3 agosto 2021 – Notiziario in genere
Scritto da Raffaella Quadri in data Agosto 3, 2021
Spagna: i negozi diventano ‘punti sicuri’ per le donne. In Inghilterra e Galles la violenza sessuale contro le donne disabili è più che raddoppiata negli ultimi sei anni. India: uccisa a bastonate a 17 anni da nonno e zii perché indossava i jeans. Messico, è allarme femminicidi.
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Spagna

Wikimedia Commons | Irene Montero
La Spagna contro la violenza di genere. L’ultima iniziativa dell’esecutivo iberico per rispondere al recente aumenti dei casi di violenza e di femminicidio nel paese per mano di partner o ex è una campagna rivolta a chi gestisce un negozio o un’attività commerciale per trasformarli in “punti sicuri”, chiamati “punti viola” per le donne: in pratica luoghi in cui vittime o persone che conoscono le vittime possano “ottenere informazione e supporto”, si spiega. Nel negozio viene collocato in un luogo visibile un adesivo con un Qr code per avere accesso a una guida che spiega cosa fare nel caso in cui si sia vittime di violenza di genere o reati sessuali o si sia testimone o a conoscenza di casi di questo tipo. “Siamo coscienti del fatto che non stiamo arrivando in tempo in tutti i casi”, spiega Irene Montero, ministra delle Pari Opportunità. “L’obiettivo dei punti viola è che tutta la società sappia che ciascuno di noi può fare qualcosa per sradicare questa violenza”. Perché, conclude, anche una panetteria o una farmacia possono diventare dei posti che possono offrire aiuto alle donne perché “non si sentano sole”.
Regno Unito
Un gruppo che porta avanti iniziative di attivismo a favore delle vittime di abusi sulle persone disabili in Gran Bretagna ha chiesto una maggiore formazione per gli agenti di polizia per migliorare i tassi di condanne e affrontare il problema della discriminazione. “Attraverso il nostro lavoro, abbiamo parlato con centinaia di sopravvissuti e sopravvissute, e nessuno di loro ha visto arrivare il suo caso in tribunale”, spiegano dalla Disabled Survivors Unite (DSU) nella presentazione al parlamento degli ultimi dati. E i numeri dell’Office for National Statistics (ONS) suggeriscono che la violenza sessuale contro le donne disabili in Inghilterra e Galles è più che raddoppiata negli ultimi sei anni.
La Rape Review del governo ha anche evidenziato un rischio più elevato per i gruppi emarginati, compresi quelli con disabilità. E l’esecutivo ha chiesto scusa, si legge su Sky News, per non essere stato in grado di proteggere le vittime. Secondo l’Ons nel 2014 il 2,6% delle donne disabili aveva subito violenza sessuale, rispetto al 2,2% delle donne non disabili. Gli ultimi dati, pubblicati nel marzo 2021, mostrano che i tassi per le donne disabili sono più che raddoppiati, arrivando al 5,7%, mentre la percentuale per le non disabili ha raggiunto quota 3%.
Sexual violence against disabled women has doubled over 6 yrs. Many aren't coming forward because – you guessed it! – women do not trust the police to take their allegations seriously. Good work @DSUtweets highlighting the need for Police training.https://t.co/XeReJLuh6Z
— Dr Charlotte Proudman (@DrProudman) August 2, 2021
Le testimonianze
Sky News ha raccolto le testimonianze di alcune vittime, che si sono lamentate del modo in cui le loro accuse di violenza sessuale sono state gestite dalla polizia. Jayla (qui e di seguito sono tutti nomi di fantasia), autistica, ha raccontato per esempio di essere stata drogata e violentata al primo appuntamento. Quando è tornata a casa nelle prime ore del mattino, ha lasciato un messaggio vocale sconvolto al suo ex ragazzo. Poi ha chiamato i Samaritani. E in tarda mattinata è stata ricoverata in ospedale, perché l’emorragia era diventata così grave da non permetterle di camminare. La polizia, racconta, si è rifiutata di prendere sul serio le sue affermazioni quando ha denunciato lo stupro tre giorni dopo. “Continuavano a chiedermi se fossi sicura di quello che era successo. ‘Non è stato solo il tuo autismo a giocarti brutti scherzi?’, dicevano”, racconta a Sky News. Il suo caso è stato successivamente archiviato per “mancanza di prove”. E questo, racconta ancora lei, l’ha portata a tentare di togliersi la vita.
Mimi, autistica e che soffre di disturbo da stress post-traumatico, ha descritto un’esperienza simile. Ha detto che le è stato detto dagli ufficiali che le sue condizioni la rendevano “eccessivamente emotiva” e quindi non una testimone affidabile. I paradossi continuano nella storia di Shannon. Shannon è cieca. Negli ultimi tre anni, Shannon ha denunciato dieci aggressioni sessuali da parte di estranei su vagoni e stazioni della metropolitana. Ogni volta la polizia respinge le sue accuse o si rifiuta di rispondere alle sue chiamate, perché “non può identificare gli autori” delle aggressioni. Secondo il Royal National Institute For The Blind (RNIB) i casi simili di discriminazione della polizia contro i e le non vedenti sarebbero molteplici. Un sondaggio di Disabled Survivors Unite ha anche rivelato che alle vittime è stato detto che “non sono abbastanza attraenti” per essere aggredite sessualmente.
India
Neha Paswan aveva 17 anni e da grande voleva fare la poliziotta. Viveva a Savreji Kharg, un villaggio nel distretto di Deoria, una delle regioni più arretrate dell’Uttar Pradesh in India. Amava indossare jeans e maglietta al posto del tradizionale sari o del completo femminile con la lunga blusa e i pantaloni larghi. Uno stile per cui veniva rimproverata spesso dai nonni paterni, che definivano il suo modo di vestire “audace”, perché così vestita partecipava anche alle preghiere. Non solo: la esortavano anche a lasciare gli studi. Neha è stata ritrovata morta qualche giorno fa. A lanciare l’allarme per la sua scomparsa era stata la mamma, Shakuntala Devi Paswan, che cresce i figli da sola perché il marito, Amarnath Paswan, lavora in Punjab. La donna ha denunciato alla polizia locale che il nonno paterno e alcuni zii avevano picchiato sua figlia fino a tramortirla. Avevano poi promesso di portare la ragazza in ospedale ma così non è stato: il corpo senza vita di Neha è stato ritrovato appeso a un ponte, a qualche chilometro di distanza dal villaggio. Le hanno spaccato la testa a suon di bastonate, dice l’autopsia. La polizia ha arrestato 4 persone: il nonno paterno, due zii e l’autista che ha portato via la ragazza. Altre sei persone sono state incriminate col sospetto di avere avuto un ruolo attivo nel femminicidio.
Messico

Wikimedia Commons/Wotancito | Ecatepec, croci rosa per le donne assassinate
I femminicidi in Messico sono aumentati del 137% tra il 2015 e il 2020. Il crimine è stato riconosciuto come specifico dallo Stato nel 2012. Il sistema giudiziario messicano rimane tristemente inefficace poiché solo nel 27% delle uccisioni è scattata un’indagine e solo il 4% dei casi di femminicidio va a processo.
Secondo un sondaggio condotto sul web da Global Voices sulla percezione del fenomeno nel paese, più dell’80% degli e delle utenti si dice preoccupato per i crimini contro le donne nel paese. Il sondaggio è sttao condotto intervistando 625 messicani rappresentativi per genere, età e preferenze politiche della popolazione nazionale.

Fonte Global Voices
La maggior parte dei messicani è allarmata per la violenza contro le donne e molti si dicono insoddisfatti dell’approccio del presidente Andrés Manuel López Obrador alla risoluzione di questi problemi.
In copertina Wikimedia commons.
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