5 aprile 2021 – Notiziario

Scritto da in data Aprile 5, 2021

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  • Giordania: l’ex principe ereditario accusato di voler destabilizzare il paese (copertina).
  • Prima capitana di una nave egiziana falsamente accusata di aver bloccato il canale di Suez solo perché donna.
  • Il ministro dei Trasporti taiwanese offre le sue dimissioni dopo il devastante incidente ferroviario.
  • Pakistan: ucciso un giudice dell’antiterrorismo insieme alla sua famiglia, tra cui un bimbo di due anni.
  • Etiopia: comincia il ritiro delle truppe eritree dal Tigray.
  • Haiti: donne in piazza contro la violenza.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Giordania

Il governo giordano ha accusato l’ex principe ereditario Hamzah bin Hussein e i suoi collaboratori di essere in contatto con parti straniere riguardo al «momento giusto per destabilizzare» il paese. La dichiarazione segue l’annuncio di sabato di Hamzah, il fratellastro del sovrano, re Abdullah II, di essere stato posto agli arresti domiciliari. In una conferenza stampa, ieri, il vice primo ministro giordano Ayman Safadi ha detto che funzionari della sicurezza hanno intercettato le comunicazioni tra Hamzah, la sua cerchia e parti straniere su un presunto piano che, secondo lui, avrebbe minato la stabilità e la sicurezza del paese. Il vice primo ministro ha detto che sono state arrestate tra le 14 e le 16 persone, oltre a 2 alti funzionari. Tra i detenuti ci sono Hassan bin Zaid, membro della famiglia reale e inviato in Arabia Saudita, e Bassem Awadallah, ex ministro delle finanze e della pianificazione, confidente di lunga data del re. Alla conferenza stampa di ieri Safadi ha detto che il re Abdullah II discuterà la situazione con Hamzah direttamente e all’interno della famiglia reale. Il capo dell’esercito ha riferito che Hamzah non è agli arresti, ma gli è stato chiesto di interrompere «alcune attività che potrebbero causare instabilità». Il principe, però, con un video messaggio consegnato alla Bbc, ha contestato l’affermazione.
I servizi di sicurezza − ha aggiunto al Safadi − hanno monitorato una persona con collegamenti a servizi di sicurezza stranieri che comunicavano con la moglie del principe Hamzah. «Al tempo stesso − ha aggiunto nella dichiarazione ufficiale − le offrivano immediatamente un aereo per lasciare la Giordania per un paese straniero». «Una calunnia malvagia», così la regina Noor, vedova di re Hussein e madre del principe Hamza, ha definito le accuse delle autorità giordane contro il figlio.

Israele e Palestina

Il capo del coordinamento delle attività governative nei territori Kamil Abu Rukun ha avvertito che Israele «fermerà tutto» se Hamas dovesse vincere le imminenti elezioni parlamentari: lo si legge su The Times of Israel. In un’intervista con l’emittente pubblica israeliana Kan, ha detto: «Questa, almeno, sarà la mia raccomandazione basata su cose accadute in passato e su ciò che vedo sul campo», ha sottolineato.

Il funzionario israeliano ha ribadito che Israele dovrebbe impedire lo svolgimento delle elezioni palestinesi a Gerusalemme Est. Mercoledì Kan ha riferito che il capo dell’agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, ha esortato il presidente dell’Autorità Palestinese (AP) Mahmoud Abbas a cancellare le imminenti elezioni del parlamento palestinese se Hamas vi prenderà parte. Rispondendo ad Argaman, Abbas ha risposto: «Non lavoro per te. Deciderò se ci saranno le elezioni e con chi. Avete  creato voi Hamas, non io».

Intanto, funzionari delle elezioni palestinesi hanno annunciato domenica che 36 liste di candidati sono state approvate per partecipare alle elezioni legislative fissate per il mese prossimo, le prime elezioni palestinesi in 15 anni. Il voto, che precede le elezioni presidenziali indette per il 31 luglio, fa parte di uno sforzo dei movimenti palestinesi dominanti − i secolaristi di Fatah e il gruppo di Hamas − per aumentare il sostegno internazionale al governo palestinese.

Egitto

La prima donna capitano di una nave egiziana ha detto di essere stata incolpata del blocco del Canale di Suez, causato da una nave incagliata che ha messo in ginocchio il commercio globale. Ma la capitana non era neanche lontanamente vicina alla scena dell’incidente. Marwa Elselehdar ha raccontato che dopo la diffusione della notizia che l’Ever Given era bloccato nel canale il 24 marzo, ha notato che online si diceva che fosse lei responsabile, sebbene si trovasse a centinaia di miglia di distanza in quel momento, al comando di una nave chiamata Aida IV nella città di Alessandria. «Sono rimasta scioccata», ha detto Elselehdar alla BBC. «Ma sapevo che avrei potuto essere presa di mira, forse perché sono una donna di successo in questo campo», ha detto.

Le voci online sono state spinte dal titolo di un giornale che la indicava coinvolta nell’incidente di Suez. L’immagine falsa, presumibilmente proveniente dall’emittente Arab News, arriva da un servizio su Elselehdar del 22 marzo che non era collegato a Suez. «Il mio messaggio alle donne che vogliono essere nel campo marittimo è di combattere per ciò che ami e di non lasciare che alcuna negatività ti influenzi».

Secondo l’Organizzazione marittima internazionale le donne rappresentano solo il 2% degli 1,2 milioni di marittimi del mondo e il 94% delle donne lavora nel settore delle crociere. Elselehdar ha detto di essere sempre stata attratta dal mare e di essere stata spinta verso la carriera marittima dopo che suo fratello aveva iniziato gli studi presso l’Accademia araba per la scienza, la tecnologia e il trasporto marittimo, un’università regionale.

Etiopia

Le truppe eritree che combattono nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia, «hanno iniziato la smobilitazione” il giorno dopo che i paesi del G7 hanno chiesto il loro immediato ritiro. Lo ha annunciato il governo etiope. Tramite i social il ministero degli Esteri dell’Etiopia ha affermato che il processo di ritiro delle truppe eritree dal Tigray è iniziato. «Come annunciato la scorsa settimana, è iniziato il ritiro delle truppe eritree che avevano attraversato il confine provocate dal Tigray People’s Liberation Front (Tplf)», ex partito al governo del Tigray che ha dominato la politica nazionale in Etiopia per quasi tre decenni prima che Abiy Ahmed prendesse il potere nel 2018. Nella dichiarazione del ministero si legge anche che «l’esercito ha assunto ora la guardia del confine nazionale».

Kosovo

Vjosa Osmani è il nuovo presidente del Kosovo. È stata eletta dal parlamento nel tardo pomeriggio di ieri con 71 voti a favore (sul totale di 120). Vjosa Osmani, capa del parlamento, dallo scorso novembre esercitava ad interim le funzioni di capa dello stato dopo l’arresto del presidente uscente Hashim Thaci, detenuto a L’Aja con l’accusa di crimini di guerra.

Bulgaria

In Bulgaria, nonostante il coronavirus, si sono aperti ieri i seggi per le elezioni politiche che vedono favorito il partito conservatore Gerb, del premier uscente Boyko Borissov, rispetto al partito socialista bulgaro (Bsp), principale forza di opposizione. Borissov è al governo da quasi dieci anni, e nei mesi scorsi ha resistito a una lunga e massiccia serie di proteste popolari che denunciavano la corruzione dilagante e quelli che vengono considerati metodi mafiosi in seno al governo di Sofia.

Francia

I pubblici ministeri francesi per l’antiterrorismo hanno arrestato cinque donne nella città meridionale di Beziers e avviato un’indagine preliminare in relazione a un possibile piano di attacco jidahista, ha detto domenica una fonte giudiziaria. Alla domanda sulle indagini e sugli arresti, che hanno avuto luogo durante la notte, il portavoce del governo Gabriel Attal ha detto a LCI TV di non avere ulteriori informazioni, in questa fase, su ciò che il possibile complotto stava prendendo di mira.

La rivista Le Point in precedenza aveva riferito che gli arresti sarebbero collegati a un sospetto attacco nella città meridionale di Montpellier. Gli investigatori si sono concentrati principalmente su una delle donne, ha detto Le Point, le altre donne includono le sorelle e la madre.

Regno Unito

La polizia ha riferito che più di cento persone sono state arrestate dopo che sabato sono state organizzate proteste contro il nuovo disegno di legge sul crimine del governo britannico nel centro di Londra. Dieci agenti sono stati feriti dopo gli scontri con i manifestanti, che hanno invaso la capitale per protestare contro la proposta di legge sulla polizia, la criminalità e le condanne proposta dal governo. Se approvata, la legislazione darebbe alla polizia, in Inghilterra e Galles, più poteri per porre condizioni alle proteste non violente, comprese quelle ritenute troppo rumorose o fastidiose, con i condannati passibili di multe o pene detentive. I manifestanti di “Kill the Bill” sono stati raggiunti da Extinction Rebellion e manifestanti anti-lockdown.

Stati Uniti

I dati rubati da oltre mezzo milione di profili Facebook nel 2019 possono essere ancora usati dagli hacker per compiere furti di identità o frodi varie. Lo affermano alcuni esperti e ricercatori, come riportano alcuni media americani, dopo che l’azienda di cyber intelligence Hudson Rock ha rivelato che gli utenti i cui account sono stati violati sono oltre mezzo miliardo: 533 milioni in 106 paesi, di cui 32 milioni negli Usa, 11 milioni nel Regno Unito e 6 milioni in India. Tra le informazioni di cui i pirati informatici sono venuti in possesso ci sono password, generalità, spostamenti, indirizzi email, relazioni personali e numeri di telefono. Tra i dati personali hackerati ci sarebbero anche quelli del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

La famiglia dell’uomo sospettato dell’attacco al Campidoglio, Noah Green, ha parlato in sua difesa dicendo che soffriva di depressione. Il fratello di Green, Brendan, ha detto ad AP che suo fratello aveva mostrato una «storia di comportamento preoccupante» e che i suoi problemi di salute mentale potrebbero derivare da colpi alla testa che ha subito mentre giocava a calcio. L’attacco è avvenuto venerdì scorso quando Green, presumibilmente, ha lanciato l’auto contro due agenti di polizia, uccidendone uno fuori dal Campidoglio degli Stati Uniti. Le riprese video hanno mostrato Green uscire dall’auto schiantata, coltello in mano, mentre caricava gli agenti di polizia prima di essere ucciso.

Un’unità, un tempo segreta, all’interno del centro di detenzione di Guantanamo Bay, è stata chiusa e i prigionieri trasferiti in un’altra struttura nella base americana a Cuba, hanno detto domenica i militari statunitensi. I prigionieri del Campo 7 sono stati trasferiti in una struttura adiacente dove sono incarcerati gli altri detenuti della base. Il comando meridionale con sede a Miami, che sovrintende al centro di detenzione all’estremità sud-orientale di Cuba, non ha chiarito quanti prigionieri siano stati spostati. I funzionari avevano precedentemente parlato di circa 14 uomini trattenuti nel Campo 7. Ci sono 40 prigionieri a Guantanamo. Il comando meridionale ha detto che i prigionieri del Campo 7 sono stati trasferiti al Campo 5. Il Campo 7 era stato aperto nel dicembre 2006 per i prigionieri detenuti in una rete di strutture di detenzione clandestine della CIA, spesso denominate “siti neri”, dove sono stati sottoposti a brutali tecniche di interrogatorio.

Haiti

Sabato, centinaia di donne hanno protestato nella capitale di Haiti denunciando la violenza delle bande e l’instabilità politica che, secondo loro, potrebbero portare a una nuova dittatura. Alla manifestazione che segna la giornata nazionale del movimento delle donne haitiane, i manifestanti hanno deplorato il crescente potere delle bande negli ultimi mesi, che ha portato a un picco di rapimenti a scopo di riscatto a Port-au-Prince e in altre province. «Le donne rapite vengono violentate e aggredite sessualmente, quindi oggi dobbiamo mettere al centro del dibattito, al di là dei rapimenti, l’impatto della situazione (della sicurezza) specificamente sulle donne», ha detto l’attivista Pascale Solages. Il 3 aprile è stata la giornata nazionale del movimento delle donne haitiane, che ricorda la data nel 1986 in cui 30.000 donne hanno marciato per chiedere una migliore inclusione nella politica, due mesi dopo la caduta della dittatura Duvalier. La folla di sabato era composta da attivisti di tutte le età, quando le proteste politiche ad Haiti, di solito, attirano giovani uomini. «Quello che dicevamo nel 1986 è che la democrazia non può essere costruita senza le donne o a loro discapito. È importante ricordare questi slogan», ha detto Daniele Magloire, attivista femminista.

Haiti, il paese più povero delle Americhe, ha attraversato una crisi politica lunga mesi. Il presidente Jovenel Moise sostiene che il suo mandato durerà fino al 7 febbraio 2022, ma altri sostengono che sia terminato il 7 febbraio 2021. Il disaccordo nasce dal fatto che Moise è stato eletto con una votazione annullata per frode, e poi rieletto un anno dopo. Senza un parlamento, il paese è entrato ulteriormente in crisi nel 2020 e Moise governa per decreto, alimentando una crescente sfiducia nei suoi confronti. In mezzo all’instabilità, Moise ha detto che prevede di tenere un referendum costituzionale a giugno. «Si parla di referendum ma non serve una nuova costituzione dove inserire due o tre misure cosmetiche, mentre tutto il potere sarà concentrato nelle mani dell’esecutivo, con un presidente che avrà l’immunità totale durante e dopo il suo mandato», protesta Gaelle Bien Aime. «Siamo in strada per combattere l’impunità di così tanti uomini, anche nelle sfere del potere, che picchiano le loro mogli, che violentano», ha detto il 30enne. «Non ero ancora nata nel 1986 e sono molto seccata di dover essere qui, 35 anni dopo, per strada a combattere le stesse lotte”, ha detto.

Pakistan

Uomini armati hanno ucciso domenica un giudice del tribunale antiterrorismo e la sua famiglia mentre viaggiavano dalla valle dello Swat, nel nord-ovest del Pakistan, verso la capitale Islamabad: lo ha detto il funzionario di polizia Shoaib Khan. Nessuno ha rivendicato la responsabilità della sparatoria, che ha ferito gravemente anche due delle guardie del corpo del giudice Aftab Ahmed Afridi.

I tribunali anti-terrorismo pakistani sono stati istituiti per esaminare casi che vanno dal finanziamento del terrorismo al perseguimento degli autori di attacchi dei ribelli. I critici affermano che le leggi anti-terrorismo del Pakistan sono state utilizzate anche per mettere a tacere i critici del potente esercito del paese.

Afridi, sua moglie e due figli − tra cui un figlio di due anni − sono stati uccisi nell’attacco, ha detto Khan. Afridi era stato assegnato ai tribunali antiterrorismo di Swat due mesi prima. Swat era una volta un’area controllata dai talebani ed è qui che l’attivista Malala Yousafzai è stata ferita dai talebani per aver sostenuto l’istruzione delle ragazze.

India

Ventidue membri delle forze di sicurezza indiane sono stati uccisi, e altri 30 feriti, in una battaglia con ribelli maoisti nello Stato centrale del Bihar, lo scontro più sanguinoso degli ultimi quattro anni: lo riferiscono fonti della polizia. Le forze di sicurezza hanno subito un’imboscata mentre rientravano da un’operazione di pattugliamento vicino a una foresta nel distretto di Bijapur, ha detto all’agenzia Afp il direttore generale aggiunto della polizia dello Stato, Ashok Juneja.

Myanmar

Uova pasquali dipinte con slogan contro la giunta militare: è questa l’ultima forma di protesta contro il colpo di Stato del primo febbraio scorso che ha deposto la leader civile del paese Aung San Suu Kyi. In un paese in cui il buddhismo è la religione più diffusa e dove i cristiani non superano il 4% della popolazione, decine di persone di diversi credi hanno fatto ricorso a questa forma di protesta, tracciando scritte quali “democrazia” o “salvate il popolo” sui gusci di uova sode per poi lasciarle sugli usci delle case.

Una coppia australiana è stata liberata dagli arresti domiciliari in Myanmar e ha ora il permesso di lasciare il paese senza accuse, ha detto domenica uno dei due consulenti aziendali. Christa Avery e suo marito Matthew O’Kane non erano riusciti a partire il mese scorso quando stavano per imbarcarsi su un volo di ritorno. Il paese è in subbuglio da quando il primo febbraio un colpo di Stato militare ha estromesso il leader eletto Aung San Suu Kyi.

Vietnam

L’uomo che ha gestito con successo la pandemia di coronavirus nel paese, Nguyen Xuan Phuc, ha prestato giuramento formale come presidente ad Hanoi. Phuc, 66 anni, è stato il primo ministro del Vietnam negli ultimi cinque anni, un periodo in cui l’economia è esplosa e la risposta al Covid-19 del suo governo ha ottenuto consensi in patria e all’estero. Dopo la votazione segreta di oggi, Phuc ha ottenuto il massimo dei voti tra i quasi 500 membri dell’assemblea nazionale. L’autoritario Vietnam è gestito dal Partito Comunista e ufficialmente guidato dal segretario generale del partito, dal presidente e dal primo ministro, con le decisioni chiave prese dal politburo di 18 membri. Il Vietnam è nel pieno della sua transizione di leadership di due decenni, con il 76enne Nguyen Phu Trong rieletto a gennaio come segretario generale del partito, il più importante dei tre ruoli. Phuc è stato l’unico candidato nominato alla presidenza, poiché Trong − che aveva ricoperto la presidenza dal 2018 dopo la morte improvvisa del suo predecessore − si è dimesso.

Indonesia

Almeno settanta persone sono morte, altre nove sono rimaste ferite e decine risultano scomparse in seguito a improvvise inondazioni dovute alle forti piogge che hanno colpito l’isola di Flores, nell’Indonesia orientale: lo ha reso noto il portavoce dell’agenzia nazionale per la gestione dei disastri, Raditya Jati, lasciando intendere che il bilancio delle vittime potrebbe aumentare ulteriormente.

Taiwan

Il ministro dei Trasporti taiwanese, Lin Chia-lung, domenica si è offerto di dimettersi dopo che l’incidente ferroviario, accaduto nei pressi della città orientale di Hualien, ha provocato 51 morti e quasi 200 feriti. In una dichiarazione sulla sua pagina Facebook, Lin ha detto di essersi preso «la piena responsabilità» per la catastrofe avvenuta dopo che il treno, che trasportava quasi 500 passeggeri, ha colpito un camion che si trovava sulla sua traiettoria.

Una svista tragica − non aver messo correttamente il freno a mano a un camion da cantiere − potrebbe, secondo i funzionari delle ferrovie taiwanesi, essere all’origine del peggior disastro ferroviario a Taiwan negli ultimi decenni. Con questo peso sulla coscienza Lee Yi-hsiang, con la voce rotta dal pianto, ha letto una dichiarazione ai media: «Ho rimorso e vorrei esprimere le mie più sincere scuse. Collaborerò alle indagini condotte dalla polizia e dall’accusa per assumere le responsabilità che incombono su di me», ha aggiunto. Lee, 49 anni, fa parte di un team che ispeziona regolarmente la linea ferroviaria nella parte orientale di Taiwan, in un’area montuosa che subisce frane ed è soggetta ad altri rischi. Gli investigatori ritengono che il Taroko Express si sia schiantato contro un camion da cantiere che, dopo essere scivolato da un terrapieno sui binari della ferrovia, ha colpito il treno con a bordo 550 passeggeri pochi istanti prima che entrasse in un tunnel.

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