14 gennaio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Gennaio 14, 2021
Ascolta il podcast
- Il dissidente russo Navalny ha annunciato che tornerà a Mosca.
- Venezuela: dopo cinque anni Maduro torna in Parlamento.
- Il governo di Malta rifiuta la grazia all’uomo accusato dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
- Portogallo: minacce alla libertà di stampa, dopo la scoperta di due giornalisti spiati da pubblici ministeri.
- Etiopia: esercito uccide nel Tigray ex ministro degli Esteri.
- Mali: uccisi tre caschi blu.
- Quattro parlamentari tunisini in sciopero della fame per protestare contro la violenza in parlamento durante una sessione su questioni femminili.
- Indonesia: funerale della prima vittima identificata del disastro aereo di sabato.
- Confermata la lunga pena detentiva all’ex presidente della Corea del Sud.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Oman
Dhi Yazan, figlio maggiore del sultano Haytham dell’Oman, è stato nelle ultime ore nominato principe ereditario in forza di una nuova legge dello Stato che prevede il trasferimento del potere dal sultano al figlio maggiore. Si tratta di una decisione senza precedenti nella storia del paese arabo del Golfo e che allinea l’Oman sui meccanismi di successione al potere già presenti nei vicini Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il sultano Haytham aveva nei giorni scorsi annunciato, con un decreto, la storica decisione con l’obiettivo di assicurare un sistema di trasmissione del potere più “stabile”.
L’attuale sultano era succeduto al cugino Qabus, morto nel gennaio 2020 dopo mezzo secolo di potere. Proprio il fatto che l’anziano sultano, senza un figlio o un fratello, non avesse un successore designato aveva suscitato apprensioni sulla tenuta del sistema politico di un paese posto all’incrocio tra gli interessi energetici globali, tra Oceano Indiano e Golfo.
Arabia Saudita
Il principe dell’Arabia Saudita, 85 anni, Khalid bin Abdullah Al Saud è deceduto, ha dichiarato mercoledì la Corte reale del Regno. Il funerale si terrà oggi. Il principe Khalid era ben noto come proprietario e allevatore di cavalli, avendo fondato Juddmonte Farms nel 1980.
Siria
Aerei da guerra israeliani hanno effettuato una raffica di attacchi notturni nella Siria orientale, uccidendo almeno 57 persone, tra cui soldati siriani e membri della milizia sciita, in quello che l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha descritto come l’attacco più letale dal giugno 2018. 18 attacchi sono stati effettuati lungo il confine tra Siria e Iraq. Israele si è rifiutato di commentare gli attacchi, pratica consueta, che sono avvenuti dopo un incontro segreto con il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Israele ha intensificato i raid contro obiettivi in Siria, e questa è stata la quarta serie di bombardamenti nelle ultime due settimane. Gli attacchi sembrano tentare di provocare una risposta dall’Iran, mentre l’Iran cerca di aspettare che Trump lasci l’incarico. Funzionari statunitensi hanno ammesso il coinvolgimento dicendo che Mike Pompeo ha fornito l’intelligence al Mossad, lasciando intendere che riguardasse armi iraniane. Non è chiaro perché così tanti soldati siano stati uccisi se i magazzini erano l’obiettivo.
Israele e Palestina
Più di 500 case per coloni ebrei sono state approvate per la costruzione a Gerusalemme Est ieri, pochi giorni dopo che il primo ministro israeliano ha ordinato la costruzione di 800 nuove case di coloni in Cisgiordania. L’emittente statale israeliana Kan ha detto che 400 unità sono state approvate nel quartiere di Gilo e 130 a Ramat Shlomo.
Ramat Shlomo è lo stesso posto in cui i piani di espansione degli insediamenti erano stati anunciati durante una visita dell’allora vicepresidente americano Joe Biden facendo arrabbiare Washington. Nel marzo 2010 Israele aveva annunciato l’intenzione di costruire 1.600 case nel quartiere, che confina con i quartieri palestinesi di Shuafat e Beit Hanina. L’annuncio arrivò mentre Biden era in visita in Israele, provocando una feroce opposizione degli Stati Uniti e inasprendo i legami tra i due paesi per mesi.
Tunisia
«Non possiamo affidare gli interessi dei tunisini a questa assemblea, piena di contrabbandieri ed evasori fiscali», ha detto la deputata Samia Abbou. Quattro parlamentari tunisini hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro una rissa in parlamento che ha lasciato Abbou incosciente.
Samia Abbou, coinvolta nelle violenze del 7 dicembre, ha iniziato il suo sciopero lunedì seguita il giorno successivo dai colleghi del blocco democratico Amal Saidi, Mounira Ayari e Zied Ghanney. La violenta rissa tra i rappresentanti dei partiti politici rivali è scoppiata il 7 dicembre durante una sessione all’interno del comitato delle donne che supervisiona le questioni relative alle lavoratrici. Le scene violente hanno suscitato indignazione pubblica e hanno portato a una campagna online che invitava il presidente Kais Saied a sciogliere il parlamento. Lunedì Abbou ha descritto la rissa come «uno shock per le donne tunisine» e una vergogna. Si ritiene che precedenti commenti fatti dal parlamentare della coalizione di al-Karama, Mohamed Afess, riferendosi ai diritti delle donne come dissolutezza e suggerendo che le madri single siano prostitute o siano state violentate, abbiano provocato l’incidente.
Etiopia
Più di 100 persone sono state uccise in nuovi attacchi etnici nella zona di Metekel, nella regione dei Benisciangul e dei Gumus, a ovest del paese del Corno d’Africa, riferisce Esat Tv, canale satellitare dell’opposizione citato dalla Bbc, specificando che gli attacchi sono avvenuti nelle giornate di lunedì e martedì. Il mese scorso oltre 200 persone sono state uccise in un attacco etnico nella stessa regione poche ore dopo la visita del primo ministro, Abiy Ahmed, arrivato per valutare la situazione della sicurezza. In una successiva operazione militare sono stati poi uccisi 42 aggressori e le autorità hanno posto diversi distretti della regione sotto il controllo dell’esercito.
L’Etiopia ha dichiarato ieri che i suoi militari hanno ucciso tre membri dell’ex partito al governo della regione del Tigray, tra cui l’ex ministro degli Esteri etiope Seyoum Mesfin. I tre funzionari del Tigray People’s Liberation Front (TPLF) sono stati uccisi e altri cinque membri del partito sono stati catturati dopo essersi rifiutati di arrendersi ai militari, ha detto su Twitter la task force del governo per la crisi nel Tigray. Il 28 novembre dello scorso anno il governo del primo ministro Abiy Ahmed ha dichiarato la vittoria nel conflitto con il TPLF, dopo quasi un mese di combattimenti. I leader latitanti del TPLF avevano promesso di continuare a combattere dalle montagne della regione nel nord dell’Etiopia, ma la Reuters non è stata in grado di contattarli per settimane.
Mali
Tre peacekeeper delle Nazioni Unite sono stati uccisi e sei feriti nel centro del Mali ieri, dopo che un convoglio è stato colpito da un ordigno esplosivo ed è finito sotto il fuoco nemico. Non è chiaro chi abbia effettuato l’attacco a circa 20 chilometri a nord della città di Bambara-Maoudé, nella regione di Timbuktu. Gruppi jihadisti legati ad al-Qaida e all’autoproclamato Stato islamico operano nella regione e hanno reso ingovernabile gran parte del paese dell’Africa occidentale. Le vittime provenivano dalla Costa d’Avorio, ha detto in una nota il ministero della Difesa del paese.
Coronavirus
Russia: la vaccinazione di massa comincia il 18 gennaio. L’Indonesia decide di vaccinare prima i giovani perché tra di loro ci sono più contagi, sperando che così si arrivi prima all’immunità di gregge. In Cina un decesso da Covid-19 per la prima volta in 8 mesi, mentre arriva un team dell’Oms per investigare sull’origine della pandemia. Da domani lockdown in Portogallo: tutto chiuso tranne le scuole. L’Austria chiude 45 valichi con la Slovacchia e la Repubblica Ceca. L’Unione Africana si assicura 270 milioni di dosi del vaccino. In ospedale, il ministro della Salute libanese che ha contratto il virus.
Malta
Il governo di Malta ha detto ieri di aver rifiutato la richiesta di grazia per uno degli uomini accusati dell’omicidio con autobomba del 2017 della giornalista Daphne Caruana Galizia. Vincent Muscat è stato arrestato nel dicembre 2017 insieme ai fratelli Alfred e George Degiorgio, e accusato di aver piazzato e fatto esplodere la bomba che ha ucciso l’attivista anti-corruzione. I tre sono ancora in attesa di giudizio. Muscat ha chiesto la grazia, in diverse occasioni, in cambio del fatto che ha fornito prove nel caso e in altri gravi crimini. Il governo ha annunciato la sua decisione ieri, affermando di aver respinto la richiesta su consiglio del procuratore generale e del commissario di polizia.
Verso la fine del 2019 il governo ha concesso la grazia all’intermediario reo confesso nel complotto dell’omicidio, Melvin Theuma. Il pianificatore dell’omicidio, l’uomo d’affari Yorgen Fenech, venne arrestato poco dopo ed è anche lui in attesa di processo. Fenech nega ogni accusa. Nell’aprile 2018 Muscat ha fornito alla polizia un resoconto di come era stato pianificato l’omicidio di Caruana Galizia. Sua moglie Pauline successivamente ha detto a Reuters di essere turbata dal fatto che in cambio non avesse ricevuto la grazia.
Portogallo
Gruppi che rappresentano giornalisti e avvocati in Portogallo hanno denunciato ieri una minaccia alla libertà di stampa, dopo che i pubblici ministeri hanno ammesso di aver spiato due giornalisti per cercare di scovare le loro fonti in un caso contro la squadra di calcio del Benfica. L’ufficio del pubblico ministero ha riconosciuto di aver chiesto alla polizia di spiare i giornalisti nel 2018, dopo che i giornalisti hanno pubblicato dettagli riservati su un’indagine sulla più grande squadra di calcio del Portogallo. I due giornalisti avevano entrambi pubblicato dettagli di un’indagine su quello che divenne noto come lo scandalo della “talpa elettronica”, in cui i pubblici ministeri accusavano il Benfica di accedere illegalmente a documenti giudiziari per ottenere informazioni su altre indagini che coinvolgevano il club.
Russia
L’oppositore russo Aleksey Navalny ha annunciato che intende tornare a Mosca domenica, nonostante i potenziali rischi legali che potrebbero vederlo in arresto. «Il 17 gennaio torno a casa con il volo della compagnia Pobeda, venite a prendermi», ha scritto Navalny, al momento in Germania, dove è stato curato per un avvelenamento con una neurotossina. «Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che ha ordinato il mio omicidio, sta dicendo ai suoi servitori di fare tutto il possibile affinché non ritorni», ha scritto Navalny su Instagram.
Ieri Navalny ha annunciato che il servizio penitenziario russo ha chiesto a un tribunale di incarcerarlo per aver violato i termini della sospensione condizionale della pena, concessagli per una condanna a tre anni e mezzo, della fine del 2014. A fine dicembre un altro guaio giudiziario si è abbattuto su Navalny: l’oppositore è stato accusato dagli investigatori russi di aver speso per fini personali circa 3,9 milioni di euro raccolti dalle sue organizzazioni non-profit, compresa la Fondazione Anticorruzione che tante volte ha messo in imbarazzo Putin e i suoi più stretti alleati. Secondo i dissidenti vicini a Navalny si tratta di accuse di matrice politica volte a impedire il ritorno in Russia dell’oppositore.
Stati Uniti
L’uomo che indossava la felpa con la scritta “Camp Auschwitz” durante l’assalto al Congresso è stato arrestato a Newport, in Virginia. Robert Keith Packer era stato immortalato in diverse foto e la felpa nera aveva suscitato sdegno e condanne. È stato identificato da alcuni media grazie agli account social di persone che lo conoscevano.
Intanto anche Snapchat ha bandito Trump in modo permanente dal 20 gennaio prossimo. Il presidente ha registrato un video di cinque minuti nel quale ha condannato la violenza ed esortato gli americani a superare gli impeti del momento, senza citare mai la mozione di impeachment, approvata dalla Camera in un solo giorno con il voto anche dei repubblicani, per incitamento all’assalto del Congresso. Trump è il primo presidente della storia a finire sotto accusa per due volte durante il suo mandato. L’amministratore delegato di Twitter, Jack Dorsey ha difeso il bando comminato a Donald Trump dai social, ma mette in guardia sulla pericolosità di questo precedente.
La città di New York metterà fine a tutti i contratti con la Trump Organization, ha annunciato il sindaco della Grande Mela. Bill de Blasio, in un’intervista a Msnbc nella quale ha spiegato di attendersi dei ricorsi legali. La Trump Organization ha contratti con la città per 17 milioni di dollari, inclusi quelli relativi a due piste di pattinaggio sul ghiaccio.
Ieri vi avevamo parlato di una sospensione dell’esecuzione per consentire una perizia psichiatrica, ma in seguito Lisa Montgomery è stata uccisa con iniezione letale in un’esecuzione federale: è la prima donna a essere messa a morte dal 1953.
Cuba
Il regista, scrittore e giornalista Enrique Pineda Barnet è morto a L’Avana: aveva 87 anni. Tra i suoi film più conosciuti The Beauty of the Alhambra, The Annunciation, e Time to Love.
#cuba el cine pierde uno de sus principales referentes de dirección: enrique pineda barnet pic.twitter.com/DFNN1cFIiM
— g. rodríguez (@gil0848) January 13, 2021
Venezuela
Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, è tornato a pronunciare il suo messaggio annuale alla Nazione davanti all’Assemblea nazionale (An) dopo un’assenza di cinque anni, durante i quali l’assemblea è stata controllata dall’opposizione. In un discorso di quattro ore nell’Aula ora controllata da una coalizione filogovernativa, Maduro ha proposto di avviare una «controffensiva nazionale produttiva inclusiva» per rilanciare il Paese dopo «la brutale guerra economica» che per un quinquennio ha promosso “l’ultradestra” guidata dagli Stati Uniti e dalle loro Nazioni satellite. Il capo dello Stato ha detto che nel 2021 si dovrà «mostrare coesione, unione, con l’obiettivo di rilanciare l’economia, il salario, il reddito delle famiglie e il benessere sociale». Maduro, tra l’altro, ha proposto l’avvio di «una grande operazione nazionale» per recuperare i beni «sequestrati all’estero, come l’oro nella Banca d’Inghilterra (per un valore di un miliardo di dollari), gli oltre 30.000 milioni di dollari in conti bancari bloccati, (la filiale di Pdvsa negli Usa) Citgo, e molte altre cose che appartengono al Venezuela».
Indonesia
Si è tenuto oggi il primo funerale di una delle vittime del volo aereo precipitato sabato, mentre un team di 270 subacquei hanno ricominciato la ricerca della seconda scatola nera interrotta a causa del maltempo. Okky Bisma, 29 anni, è stata la prima vittima confermata del disastro dopo che le impronte digitali della sua mano sono state abbinate a quelle presenti in un database di identità del governo. Le tradizioni funebri in Indonesia, la più grande nazione a maggioranza musulmana del mondo, richiedono una rapida sepoltura dei morti. Ma il processo di identificazione potrebbe richiedere settimane o più, prolungando l’agonia delle famiglie sconvolte. Sono state identificate almeno altre cinque vittime, mentre gli esaminatori forensi selezionano i resti umani maciullati recuperati dal fondo del mare, disseminato di relitti, nella speranza di abbinare il DNA con i parenti.
C’erano 62 persone, tra membri dell’equipaggio e passeggeri, inclusi 10 bambini, a bordo dello Sriwijaya Air Boeing 737-500 che è precipitato per circa 3.000 metri in meno di un minuto prima di inabissarsi nel Mar di Giava, subito dopo il decollo da Jakarta. Finora le autorità non sono state in grado di spiegare perché l’aereo, che aveva 26 anni, si sia schiantato solo quattro minuti dopo il decollo, diretto alla città di Pontianak, sull’isola del Borneo, a 90 minuti di volo. Aveva piloti esperti e le prove preliminari hanno dimostrato che l’equipaggio non ha dichiarato un’emergenza o segnalato problemi tecnici. Maltempo, errore del pilota, scarsa manutenzione e guasto meccanico sono tra i possibili fattori, hanno detto gli analisti dell’aviazione.
Corea del Sud
Oggi la Corte Suprema della Corea del Sud ha confermato la pena detentiva di 20 anni all’ex presidente Park Geun-hye per corruzione e altri crimini. È la sentenza finale nello storico caso di corruzione che ha visto la prima leader donna del paese messa sotto accusa nel 2017, e conclude un lungo processo legale. In totale potrebbe scontare fino a 22 anni, a seguito di una condanna separata per ingerenza illegale nelle candidature del suo partito prima delle elezioni parlamentari del 2016. Giovedì il tribunale ha anche confermato multe e incameramenti per un totale di 21,5 miliardi di won (16 milioni di euro). Park non era presente in tribunale, oggi. Ha boicottato i procedimenti giudiziari dall’ottobre 2017, sostenendo prevenzione nei suoi confronti. È stata condannata per collusione con la sua confidente di lunga data, Choi Soon-sil, per aver ricevuto milioni di dollari in tangenti ed estorsioni da alcuni dei più grandi gruppi aziendali del paese, tra cui la Samsung, mentre era in carica dal 2013 al 2016. È stata anche incriminata con l’accusa di aver prelevato illegalmente fondi mensili dai suoi capi dell’intelligence che sono stati dirottati dal budget dell’agenzia. Da ora, a conclusione del suo procedimento, Park ha diritto a chiedere la grazia presidenziale.
Cina
«La Cina è nel pieno del suo periodo più buio sul fronte dei diritti umani dal massacro di Tienanmen del 1989»: lo ha denunciato Human Rights Watch nel World Report 2021, citando l’incremento della repressione delle minoranze etniche nello Xinjiang, Mongolia e Tibet, quella politica a Hong Kong e il tentativo di insabbiare l’insorgenza della pandemia da Covid-19. «L’intensificazione della repressione a Hong Kong e nello Xinjiang è emblematica del peggioramento della situazione dei diritti umani sotto il presidente Xi Jinping», denuncia l’organizzazione per la difesa dei diritti umani.
Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato il divieto di importare tutti i prodotti a base di pomodoro e cotone provenienti dalla zona autonoma uigura dello Xinjiang, nell’area occidentale della Cina. Il governo degli Stati Uniti ha accusato la Cina di utilizzare pratiche di lavoro forzato con i musulmani uiguri dello Xinjiang, nelle industrie del cotone e del pomodoro, accusa che Pechino respinge. I funzionari del CBP stimano che nell’ultimo anno siano stati importati negli Stati Uniti almeno 9 miliardi di dollari di prodotti in cotone dello Xinjiang e 10 milioni di dollari in prodotti a base di pomodoro.
Il divieto delle importazioni è una delle politiche più radicali e aggressive verso la Cina che l’amministrazione Trump sta attuando al termine del proprio mandato. Queste politiche aggressive sono viste come un modo per mettere in difficoltà l’amministrazione Biden in arrivo per quanto riguarda Pechino, rendendo più difficile per il nuovo Presidente allentare le tensioni USA-Cina. Invertire le politiche di Trump farebbe sembrare Biden morbido con la Cina, qualcosa di cui molti repubblicani già lo hanno accusato.
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