Attaccato il regista di No Other Land
Scritto da Radio Bullets in data Marzo 24, 2025
Il co-regista israeliano Yuval Abraham, ha riferito che il suo collega, il palestinese e co-regista del film premio Oscar No Other Land , Hamdan Ballal, è stato attaccato dai coloni.
Abraham ha scritto su X : “Un gruppo di coloni ha appena linciato Hamdan Ballal, co-regista del nostro film No Other Land. Lo hanno picchiato e ha ferite alla testa e allo stomaco, sanguinanti. I soldati hanno invaso l’ambulanza che ha chiamato e lo hanno portato via. Da allora nessuna traccia di lui”.
In un altro video condiviso da Abraham, si vedono coloni mascherati attaccare e poi lanciare pietre contro la loro auto. Sarebbe avvenuto villaggio palestinese di Susiya nell’area di Masafer Yatta, dove hanno anche distrutto delle proprietà.
Mentre Ballal veniva curato in ambulanza, i soldati hanno arrestato lui e un secondo palestinese, le cui generalità sono ancora ignote.
Citando cinque attivisti ebrei americani che hanno assistito all’attacco, il Guardian riferisce che Ballal è stato circondato e attaccato da circa 15 coloni armati nel villaggio palestinese di Susiya nella regione di Masafer Yatta lunedì. Alla fine i soldati sono intervenuti e hanno arrestato Ballal.
Questo incidente avviene dopo che un altro regista palestinese del documentario, Basel Adra, è stato attaccato lo scorso febbraio, sempre da coloni israeliani mascherati.
Il film di Ballal No Other Land ha vinto l’Oscar quest’anno come “Miglior documentario”, raccontando la lotta dei residenti di Masafer Yatta per impedire all’esercito israeliano di demolire i loro villaggi. Insieme a Ballal, Basel Adra, entrambi residenti di Masafar Yatta, e due registi israeliani, Yuval Abraham e Rachel Szor, hanno lavorato al progetto.
Nel suo discorso di vittoria agli Academy Awards , Abraham ha fatto un appello per la pace tra le due regioni, dicendo: “L’atroce distruzione di Gaza e della sua gente, deve finire, gli ostaggi israeliani, brutalmente presi nel crimine del 7 ottobre, devono essere liberati”.
Il ministro della cultura israeliano aveva definito la vittoria dell’Oscar al documentario congiunto palestinese-israeliano “un momento triste per il mondo del cinema”.
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