NEDA: l’importanza dei titoli di studio
Scritto da Radio Bullets in data Marzo 26, 2025
La valutazione dei titoli di studio è un passo cruciale per i rifugiati che arrivano in Italia. Questo processo permette di riconoscere e convalidare le qualifiche educative acquisite nei loro paesi d’origine, facilitando l’integrazione nel sistema educativo e nel mercato del lavoro italiano.
Consente l’accesso a opportunità educative, lavorative e favorisce l’integrazione sociale e professionale, la parità di opportunità, il contributo al mercato del lavoro e stimola la speranza per il futuro.
Il ruolo dei professionisti rifugiati nella sanità
Un medico o un’ostetrica rifugiata può offrire un aiuto significativo a un altro rifugiato in ospedale, grazie alla sua comprensione diretta delle difficoltà e delle esperienze vissute dai pazienti.
Possono usare la loro esperienza personale e culturale per creare un ambiente di fiducia e comprensione reciproca, facilitando la comunicazione e riducendo le barriere linguistiche.
Inoltre, conoscono spesso le specifiche esigenze dei rifugiati, come problemi legati alla salute mentale, traumi passati o difficoltà nell’adattarsi al sistema sanitario italiano, e possono fornire supporto empatico e pratico, migliorando così l’esperienza complessiva del paziente.
Le istituzioni competenti per la valutazione
Il processo di valutazione è gestito da diverse istituzioni competenti, a seconda della natura del titolo e del tipo di attività che si intende svolgere:
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Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)
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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)
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Ministero della Salute
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Ordine delle ostetriche, infermieri e medici
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CIMEA (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche)
Documenti richiesti per il riconoscimento in ambito medico
Per il riconoscimento dei titoli di studio in ambito medico ottenuti all’estero e per poter esercitare la professione medica in Italia, sono richiesti diversi documenti:
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Diploma di Laurea
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Certificato di Riconoscimento del Titolo di Studio (se disponibile)
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Trascrizione Accademica (Certificato degli Esami Sostenuti)
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Programma di Studi (Syllabus)
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Traduzione Ufficiale dei Documenti
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Documentazione sull’Accreditamento dell’Università
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Certificato di Abilitazione Professionale (se applicabile)
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Fotocopia di un Documento di Identità
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Domanda di Riconoscimento del Titolo
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Eventuali Altri Documenti Richiesti dalle Autorità Italiane
Le principali difficoltà del processo
Il processo di riconoscimento dei titoli di studio può presentare diverse difficoltà. Queste sfide variano in base a vari fattori, tra cui il paese d’origine, le risorse a disposizione e le specifiche normative italiane.
Differenze nei sistemi educativi
I rifugiati provengono da paesi con sistemi educativi molto diversi rispetto a quello italiano. Questo può rendere difficile la valutazione e l’equivalenza dei titoli di studio, in quanto non esiste sempre una corrispondenza diretta tra i programmi di studio e le qualifiche.
Mancanza di documenti originali
Molti rifugiati arrivano in Italia senza avere accesso ai documenti originali dei loro titoli di studio o con documenti danneggiati o persi durante il viaggio.
Senza una documentazione completa e ufficiale, il processo di riconoscimento diventa complicato, rallentando le opportunità di accesso a un percorso educativo o lavorativo.
Ostacoli nella traduzione dei documenti
Un altro ostacolo comune è la necessità di tradurre i documenti in italiano. La traduzione ufficiale deve essere fatta da traduttori certificati, il che può essere costoso e difficile da organizzare, specialmente per chi ha risorse limitate.
Barriere linguistiche
La lingua è una delle principali difficoltà per i rifugiati. Comprendere i termini tecnici e le normative relative alla valutazione dei titoli di studio in un paese straniero può essere una barriera significativa.
La mancanza di competenze linguistiche può rendere il percorso più complesso e lungo.
Complessità e burocrazia
Più importante degli altri ostacoli, è il fatto che il processo di riconoscimento dei titoli di studio può essere lungo e burocratico. Potrebbero dover aspettare mesi o anche anni prima che il loro titolo venga riconosciuto, e durante questo periodo potrebbero trovarsi in una situazione di incertezza legale e professionale.
Costi economici del processo
Oltre ai costi per la traduzione dei documenti, ci possono essere altre spese legate alla convalida dei titoli e alla partecipazione agli esami necessari per ottenere l’autorizzazione a lavorare. Questi costi rappresentano un ostacolo economico significativo per molti rifugiati.
Mancanza di supporto e orientamento
I rifugiati potrebbero non avere accesso a informazioni chiare e supporto adeguato per comprendere il processo di riconoscimento dei titoli. La mancanza di orientamento può portare a confusioni e errori che ritardano ulteriormente il riconoscimento e l’integrazione.
La storia di Nesa e Sediqa
Nel mio caso, sono riuscita a far valutare i miei titoli di studio dopo tre anni. E in questo percorso, ho affrontato tutte le sfide presenti. Per la traduzione di ogni documento necessario e per l’acquisto del bollo per ogni foglio, ho speso quasi una somma pari a 4.000 euro.
La burocrazia esistente nelle istituzioni italiane è stata una delle maggiori difficoltà. Tuttavia, la mia amica Sediqa Moshtaq, che ha conseguito la laurea in ostetricia in Afghanistan, non è riuscita a ottenere il riconoscimento dei suoi titoli nonostante abbia speso una somma considerevole per la traduzione dei suoi documenti.
Il principale ostacolo per Sediqa è stata l’assenza di comunicazione tra l’Ambasciata Italiana e il Ministero degli Affari Esteri dell’Afghanistan per completare il processo di verifica dell’autenticità dei documenti necessari.
La valutazione dei titoli di studio è essenziale per favorire l’integrazione e il successo dei rifugiati in Italia. Essa non solo facilita l’accesso all’istruzione e al lavoro, ma promuove anche una società più inclusiva ed equa.
Un’ottima soluzione per superare le difficoltà che i rifugiati affrontano nel processo di valutazione dei titoli di studio in medicina sarebbe l’istituzione di un sistema di supporto centralizzato che fornisca assistenza linguistica, consulenza legale e facilitazioni burocratiche.
Creare uno sportello unico, accessibile sia fisicamente che online, dove i rifugiati possano ricevere informazioni chiare sui requisiti e sui documenti necessari, nonché ottenere aiuto nella traduzione e nella convalida dei titoli, contribuirebbe a semplificare il processo e a ridurre i costi.
Inoltre, un accordo tra le autorità italiane e quelle dei paesi di origine potrebbe velocizzare la verifica dei documenti e migliorare la comunicazione tra le istituzioni, riducendo le lungaggini burocratiche e i ritardi nei riconoscimenti.
Nesa Mohammadi, è una professionista del settore sanitario, ha una laurea magistrale e ha ottenuto il riconoscimento dei suoi titoli in Italia.
Ha maturato 11 anni di esperienza sia come ostetrica in ospedale che come professoressa di materie inerenti la sua formazione professionale, ha ricoperto per 8 anni il ruolo di direttrice dell’Università Khatam Al Nabeein e di una Università privata di ostetricia entrambe a Kabul.
E’ stata Consulente part-time per Afghan Nursing & Midwifery Council Afghanistan/Kabul.
Ha svolto numerose attività di volontariato in Italia, ha lavorato per l’associazione Solidarietà Donne Per Le Donne (ASDD) della comunità afghana, ho realizzato e porto avanti diversi progetti per donne e adolescenti afghani rifugiati in Italia.
Nonostante il riconoscimento dei miei titoli non è ancora riuscita a trovare una collocazione nel settore sanitario. Attualmente è addetta alle pulizie in una scuola privata.
La foto di copertina è stata creata con l’AI
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