevano lanciato delle pietre.
Le truppe hanno avvertito il dodicenne Yasser che se non avesse confessato, lo avrebbero “preso”. Ha confessato, l’hanno preso lo stesso. Sono andati a casa dell’amico Yazen e hanno preso anche lui, insieme al padre. Sono stati tutti portati, senza mandato, in una stazione di polizia e fatti aspettare fuori al freddo per ore. Alle 2:30 del mattino i detenuti sono stati portati in una base militare.
È lì che hanno trascorso la notte e il pomeriggio successivo, alle 14:30, gli è stato ordinato di tornare a casa. Non sono state presentate accuse e non è chiaro se considerino la questione risolta.

Il rappresentante dell’Unione Europea presso l’Autorità Palestinese, Sven Kuhn von Burgsdorff, ha lanciato un allarme durante una visita in Cisgiordania, dicendo che il tempo stringe per la “soluzione dei due Stati” con Israele. Burgsdorff ha guidato domenica una delegazione della UE formata da rappresentanti di oltre 20 paesi europei in visita all’ex aeroporto di Qalandia, a nord di Gerusalemme. Si riferiva a due annunci circa la costruzione di insediamenti da parte di Israele. Uno riguarda un piano per costruire circa 3.500 unità abitative vicino all’insediamento di Ma’ale Adumim, nell’area conosciuta come E1. L’altro controverso annuncio di costruzione si riferisce alle 9.000 case previste per l’area Atarot di Gerusalemme Est sul sito di quello che un tempo era l’aeroporto di Qalandiya, aperto nel 1924 e chiuso nel 2000. Burgsdorff ha dichiarato ai giornalisti che i piani israeliani sfidano il diritto internazionale e destabilizzano lo status quo. «Gli insediamenti israeliani sono in chiara violazione del diritto internazionale e costituiscono un grave ostacolo a una pace giusta, duratura e globale tra israeliani e palestinesi», ha spiegato, aggiungendo che la UE non può «chiudere gli occhi» sui progetti.

Coronavirus

Il Marocco ha chiuso le sue frontiere aeree per due settimane a causa della variante Omicron. Il Giappone ha deciso di impedire l’entrata a tutti gli stranieri. Le Filippine lanciano una campagna per vaccinare 9 milioni di persone in tre giorni.

Coronavirus, Oxfam/Emergency: “La nuova variante sudafricana dimostra la necessità di vaccini in ogni parte del mondo”

Sudan

L’ex ministro sudanese degli affari di gabinetto Khalid Omer Yousif è stato rilasciato dalla detenzione insieme ad altri, meno di un giorno dopo l’inizio dello sciopero della fame: lo ha detto il ministero dell’Informazione del paese in una nota sabato. Un cambio di gestione dell’esercito il 25 ottobre ha fermato un accordo di condivisione del potere tra i militari e civili delle forze della libertà e cambiamento Alliance (FFC), e un certo numero di ministri e alti funzionari civili sono stati arrestati. Sabato sono stati rilasciati anche l’ex governatore dello stato di Khartoum Ayman Nimir e il membro della task force anticorruzione Maher Abouljokh. Diversi politici di alto profilo rimangono però ancora in custodia.

Burkina Faso

Il governo del Burkina Faso ha dichiarato di voler revocare la sospensione di Internet da domenica sera, una settimana dopo aver imposto il divieto per motivi di sicurezza e difesa. La sospensione è arrivata tra la rabbia diffusa e le violente proteste per ciò che i manifestanti hanno affermato essere l’incapacità del governo di fermare gli attacchi mortali dei militanti islamisti. I manifestanti hanno bruciato pneumatici e saccheggiato sabato un edificio governativo nella capitale a seguito di un appello di attivisti e partiti di opposizione, in risposta agli attacchi di militanti legati ad al-Qaida e allo Stato Islamico che hanno ucciso più di 60 membri delle forze di sicurezza e almeno una dozzina civili dal 14 novembre.

Francia

L’azienda francese Nexa Technologies è stata posta sotto indagine a Parigi per «complicità in atti di tortura e sparizioni forzate» con l’accusa di aver venduto al regime egiziano apparecchiature di sorveglianza informatica che avrebbero consentito di rintracciare gli oppositori.

I ministri che si occupano di migrazione di Francia, Germania, Olanda e Belgio si sono riuniti ieri al porto di Calais per decidere una strategia comune contro il traffico di esseri umani, quattro giorni dopo la tragedia nella Manica dove sono morte 27 persone che cercavano di arrivare nel Regno Unito su un gommone. Londra è stata esclusa dall’incontro.

Repubblica Ceca

Il presidente Milos Zeman ha nominato Petr Fiala, leader del Partito civico democratico (ODS), premier della Repubblica Ceca.

Kirghizistan

Il Kirghizistan ha tenuto le elezioni parlamentari domenica, poco più di un anno dopo un forte cambio di governo nella nazione ex-sovietica dell’Asia centrale, e secondo i primi risultati gli elettori avrebbero favorito i partiti che sostengono il nuovo presidente del paese. Il presidente Sadyr Zhaparov, eletto a gennaio in seguito alle proteste che hanno cacciato il suo predecessore, si aspettava che il voto di domenica avrebbe ulteriormente rafforzato la sua presa sul potere. Con oltre il 97% dei distretti contati, tre blocchi che sostengono Zhaparov sono emersi come i maggiori votati. Alcuni partiti di opposizione hanno rapidamente contestato i risultati, accusando le autorità di brogli. Il Kirghizistan, nazione montuosa senza sbocco sul mare con 6,5 milioni di abitanti e che confina con Cina, Tagikistan, Uzbekistan e Kazakistan, è membro di alleanze economiche e di sicurezza dominate dalla Russia. Ospita una base aerea russa e dipende dal sostegno finanziario di Mosca.

Stati Uniti

In un’intervista rilasciata nel fine settimana, l’ambasciatore russo Anatoly Antonov ha rivelato che 27 diplomatici saranno espulsi dagli Stati Uniti entro il 30 gennaio, insieme alle loro famiglie. Le espulsioni sono legate alla scadenza dei visti. 24 diplomatici erano stati espulsi per lo stesso motivo a settembre. I funzionari affermano che ci sono stati ritardi nel rinnovo dei visti.

Messico

Le autorità del Messico settentrionale hanno riferito domenica che una banda di droga sarebbe dietro l’attacco a colpi di arma da fuoco contro un municipio nel quale sono rimaste uccisi un’attivista femminista e una guardia del corpo. Anche un aggressore è morto nella sparatoria di giovedì davanti al municipio di Guaymas, nello stato di Sonora, al confine settentrionale. È stato ucciso quando la polizia ha risposto al fuoco. La procuratrice di Stato Claudia Contreras ha anche affermato che nell’attacco è stata utilizzata almeno una bomba a mano che sembra abbia colpito un’auto. L’obiettivo previsto potrebbe essere stato il capo della polizia di Guaymas, sulla base delle minacce che aveva ricevuto, ha detto Contreras. Ma quelli che sono morti erano una delle guardie del corpo del capo e Lucero Marisol, una partecipante a una manifestazione in municipio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Giovedì si sono svolte marce e manifestazioni in tutto il mondo per celebrare la giornata, ma sembra che le donne di Guaymas siano state colpite semplicemente perché stavano incontrando il sindaco della città e il capo della polizia. «L’attacco non era diretto alla manifestazione femminista», ha detto Contreras. Ha riferito che l’aggressore è stato identificato postumo, un lavavetri di 49 anni. «L’uomo armato… è stato reclutato da un gruppo criminale perché aveva problemi di dipendenza», ha detto Contreras. Nell’attentato sono rimaste ferite anche due persone, un impiegato dell’ufficio stampa cittadino e un’altra guardia del corpo. La sparatoria è avvenuta il giorno dopo che le autorità statali hanno dichiarato di aver trovato 14 tombe clandestine vicino a Miguel Aleman, una città a nord di Guaymas. I pubblici ministeri affermano che le fosse di sepoltura contenevano ossa, alcune bruciate, e corpi in decomposizione, ma hanno affermato di non poter ancora determinare il numero delle vittime. Sonora è stata teatro di battaglie tra bande della droga che si pensa coinvolgessero fazioni del cartello di Sinaloa, alleati del cartello di Jalisco e una banda alleata con il fuggitivo signore della droga Rafael Caro Quintero.

Barbados

Barbados diventa ufficialmente una repubblica, rompendo anche l’ultimo emblema che legava l’isola caraibica al suo passato coloniale: la sovrana britannica, quale capo dello stato, da domani sarà sostituita dalla prima presidente, la 72enne Sandra Mason, che è anche il primo giudice costituzionale donna. I festeggiamenti sono già iniziati e culmineranno stasera con una parata militare, con la presenza prevista del Principe Carlo. L’erede al trono, in visita all’isola, proverà «una punta di rammarico» per la svolta che rinnega la monarchia britannica mentre la Regina Elisabetta esprime «tristezza», secondo quanto ha scritto ieri The Sunday Times.

Venezuela

Il presidente Maduro ha accusato i membri della Missione di osservazione dell’Unione Europea, intervenuta nel processo elettorale del 21 novembre scorso in Venezuela per la scelta dei sindaci e dei governatori, di essere stati «più spie che osservatori internazionali». La missione della UE ha affermato che le elezioni locali e regionali in Venezuela hanno avuto condizioni migliori rispetto alle precedenti. Tuttavia hanno anche espresso preoccupazione per i divieti arbitrari sui candidati per motivi amministrativi, i ritardi nell’apertura dei seggi elettorali e «l’uso esteso delle risorse statali nella campagna elettorale». Maduro ha detto che stanno cercando di “macchiare” il processo elettorale del Venezuela. La missione UE non ha ancora commentato la dichiarazione Maduro. Era la prima volta in 15 anni che si riusciva a osservare le elezioni del paese. La missione comprendeva 1.000 osservatori, ha segnalato alcune irregolarità e tra due mesi sarà presentato un rapporto completo. La capa della missione Isabel Santos ha affermato che «alcune leggi hanno influenzato l’uguaglianza delle condizioni, l’equilibrio e la trasparenza delle elezioni». I politici dell’opposizione hanno partecipato per la prima volta dal 2017, ma il partito di governo di Maduro ha ottenuto 210 sindaci. Gli altri partiti hanno vinto solo in 3 governatorati su 23.

Honduras

Si sono tenute ieri le elezioni generali che riguardano il presidente, 3 vicepresidenti, 128 deputati al congresso, 20 del parlamento centroamericano e i sindaci di 298 città. Due i favoriti per la presidenza, il sindaco della capitale e la moglie dell’ex presidente Zelaya. La candidata dell’opposizione di sinistra Xiomara Castro è in vantaggio, come mostrano i risultati parziali delle elezioni, il che la pone in pole position per diventare la prima leader donna del paese centro americano. Con oltre il 27% dei voti contati, Castro, la moglie dell’ex presidente Manuel Zelaya, ha avuto il 53,7% di sostegno, mentre Nasry Asfura, candidato del Partito nazionale al governo, ha avuto il 33,8%, come riferito dal consiglio elettorale nazionale. La vittoria di Castro metterebbe fine a una dozzina di anni di governo conservatore e riporterebbe al potere la sinistra honduregna per la prima volta da quando Zelaya è stato deposto con un colpo di Stato del 2009.

Perù

Ieri, nel nord del Perù, è stata registrata una scossa di terremoto 7.5.

Corea del Sud

La vedova dell’ultimo dittatore militare della Corea del Sud si è scusata per i «dolori e le cicatrici» causati dal governo brutale del marito, quando decine di parenti ed ex aiutanti si sono riuniti sabato in un ospedale di Seoul per l’ultimo saluto a Chun Doo-hwan. Chun, che ha preso il potere in un colpo di Stato del 1979 e ha represso violentemente le proteste a favore della democrazia un anno dopo prima di essere incarcerato per tradimento negli anni Novanta, è morto martedì nella sua casa di Seoul all’età di 90 anni. L’ultimo giorno di una processione funebre durata cinque giorni, la famiglia di Chun ha tenuto un servizio funebre all’ospedale Severance di Seoul, prima di portare i suoi resti in un parco commemorativo per la cremazione.
Chun non si è mai scusato per le sue atrocità, che includono la supervisione in un massacro di centinaia di manifestanti pro-democrazia nella città meridionale di Gwangju nel 1980, uno dei momenti più bui nella storia moderna del paese, che arrivò mentre tentava di consolidare il suo governo dopo il colpo di Stato. Cho Jin-tae, un alto funzionario di una fondazione che rappresenta le vittime di Gwangju, ha detto che la vaga espressione di rimorso di Lee, la moglie, suonava vuota e ha chiesto alla famiglia di Chun di sostenere le sue parole con azioni, compresa la cooperazione negli sforzi per scoprire la verità sui principali errori di Chun.

Isole Salomone

Le Figi contribuiranno con 50 soldati a una forza di pace a guida australiana nelle Isole Salomone, a seguito di una rivolta antigovernativa che ha raso al suolo parti della capitale, Honiara: lo ha affermato il primo ministro delle Fiji, Frank Bainimarama. Il contingente delle Fiji porterà il numero delle forze di pace a circa 200 soldati e agenti di polizia, per lo più australiani, con un contributo di almeno 34 persone provenienti dalla Papua Nuova Guinea. La crisi delle Salomone è scoppiata la scorsa settimana con tre giorni di disordini mortali a Honiara, in parte attribuiti alla povertà, alla fame e alla frustrazione per le politiche del governo nella nazione insulare del Pacifico di 800.000 persone. Durante i disordini, che hanno causato almeno tre vittime, la folla ha tentato di incendiare la residenza privata del primo ministro e il parlamento, prima di essere dispersa dalla polizia che sparava lacrimogeni e colpi di avvertimento.

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