6 dicembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 6, 2021

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  • Rapporto Amnesty: Afghanistan, le sopravvissute alla violenza di genere abbandonate dopo la presa di potere dei talebani.
  • Myanmar: oggi i primi verdetti nel processo contro Suu Kyi.
  • L’OHCHR “scioccata” per l’uccisione di un palestinese da parte dei soldati israeliani.
  • Venezuela: nuovo colpo all’opposizione, uno dei leader principali lascia il governo ad interim.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Afghanistan

I talebani hanno rigettato le accuse, parlando di prove infondate che riguardano il rapporto diffuso sulle esecuzioni sommarie contro ex soldati governativi.

I servizi essenziali per le donne e le ragazze sopravvissute alla violenza di genere in Afghanistan sono stati decimati dopo l’acquisizione del paese da parte dei talebani, ha affermato Amnesty International. In 26 nuove interviste, sopravvissuti e fornitori di servizi hanno detto ad Amnesty International che i talebani hanno chiuso i rifugi e rilasciato i detenuti dal carcere, inclusi molti condannati per reati di violenza di genere. Molte sopravvissute – così come il personale dei rifugi, avvocati, giudici, funzionari governativi e altri coinvolti nei servizi di protezione – sono ora a rischio di violenza e morte, si legge in un rapporto diffuso da Amnesty International. «Le donne e le ragazze sopravvissute alla violenza di genere sono state sostanzialmente abbandonate in Afghanistan. La loro rete di sostegno è stata smantellata e i loro luoghi di rifugio sono quasi scomparsi», ha affermato Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International. «Per proteggere le donne e le ragazze da ulteriori violenze, i talebani devono consentire e sostenere la riapertura dei rifugi e il ripristino di altri servizi di protezione per le sopravvissute, ripristinare il ministero degli Affari femminili e garantire che i fornitori di servizi possano lavorare liberamente e senza timore di ritorsioni». Amnesty International chiede alla comunità internazionale di fornire finanziamenti immediati e a lungo termine per tali servizi di protezione, evacuare i sopravvissuti e i fornitori di servizi che affrontano un pericolo imminente ed esortare i talebani a rispettare i loro obblighi nei confronti delle donne e delle ragazze, in particolare quelle che sopravvivono o sono in pericolo. Amnesty International ha intervistato sopravvissuti e individui coinvolti nei servizi di protezione nelle province di Badghis, Bamiyan, Daikundi, Herat, Kabul, Kunduz, Nangarhar, Paktika, Sar-e Pul e Takhar.

Afghanistan: Io resto qui

Decine di donne si sono radunate domenica a Kabul per esprimere la loro insoddisfazione per il decreto emesso dal leader supremo dell’Emirato islamico sulle donne afghane, che afferma la necessità di una maggiore inclusività. Hanno minimizzato il decreto, dicendo che i diritti delle donne non possono essere determinati nel modo in cui li ha presentati il ​​leader supremo, il Mullah Hibatullah Akhundzada. «Molte donne sono capifamiglia. Il governo non ha un programma per loro. Il destino delle studentesse rimane ambiguo», ha affermato Sabira Akbari, attivista per i diritti delle donne. «L’inclusione delle donne negli affari politici, sociali ed economici è un loro diritto e dovrebbe essere loro concesso perché se questo diritto viene tolto alle donne, il governo viene spezzato», ha affermato Farida, attivista per i diritti civili. Le donne hanno affermato che l’Emirato islamico dovrebbe includere le donne nella formazione del governo.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato sabato che diverse nazioni europee stanno valutando l’apertura di una missione diplomatica congiunta in Afghanistan, ma ha sottolineato che ciò non significherebbe il riconoscimento dei governanti talebani del paese. I paesi occidentali stanno valutando come impegnarsi con i talebani, che hanno conquistato l’Afghanistan con un’avanzata lampo ad agosto mentre le forze guidate dagli Stati Uniti stavano completando il loro ritiro dopo 20 anni di guerra.

Israele e Palestina

Sabato le forze israeliane hanno sparato e ucciso un palestinese alla Porta di Damasco di Gerusalemme Est, dopo che questi avrebbe compiuto un attacco con coltello. Testimoni hanno filmato e pubblicato video  sulle piattaforme social che mostrano le forze israeliane sparare due colpi all’uomo a distanza ravvicinata, mentre giaceva a terra ferito da un precedente colpo di pistola. Si tratta di Mohammad Salima, 25 anni, della città di Salfit. Fonti della polizia israeliana hanno affermato che sarebbe stato coinvolto in un attacco di accoltellamento che ha moderatamente ferito un ragazzo israeliano sui 20 anni. Avrebbe poi tentato di accoltellare un agente israeliano dopo essere stato colpito. Secondo i video, il colpo mortale contro il palestinese lo mostrava già a terra ferito e non rappresentava una minaccia. Poco dopo il fratello, sospettato di essere a conoscenza delle intenzioni di Muhammad Salima, è stato arrestato a casa sua nella città di Salfit, in Cisgiordania.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti umani in Palestina (OHCHR) ha dichiarato di essere rimasto scioccato dall’uccisione extragiudiziale di un uomo palestinese da parte delle forze israeliane avvenuta sabato a Gerusalemme, a seguito di un presunto attacco con il coltello. Secondo il ministero della Giustizia israeliano, i due agenti di polizia coinvolti nell’incidente sono stati arrestati per «indagini di routine» sull’omicidio e poi rilasciati senza condizioni. Sui social media il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha posato con i due agenti di polizia per mostrare il suo sostegno, dicendo che «meritano apprezzamento per aver neutralizzato un terrorista».

Decine di accoltellamenti sono stati registrati a Gerusalemme negli ultimi anni in mezzo alle crescenti tensioni sullo status della città, che Israele considera sua capitale nonostante le rivendicazioni palestinesi su metà della stessa. I gruppi per i diritti umani accusano le forze di sicurezza israeliane di usare una forza eccessiva in risposta agli attacchi, uccidendo presunti assalitori che avrebbero potuto invece essere arrestati.

Gambia

Adama Barrow ha ottenuto facilmente un secondo mandato alle elezioni presidenziali del Gambia, con migliaia di suoi sostenitori che hanno festeggiato per le strade di Banjul, sebbene i suoi avversari contestino i risultati annunciati ieri. Barrow, la cui assunzione alla presidenza cinque anni fa ha posto fine a più di 20 anni di dittatura, ha ottenuto oltre il 53% dei voti, secondo i risultati diffusi dalla commissione elettorale. Il suo principale sfidante, Ousainou Darboe, ha ottenuto il 27,7%. L’elezione di sabato, la prima da quando l’ex dittatore Yahya Jammeh è fuggito in esilio, è considerata cruciale per la giovane democrazia dell’Africa occidentale.

Kenya

Almeno trentuno persone sono annegate durante il fine settimana, quando un autobus diretto a un matrimonio in Kenya è stato travolto dalle acque mentre cercava di attraversare un fiume in piena. Il veicolo era a circa 200 chilometri (125 miglia) a est della capitale Nairobi. Sono stati trovati finora i corpi di trentuno persone, mentre continuano gli sforzi di salvataggio. Dodici persone sono riuscite a salvarsi compresi quattro bambini.

Francia

«L’immigrazione zero diventerà un obiettivo chiaro della nostra politica, basta aiuti sociali e sanitari a stranieri, via i clandestini»: lo ha detto il candidato di estrema destra alle presidenziali francesi del 2022, Eric Zemmour, durante il suo primo discorso nella banlieue nord di Parigi. Il nome scelto per il partito del candidato è “Riconquista”.

Belgio

Tensione ieri pomeriggio a Bruxelles durante la manifestazione anticovid che ha riunito 8.000 persone contro le restrizioni imposte dal governo belga. Il corteo ha tentato di raggiungere la sede dell’Unione Europea, sono stati usati idranti e arrestate diverse persone.

Venezuela

Julio Borges, ministro degli Esteri del governo provvisorio venezuelano sostenuto dagli Stati Uniti, ha detto domenica che lascerà il suo incarico, indebolendo ulteriormente l’opposizione poche settimane dopo essere stata sconfitta alle elezioni regionali. Gli Stati Uniti e decine di altri paesi riconoscono il governo ad interim, guidato da Juan Guaidó formato all’inizio del 2019, e considerano fraudolenta la rielezione del presidente socialista Nicolas Maduro nel 2018. Il governo ad interim non sta servendo al suo scopo, ha detto Borges − le cui divergenze con Guaidó sono ben note − in una conferenza stampa online. «Il governo (ad interim) ha senso come strumento per uscire dalla dittatura. Ma in questo momento, a nostro modo di vedere, il governo ad interim è stato danneggiato», ha detto Borges. «Invece di essere uno strumento per combattere la dittatura, il governo ad interim è diventato una specie di… casta», ha aggiunto. Borges vive a Bogotà, capitale della vicina Colombia, dove gli è stato concesso asilo politico dopo che il governo di Maduro lo ha accusato di far parte di un complotto contro il presidente. È membro del partito Prima Giustizia, uno dei quattro maggiori partiti di opposizione e parte della coalizione di Guaidó nell’Assemblea nazionale.

Un alto comandante, appartenente a un gruppo di ex ribelli colombiani che si sono riarmati in seguito a un accordo di pace del 2016, è stato ucciso in un’imboscata in Venezuela, secondo quanto riferito dai media colombiani. Hernan Dario Velasquez, noto come El Paisa, era un ex membro dei guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), ora smobilitate. Lui e molti altri noti comandanti avevano affermato nel 2019 che si stavano riarmando e formando una fazione chiamata Segunda Marquetalia. Velasquez è stato ucciso in un attacco da parte di mercenari che cercavano di incassare i premi per la sua cattura, secondo il quotidiano El Tiempo. Il giornale, citando fonti ufficiali di alto livello, ha affermato che l’esercito colombiano non era in alcun modo coinvolto nell’operazione, che si sarebbe svolta nello stato di Apure.

Honduras: Castro è la presidente più votata della storia dell’Honduras. Nessun candidato aveva mai raggiunto quasi 1,5 milioni di voti.

Pakistan

Decine di persone sono state arrestate in Pakistan dopo che il direttore di una fabbrica dello Sri Lanka è stato picchiato a morte e dato alle fiamme da una folla che lo accusava di blasfemia. Diversi raccapriccianti videoclip, condivisi sui social media, hanno mostrato una folla che picchiava la vittima mentre cantava slogan contro la blasfemia venerdì. Altre clip hanno mostrato il suo corpo in fiamme, così come il relitto rovesciato di quella che si dice fosse la sua auto. Molti tra la folla non hanno tentato di nascondere la propria identità e alcuni si sono fatti dei selfie davanti al cadavere in fiamme. Sabato il portavoce della polizia Khurram Shahzad ha detto che circa 120 persone sono state arrestate, incluso uno dei principali sospetti, con i raid ancora in corso.

«Esperti di polizia stanno indagando su questo caso da varie angolazioni, compreso il fatto che alcuni operai della fabbrica abbiano giocato una carta religiosa per vendicarsi del manager», ha affermato Tahir Ashrafi, studioso di religione e rappresentante speciale del primo ministro per l’Armonia religiosa, che ha confermato gli arresti aggiungendo che alcuni lavoratori avevano detto che il manager era “molto severo”.

India

Le forze di sicurezza indiane hanno ucciso, nello stato nordorientale del Negaland, tredici civili dopo aver sparato contro un camion e successivamente aperto il fuoco sulla folla radunatasi per protestare contro l’attacco.

Myanmar

Un tribunale in Myanmar dovrebbe emettere i primi verdetti in una serie di processi contro la deposta leader civile del paese, Aung San Suu Kyi. I verdetti di oggi hanno a che fare con l’accusa di istigazione e violazione dei protocolli Covid-19. Se giudicati colpevoli, Aung San Suu Kyi e il suo coimputato, il deposto presidente del Myanmar Win Myint, rischiano ciascuno una pena detentiva fino a cinque anni. I verdetti avrebbero dovuto essere annunciati la scorsa settimana, ma sono stati rinviati. I casi sono una dozzina contro il premio Nobel per la pace. Le altre accuse includono corruzione, violazione di una legge sui segreti di Stato e una sulle telecomunicazioni che comportano una pena massima combinata di oltre un secolo di carcere.

Indonesia

È salito ad almeno quattordici il bilancio dei morti per l’eruzione avvenuta due giorni fa del vulcano Semeru, sull’isola indonesiana di Giava. I soccorritori hanno combattuto ieri tra cenere calda e detriti mentre cercavano di trovare i sopravvissuti, dopo che l’eruzione ha sommerso villaggi e provocato decine di persone ustionate.

Cina

L’amministrazione Biden dovrebbe annunciare questa settimana che nessun dirigente americano presenzierà alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, che si terranno a febbraio, attuando così il boicottaggio diplomatico dei Giochi. Il ritiro dell’amministrazione Biden invierà un “messaggio” alla Cina sulla scena internazionale, senza però limitare la partecipazione degli atleti statunitensi: ha ha riferito la CNN , citando più fonti della Casa Bianca.

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