“Se non ora, quando?”: la voce della piazza di Beirut

Scritto da in data Agosto 9, 2020

“Siamo arrabbiati. Li hanno uccisi. Ora devono andarsene: non ci fermeremo fino a che non lo faranno”. Sono parole come queste a tenere insieme le centinaia di migliaia di persone che sono scese in piazza a Beirut, in Libano, ancora una volta e a una settimana dalle devastanti esplosioni che hanno distrutto la città e il porto e causato oltre 150 vittime e almeno cinquemila feriti, oltre alle innumerevoli persone sfollate.

“La nostra associazione fa base sul monte Lebanon e da martedì stiamo reclutando volontari”, racconta questa manifestante. “Forniamo loro materiale per andare a pulire la case distrutte in tre quartieri. I volontari vengono divisi in gruppi da dieci persone, con un capo: scelgono la casa e la puliscono. In più distribuiamo cibo e abbiamo un rifugio sulla montagna, dove ospitiamo le famiglie che hanno perso le case”.

Cosa è cambiato nel popolo libanese dopo le esplosioni? “La gente ora è molto, molto arrabbiata. Vogliono fare qualcosa, ecco perché ora sono tutti qui. Mezzo milione di persone e una sola richiesta: basta corruzione, basta con questo governo, vogliamo un nuovo sistema politico perché questo che abbiamo non funziona”. È il momento per un vero cambiamento in Libano? “È il momento. Se non ora, quando? È il momento”.

Libano: si dimette la ministra dell’Informazione

Ti potrebbe interessare anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta dai posti, potete sostenerci andando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]