10 ottobre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Ottobre 10, 2022

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  • Giornata Mondiale della Salute Mentale: HRW, sostenere i sopravvissuti ai conflitti.
  • Iran: quarta settimana di proteste, almeno diciannove minori uccisi.
  • Afghanistan: primo incontro tra alti funzionari USA e talebani da quando gli americani hanno ucciso il leader di al-Qaida a luglio.
  • Venezuela: inondazioni dopo forti piogge, 22 morti e 52 dispersi.
  • Biden cambia la politica degli attacchi con i droni.
  • Quattro adolescenti palestinesi uccisi in ventiquattro ore.
  • Messico: decine di studenti misteriosamente avvelenati.

  Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.
           Foto di copertina: Human Rights Watch

Giornata Mondiale della Salute Mentale

I governi, le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie dovrebbero adottare misure concrete per sviluppare e investire nel sostegno psicosociale alle persone colpite dai conflitti armati, ha affermato oggi Human Rights Watch. In linea con il tema della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022 del 10 ottobre, per «fare della salute mentale e del benessere per tutti una priorità globale», l’attenzione dovrebbe essere rivolta ai servizi basati sulla comunità e rispettosi dei diritti, sia nei paesi in conflitto che nei paesi da cui le persone stanno fuggendo.
La violenza legata al conflitto può portare a disagio psicologico, depressione, ansia e stress post-traumatico. La ricerca di Human Rights Watch in paesi tra cui AfghanistanCamerunRepubblica Centrafricana, Etiopia, GazaIraqSud Sudan e Siria ha dimostrato che le persone, in particolare le donne e le persone con disabilità, spesso incontrano ostacoli nell’accesso ai servizi di salute mentale.
«Milioni di persone in tutto il mondo stanno subendo gli effetti devastanti della guerra sulla loro salute mentale, ma pochi ricevono il supporto di cui hanno bisogno», ha affermato Shantha Rau Barriga, direttore dei diritti dei disabili presso Human Rights Watch. «La guerra in Ucraina è l’ultimo promemoria per i governi e le agenzie umanitarie che devono riconoscere la salute mentale come una priorità ed espandere i servizi di supporto psicosociale a tutte le persone colpite dai conflitti».
Il Global Mental Health Summit, che si terrà a Roma dal 13 al 14 ottobre 2022, è un’opportunità per i leader di affermare l’impatto sulla salute mentale dei conflitti armati e di impegnarsi a fornire un adeguato supporto psicosociale a tutte le persone colpite, comprese le donne e le persone con disabilità. I governi, i donatori e le organizzazioni di aiuto umanitario dovrebbero dare la priorità ai servizi basati sulla comunità e rispettosi dei diritti che sostengano l’autonomia e la dignità delle persone.
Si stima che circa il 22% delle persone che vivono in aree colpite da conflitti armati soffra di problemi di salute mentale, rispetto a circa il 13% della popolazione generale. Tuttavia, i servizi disponibili sono spesso insufficienti. In Siria, dove circa sette milioni e mezzo di bambini e adolescenti hanno attualmente bisogno di supporto per la salute mentale, i genitori intervistati da Human Rights Watch hanno descritto l’impatto devastante del conflitto sulla salute mentale dei loro figli. Tutte le persone, tranne una, hanno affermato che loro e i loro figli non hanno avuto accesso ai servizi di salute mentale e di supporto psicosociale. In Afghanistan, devastato da quaranta anni di conflitto armato, si stima che più della metà della popolazione, inclusi molti sopravvissuti a violenze legate al conflitto, soffra di depressione, ansia e stress post-traumatico, ma meno del 10% riceve adeguato supporto psicosociale da parte dello Stato, secondo i documenti del precedente governo.
A livello globale, più di cento milioni di persone sono state sfollate con la forza, inclusi rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni. Oltre a subire danni psicologici dagli eventi traumatici che spingono le persone ad abbandonare le loro case, la ricerca mostra come le persone sfollate con la forza spesso sperimentino ulteriore angoscia sia durante la fuga che dopo, mentre si adattano a un luogo sconosciuto.
I paesi di accoglienza hanno anche l’obbligo di fornire supporto psicosociale, come parte del loro impegno internazionale per il diritto alla salute. Ciò è riconosciuto nei trattati internazionali sui diritti umani, tra cui il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR) e la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD).

Iran

Un gruppo che sostiene le proteste in Iran scatenate dalla morte di Mahsa Amini è riuscito ad hackerare un canale televisivo statale, trasmettendo nel bel mezzo del notiziario un’immagine della Guida Suprema Ali Khamenei circondata dalle fiamme. «Il sangue dei nostri giovani sgocciola dalle vostre dita», recitava un messaggio apparso sullo schermo durante il telegiornale di due sere fa sulla tv di Stato. Il messaggio era accompagnato da una foto manipolata di Khamenei, con il suo corpo circondato dalle fiamme e la sua testa in un mirino. L’attacco informatico, durato pochi secondi, è stato rivendicato da un gruppo che si fa chiamare Edalat-e Ali (La Giustizia di Ali) e che sostiene il movimento di protesta, il più grande in Iran dopo le proteste contro l’aumento del prezzo della benzina nel 2019. In Iran, l’agenzia di stampa Tasnim ha confermato che la televisione di Stato è stata «piratata per qualche istante da agenti anti-rivoluzionari».

Due membri delle forze di sicurezza iraniane sono stati uccisi due sere fa durante le proteste per la morte di Mahsa Amini. Secondo i media locali, sale così ad almeno quattordici il numero dei membri delle forze di sicurezza iraniane uccise dall’inizio delle proteste, più di tre settimane fa. Più di centottantacinque invece i manifestanti. Tra loro, secondo il gruppo per i diritti umani Iran Human Rights, ci sarebbero almeno diciannove minori. Le forze di sicurezza del paese hanno anche arrestato diversi minori in età scolare all’interno dei locali scolastici, ha riferito The Guardian. Domenica, le autorità iraniane hanno anche chiuso tutte le scuole e gli istituti di istruzione in Kurdistan.

Afghanistan

Alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno incontrato di persona i talebani, sabato scorso, per la prima volta da quando il leader di al-Qaida, Ayman al-Zawahiri, è stato ucciso dagli Stati Uniti nel proprio appartamento a Kabul alla fine di luglio. Il vicedirettore della CIA e l’alto funzionario del Dipartimento di Stato responsabile per l’Afghanistan hanno incontrato nella capitale del Qatar, Doha, una delegazione talebana che includeva il capo dell’intelligence, Abdul Haq Wasiq. Dopo che al-Zawahiri è stato ucciso, gli Stati Uniti hanno accusato i talebani di «chiara e palese violazione dell’accordo di Doha», che afferma che i talebani non avrebbero ospitato terroristi se le forze statunitensi si fossero ritirate dall’Afghanistan, cosa che hanno fatto, invece, ad agosto 2021. Gli Stati Uniti hanno però continuato a dialogare con i talebani, compresa la negoziazione per il rilascio del cittadino statunitense Mark Frerichs, ma alti funzionari non si incontravano faccia a faccia da pochi giorni prima che al-Zawahiri fosse ucciso, il 31 luglio.
La presenza del vicedirettore della CIA, David Cohen, e di Wasiq, dei talebani, all’incontro di sabato indica un’enfasi sull’antiterrorismo. Il mese scorso la Casa Bianca ha definito la cooperazione con i talebani sull’antiterrorismo “un lavoro in corso”. Cohen era accompagnato dal rappresentante speciale del Dipartimento di Stato per l’Afghanistan, Tom West, che ha guidato gli impegni con i talebani dal ritiro degli Stati Uniti dello scorso anno. Frerichs è stato rilasciato quasi tre settimane fa, dopo più di due anni di prigionia, con l’aiuto del Qatar. Funzionari dell’amministrazione hanno affermato di aver trascorso mesi a negoziare con i talebani per il suo rilascio, e di aver avvertito i talebani dopo l’attacco di aver danneggiato Frerichs. Il modo migliore per ricostruire la fiducia, hanno detto ai talebani, sarebbe stato rilasciarlo. Almeno un altro americano, un regista di nome Ivor Shearer, è attualmente trattenuto dai talebani dopo essere stato arrestato con il suo produttore afghano, Faizullah Faizbakhsh, durante le riprese nell’area in cui al-Zawahiri è stato ucciso, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti.

I residenti di Kabul che vivono nei distretti PD1 e PD2 affermano di non avere accesso all’acqua potabile. Affrontano questo problema ormai da diversi mesi e hanno chiesto alle autorità di fare qualcosa. «Non abbiamo acqua da quasi tre o quattro mesi. Acquistiamo persino l’acqua da autocisterne private o la prendiamo dalla moschea», ha affermato Masoud, un residente a Kabul. «Le donne devono portare le bottiglie per portare l’acqua. Vanno per cinquecento metri, o anche un chilometro, per trovare l’acqua, ha detto Taj Mohammad, un altro residente a Kabul.
Hanno chiesto all’Emirato Islamico di fornire accesso ad acqua potabile pulita. Il ministero dell’Energia e dell’Acqua ha riconosciuto la mancanza di acqua nella capitale, e ha affermato di aver stanziato risorse per fornire acqua ai cittadini di Kabul.

Siria

L’assassinio di un importante attivista siriano ha acceso la rabbia nella città nordoccidentale di al-Bab, controllata dai turchi, dove le persone in lutto hanno chiesto giustizia e la fine del governo corrotto nella città. Muhammad Abdul Latif, conosciuto come Abo Ghanoum, è stato colpito a morte da sconosciuti insieme alla moglie incinta, venerdì notte.
Sabato è stato osservato uno sciopero commerciale in tutta la città, dopo che migliaia di persone si sono unite al funerale dell’attivista, il cui corpo era avvolto nella bandiera della rivoluzione siriana, che ha sostenuto a lungo, mentre veniva sepolto in città.
Nel frattempo, due tende funebri si sono trasformate in centri di sit-in per chiedere ai funzionari locali di trovare gli assassini e ritenerli responsabili. «Ho due negozi in città, che ho chiuso in risposta allo sciopero, e sono pronto a continuare lo sciopero nei prossimi giorni finché le autorità locali non troveranno gli assassini», ha detto Mohammed al-Younis, residente ad al-Bab, a Middle East Eye.
«Le telecamere di sorveglianza riempiono la città, eppure non hanno trovato le persone coinvolte».
Al-Bab è sotto il controllo dell’Esercito nazionale siriano (SNA) sostenuto dalla Turchia, una coalizione di gruppi ribelli anti-Assad. Con il sostegno turco, a metà del 2018, in città è stata costituita una forza di polizia militare composta da membri di ciascuna fazione all’interno dell’SNA.
Uno degli scopi principali della forza era fermare le attività criminali come il contrabbando di merci, la droga e altri attraversamenti non autorizzati tra il governo e le aree controllate dall’opposizione. Tuttavia, i residenti si sono sentiti frustrati per le accuse di detenzioni arbitrarie e abusi contro civili, polizia locale, enti di beneficenza e media.

Israele e Palestina

Sabato le truppe israeliane hanno ucciso due palestinesi a Jenin, poche ore dopo che due adolescenti erano stati uccisi a colpi di arma da fuoco in diversi incidenti in Cisgiordania. Mahmoud Assos, 18 anni, e Ahmed Daragma, 16 anni, sono stati uccisi sabato mattina da colpi di arma da fuoco israeliani durante un vasto raid dell’esercito nel campo profughi di Jenin, secondo il ministero della Salute palestinese. Nel raid sono stati schierati veicoli corazzati, bulldozer, elicotteri militari e droni da combattimento. I combattenti palestinesi hanno risposto con il fuoco vivo, mentre i residenti disarmati hanno affrontato i soldati israeliani con pietre. Assos è stato colpito al collo e Daragma è stato colpito alla testa, secondo il ministero della Salute palestinese. Almeno altri undici palestinesi sono rimasti feriti, tre dei quali rimangono in condizioni critiche.

Nigeria

Almeno settantasei persone sono morte in un incidente in barca nello stato nigeriano di Anambra, ieri, dopo che una barca che trasportava ottantacinque persone si è capovolta a causa delle inondazioni.

Somalia

Il governo della Somalia ha dichiarato un giro di vite sulle organizzazioni dei media che pubblicano quella che si ritiene “propaganda” a favore del gruppo armato al-Shabab, avvertendo che i trasgressori saranno puniti. Le forze armate, sostenute dalle milizie locali e dagli alleati internazionali, hanno condotto una campagna aggressiva contro il gruppo legato ad al-Qaida. «Voglio informare i media somali e tutto il popolo somalo in generale che considereremo tutta la copertura propagandistica relativa ad al-Shabab − compresi i loro atti terroristici e la loro ideologia − come crimini punibili», ha affermato il viceministro dell’Informazione, della Cultura e del Turismo, Abdirahman Yusuf, sabato scorso.
«Il governo somalo vieta totalmente ogni tipo di copertura relativa all’ideologia terroristica e agli atti di intimidazione di [al-Shabab]», ha dichiarato ai giornalisti.
Il presidente Hassan Sheikh Mohamud, recentemente eletto, si è impegnato a sconfiggere il gruppo armato dopo innumerevoli attacchi mortali. Ad agosto, combattenti di al-Shabab hanno scatenato un assalto con armi da fuoco e bombe in un assedio di trenta ore di un hotel, nel quale hanno ucciso ventuno persone. Il gruppo armato è stato cacciato da Mogadiscio dalle forze dell’Unione Africana nel 2011. Tuttavia, controlla ancora aree della campagna.

Bosnia

Migliaia di persone si sono radunate domenica scorsa in Bosnia, per la seconda volta in una settimana, sostenendo che il leader serbo-bosniaco e filo-russo avrebbe truccato le schede elettorali durante le elezioni generali tenutesi nel paese balcanico all’inizio di questo mese. I risultati finali del voto del 2 ottobre in Bosnia devono ancora essere annunciati. Le elezioni si sono svolte per tutti i livelli di governo, sia nella parte a predominanza serba che in quella bosniaco-croata del paese balcanico, nonché per le istituzioni centrali comuni. Il leader serbo-bosniaco, Milorad Dodik, ha rivendicato la vittoria nelle elezioni per la presidenza dell’entità serba. I leader dell’opposizione, tuttavia, affermano che la loro candidata, Jelena Trivic, è la vincitrice e che Dodik ha truccato il ballottaggio. Le autorità elettorali centrali nella capitale Sarajevo hanno ordinato l’apertura delle urne e il riconteggio in circa mille seggi elettorali in tutto il paese, prima di stabilire il conteggio finale.

Austria

Il presidente austriaco Alexander Van der Bellen è stato rieletto al primo turno con il 56,2% dei consensi. Il prof. del partito verde settantottenne resterà così per altri sei anni alla Hofburg, l’ex residenza degli Asburgo.

Ucraina, Russia, Crimea

Un violento incendio ha danneggiato due giorni fa il ponte sullo stretto di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. Sono stati i servizi di intelligence ucraini a orchestrare l’esplosione in Crimea. Lo riporta The New York Times citando un funzionario di Kiev. I servizi di intelligence hanno usato una bomba posta su un camion che viaggiava sul ponte, per condurre l’attacco, come spiega The New York Times. Inoltre, The Washington Post, citando alcune fonti del governo di Kiev, riferisce che i servizi speciali ucraini sarebbero dietro all’attacco al ponte, di cui nessuno ha ufficialmente ancora rivendicato la paternità. Il ponte di Crimea è stato riaperto al traffico di mezzi leggeri e autobus.

Il presidente russo Vladimir Putin presiederà oggi il Consiglio di sicurezza di Mosca, dopo l’esplosione sul ponte di Crimea. Putin accusa l’Ucraina di essere dietro l’esplosione del ponte di Kerch, architettando un “atto di terrorismo” che ha distrutto parte del legame cruciale tra la Russia e il territorio annesso della Crimea, mentre crescono le richieste di rappresaglie. Il ponte ha un importante valore strategico e simbolico per la Russia. Il traffico stradale e ferroviario sul ponte, lungo 19 km (dodici miglia) è stato temporaneamente interrotto, ostacolando una rotta di rifornimento vitale per le forze armate russe che combattono la rinnovata controffensiva ucraina.

Nuovo attacco russo in serata a Zaporizhzhia. Lo afferma il presidente dell’amministrazione statale regionale della città. È di almeno tredici morti e sessanta feriti il bilancio aggiornato dell’attacco.

Stati Uniti

Il presidente Biden, venerdì, ha emesso una guida che richiede l’approvazione presidenziale per attacchi di droni al di fuori dell’Iraq e della Siria, gli unici due paesi ufficialmente riconosciuti come zone di guerra attive degli Stati Uniti. Ciò significa che gli attacchi di droni in paesi come Somalia, Yemen e Afghanistan dovrebbero essere approvati prima dal presidente Biden. La guida arriva nel momento in cui gli Stati Uniti hanno intensificato la loro guerra aerea contro al-Shabaab e la Somalia. Ma la guida ha una scappatoia, consentendo che gli attacchi siano ordinati senza l’approvazione della Casa Bianca in nome dell’“autodifesa” delle truppe statunitensi o di altre forze partner. Si dice che molti attacchi aerei statunitensi in Somalia, negli ultimi mesi, siano stati effettuati in difesa delle forze governative somale. La politica richiede anche l’approvazione presidenziale prima di aggiungere un sospetto terrorista a una lista di uccisioni del governo degli Stati Uniti. Essere inclusi nell’elenco significa che una persona potrebbe essere presa di mira da un attacco di droni o da un raid di operazioni speciali. La guida inverte le mosse dell’amministrazione Trump, che che aveva allentato le regole per gli attacchi dei droni e aveva concesso più margine di manovra ai funzionari di livello inferiore. Biden ha ordinato una revisione della strategia antiterrorismo quando è entrato in carica per la prima volta. In quel periodo si diceva imponesse temporaneamente i limiti che sono poi stati ufficializzati venerdì scorso.

Messico

Almeno cinquantasette studenti sono stati avvelenati da una sostanza non identificata in una scuola secondaria rurale nello stato meridionale messicano del Chiapas. L’avvelenamento di massa di venerdì è il terzo nelle scuole del Chiapas riportato dai media locali nelle ultime due settimane, spaventando gli studenti e suscitando indignazione da parte dei genitori. Il “Mexican Social Security Institute” ha dichiarato venerdì che cinquantasette studenti adolescenti della comunità rurale di Bochil sono arrivati ​​in un ospedale locale con sintomi di avvelenamento. Uno studente in condizioni “delicate” è stato trasferito in un ospedale della capitale dello stato, mentre il resto è stabile, hanno dichiarato dall’istituto. Le autorità non hanno speculato su una causa, ma i notiziari locali hanno affermato che alcuni genitori ritengono che gli studenti siano stati esposti ad acqua o cibo contaminati. Sabato scorso l’ufficio del procuratore di Stato ha dichiarato sui social media di aver condotto quindici esami tossicologici risultati tutti negativi a droghe illecite, dopo che erano circolate notizie sui media locali e sui social media secondo cui gli studenti erano risultati positivi alla cocaina.

Haiti

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha esortato domenica scorsa la comunità internazionale a inviare una “forza d’azione rapida” ad Haiti per aiutare il governo a recuperare il controllo di Port-au-Prince dalle bande armate che dominano parti della capitale, e bloccare la fornitura di carburante e altri beni di prima necessità.
Guterres suggerisce che l’operazione non sia condotta sotto l’egida delle Nazioni Unite, ma sia guidata da uno stato membro che la condurrebbe da solo o con il sostegno di altre nazioni, secondo una lettera inviata al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. A tal fine, Guterres propone che queste truppe straniere sostengano la polizia haitiana nei loro sforzi per «rimuovere la minaccia rappresentata dalle bande armate e fornire protezione immediata alle infrastrutture e ai servizi critici».
Il governo di Haiti, questa settimana, aveva chiesto assistenza militare per far fronte alla crisi umanitaria nel paese, dove gruppi armati si sono rafforzati nelle aree di Port-au-Prince e hanno bloccato il principale terminal petrolifero.

Venezuela

Almeno ventidue persone sono rimaste uccise dopo che le forti piogge nel Venezuela centrale hanno causato inondazioni improvvise: lo ha detto domenica scorsa la vicepresidente venezuelana, Delcy Rodriguez. Altre cinquantadue persone risultano ancora disperse. L’intenso acquazzone di sabato notte ha causato lo straripamento di cinque piccoli fiumi, spazzando grandi detriti dalle montagne circostanti nella comunità di Las Tejerias, situata a 87 km (54 miglia) a sud-ovest della capitale venezuelana, Caracas. Il leader venezuelano Nicolas Maduro ha affermato che ventimila persone sono state dispiegate nelle regioni colpite dalle inondazioni per occuparsi di ricerche e soccorsi, gestione delle emergenze e pulizia.

Thailandia

CNN si è scusata ieri per le critiche ricevute secondo le quali i propri giornalisti sarebbero entrati nell’asilo nido dove dei bambini stati uccisi, filmando la scena del crimine senza permesso. I due giornalisti di CNN coinvolti sono stati multati dopo che le autorità hanno scoperto che lavoravano nel paese benché entrati con un visto turistico, ma sono stati assolti dall’accusa di essere entrati nell’asilo nido, dove sono stati uccisi più di venti bambini: lo ha riferito il vice capo della polizia nazionale, Surachate Hakparn, aggiungendo che i giornalisti credevano di aver ottenuto il permesso di entrare e filmare una volta aver ricevuto l’ok a entrare nell’edificio da un volontario o da un ufficiale sanitario, e non erano a conoscenza che la persona non fosse autorizzata a farli entrare. Ognuno di loro ha accettato di pagare una multa di cinquemila baht (133 dollari) e di lasciare il paese.

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