9 dicembre 2021 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 9, 2021

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  • È da record il numero di giornalisti dietro le sbarre nel 2021.
  • Afghanistan: «Noi non ci arrendiamo», dice la radio delle donne.
  • Hong Kong: Jimmi Lai e altri due attivisti condannati per la veglia sul massacro di Tiananmen.
  • La Nuova Zelanda vieterà la vendita delle sigarette agli adolescenti.
  • Arabia Saudita: decine di cammelli esclusi da un concorso di bellezza a causa del botox e dei ritocchi.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Giornalisti nel mirino

Il numero di giornalisti incarcerati in tutto il mondo ha stabilito un altro record nel 2021. Invocando nuove leggi sulla tecnologia e sulla sicurezza, i regimi repressivi dall’Asia all’Europa e all’Africa hanno limitato duramente la stampa indipendente: lo rivela un rapporto speciale del CPJ della direttrice editoriale Arlene Getz. È stato un anno particolarmente cupo per i difensori della libertà di stampa. Il censimento carcerario del 2021 del CPJ, la commissione per la protezione dei giornalisti, ha rilevato che il numero di giornalisti incarcerati per il loro lavoro ha raggiunto il nuovo record globale di 293, rispetto a un totale di 280 nel 2020. Almeno 24 giornalisti sono stati uccisi finora a causa del loro lavoro  quest’anno; altri 18 sono morti in circostanze troppo oscure per determinare se fossero obiettivi specifici.
La Cina rimane il peggior carceriere di giornalisti al mondo per il terzo anno consecutivo, con 50 dietro le sbarre. Il Myanmar è salito al secondo posto dopo la repressione dei media seguita al colpo di Stato militare del primo febbraio. Egitto, Vietnam e Bielorussia, rispettivamente, completano i primi cinque. Le ragioni dell’incessante crescita del numero di giornalisti detenuti – questo è il sesto anno consecutivo in cui il censimento del CPJ ha registrato almeno 250 incarcerati – differiscono da paese a paese. Ma tutti riflettono una forte tendenza: una crescente intolleranza nei confronti della cronaca indipendente. Gli autocrati stanno sempre più ignorando il giusto processo e violando le norme internazionali per mantenersi al potere. In un mondo preoccupato per il Covid-19 e che cerca di dare priorità a questioni come il cambiamento climatico, i governi repressivi sono chiaramente consapevoli che l’indignazione pubblica per le violazioni dei diritti umani è attenuata e che i governi democratici hanno meno voglia di ritorsioni politiche o economiche.

Afghanistan

In un Afghanistan ormai controllato dai talebani, Radio Begum trasmette le voci delle donne che sono state messe a tacere in tutto l’Afghanistan. Il personale della stazione riempie le onde radio di programmi per donne, da donne: spettacoli educativi, letture di libri e consulenza telefonica. Per ora operano con il permesso degli islamisti intransigenti tornati al potere da agosto e che pure hanno limitato la possibilità per le donne di lavorare e per le ragazze di frequentare la scuola. «Non ci arrendiamo», promette Hamida Aman, 48 anni, fondatrice della stazione, cresciuta in Svizzera dopo che la sua famiglia è fuggita dall’Afghanistan pochi anni dopo l’invasione dell’Unione Sovietica. «Dobbiamo dimostrare che non abbiamo bisogno di essere spaventate», ha detto Aman, tornata dopo la cacciata del primo regime dei talebani nel 2001 da parte delle forze straniere guidate dagli Stati Uniti. La stazione è stata fondata l’8 marzo − Giornata internazionale della donna − di quest’anno, cinque mesi prima che i talebani marciassero a Kabul e finalizzassero la sconfitta del governo appoggiato dagli Stati Uniti. Da un quartiere operaio continua a trasmettere in tutta Kabul e nelle aree circostanti e in diretta su Facebook. “Begum” era un titolo nobiliare usato nell’Asia meridionale e ora si riferisce generalmente a una donna musulmana sposata. «Questa stazione è un contenitore per le voci delle donne, il loro dolore, le loro frustrazioni», ha detto Aman. I talebani hanno concesso all’emittente il permesso di rimanere in onda a settembre, sia pure con nuovi limiti. I circa 10 dipendenti di Radio Begum erano soliti condividere un ufficio con colleghi maschi che lavoravano in una stazione radiofonica giovanile. Ora sono separati. Ogni sesso ha il suo piano e davanti all’ufficio delle donne è stato installato un grande sipario opaco. La musica pop è stata sostituita con canzoni tradizionali e «musica più tranquilla», ha detto Aman. Tuttavia i membri dello staff hanno affermato che lavorare alla stazione era un “privilegio”, con molte donne che prima lavoravano e ora sono costrette a stare a casa.

La solitudine del giornalista

I talebani, dopo quasi quattro mesi dalla caduta del paese nelle mani dell’Emirato Islamico, non sono stati ancora riconosciuti da nessuna nazione. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato per rinviare una decisione sulla rappresentanza dell’Afghanistan presso l’organismo mondiale, il che significa che per il momento l’ambasciatore dell’ex governo manterrà il suo posto. L’Emirato islamico aveva proposto Suhail Shaheen come nuovo rappresentante.
Anas Haqqani, membro dell’ufficio politico dell’Emirato Islamico in Qatar, ha affermato che imporre condizioni e applicare la forza non aprirebbe la strada alla risoluzione dei problemi afghani. «Questa è l’ingiustizia del mondo nei confronti dell’Afghanistan. Prima hanno parlato di (chiesto) pace e sicurezza e ora hanno imposto nuove condizioni e dicono che queste dovrebbero essere accettate», ha detto.  Sulla scia dei cambiamenti politici avvenuti a metà agosto, l’Afghanistan è precipitato in una crisi economica e umanitaria. Ci sono anche serie preoccupazioni per un imminente collasso dell’economia e del sistema bancario afghani. Gli analisti politici affermano che l’Afghanistan ha un grave bisogno di impegno con la comunità internazionale, avvertendo che se l’attuale crisi rimane irrisolta la popolazione sarà gravemente danneggiata.

Arabia Saudita

Via dai concorsi di bellezza i cammelli che hanno ricevuto iniezioni di botox e altri ritocchi: lo ha riferito mercoledì l’agenzia di stampa saudita statale. Oltre 40 i cammelli squalificati dal concorso annuale, il popolare King Abdulaziz Camel Festival dell’Arabia Saudita che ha preso il via all’inizio di questo mese, dove vengono invitati gli allevatori dei cammelli più belli a competere per circa 66 milioni di dollari di premi in denaro. Sono severamente vietate le iniezioni di botox, il lifting del viso e altre alterazioni cosmetiche per rendere i cammelli più attraenti. I giurati decidono il vincitore in base alla forma della testa, del collo, delle gobbe, del vestito e della postura dei cammelli. Quest’anno le autorità hanno scoperto che decine di allevatori avevano allungato le labbra e il naso dei cammelli, usato ormoni per potenziare i muscoli delle bestie, iniettato nelle teste e nelle labbra dei cammelli il botox per renderle più grandi, gonfiato parti del corpo con elastici e usato riempitivi per rilassare i loro volti. L’allevamento di cammelli è un’industria multimilionaria ed eventi simili si svolgono in tutta la regione.

Siria

In una pozza di sangue: così è finita una famiglia siriana colpita da un attacco drone americano. Ahmad Qassum stava tornando a casa con la sua famiglia quando un drone americano che mirava a un militante legato ad al-Qaida in Siria li ha colpiti e feriti tutti.
«Avevamo una moto davanti e quando ho provato a sorpassarla, ho sentito uno colpo», ha detto il siriano sfollato di 52 anni ad AFP dalla casa della famiglia di sua moglie nella provincia di Idlib. Le schegge dell’attacco, ha detto, hanno trasformato il suo veicolo in una “pozza di sangue”. Ha ferito sua moglie e quattro figli, compreso il figlio di nove anni Mahmud, ancora ricoverato in terapia intensiva per un grave trauma cranico. «Non sapevo chi salvare per primo», ha detto Qassum ricordando i momenti immediatamente successivi all’attacco. Idlib è una regione dominata dall’alleanza Hayat Tahrir al-Sham, guidata dall’ex affiliato siriano di al-Qaida. Per anni una coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti in Siria e Iraq ha condotto raid aerei contro i jihadisti, spesso uccidendo e mutilando i civili.

Afghanistan, i familiari delle vittime del drone USA: “Vogliamo giustizia”

Israele e Palestina

La situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati è “disastrosa”, ha dichiarato martedì l’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, parlando durante un incontro organizzato dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti inalienabili del popolo palestinese.

«Solo la fine dell’occupazione può portare a una pace duratura e stabilire le condizioni in cui i diritti umani di tutti possono essere pienamente rispettati», ha aggiunto Bachelet. I palestinesi stanno affrontando un aumento della violenza dei coloni, ha spiegato, in media si registra quasi un episodio di violenza ogni giorno. Ha aggiunto che il sistema giudiziario continua a non ritenere i coloni responsabili della violenza contro i palestinesi, aggiungendo che «questa mancanza di responsabilità per la violenza dei coloni contribuisce all’aumento del numero e della gravità degli attacchi». Esprimendo particolare allarme per i ricorrenti episodi di uso eccessivo della forza che hanno portato alla morte e al ferimento di bambini palestinesi, ha affermato che nel 2021 le forze israeliane hanno ucciso 16 minori in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Bachelet ha affermato che anche il suo ufficio continua a ricevere segnalazioni di maltrattamenti di bambini durante l’arresto, il trasferimento, l’interrogatorio e la detenzione da parte delle autorità israeliane.

Egitto

Patrick Zaki è stato rilasciato. Ora è con la sua famiglia. Ha detto ad Ansa che presto tornerà in Italia. In ogni caso non è libero dalle accuse e la sua prossima udienza si terrà a febbraio.

Repubblica Democratica del Congo

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) mercoledì ha espresso indignazione per un attacco a un convoglio nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) in cui uno dei suoi veicoli è stato colpito, ferendo tre membri del personale. Attentatori non identificati hanno aperto il fuoco sul convoglio scortato da “caschi blu” della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella RDC (MONUSCO) nell’area di Mambassa, territorio di Lubero, provincia del Nord Kivu, dove l’instabilità è dilagante e decine di gruppi armati operano liberamente.

Francia

Due uomini di 23 anni sono stati arrestati per il progetto “serio e imminente” di un attentato durante le feste. Volevano accoltellare i passanti e morire “martiri per l’Islam”.

Il saudita fermato due giorni fa all’aeroporto di Roissy, sospettato di essere un membro del commando che ha ucciso il giornalista saudita Jamal Khashoggi nel 2018 nel consolato a Istanbul, è stato rilasciato. Una fonte vicina all’indagine di Khashoggi, tuttavia, ha detto a Middle East Eye che l’uomo detenuto aveva un passaporto i cui dettagli, incluso il numero, corrispondevano a quelli di Khaled Aedh al-Otaibi, sospettato dell’omicidio del giornalista nel 2018. I funzionari sauditi hanno sostenuto che la Francia aveva l’uomo sbagliato e aveva chiesto il rilascio immediato di Otaibi.

Germania: il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz ha giurato in parlamento senza usare la formula religiosa.

Finlandia

La prima ministra finlandese, 36 anni, Sanna Marin si è scusata per essere andata in un nightclub di Helsinki durante il fine settimana, dopo che il suo ministro degli Esteri è risultato positivo al Covid-19.

Armenia – Azerbaijan

Più di 1.900 corpi di persone uccise nell’ultima escalation del conflitto in Nagorno-Karabakh nel 2020 sono stati consegnati all’Armenia e all’Azerbaijan dalle forze di pace russe, ha detto oggi alla TASS Rustam Muradov, vice comandante del distretto militare russo meridionale. Più di 100 soldati di entrambe le parti sono stati rilasciati dal carcere e sono tornati nei loro paesi d’origine.
Il 27 settembre 2020 sono scoppiati nuovi scontri tra Azerbaijan e Armenia, con intense battaglie in corso nella regione contesa del Nagorno-Karabakh. Il 9 novembre 2020 il presidente russo Vladimir Putin, il presidente azero Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan hanno firmato una dichiarazione congiunta su un cessate il fuoco completo nel Nagorno-Karabakh.

Stati Uniti

La Camera del Congresso americano ha approvato a larghissima maggioranza un testo di legge bipartisan che pone le basi per poter punire la Cina per il trattamento riservato alla minoranza musulmana degli uiguri nello Xinjang cinese. Una misura che vieterà l’importazione di prodotti cinesi fabbricati con il lavoro forzato.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden terrà oggi il “Summit for Democracy” virtuale di due giorni, con inviti estesi a circa 110 governi. La Casa Bianca ha proposto tre temi: difendersi dall’autoritarismo, affrontare e combattere la corruzione e promuovere il rispetto dei diritti umani. C’è anche un processo per trasformare le parole in azioni: i leader saranno incoraggiati a prendere impegni su ciò che faranno per rafforzare la democrazia nei loro paesi. Né la Russia né la Cina sono invitate al vertice ma, con grande rabbia di Pechino, Taiwan parteciperà. All’ultimo momento ha rinunciato il Pakistan.

India

Il capo delle forze armate indiane, il generale Bipin Rawat, è morto insieme ad altre 12 persone nello schianto dell’elicottero su cui viaggiava nel Tamil Nadu.

Hong Kong

Il magnate dei media Jimmy Lai è tra i tre attivisti pro-democrazia giudicati colpevoli di aver partecipato e incitato all’adesione, nel 2020, alla veglia illegale in ricordo dei tragici fatti di piazza Tienanmen. Hong Kong tiene normalmente le più grandi veglie annuali del 4 giugno per commemorare le centinaia, o potenzialmente  migliaia,  di vite innocenti perse il 3 e il 4 giugno 1989, dopo che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha ordinato alle sue truppe di aprire il fuoco sugli attivisti pro-democrazia intorno a Piazza Tienanmen a Pechino. Successivamente, nel 2020, la commemorazione è stata vietata e in migliaia hanno sfidato il divieto riunendosi per la veglia del 4 giugno. Lai, così come l’avvocato per i diritti Chow Hang-tung e l’ex politico dell’opposizione ed ex giornalista Gwyneth Ho, sono già dietro le sbarre insieme a dozzine di altri attivisti e stanno affrontando accuse separate ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong imposta da Pechino a metà del 2020, a seguito di proteste democratiche su larga scala nel territorio governato dalla Cina. Da allora decine di attivisti sono stati arrestati, incarcerati o fuggiti da Hong Kong.

Cina

Dopo Stati Uniti e Australia, anche la Gran Bretagna e il Canada hanno annunciato il boicottaggio dei Giochi invernali di Pechino 2022 che si terranno a febbraio, in seguito alle preoccupazioni per i diritti umani.

Giappone: terremoto 6.0 scuote il sud ovest del paese.

Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda vieterà la vendita di sigarette e altri prodotti del tabacco agli adolescenti, nel tentativo di creare future generazioni di cittadini “senza fumo”. La decisione fa parte di un’ampia repressione del fumo annunciata giovedì dal ministero della Salute della Nuova Zelanda. Se la prima legge mondiale verrà approvata l’anno prossimo, coloro che hanno 14 anni o sono nati dopo il 2008 non potranno assolutamente acquistare tabacco. La Nuova Zelanda è determinata a raggiungere l’obiettivo nazionale di ridurre il tasso di fumo nazionale al 5% entro il 2025, con l’obiettivo di eliminarlo del tutto. Attualmente, circa il 13% degli adulti neozelandesi fuma, in calo rispetto al 18% di circa dieci anni fa. Ma il tasso è molto più alto − circa il 31% − tra la popolazione indigena maori che soffre anche di un più alto tasso di malattie e morte.

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