8 gennaio 2020 – notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Gennaio 8, 2020
Guinea Conakry, nuova manifestazione contro Alpha Condé / Repubblica democratica del Congo, chiusa l’università di Kinshasa dopo le proteste / Iraq, comincia la vendetta? / Cipro, aveva denunciato stupro di gruppo, condannata per “aver mentito” (in foto) /Finlandia, nessuna proposta di riduzione dell’orario di lavoro / Francia, accusati di omicidio involontario i poliziotti responsabili della morte di un fattorino.
Questo e molto altro nel web notiziario di Radio Bullets, un podcast di notizie dal mondo oggi a cura di Paola Mirenda e Barbara Schiavulli in collegamento da Baghdad. Musiche di Walter Sguazzin.
Niger
335 richiedenti asilo sudanesi sono stati arrestati con l’accusa di aver incendiato il campo profughi delle Nazioni Unite istallato nei pressi della città di Agadez. Lo ha comunicato il procuratore Seyni Saidou lunedì parlando alla televisione pubblica. Il campo, dove gli stessi rifugiati erano stanziati, è andato a fuoco sabato. Da due settimane i rifugiati manifestavano davanti all’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per chiedere una accelerazione delle pratiche per il riconoscimento del loro status. La polizia ha interrotto il loro sit-in, dice ancora il procuratore, e li ha riportati al campo. Lì, secondo la sua ricostruzione, sarebbero scoppiati scontri con le forze dell’ordine e sarebbero stati i richiedenti asilo a incendiare le tende del campo, quasi tutte ore distrutte dal fuoco. Dunque per la procura si tratta di incendio volontario, ma non è stato possibile raccogliere altre testimonianze. Nel campo vivevano circa 1400 sudanesi fuggiti nel 2017 dai campi libici e che dal 2018 manifestano per vedere ascoltate le loro istanze.
Finlandia
Ieri pomeriggio, con un tweet, è stato il governo finlandese a chiarire, dal proprio account, che non c’è nessuna proposta da parte dell’esecutivo per portare a quattro giorni la settimana lavorativa. La notizia era stata riportata nei giorni scorsi da moltissimi media e replicata ovunque nelle reti sociali. Ma, spiega il governo, si tratta di una ipotesi fatta da quella che ora è l’attuale premier ad agosto, quando era ministra dei Trasporti, e faceva riferimento a tutt’altro. Sanna Marin ne aveva parlato durante un’assemblea per il 120 anni del partito socialdemocratico finlandese – il 17 agosto – ipotizzando che si potesse anche rompere il tabù delle otto ore di lavoro al giorno e scendere a un orario inferiore. Due giorni dopo aveva precisato meglio la sua idea, ponendo la settimana di quattro giorni, o la giornata di sei ore – senza riduzione di salario – come un obiettivo futuro per il socialdemocratici, così come nel Novecento lo era stato quello della giornata lavorativa di 8 ore. Ma, per quello che riguarda il presente, è scritto nel tweet di ieri che “la questione non è nell’agenda del governo finlandese”.
In the Finnish Government´s program there is no mention about 4-day week. Issue is not on the Finnish Government’s agenda. PM @marinsanna envisioned idea briefly in a panel discussion last August while she was the Minister of Transport, and there hasn’t been any recent activity.
— Finnish Government (@FinGovernment) January 7, 2020
Francia
Cédric Chouviat aveva 42 anni e faceva il fattorino. Fermato per un controllo dalla polizia a Parigi il 3 gennaio, è morto due giorni dopo. L’autopsia ha stabilito che è morto per asfissia a causa della frattura della laringe, provocata dall’intervento dei poliziotti che durante il controllo lo hanno buttato a terra con una tecnica chiamata “placage ventral”, che consiste nel bloccare il torso con il proprio peso, sostanzialmente sedendosi sopra la persona fermata. In un un video girato da un automobilista al momento del fermo di Cedric Chouviat si vede l’uomo tentare di riprendere la scena del suo fermo con il proprio telefonino, poi i poliziotti che lo bloccano a terra. Non si vede il suo volto, si vedono solo le gambe che si muovono. Cédric ha ancora il casco in testa. La polizia fa avanzare gli automobilisti, quindi il video si interrompe. Ma la persona che ha filmato la scena afferma che la polizia ha praticato anche una manovra di strangolamento, bloccando il collo dell’uomo con il braccio. Quello che si sa è che l’uomo è stato poi portato d’urgenza all’ospedale, dove è morto nella notte tra sabato e domenica. La procura ha aperto una inchiesta per omicidio involontario nei confronti dei poliziotti che lo hanno fermato. La polizia inizialmente aveva tentato di negare che ci fosse un rapporto di causa effetto tra il fermo e la morte, legame che invece la procura ha ritenuto esistere.
Gran Bretagna
Ha denunciato uno stupro di gruppo, è stata interrogata per otto ore senza un avvocato, ha ritirato la denuncia e poi è stata condannata per aver mentito alle autorità. È quanto è successo a una ragazza britannica di 19 anni che ieri a Cipro ha ricevuto una condannata a quattro mesi – pena sospesa – ed è potuta rientrare in Gran Bretagna. Ma la vicenda non si conclude qui: i suoi avvocati hanno annunciato che presenteranno richiesta di appello e se necessario ricorreranno alla Corte di giustizia europea. Ieri, fuori dal tribunale, c’erano decine di persone, molte delle quali provenienti da Israele. La questione infatti interessa da vicino le associazioni femministe israeliane, poiché il gruppo di ragazzi accusati della violenza proviene da Israele. I giovani, di età tra i 15 e i 22 anni erano, come la vittima, in vacanza a Cipro. Orit Sulitzeanu, direttrice della Association of Rape Crises Centers in Israel ha dichiarato che il verdetto di colpevolezza della corte “ha testimoniato la profonda mancanza di comprensione di ciò che è una violenza sessuale”.
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