Venezuela: Il sogno infranto

Scritto da in data Luglio 29, 2024

CUCUTA – I risultati forniti dalla commissione elettorale venezuelana hanno lasciato la gente sgomenta. Gente che, fino a qualche ora fa, festeggiava nelle piazze la vittoria dell’opposizione. Quasi fosse una cosa scontata.

E che ora non ha neanche la forza di parlare.

Sulla musica è calato il silenzio, i sogni sono stati spazzati via come una casa durante con una tempesta tropicale. Le centinaia di migliaia di famiglie, tra i sette milioni di venezuelani e venezuelane che avevano lasciato il paese e avevano pensato di tornare e ricostruire il paese, sono impietrite.

Andy Marin
@andymarinx

Famiglie divise che non si riuniranno.

Economia che continuerà a precipitare, abusi e diritti umani violati.

Libertà di stampa, non pervenuta.

Il sogno che si infrange come un’onda contro gli scogli. I venezuelani sentono il sangue ribollire, la frustrazione impregnarli, la rabbia salire al cervello.

Andy Marin
@andymarinx

“Non c’è niente di peggio di chi non ha niente da perdere”

“Non c’è niente di peggio di chi non ha niente da perdere”, ci aveva detto un analista politico colombiano qualche giorno fa.

La Colombia è il paese più vicino e legato al Venezuela e teme per un arrivo di massa di migranti che non è preparato ad assistere.

Ma per ora, che è ancora mattina presto, mentre in Italia è già pomeriggio, il silenzio di queste ore è quasi assordante.

I ponti che dividono la Colombia al Venezuela sono stati riaperti, ma sono deserti. Niente macchine, solo qualche persona a piedi che sotto il caldo porta il peso dei bagagli e del fallimento del voto.

Camillo è convinto che queste elezioni siano state un frode. “Abbiamo votato tutti per Edmundo Gonzalez, ma la nostra voce non è stata sentita”.

Vive a Parada dalla parte colombiana del ponte e teme una guerra civile. “Abbiamo troppo da perdere, avevamo un sogno e ci è stato tolto”.

Catharina, la moglie annuisce: non torneranno nel loro paese se non cambieranno le cose.

“Sono delusa, sono triste, Dio solo sa cosa accadrà ora, siamo stanchi. La notte scorsa è stato orribile, perché ci avevamo creduto”. Lenny ha 27 anni, non ha un lavoro e lo cerca in Colombia perché in Venezuela sa di non avere possibilità come madre single con due figli. “Speravo Maduro perdesse perché sarei potuta tornare a casa. Ma non è così”.

“Ieri è stato tutto tranquillo, la gente ha votato in massa, poi quando sono stati chiusi i seggi tutto è cambiato. Eravamo per strada a festeggiare, ora confidiamo che Marina Corina Machado riesca a denunciare i brogli, numeri alla mano. Non vogliamo violenza. Aspettiamo le sue indicazioni”, dice Juan Carlos Urbina, dirigente regionale del movimento del Venezuela (opposizione).

Il resto del mondo

Intanto anche il mondo reagisce.

La vittoria elettorale di Nicolas Maduro, che ha conseguenze regionali se non internazionali, resta pur sempre la terza riserva di petrolio al mondo, ha provocato reazioni contrastanti che raccontano di un panorama politico complesso.

Reazioni di supporto

Diversi leader di sinistra in America Latina hanno espresso un forte sostegno alla vittoria di Maduro.

  • Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel si è congratulato con Maduro, affermando che la sua vittoria rappresenta un trionfo sulle forze di opposizione “pro-imperialiste”. Ha sottolineato che la vittoria è un riflesso della volontà del popolo venezuelano e del successo della Rivoluzione bolivariana.
  • Il presidente boliviano Luis Arce ha salutato le elezioni come una “celebrazione democratica” e ha ribadito il suo impegno a rafforzare i legami con il Venezuela, celebrando il rispetto dimostrato per il processo elettorale.
  • Anche la presidente honduregna Xiomara Castro si è congratulata con Maduro, definendo la sua vittoria come un’affermazione di sovranità e una continuazione dell’eredità di Hugo Chávez.
  • L’Iran si è congratulato con Maduro e ha rinnovato il sostegno alla cooperazione bilaterale tra i due paesi.
  • La Cina ha detto che le elezioni sono state un successo.
  • Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con Maduro.

Reazioni critiche

In netto contrasto, molte leadership americane hanno sollevato serie preoccupazioni circa la legittimità dei risultati elettorali:

  • Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso “seria preoccupazione” sul fatto che i risultati annunciati, non riflettano la vera volontà del popolo venezuelano, chiedendo trasparenza nel processo elettorale e la condivisione immediata delle informazioni con osservatori indipendenti.
  • Il presidente cileno Gabriel Boric ha dichiarato che i risultati sono “difficili da credere” e ha sottolineato la necessità di totale trasparenza e di risultati verificabili, indicando che il Cile non avrebbe riconosciuto alcun risultato non verificabile.
  • Il ministro degli Esteri peruviano Javier González-Olaechea ha condannato le elezioni come fraudolente, richiamando l’ambasciatore peruviano in Venezuela per protestare contro le presunte irregolarità.
  • Il governo della Costa Rica pure ha definito la vittoria di Maduro come “fraudolenta”, promettendo di collaborare con altre nazioni per sostenere la volontà del popolo venezuelano.
  • Anche il presidente argentino Javier Milei e quello guatemalteco Bernardo Arévalo hanno espresso scetticismo sui risultati, con Milei che ha chiesto azioni per difendere la democrazia in Venezuela.
  • Il governo del Guatemala non riconoscerà la vittoria di Maduro. Così come Panama che ha messo in sospeso le relazioni e Uruguay.
  • Il governo tedesco ha detto che i risultati non cancellano i dubbi sul voto. Chiedono i risultati dettagliati di tutti i seggi.

In questo momento Radio Bullets si trova a Cucuta, in Colombia sul confine con il Venezuela, perché come a molte altre testate giornalistiche non ci è stato concesso il visto.

Abbiamo deciso di raccontare queste elezioni dal posto più vicino e in mezzo a migliaia di venezuelani che vivono qui.

Se volete sostenere la presenza di Radio Bullets nell’area, andate su www.radiobullets.com/sostienici

Ti potrebbe interessare anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]