6 ottobre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Ottobre 6, 2022

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  • Iran: durante una visita ufficiale delle guardie rivoluzionarie in una scuola, le ragazze si strappano il velo e gridano loro di andarsene.
  • Myanmar: regista giapponese condannato a dieci anni per aver filmato le proteste.
  • Etiopia: il governo accetta i negoziati con i ribelli del Tigray.
  • L’India indaga su sessantasei decessi di bambini in Gambia, legati a uno sciroppo di produzione indiana /  Indignazione per la polizia indiana che frusta uomini musulmani in pubblico.
  • Il premier di Haiti chiede l’intervento internazionale.
  • La Federazione dei giornalisti chiede, per l’8 ottobre, sostegno per opporsi all’estradizione di Julian Assange.
  • Uccisa giornalista femminista nel Kurdistan iracheno.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Myanmar

Un tribunale del Myanmar, governato dai militari, ha condannato un regista giapponese di documentari a dieci anni per aver violato le leggi sulle sedizioni e le comunicazioni, riporta il giapponese Kyodo News. Toru Kubota, 26 anni, è stato arrestato a luglio durante una protesta a Yangon, la principale città del Myanmar. A quel tempo, dissero che lo avrebbero accusato per aver infranto una legge sull’immigrazione e incoraggiato il dissenso contro i militari al potere. Mercoledì scorso, Kubota è stato condannato a tre anni per sedizione e sette anni per aver violato la legge sulle comunicazioni elettroniche, ha riferito Kyodo News. Il Myanmar è intrappolato in una spirale di violenza da quando l’esercito ha rovesciato un governo eletto lo scorso anno. La giunta ha arrestato migliaia di persone, tra cui politici, burocrati, studenti, giornalisti e stranieri nel tentativo di soffocare il dissenso. Il Giappone ha chiesto il rilascio di Kubota. Un altro giornalista freelance giapponese era stato arrestato l’anno scorso e accusato di aver diffuso notizie false nella sua copertura delle proteste contro il colpo di Stato. Successivamente era stato liberato dalla giunta militare, con l’affermazione che il suo rilascio avveniva in riconoscimento degli stretti legami tra i due paesi. Per Kubota, però, non ha funzionato.

Iran

Almeno seicentoventi manifestanti detenuti «che non hanno avuto un ruolo nei sabotaggi» sono stati rilasciati ieri sera a Teheran. Lo rende noto l’agenzia Irna secondo la quale il vice capo della magistratura iraniana, Kazem Gharibabadi, ha visitato ieri la prigione centrale della capitale, ad Hasanabad, a sud di Teheran, e ha parlato con alcune persone incarcerate dopo aver preso parte alle proteste per Mahsa Amini, la ventiduenne curda morta dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. Intanto, le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato otto persone per la morte di un’adolescente di sedici anni, Nika Shahkarami, avvenuta a Teheran il mese scorso, secondo quanto riferito dai media iraniani. I membri della famiglia hanno riferito a BBC Persian che per dieci giorni non si è saputo dove fosse la ragazza, prima di ritrovarne il corpo in un obitorio della capitale.
Sua zia, Atash Shahkarami, ha detto a BBC Persian in un’intervista venerdì scorso che sua nipote aveva lasciato la sua casa il 20 settembre intorno alle 17:00 ora locale, e che è stata in contatto con lei fino alle 19:00. Poi, racconta una sua amica, aveva pubblicato una storia su Istragram in cui bruciava il velo; Shankarami le aveva detto che la polizia la seguiva. Persi i contatti, è stata ritrovata dieci giorni dopo. Le otto persone arrestate sarebbero degli impiegati di un edificio in cui sarebbe entrata Shahkarami, ha riferito Tasnim.

Il video è circolato sui social media con ragazze che in Iran sventolano il velo e cantano “vai fuori” a un membro del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), durante un discorso nella loro scuola. «Vattene, Basiji!» gridano le alunne, riferendosi a una fazione dell’IRGC che spesso fa rispettare la sicurezza interna nel paese.

Il video, originariamente condiviso dall’account Instagram dell’opposizione 1500tasvir, è l’ultimo di una serie di manifestazioni di alunne e studentesse contro funzionari del governo del paese. Scuole e campus universitari emergono come un hub chiave per le manifestazioni, con scontri scoppiati tra studenti e servizi di sicurezza. In un altro video si può vedere un gruppo di ragazze che cantano “Morte al dittatore” e “Donna, vita, libertà”, mentre marciano per una strada nella città di Karaj.

Il governo iraniano ha risposto alle manifestazioni con la violenza, incolpando i partecipanti di essere in balia di agitatori stranieri, e arrestandone centinaia. Il gruppo Iran Human Rights, con sede in Norvegia, ha riferito che al 2 ottobre, già centotrentatré persone sono state uccise in tre settimane di proteste.

Almeno cinquecentoventotto persone sono rimaste ferite in seguito a un terremoto di magnitudo 5.4 che ha colpito la regione dell’Azerbaijan occidentale, nel nord ovest dell’Iran. Il terremoto «ha danneggiato cinquecento case, distruggendo completamente cinquanta abitazioni, in dodici villaggi nei pressi dell’epicentro».

Afghanistan

Quattro persone sono rimaste uccise e altre venticinque ferite, dopo che l’esplosione di una bomba ha squarciato una moschea vicino al ministero dell’Interno talebano, mercoledì scorso a Kabul. La moschea si trova fuori dal complesso del ministero dell’Interno, e spesso persone comuni e dipendenti del ministero sono soliti andare lì a pregare. Questa è la quarta esplosione a Kabul nell’ultima settimana. Nessun gruppo ha ancora rivendicato la responsabilità dell’esplosione.

Iraq

Reporter senza frontiere (RSF) condanna l’omicidio di Nagihan Akarsel, direttrice di una rivista curda e influente sostenitrice femminista, uccisa a colpi di arma da fuoco fuori dalla sua casa nel Kurdistan iracheno, il 4 ottobre, diventando la quinta persona curda di origine turca, o critica del governo turco, a essere attaccata in questa regione autonoma del nord dell’Iraq dallo scorso anno. «Siamo sconvolti dall’omicidio di questa giornalista e scrittrice femminista curda, perpetrato in un momento in cui le donne curde stanno guidando una rivolta per la liberazione delle donne», ha affermato il desk di RSF per il Medio Oriente. «Questo è il quinto attacco — quattro dei quali mortali — contro un residente di origine turca, o un critico esplicito del governo turco, nel Kurdistan iracheno in meno di un anno. Chiediamo alle autorità locali di fare tutto il possibile per far luce su questo omicidio, portare i responsabili in giudizio e rendere giustizia a Nagihan Akarsel». Giornalista e accademica di origine turca, Akarsel è stata uccisa a colpi di arma da fuoco la mattina di martedì 4 ottobre, fuori dalla sua casa a Sulaymaniyah, la città del Kurdistan iracheno orientale dove aveva vissuto negli ultimi tre anni. Dopo che il suo corpo è stato portato all’istituto di medicina legale della città, l’Asayish, le forze di sicurezza del governo regionale del Kurdistan hanno rilasciato in serata una dichiarazione in cui informavano che l’aggressore era stato arrestato ed era indagato.
Akarsel ha co-curato Jineologi, una rivista dedicata alla “scienza delle donne”, che considera la liberazione individuale delle donne come una pre-condizione per la liberazione della società. Era anche nota per le sue ricerche sulle donne, sia all’estero che in Kurdistan, e aveva contribuito a fondare l’Accademia di Jineologia nel Kurdistan iracheno. Dopo aver studiato giornalismo all’Università di Ankara, ha lavorato per la rivista Hevia Jin. Ha anche svolto ricerche sociologiche nelle regioni di Afrin e Sinjar (Shingal in curdo).

Siria

Il corpo di un bambino palestinese di otto anni è stato recuperato nelle ultime ore a largo delle coste siriane e consegnato dalle autorità sanitarie siriane a quelle del Libano, da cui proviene la famiglia del piccolo Hassan Hafez. Il bambino è una delle oltre cento persone morte nel naufragio di fine settembre avvenuto nel Mediterraneo orientale, tra le coste libanesi e siriane. Sull’imbarcazione, salpata nei pressi di Tripoli, nel nord del Libano, e affondata di fronte alla città siriana di Tartus, erano stipate almeno centocinquanta persone. Di queste, solo ventuno sono state portate in salvo.

Come se non bastasse, ieri almeno quindici persone sono morte in seguito all’affondamento del loro barcone al largo dell’isola greca di Lesbo, nel Mar Egeo centrale, in quello che è il secondo disastro marittimo che ha coinvolto migranti da ieri: lo ha riferito la guardia costiera del paese. La barca affondata trasportava circa quaranta persone, ha aggiunto la guardia costiera, citando cinque persone che sono state salvate finora. Ci sono stati quindici corpi recuperati, ha detto l’agenzia. Il che significa che almeno venti persone  risultano ancora scomparse.

Israele e Palestina

Un’esperta di diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato oggi di essere «estremamente allarmata dall’escalation di violenza» in Cisgiordania, dove le forze israeliane hanno ucciso cinque palestinesi dall’inizio di ottobre. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Cisgiordania e Gaza, ha aggiunto che «le incursioni e gli attacchi dei coloni, da Gerusalemme a Hebron e Nablus, stanno aumentando la tensione in un momento delicato». I coloni hanno bloccato le strade e lanciato pietre contro i conducenti palestinesi che tentavano di entrare e uscire da Nablus e Ramallah, le principali città della Cisgiordania sotto il controllo nominale dell’Autorità Palestinese, in vista dello Yom Kippur, una festa ebraica.

Etiopia

Il governo etiope ha annunciato di aver risposto favorevolmente all’invito dell’Unione Africana (UA) a partecipare a colloqui di pace con i ribelli della regione del Tigray, senza però specificare né data né luogo dei negoziati. «L’Unione Africana ha formulato un invito per colloqui di pace. Dopo una tregua di cinque mesi che aveva suscitato speranze per negoziati di pace, il 24 agosto sono ripresi i combattimenti tra l’esercito federale etiope, sostenuto dalle forze delle regioni vicine e dalle truppe della confinante Eritrea, e i ribelli della regione autonomista del nord.

Gambia

L’India sta indagando sulla morte di sessantasei bambini in Gambia legata all’uso di uno sciroppo per la tosse di fabbricazione indiana: lo hanno riferito a Reuters due fonti del ministero federale della Salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che la morte di decine di bambini piccoli in Gambia a causa di lesioni renali acute potrebbe essere collegata allo sciroppo per la tosse contaminato che è stato prodotto in India. Fonti affermano che il governo indiano ha chiesto all’OMS di condividere il rapporto che stabilisce una relazione causale tra la morte e lo sciroppo per la tosse. L’OMS ha emesso un avviso per quattro sciroppi prodotti dalla Maiden Pharmaceuticals indiana e ha affermato che sta conducendo ulteriori indagini con la società e le autorità di regolamentazione in India. Il governo del Gambia ha dichiarato che il mese scorso ha indagato sui decessi, poiché a fine luglio è stato rilevato un picco di casi di danno renale acuto tra i bambini di età inferiore ai cinque anni. Finora l’azienda avrebbe prodotto ed esportato i medicinali solo in Gambia. E secondo i risultati parziali dell’OMS, quattro dei ventitré campioni testati contengono glicole dietilenico, si legge su Outlook India.

Uganda

Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, si è scusato con il Kenya dopo che suo figlio, un generale dell’esercito, ha twittato minacce di invadere il paese vicino e conquistare la sua capitale in due settimane.

Grecia

Il 6% della popolazione greca (circa seicentoventimila cittadini) versa in uno stato di insicurezza alimentare grave o moderata di conseguenza, o ha difficoltà ad avere accesso, per motivi economici, a un’alimentazione stabile. Il dato è stato diffuso dall’Istituto di statistica greco (Elstat) e si riferisce all’anno 2021. Sempre secondo lo studio, l’11% della popolazione (poco più di un milione di persone), teme di non avere cibo a sufficienza per soddisfare le proprie esigenze. Già nelle settimane scorse l’Eurostat aveva contributo a fornire dati preoccupanti sulla situazione sociale della Grecia: secondo uno studio dell’Ufficio statistico europeo, il 28% della popolazione greca è a rischio di povertà o esclusione sociale. Solo Romania e Bulgaria, nell’Unione Europea, presentano un tasso più alto.

Regno Unito

L’8 ottobre, l’International Federation of Journalists (IFJ) ha esteso il proprio sostegno agli sforzi di mobilitazione globale per opporsi all’estradizione del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, negli Stati Uniti, affermando che questa mossa avrà un effetto raggelante sui giornalisti, come si legge su The Wire. Per l’8 ottobre sono state organizzate diverse manifestazioni ed eventi di mobilitazione, tra cui una catena umana che circonderà il parlamento del Regno Unito alle 13:00, e una manifestazione presso il Dipartimento di Giustizia a Washington D.C., per opporsi all’estradizione di Assange e chiedere che le accuse contro di lui vengano ritirate. Manifestazioni anche in Francia, Australia, Nuova Zelanda. E l’Italia? Non pervenuta. L’IFJ ha affermato di essere gravemente preoccupato per l’impatto della continua detenzione di Assange sulla libertà dei media e sui diritti di tutti i giornalisti a livello globale. Ha chiesto a tutti i sindacati dei media e alle organizzazioni per la libertà di stampa di sollecitare i propri governi a garantire il rilascio di Assange. Il presidente dell’IFJ, Dominique Pradalié, ha dichiarato che tutti i giornalisti devono sostenere Julian Assange, perché ha permesso loro di rivelare crimini di guerra dell’esercito americano in Iraq e Afghanistan. «L’8 ottobre è il momento di mobilitarsi ed esprimere solidarietà per difendere la libertà di Assange e il diritto di tutti a sapere», ha concluso il direttore dell’IFJ.

Danimarca

Dopo mesi di speculazioni, ieri la prima ministra Mette Frederiksen ha indetto le elezioni generali in Danimarca per il primo novembre 2022. L’attuale governo di minoranza socialdemocratica del paese prevede di rimanere al potere come parte di una coalizione di governo. La campagna, secondo il primo ministro, sarà incentrata sulla “sicurezza” e il compito politico più importante ora è far superare con successo la crisi alla Danimarca.

Svezia

Tre scienziati hanno ricevuto insieme il Premio Nobel per la chimica di quest’anno, ieri, per aver sviluppato un modo per “agganciare molecole insieme” che possano essere utilizzate per esplorare le cellule, mappare il DNA e progettare farmaci che possano colpire malattie come il cancro in maniera più precisa. Gli americani Carolyn R. Bertozzi e K. Barry Sharpless e lo scienziato danese Morten Meldal sono stati insigniti per il loro lavoro sulla chimica dei clic e sulle reazioni bio-ortogonali.

Ucraina – Russia

«Sono cinquantatremila i cittadini russi entrati in UE nell’ultima settimana, in calo del 20% rispetto alla settimana precedente». Lo riferisce l’agenzia europea Frontex, sottolineando che «la maggior parte dei cittadini russi sta entrando in UE attraverso i varchi di frontiera della Finlandia».

La Russia ha annunciato di aver dichiarato “persona non grata” l’incaricata d’affari lituana Virginia Umbrasene, dopo l’espulsione del suo omologo russo in Lituania: lo riferisce Tass citando un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca e precisando che la diplomatica lituana dovrà lasciare la Russia entro cinque giorni.

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, appena promosso colonnello generale con un decreto del presidente russo Vladimir Putin, è la persona più sanzionata al mondo. Lo ha affermato il direttore del libro russo dei Guinness, Stanislav Konenko, secondo il quale Kadyrov detiene questo primato con sanzioni da parte di quindici entità.

Stati Uniti

Gli assistenti di volo avranno diritto a un riposo di almeno dieci ore tra un turno e l’altro, dopo le proteste di hostess e steward. Finora la normativa prevedeva nove ore di riposo tra un turno e l’altro. In alcune circostanze poteva essere ridotto a otto ore. Ai piloti, invece, era già stato garantito il riposo di dieci ore.

Haiti

Il primo ministro haitiano Ariel Henry ha invitato mercoledì scorso la comunità internazionale ad aiutare la nazione caraibica, poiché il blocco, provocato dalle bande, di un importante terminal di rifornimento ha creato una diffusa carenza di beni, compresa l’acqua potabile. Dal mese scorso, le bande hanno bloccato l’ingresso al terminal dei carburanti di Varreux, creando una grave carenza di diesel e benzina e paralizzando così le attività quotidiane ad Haiti. Le autorità, durante il fine settimana, hanno confermato un focolaio di colera, che in genere viene propagato dall’acqua contaminata. «Chiedo all’intera comunità internazionale, a tutti i paesi amici di Haiti, di stare con noi e aiutarci a combattere questa crisi umanitaria», ha detto Henry in un discorso televisivo. «Vogliamo che l’acqua potabile e le medicine raggiungano i malati quando il colera inizierà a tornare, affinché le fabbriche che producono acqua potabile ricomincino a funzionare. Abbiamo bisogno di medici e infermieri».

Non ha spiegato quale tipo di assistenza internazionale stia cercando. Il blocco del carburante è iniziato poco dopo il suo annuncio, dell’11 settembre scorso, secondo cui il governo avrebbe tagliato i sussidi per il carburante, scatenando la rabbia tra gli haitiani già alle prese con i prezzi alle stelle. Henry mercoledì ha affermato che i sussidi erano una spesa insostenibile per lo stato haitiano.

India

Nove musulmani sono stati pubblicamente fustigati dai poliziotti nello stato indiano occidentale del Gujarat, dopo essere stati accusati di aver lanciato pietre durante un evento religioso indù. Il video della fustigazione della polizia è diventato rapidamente virale sui social media, attirando critiche sia da parte di politici che di attivisti per i diritti civili. Lanci di pietre erano stati segnalati lunedì durante l’evento “Garba” nel villaggio di Undhela, nel distretto di Kheda nel Gujarat. L’evento si è svolto vicino a una moschea. Garba è un tipo di danza eseguita durante Navratri, un festival indù in onore della dea indù Durga. Secondo la polizia, almeno sei persone sono rimaste ferite dai lanci di pietre. La polizia ha arrestato nove persone e, invece di portarle in tribunale, le ha portate al villaggio. I giovani musulmani sono stati quindi legati a un palo e fustigati pubblicamente dalla polizia tra gli applausi della gente del posto.

Un membro dell’Assemblea legislativa del Gujarat del partito di opposizione del Congresso, Gyasudding Sheikh, ha chiesto un’azione contro i poliziotti. Da quando è salito al potere nel 2014, il governo di Modi è stato accusato di reprimere il dissenso e di promuovere politiche discriminatorie nei confronti della minoranza musulmana, composta da duecento milioni di persone nel paese. Gli indù costituiscono la stragrande maggioranza degli 1,4 miliardi di abitanti dell’India, ma quando il Mahatma Gandhi si assicurò l’indipendenza dalla Gran Bretagna, nel 1947, l’India era uno stato laico e multiculturale. Ora gli appelli dell’estrema destra affinché il paese venga dichiarato nazione indù e la supremazia indù sia sancita dalla legge, stanno diventando sempre più forti, rendendo i musulmani sempre più ansiosi per il loro futuro.

Corea del Nord

La Corea del Nord ha lanciato oggi due nuovi missili balistici verso il Mar del Giappone. Il ministero degli Esteri di Pyongyang ha affermato in un comunicato che i recenti test missilistici effettuati dalla Corea del Nord sono “misure di ritorsione” contro le esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud.

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