4 settembre 2020 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Settembre 4, 2020
- Iran: condannato a morte campione di wrestling sebbene un video dimostri che non ha commesso crimini (in copertina).
- Libano: trovate 4 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate nel porto distrutto di Beirut; intanto si scava tra le macerie di una casa, a un mese dall’esplosione, nella speranza di trovare un sopravvissuto.
- Israele e Palestina: brucia la scuola della pace.
- Slovacchia: condannato assassino del giornalista Kuciak, liberi i presunti mandanti.
- Kuwait: nominate otto magistrate.
- Egitto: tentativo di insabbiamento, arrestati i testimoni in un caso di stupro.
- L’Etiopia ha cercato di zittire i migranti nei campi mortali sauditi.
- Giappone: proseguono frenetiche le ricerche della nave bestiame che si è capovolta nel Mar Cinese, muore il secondo superstite trovato.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Ascolta il podcast
Foto di copertina: Center for Human Rights in Iran
Kuwait
Hanno giurato, per la prima volta nella storia del Paese, otto giudici donna, dopo una lunga battaglia legale per consentire loro di ricoprire questo ruolo di solito riservato agli uomini. In Kuwait le donne hanno ruoli nel governo, votano e si candidano dal 2005, e dal 2009 ci sono donne parlamentari.
Iran
Il campione iraniano di wrestling, Navid Afkari, è stato condannato a morte per aver ucciso un uomo della sicurezza a Shiraz, provincia di Fars, durante le proteste dell’estate 2018, nonostante esistano prove che non ha commesso il presunto crimine e che è stato torturato durante l’interrogatorio per rilasciare una falsa confessione. “Le autorità iraniane usano sempre più condanne a morte per terrorizzare la popolazione e costringerla a rimanere in silenzio e porre fine a qualsiasi ulteriore partecipazione a proteste pacifiche”, ha detto Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani in Iran (CHRI). “Le condanne a morte emesse da un sistema giudiziario che ignora le prove, nega il giusto processo e tortura i suoi detenuti in false ‘confessioni’ non sono altro che un omicidio”, ha aggiunto Ghaemi. La condanna a morte di Navid è stata confermata in appello. I due fratelli di Navid, Vahid Afkari e Habib Afkari, sono stati ugualmente condannati ingiustamente, rispettivamente a 54 e 27 anni di prigione. Tutti e tre sono stati anche condannati a 74 frustate. Il CHRI chiede l’immediata sospensione dell’esecuzione di Navid Afkari e un riesame giudiziario completo e imparziale di tutte e tre le condanne. Una registrazione di una telecamera di sicurezza, sulla base della quale è stata inflitta la condanna a morte al campione iraniano di wrestling, dimostra in realtà che non avrebbe potuto commettere l’omicidio di cui è accusato, ha spiegato l’avvocato di Afkari, Hassan Younesi, in un’intervista al CHRI. “Non ci sono prove visive del momento del crimine, quando [il dipendente della sicurezza della compagnia idrica Hassan Torkman] è stato ucciso, e il film presentato in questo caso mostra scene di un’ora prima dell’omicidio”, ha detto Younesi al CHRI. Navid, che ha vinto diverse medaglie di lotta libera e greco-romana in tornei iraniani e internazionali, e suo fratello Vahid Afkari sono stati arrestati a Shiraz il 17 settembre 2018. Un altro fratello, Habib Afkari, è stato arrestato tre mesi dopo. Sono stati accusati di “aver intrapreso la guerra contro lo stato, di corruzione e di aver formato un gruppo anti-rivoluzionario” per aver partecipato alle proteste che si sono svolte in città e per aver ucciso un uomo della sicurezza il 2 agosto 2018. La condanna a morte di Navid è stata confermata dalla Corte Suprema, ha detto Younesi, nonostante le denunce formali presentate contro gli interrogatori, nei quali è stata usata la tortura.
Turchia
La Corte di Cassazione ha ordinato l’immediata scarcerazione per motivi di salute dell’avvocato Aytac Unsal, che da 213 giorni è in sciopero della fame per protestare contro la sua condanna a 10 anni e mezzo per “associazione terroristica”, a una settimana dalla morte in carcere della collega Ebru Timtik, dopo 238 giorni di digiuno. Nei giorni scorsi, i medici avevano lanciato l’allarme sul deterioramento delle condizioni generali del legale 32enne alla luce anche del coronavirus. Il suo rilascio dovrebbe avvenire nelle prossime ore. La morte di Ebru Timtik aveva suscitato forte indignazione e commozione in Turchia e all’estero, con accuse al governo di Recep Tayyip Erdogan di aver ignorato fino alle estreme conseguenze le richieste della protesta pacifica degli avvocati, che denunciavano le condanne politiche e chiedevano una revisione dei loro casi. Entrambi erano da tempo impegnati nella difesa di attivisti di sinistra e la magistratura li ha accusati di sostegno all’organizzazione marxista-leninista Dhkp-c, classificata come “terroristica”.
Libano
Sono in corso le operazioni di soccorso condotte da una squadra di cileni che ieri, a un mese dall’esplosione che ha devastato Beirut, ha rilevato, grazie a un cane di salvataggio, una presenza sotto le macerie di un palazzo in una dei quartieri di Beirut. Sono ore frenetiche nel tentativo difficile di salvare chiunque sia là sotto.
Intanto, un brivido ha percorso i libanesi quando le autorità hanno annunciato che altre 4 tonnellate di nitrato di ammonio, la stessa sostanza che esplose il 4 agosto scorso uccidendo 191 persone, sono state trovate all’entrata del porto di Beirut. I militari, in una dichiarazione, hanno detto che esperti militari erano stati chiamati per un’ispezione e avevano trovato il pericoloso materiale in 4 container stoccati nel porto. Gli ingegneri militari se ne starebbero occupando. Non si sa a chi appartengano quei container. 30 giorni fa esattamente, 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate al porto di Beirut da 6 anni detonarono portando morte e distruzione. Interi quartieri sono stati colpiti, 6.000 persone furono ferite, 300.000 sono state sfollate. Il governo, nel giro di pochi giorni, a causa delle proteste della gente arrabbiata per la crisi politica e la malagestione, è caduto. Qualche giorno dopo, esperti francesi e italiani che lavoravano tra le macerie del porto, hanno detto a Radio Bullets che 20 container pericolosi erano stati identificati e messi in sicurezza lontano dal porto.
Israele e Palestina
Un incendio devastante ha dilaniato, in Israelel, una scuola che riunisce bambini israeliani e palestinesi. È in corso un’indagine per determinare la causa dell’incendio alla scuola Oasi di Peace. Nata 40 anni fa per promuovere la convivenza e situata tra Gerusalemme e Tel Aviv, nota come Neve Shalom in ebraico e Wahat al-Salam in arabo. Oasis of Peace UK (OPUK) ha detto che “le aule sono state gravemente danneggiate, il tetto e il soffitto sono parzialmente crollati, i rivestimenti in legno delle pareti sono stati bruciati, mentre porte, muri, finestre e mobili sono stati tutti distrutti”. Ha aggiunto, “i vigili del fuoco sono arrivati rapidamente e sono stati in grado di spegnere le fiamme prima che si propagassero alle case vicine. Siamo tutti profondamente grati che nessuno sia rimasto ferito nell’incendio, mentre è iniziata un’indagine per stabilire la causa”. Il direttore della scuola, Nava Sonnenschein, ha annunciato che continuerà a funzionare da un’altra posizione temporanea. “Non possiamo permetterci di fare una pausa. Ciò che non può essere distrutto è il sogno di una società migliore con uguaglianza, pace e giustizia nel nostro paese”.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha tenuto ieri un raro incontro con le fazioni rivali mentre si lavora per trovare un fronte unito contro Israele e l’accordo con gli Emirati Arabi Uniti che ha normalizzato le reciproche relazioni. L’incontro si è svolto in videoconferenza tra Ramallah, in Cisgiordania, e Beirut, e hanno partecipato il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, e il segretario generale della Jihad islamica, Ziyad al-Nakhalah. È raro che gli islamisti di Hamas e la fazione laica Fatah di Abbas dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina abbiano contatti di così alto livello, dopo anni di scontri. I palestinesi sono sgomenti per l’accordo di “normalizzazione” tra lo Stato del Golfo e Israele, vedendolo come un tradimento che potrebbe indebolire la posizione panaraba che da lunga data chiede a Israele di ritirarsi dal territorio occupato. L’accordo è stato mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Abbas ha ripetuto più volte che nessuno ha il diritto di parlare in nome dei palestinesi o di fare accordi su di loro, se non i palestinesi stessi.
Egitto
Nonostante le promesse di giustizia e le assicurazioni di anonimato, le autorità egiziane stanno perseguendo diversi testimoni in un caso di stupro di gruppo di alto profilo, accusando i testimoni di lavorare per danneggiare l’immagine del paese. Sei arresti, negli ultimi giorni, hanno sbigottito i difensori dei diritti delle donne e hanno messo fine alle speranze che lo stato egiziano si riveli sincero nelle sue promesse di contrastare le aggressioni sessuali endemiche e proteggere le sue vittime. Lo stupro in questione avvenne nell’hotel di Fairmont Nile City nel 2014, dove un gruppo di almeno nove uomini violentò una ragazza di 18 anni durante una festa, usando poi un video per ricattarla. La notizia è in prima pagina in Egitto da quando le accuse sono emerse sui social media a luglio. Le accuse sono state rivolte a un certo numero di giovani uomini benestanti dagli utenti che sollecitavano le autorità a condannare i colpevoli responsabili, mentre un movimento anti-aggressione sessuale, etichettato come “Egypt’s MeToo” ha acquisito slancio. All’inizio di agosto, il Consiglio nazionale per le donne (NCW) gestito dallo Stato, ha invitato i testimoni a testimoniare contro i presunti autori e a parlare davanti all’accusa, garantendo “piena riservatezza”, con lo scopo di “proteggere la loro reputazione”. Tuttavia, da quando la pubblica accusa ha assunto il caso, diversi testimoni e un attivista sono stati arrestati dopo aver testimoniato e sono stati trattenuti in un luogo sconosciuto.
Etiopia
Le autorità etiopi hanno avvertito i lavoratori migranti, tenuti in campi mortali in Arabia Saudita, di “ripercussioni legali” se avessero continuato a parlare delle loro condizioni sui social media. The Sunday Telegraph questa settimana ha esposto le condizioni in un certo numero di centri di detenzione per migranti nel regno – uno dei quali è a mezz’ora di distanza della Mecca, il luogo più sacro dell’Islam – dove le persone muoiono di colpi di calore, malattie o suicidio. Le foto pubblicate dal giornale mostrano uomini emaciati sdraiati a torso nudo sul pavimento in stanze prive di aria. In altri, i migranti rivelano cicatrici sulla schiena, evidenze di percosse. Le rivelazioni hanno provocato la condanna internazionale, mentre l’Arabia Saudita ha promesso di avviare un’indagine sulle accuse. Ma in un documento trapelato al quotidiano The Daily Telegraph, si dice che il governo etiope sembra abbia tentato di mettere a tacere i migranti. I documenti, trapelati dal consolato etiope nella città di Jeddah, avvertono gli etiopi di “ripercussioni legali” se continuano a caricare foto e video dai centri di detenzione sui social media. Ha avvertito i migranti di smettere di condividere i resoconti dei loro abusi perché stavano causando “angoscia alle famiglie e alla grande comunità etiope”.
Zimbabwe
Continua la strage di elefanti: altri 10 sono stati trovati morti, si pensa a un batterio che ha già ucciso 12 cuccioli la scorsa settimana. Le guardie forestali temevano un avvelenamento da parte dei bracconieri, ma le zanne non sono state rimosse. Nel paese ci sono circa ottantaquattromila elefanti
Slovacchia
Il tribunale di Pezinok ha condannato Tomas Szabo, un ex soldato che ha ucciso nel febbraio del 2018 il giornalista Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnira, a 25 anni di reclusione. Marian Kocner, l’uomo d’affari un tempo tra i più importanti personaggi del paese, sospetto mandante dell’omicidio, e l’intermediaria, l’ex amante Alena Zsuzova, sono stati prosciolti al culmine di uno dei processi più importanti della storia slovacca. Kočner è stato riconosciuto colpevole del solo possesso di munizioni, che aveva già ammesso. Gli è stata inflitta una multa di 5.000 euro. I genitori di Kušnírová e Kuciak hanno pianto in silenzio dopo che i verdetti sono stati letti in tribunale, poi si sono affrettati a superare la folla di giornalisti, in attesa fuori dall’aula al termine dell’udienza. Altre due persone sono già state condannate al carcere per il loro ruolo negli omicidi, tra cui il cugino di Szabó, che si è dichiarato colpevole di averlo accompagnato a casa di Kuciak e Kušnírová la notte delle uccisioni. Lo scioccante duplice omicidio della giovane coppia ha scatenato una tempesta politica in Slovacchia, portando in piazza decine di migliaia di persone per chiedere giustizia per la giovane coppia. Le loro richieste di cambiamento hanno provocato una serie di dimissioni di alto profilo nel governo, e alla fine hanno rovesciato l’allora procuratore generale Dobroslav Trnka e il primo ministro Robert Fico. Critica l’Unione Europea: “Abbiamo chiesto alle autorità slovacche di indagare per assicurare i responsabili alla giustizia. Questa aspettativa non è cambiata”. Così la vicepresidente della Commissione europea per i valori dell’Unione, Vera Jurova, su Twitter, che afferma: “Comprendiamo che l’azione giudiziaria non è ancora conclusa. La decisione presa oggi dal tribunale slovacco di Pezinok mostra che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire la giustizia e prevenire l’impunità”. Questo “è dovuto alle famiglie e ai colleghi di entrambe le vittime, ma anche all’intera società slovacca”. Così il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, in merito all’assoluzione di Marian Kocner, presunto mandante dell’omicidio.
Germania: cinque bambini di 1, 2, 3, 6 e 8 anni, sono stai trovati morti in una casa di Solingen, uccisi dalla madre, 27 anni, che poi si è lanciata sotto un treno ma è sopravvissuta. Un sesto figlio era illeso a casa della nonna.
Belgio
“L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) continua a monitorare la situazione ed è pronta a impegnarsi e a collaborare con qualsiasi Stato membro che possa richiedere la sua assistenza”. Lo dichiara il direttore generale dell’OPAC, Fernando Arias, a proposito del presunto avvelenamento di Alexei Navalny, in una nota. “Ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche, qualsiasi avvelenamento di un individuo attraverso l’uso di un agente nervino è considerato uso di armi chimiche”, scrive Arias. “Tale accusa è motivo di grave preoccupazione. Gli Stati che aderiscono alla Convenzione ritengono l’uso di armi chimiche da parte di chiunque, in qualsiasi circostanza, riprovevole e del tutto contrario alle norme legali della comunità internazionale”. Dal canto suo, il capo dell’intelligence russa all’estero (SVR), Serghiei Narishkin, ha detto di non escludere che il presunto avvelenamento dell’oppositore russo Aleksey Navalny possa essere una provocazione dei servizi segreti occidentali, visto che i medici russi hanno detto di non aver trovato tracce di veleno nel sangue di Navalny. Il Cremlino replica che non non c’è nessuna ragione di accusare la Russia di aver avvelenato il dissidente.
Bielorussia
Il premier russo Mikhail Mishustin è andato ieri a Minsk, capitale della Bielorussia, dove da settimane decine di migliaia di persone scendono in piazza protestando contro il presidente Aleksandr Lukashenko e la sua vittoria alle presidenziali del 9 agosto. La Russia sta appoggiando Lukashenko e ha dichiarato “valide” le elezioni, mentre Unione Europea e Stati Uniti hanno condannato il voto e la repressione brutale delle manifestazioni pacifiche. La visita di Mishustin spiana la strada verso un incontro tra Putin e Lukashenko che dovrebbe svolgersi a Mosca nelle prossime due settimane.
Stati Uniti
Sette anni fa Edward Snowden, ex agente dell’NSA, l’agenzia nazionale per la sicurezza americana, rivelò al mondo la sorveglianza di massa delle telefonate degli americani. Poi dovette fuggire in esilio, e ancora rimane nascosto. Ieri una corte di appello americana, scrive il quotidiano The Guardian, ha riconosciuto che quel programma era illegale e che i capi dell’intellingence non dissero la verità. I giudici hanno detto che le intercettazioni senza mandato – si parla di milioni di telefonate – hanno violato il Foreign Intelligence Surveillance Act e potrebbero essere incostituzionali. Immediata la replica di Snowden su Twitter: “Non avrei mai immaginato che sarei vissuto per vedere i nostri tribunali condannare le attività dell’NSA come illegali, e nella stessa sentenza vedermi attribuito il merito di averle rilevate”.
Tempi duri anche per un altro che ha deciso di far trapelare informazioni. L’udienza per l’estradizione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, inizierà lunedì 7 settembre all’Old Bailey, il tribunale penale centrale di Londra, e potrebbe durare tre o quattro settimane. Assange è stato incriminato con 17 accuse di spionaggio e un’accusa di cospirazione, in combutta con una fonte, per violare il Computer Fraud and Abuse Act che conserva i rapporti sulle guerre statunitensi in Iraq e Afghanistan e sulle torture a Guantanamo Bay. Queste accuse contro Assange fanno parte della guerra americana lanciata contro il giornalismo. È la prima volta che l’Espionage Act del 1917 viene utilizzato per perseguire un giornalista, in questo caso un cittadino australiano, che ha pubblicato materiale al di fuori degli Stati Uniti.
Dal 23 agosto, giorno in cui è stato ferito l’afroamericano Jacob Blake da un agente di polizia, durante le proteste sono state arrestate 252 persone. I danni alla proprietà pubblica ammontano a 2 milioni di dollari.
Per la prima volta in 384 anni, l’Università di Harward non aprirà il campus per il semestre autunnale. A causa del coronavirus, tutte le attività didattiche sono online.
Giamaica
Ieri il partito al governo della Giamaica ha affrontato gli elettori con un vantaggio nei sondaggi, nonostante il numero crescente di casi di coronavirus e la minaccia, che dura da anni, all’economia. Recenti sondaggi hanno mostrato il Partito Laburista Giamaicano del Primo Ministro, Andrew Holness, in vantaggio di due punti sul Partito Nazionale Popolare dell’opposizione di centro-sinistra: più che sufficiente per mantenere la maggioranza parlamentare del JLP. Prima dell’arrivo del coronavirus, il JLP di Holness ha affrontato anni di forti tensioni macroeconomiche, con un debito in contrazione, una disoccupazione record, un avanzo di bilancio nazionale e un mercato azionario in forte espansione.
India
Facebook ha bannato un politico indiano di destra per aver diffuso discorsi di incitamento all’odio contro i musulmani, proprio mentre il gigante dei social media combatte le accuse di parzialità nella sua gestione dei partiti rivali in un mercato chiave. T. Raja Singh, un legislatore regionale del partito al governo del primo ministro Narendra Modi, è stato bloccato “per aver violato la nostra politica che vieta a coloro che promuovono o praticano violenza e odio di avere una presenza sulla nostra piattaforma”, ha detto un portavoce di Facebook.
Nepal
Ieri la polizia nepalese ha sparato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per fermare una celebrazione, con tanto di carri, che ha portato nelle strade centinaia di indù e buddisti a dispetto delle restrizioni del coronavirus. La polizia ha detto che almeno quattro agenti sono rimasti feriti e un camion spara-acqua è stato danneggiato negli scontri seguiti al loro tentativo di disperdere i festeggiamenti. Feriti anche diversi manifestanti. La gente arriva ogni anno da tutta la valle di Kathmandu per vedere il carro di legno alto 15 metri (49 piedi) che trasporta la divinità della pioggia Macchindra Nath e si trascina per le strade di Lalitpur, vicino alla capitale.
Giappone
La guardia costiera giapponese ha detto che un secondo sopravvissuto, recuperato dalla nave bestiame capovolta andando in Cina dalla Nuova Zelanda, è morto. L’uomo era stato ritrovato privo di sensi a 120 km a nord-ovest dell’isola di Amami Oshima e trasferito in ospedale. Continuano le ricerche di 41 membri dell’equipaggio. A bordo c’erano anche seimila capi di bestiame: solo una carcassa è stata ritrovata e alcuni giubbotti di salvataggio. Tre navi, un aereo e due sommozzatori stanno prendendo parte alle ricerche, dopo che mercoledì la Gulf Livestock 1, nave degli emirati, è scomparsa dopo aver inviato una richiesta di aiuto mentre sferzava il tifone Maysak.
Ti potrebbe interessare anche:
- Beirut: Le voci della piazza
- Cina, svolta per il movimento #Metoo?
- Isis Tomorrow
- Venezuela: Maduro grazia decine di oppositori
- Proteste in Bielorussia: l’asse Lukashenko – Putin
- Si scava tra le macerie di Beirut forse un sopravvissuto
- Coloni israeliani lanciano pietre, grave donna incinta
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete darci una mano cliccando su Sostienici