22 febbraio 2022 – Notiziario in genere
Scritto da Alice Corte in data Febbraio 22, 2022
Niger: 450 donne, a 100km dalla capitale Niamey, lottano per un’agricoltura sostenibile in un territorio afflitto dal cambiamento climatico. Giordania: le donne vengono incluse in un articolo della Costituzione, ma il cambiamento non sarebbe realmente utile. Egitto: la scrittrice e giornalista Rasha Azab a processo per aver sostenuto le accuse di stupro mosse da sette donne al regista Islam Azzazi. Tecnologia: in tutto il mondo le donne si organizzano per denunciare i luoghi in cui è più facile essere molestate. Moda: Sofia Jirau è la prima modella di Victoria’s Secret a essere affetta dalla sindrome di Down. Fiandre: donne e uomini del ciclismo otterranno gli stessi compensi per il Tour del 2022.
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Niger
Sono circa 450 le donne che a Ouallam, a 100 km dalla capitale del Niger, cercano di recuperare un terreno desertico in ottica sostenibile. Alcune sono locali o che si sono dovute spostare dai propri territori per conflitti e insicurezza, mentre altre sono rifugiate del vicino Mali. Una piccola speranza in un paese dove gli sfollati sono circa 264.000, mentre ci sono 250.000 rifugiate e rifugiati provenienti da Mali e Nigeria. Ad aggravare la situazione, nel Sahel la temperatura è salita di un grado e mezzo. A Ouallam, grazie a un progetto voluto dall’UNHCR, le donne stanno imparando a preservare le risorse idriche, riuscendo così a portare avanti le coltivazioni. Nella stessa area, donne e uomini (locali, sfollati e rifugiati) stanno anche portando avanti progetti di edilizia, pure questi a basso impatto ambientale.
Giordania
Le donne giordane sono state incluse nel secondo articolo della Costituzione, che ora si riferisce esplicitamente a diritti e doveri di uomini e donne giordane. Tuttavia, secondo la maggior parte delle attiviste, questo cambiamento sarebbe inutile non andando a toccare nel profondo i bisogni delle donne stesse e non includendo, per esempio, il sesso tra le discriminazioni menzionate nell’articolo 6 (razza, linguaggio e religione). Per alcune attiviste il cambiamento costituzionale sarebbe stato adottato per distogliere l’attenzione dai reali problemi delle donne, che oggi affrontano anche la paura maschile a fronte di scarsità di impieghi e povertà. Al tempo stesso il fronte islamico teme che questo cambiamento possa andare a impattare sulla famiglia “tradizionale”, nonché sulla società. Infine, è bene ricordare che in Giordania è ancora la sharia a essere utilizzata nei tribunali non adottando un uguale trattamento per uomini e donne, e spesso il movimento delle donne giordano è bollato come occidentalista.
Issue of women's rights in Jordan=one big mess
Archaic definitions of Islamic law, divisive NGOs, fear-mongering against specific demographic, cosmetic changes to constitution, nationality law bans women passing citizenship to kids if father is foreigner https://t.co/aI54Y4tAMi
— لينة (@LinahAlsaafin) February 19, 2022
Egitto
Durante il Festival del cinema de Il Cairo, che si è tenuto dal 26 novembre al 5 dicembre 2021, sul blog “Daftar Hekayat” che si occupa di denunciare anonimamente stupratori e molestatori sette donne hanno raccontato di essere state molestate e stuprate dal regista egiziano Islam Azzazi. Nonostante la campagna mediatica sia andata così bene da escludere il regista dal festival, lo stesso ha poi sporto denuncia contro le persone che avevano supportato le testimonianze, e il 26 febbraio prossimo sarà la scrittrice e giornalista Rasha Azab ad andare a processo con l’accusa di diffamazione e calunnia. La procura non ha invece investigato sulle testimonianze di stupri e violenze sessuali di Azzazi.
1.#Solidarietà_con_Rasha_Azab
Vi comunico che andrò a processo da sola, il 26 febbraio, con l'accusa di diffamazione e calunnia nei confronti del regista Islam Azzazi, su cui sono state pubblicate 7 testimonianze di stupri e violenze sessuali. https://t.co/6u6zWfuuGz— lolla (@StopViolence2) February 20, 2022
Tecnologia
«Le strade libere le fanno le donne che le attraversano», dice uno slogan femminista. Preso in parola da alcune attiviste digitali che in tutto il mondo stanno mettendo a punto, utilizzando e diffondendo, strumenti per segnalare quali siano i luoghi meno sicuri da attraversare, per renderli noti ad altre donne. Una delle mappature della molestia è in via di sviluppo in Scozia tramite l’associazione Wise Women, ma è del 2010 l’idea di HarrassMapp in Egitto, che purtroppo non può più essere compilata in forma anonima per via delle nuove leggi sull’uso di internet. Analogo esperimento, nato in seguito all’uccisione e allo stupro di gruppo di una studentessa su un autobus a Dehli, è la mappa Safecity; infine possiamo menzionare NINA, estensione per varie app che permette di integrarle con le segnalazioni di abusi, che viene dal Brasile. Insomma, una serie di progetti veramente interessanti per rendere le città più sicure, dal basso.
Moda
«Che mi vedano tutti!», ha dichiarato alla BBC Sofia Jirau, modella ventiquattrenne, prima donna con la sindrome di Down a posare per il famoso brand di intimo Victoria’s Secret. La ragazza spera così di poter mostrare come si possa in ogni caso cercare di perseguire i propri sogni. La nuova campagna pubblicitaria del marchio nasce dopo che il movimento #MeToo ne ha allontanato parte della clientela, che vedeva il brand troppo stereotipato.
Fiandre
Il tour di ciclismo delle Fiandre vedrà distribuiti 50.000 euro ai vincitori della gara maschile e di quella femminile, in una iniziativa che segue la campagna “Closing the Gap”, iniziata due anni fa, volta a rendere paritarie le posizioni di donne e uomini nel ciclismo.
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