7 settembre 2021 – Notiziario in genere
Scritto da Radio Bullets in data Settembre 7, 2021
Costa d’Avorio: condannato a un anno il conduttore che aveva chiesto a un suo ospite di simulare uno stupro in diretta tv. Stati Uniti: Pete Buttigieg e il marito diventano papà di due gemelli. Perù: poche donne nel governo, “mea culpa” del presidente. In Albania, invece, la presenza femminile nel nuovo esecutivo è schiacciante. Australia: al via il vertice nazionale sulla sicurezza delle donne.
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Costa d’Avorio
Le immagini e i commenti sono scioccanti. Inimmaginabili. In Costa d’Avoio il presentatore Yves De Mbella è stato sospeso da Haca, autorità del settore audiovisivo ivoriano, per 30 giorni da tutti i programmi, sia TV che radio, proibendogli di ospitare il concorso di bellezza Miss Costa d’Avorio. L’uomo è anche comparso davanti a un giudice: è stato condannato a un anno. Durante il suo programma, trasmesso dall’emittente privata Nouvelle chaine ivorienne (Nci), aveva ospitato un ex detenuto, definito “ex stupratore” e pentito, chiedendogli di mostrare le sue tecniche di stupro su un manichino in studio, a metà del programma e in prima serata. In studio si ride e si scherza. La protesta è scoppiata immediatamente, tra raccolta firme e indignazione di gran parte dell’opinione pubblica.
Nei giorni scorsi alcune donne fuori dalla sede dell’emittente hanno chiesto di dare voce alle vittime di stupro, sensibilizzando l’opinione pubblica sul tema della violenza sessuale. «Si tratta di un’emittente molto seguita in un paese con un alto tasso di analfabetismo», spiega all’agenzia Afp Fatim Sylla, femminista e blogger. «Le persone vedono le cose in televisione e le copiano, dunque usiamo la televisione per educarle». Per Benedicte Joan, a capo di un’associazione di vittime di stupro, le sanzioni contro De Mbella non sono abbastanza. «Non dovrebbe comparire mai più sui nostri schermi», dice.
A TV presenter in Ivory Coast has been convicted of glorifying rape after inviting a convicted rapist onto his show to simulate rape.
Yves de Mbella was given a 1-yr suspended prison sentence. A petition calling for the cancellation of his show has received ~50K signatures. pic.twitter.com/RZJU09yLBg
— AJ+ (@ajplus) September 1, 2021
Stati Uniti
Si era candidato alle primarie dei democratici per le elezioni presidenziali, poi vinte da Joe Biden, contro Donald Trump. E aveva fatto parlare di sé (anche) grazie al suo cognome impronunciabile. L’attuale ministro dei Trasporti dell’amministrazione statunitense Pete Buttigieg è diventato, insieme al marito Chasten Glezman, papà di due gemelli. La coppia ha adottato due neonati, Penelope Rose e Joseph August. Buttigieg diventa così il primo ministro di una amministrazione americana, apertamente gay, che sia diventato genitore. «Chasten e io siamo enormemente grati per gli auguri ricevuti dopo aver dato l’annuncio», scrive Buttigieg su Facebook. Buttigieg ha 39 anni: il matrimonio col 32enne Chasten è avvenuto nel 2018. A detta degli e delle attivisti/e lgbtq, l’annuncio della coppia è positivo nella lotta ai pregiudizi contro le coppie omosessuali, in particolare degli uomini gay che diventano genitori. Gli Stati Uniti hanno legalizzato le nozze gay da sei anni, nel 2015.
Chasten and I are beyond thankful for all the kind wishes since first sharing the news that we’re becoming parents. We are delighted to welcome Penelope Rose and Joseph August Buttigieg to our family. pic.twitter.com/kS89gb11Ax
— Pete Buttigieg (@PeteButtigieg) September 4, 2021
Perù
Un governo di (quasi) soli uomini, e in Perù il presidente della Repubblica, Pedro Castillo, fa mea culpa. L’esecutivo guidato da Guido Bellido, che ha giurato a fine luglio, vede infatti 16 ministri e solo 2 ministre: si tratta della vicepresidente Dina Boluarte, che ha anche la responsabilità del ministero dello Sviluppo e Inclusione sociale, e di Anahí Durand Guevara, ministra della Donna e delle Popolazioni vulnerabili. Nel corso di un incontro con un gruppo di sindache peruviane in vista dei festeggiamenti per il Bicentenario dell’indipendenza nazionale, Castillo ha assicurato che questo problema verrà risolto nelle sue scelte future, «assegnando progressivamente nel governo più voce e potere a donne con esperienza». Il presidente ha detto anche di augurarsi che alle prossime elezioni amministrative ci saranno ancora più sindache e amministratrici.
Con su voz, lucha y liderazgo, las mujeres han sido parte de la política peruana. Hoy, durante la reunión con las alcaldesas, expreso mi compromiso para que más mujeres ocupen cargos públicos y políticos. Su participación en cualquier escenario siempre engrandecerá al país. pic.twitter.com/JPnPpNllnB
— Pedro Castillo Terrones (@PedroCastilloTe) September 4, 2021
Albania
In Albania, invece, la musica è completamente diversa: il nuovo governo, del (solito) premier socialista Edi Rama, al suo terzo mandato consecutivo dopo la vittoria delle politiche dello scorso 25 aprile, ha ben pochi volti nuovi. Ma la presenza femminile non solo c’è, ma è preponderante: 12 ministre (prima erano 9) su 16 dicasteri.
Australia
È appena cominciato in Australia il vertice nazionale sulla sicurezza delle donne, un’iniziativa ideata per assistere i governi federali degli Stati e dei territori nello sviluppo di un piano nazionale per contrastare la violenza contro donne, bambini e bambine.
L’evento si tiene on line e vede la partecipazione di organizzazioni di sostegno ai diritti delle donne, esperti ed esperte di salute, leader comunitari e servizi per la sicurezza delle donne. I temi all’ordine del giorno sono: la violenza sessuale, il controllo coercitivo, gli abusi facilitati da condizioni finanziarie e dalla tecnologia, le molestie sessuali sul lavoro e la violenza contro le donne aborigene. L’Australia, ammette il primo ministro Scott Morrison, «ha un problema» nel modo in cui tratta le donne, con una cultura che non solo giustifica l’ineguaglianza di genere, ma porta alla violenza contro le donne.
«Un’azione coraggiosa e mirata per rendere l’Australia più sicura per donne e bambini» è quanto chiede il documento preliminare, che ricorda che nel paese ogni settimana in media una donna viene uccisa dal suo partner corrente o dal suo ex, e che circa un quarto delle donne ha subito almeno una violenza da parte del proprio partner.
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