26 novembre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Novembre 26, 2020

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  • L’Iran rigetta l’interferenza svedese nell’imminente esecuzione di uno scienziato, mentre libera in uno scambio di prigionieri l’accademica Moore Gilbert (copertina).
  • Corea del Sud: capo di una rete di ricatti sessuali condannato a 40 anni di prigione.
  • Migliaia di ragazzi sfidano la legge sulla Lesa Maestà e scendono in piazza in Thailandia contro i soldi del re.
  • Egitto: in un ospedale tutti i medici di un reparto positivi al coronavirus.
  • Avvocata turca che lotta contro i femminicidi, tra le 100 donne più influenti per la BBC.
  • La Corte Costituzionale ungherese revisionerà la legge anti-transgender.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Arabia Saudita

L’Arabia Saudita ha trasferito il processo contro l’eminente attivista per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul in un tribunale per crimini legati al terrorismo, secondo la sua famiglia. Al-Hathloul, un’importante attivista per i diritti delle donne, è stata arrestata insieme a circa una dozzina di altre attiviste nel maggio 2018, poche settimane prima che l’Arabia Saudita revocasse un divieto decennale sulle donne che guidano. Ha fatto uno sciopero della fame in ottobre di diverse settimane per protestare contro le sue condizioni carcerarie. L’attivista incarcerata, che è apparsa in tribunale ieri, «sembrava debole» e «il suo corpo tremava in modo incontrollabile e la sua voce era debole e tremante», ha detto sua sorella, Lina al-Hathloul, in un post su Twitter.

La sessione di mercoledì ha portato il suo caso a essere trasferito per “mancanza di giurisdizione” dal tribunale penale, che si occupa del caso da marzo 2019. «È incomprensibile che dopo così tanto tempo solo ora si rendano conto che il tribunale non è competente. Loujain non ha ancora alcuna prova dell’accusa. Sono quasi tre anni che è rimasta in custodia cautelare e dovrebbe essere rilasciata», ha detto Lina al-Hathloul. «Oggi il mondo sta a guardare. Se l’Arabia Saudita vuole abbinare la retorica del progresso alle azioni, dovrebbe #FreeLoujain immediatamente e incondizionatamente», ha postato Amnesty International su Twitter.

Iran

L’Iran ha messo in guardia la Svezia da “ogni interferenza” dopo che il la stessa ha invitato Teheran a non giustiziare l’accademico iraniano-svedese Ahmadreza Djalali, a cui è stata inflitta la pena di morte per spionaggio. «Il potere giudiziario della repubblica islamica è indipendente: ogni interferenza nell’emissione o nell’esecuzione di decisioni giudiziarie è respinta in quanto inaccettabile», ha detto il portavoce del ministero degli esteri iraniano Saeed Khatibzadeh in una dichiarazione citata da AFP. La dichiarazione è arrivata dopo che la ministra degli Esteri svedese Anne Linde martedì ha rivelato di essere stata in contatto con il suo omologo iraniano Mohammad Javad Zarif, sulla scia delle notizie secondo cui Teheran si stava preparando a eseguire l’esecuzione di Djalali. «La Svezia si schiera contro la pena di morte e sta lavorando per non far eseguire la sentenza contro Djalali», ha scritto Linde. Khatibzadeh ha affermato che le informazioni utilizzate dalle autorità svedesi sulle circostanze di Djalali «erano incomplete e false». Djalali, medico e docente presso il Karolinska Institute con sede a Stoccolma, arrestato in Iran nell’aprile 2016 e successivamente condannato a morte per spionaggio, ha negato le accuse. Nel 2017, la televisione di stato iraniana ha trasmesso quelle che descriveva come le confessioni di Djalali, dicendo che aveva fornito informazioni a Israele per aiutarlo a eliminare diversi scienziati nucleari di alto livello. L’Iran afferma che Djalali è collegato all’eliminazione di quattro scienziati iraniani tra il 2010 e il 2012 che Teheran ha detto essere un tentativo israeliano di sabotare il suo programma di energia nucleare. Djalali ha affermato di essere stato punito per aver rifiutato di spiare per conto dell’Iran mentre lavorava in Europa.

Restiamo in Iran, dove è avvenuto lo scambio di Kylie-Moore Gilbert, accademica britannico-australiana detenuta, con tre iraniani, di cui non si conosce il nome, detenuti all’estero. Il filmato diffuso mercoledì dall’emittente statale IRIB mostra Moore-Gilbert, in prigione da due anni, che sale su un furgone. Studiosa del Medio Oriente formatasi a Cambridge, Moore-Gilbert è stata arrestata nel settembre 2018 nella capitale iraniana, Teheran, e condannata a 10 anni per spionaggio. Il mese scorso era stata trasferita dalla prigione femminile di Qarchak alla prigione di Evin a Teheran, dove si ritiene che le condizioni siano leggermente migliori. Il tutto è avvenuto dopo che due alti funzionari della magistratura hanno visitato Qarchak e, secondo quanto riferito, hanno passato ore a parlare con i prigionieri delle loro condizioni. La prigione femminile, situata fuori Teheran, è stata inserita nella lista nera delle sanzioni per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il primo ministro australiano Scott Morrison si è detto “entusiasta e sollevato” per il rilascio della 33enne Moore-Gilbert, aggiungendo che aveva parlato con lei prima del suo ritorno. «Ho sempre creduto nei miracoli e sono solo grato per questo», ha affermato giovedì ai media australiani.

Turchia

La dottoressa Gülsüm Kav, co-fondatrice e rappresentante della piattaforma turca We Will Stop Femicide (KCDP), è stata nominata tra le 100 donne ispiratrici e influenti dalla BBC per il 2020. Kav è l’unica donna turca inclusa nella lista ed è accompagnata da personaggi del calibro del primo ministro finlandese Sanna Marin, il sindaco di Bogotá Claudia López, la ricercatrice sul vaccino contro il coronavirus Sarah Gilbert e molti altri attivisti, scienziati, artisti e leader di comunità. «Le donne oggi fanno resistenza cercando l’uguaglianza e la libertà», ha detto Kav alla BBC. «La pandemia, che ha fatto luce sulle disuguaglianze che le donne sperimentano, mostra che non c’è altro modo che spingere per il cambiamento». Essere riconosciuta per il suo lavoro è stato imbarazzante, ha detto Kav al quotidiano turco Sözcü in un’intervista, perché è stata “ricompensata” per quello che ritiene un dovere. «Tutte le donne con cui combatto, le famiglie, tutte le persone che stanno con noi, fanno ciò che deve essere fatto per fermare i femminicidi che si verificano in Turchia quasi ogni giorno», ha detto Kav. «Vorrei che avessimo ricevuto un premio per aver superato la lotta contro la violenza, per aver guardato a ciò che verrà».

Egitto

Secondo l’ex ministro della salute egiziano, c’è stata un’epidemia di coronavirus presso l’unità toracica dell’ospedale Ain Shams. In una dichiarazione Mohammed Awad Taj Al-Din ha affermato che tutti i medici dell’unità toracica erano stati infettati dal coronavirus. Secondo Egypt Watch, il numero di medici che sono finora morti di coronavirus è salito a 205. Il dottor Mohamed Wahba, consulente del capo del dipartimento di medicina fisica e reumatologia del Farskor Hospital, è stato l’ultimo medico a morire per il virus all’inizio di questa settimana. Dall’inizio della pandemia, i medici egiziani hanno dovuto affrontare carenza di personale, difficoltà nell’ottenere forniture mediche, mancanza di DPI e stanno navigando in un sistema sanitario mal finanziato e fatiscente. I medici che hanno parlato della crisi  sono stati arrestati. A marzo, la dottoressa Aala Shaaban Hamida è stata denunciata alla sicurezza nazionale dal suo capo che si lamentava di causare paura e panico dopo che un’infermiera del suo dipartimento aveva usato il suo telefono per denunciare un caso covid al ministero della Salute. Altri sono stati incarcerati per aver parlato della mancanza di equipaggiamento protettivo, comprese le maschere per i medici, dopo che molti si sono lamentati di doverlo comprare con il proprio stipendio.

Etiopia

Tre inviati africani sono andati in Etiopia ieri per sollecitare la pace, a poche ore dalla scadenza di un ultimatum alla resa per le forze del Tigray. Domenica il governo del primo ministro Abiy Ahmed ha fissato un ultimatum di 72 ore al Fronte di liberazione popolare del Tigray (TPLF) per deporre le armi o affrontare un assalto a Mekelle (mezzo milione di residenti). Tre inviati dell’Unione Africana (UA) − gli ex presidenti Joaquim Chissano del Mozambico, Ellen Johnson Sirleaf della Liberia e Kgalema Motlanthe del Sudafrica − erano attesi mercoledì nella capitale dell’Etiopia, hanno rivelato fonti diplomatiche. Si ritiene che migliaia di persone siano già morte e da quando è iniziata la guerra, il 4 novembre, c’è stata una distruzione diffusa a causa dei bombardamenti aerei e dei combattimenti a terra. Circa 42.000 rifugiati sono fuggiti oltre il confine con il Sudan.

Coronavirus

Germania in semilockdown fino al 20 dicembre. Austria: screening di massa dal 4 dicembre. Sudan: l’ex premier Mahdi, 84 anni, muore di coronavirus negli Emirati. È stato l’ultimo premier eletto democraticamente e venne rimosso nel 1989 da un colpo di Stato militare che portò al potere l’ex presidente Omar Al Bashir.

Regno Unito

Il Period Products Bill è diventato legge in Scozia, primo provvedimento normativo al mondo che garantisce gratis alle donne assorbenti e tutti i prodotti di base necessari al ciclo. L’iniziativa, formalizzata a inizio 2020 dal governo locale scozzese guidato dalla leader indipendentista Nicola Sturgeon, ha ricevuto ieri il via libera finale del Parlamento di Edimburgo con voto unanime

Ungheria

Un tribunale ungherese ha richiesto la revisione costituzionale di una legge che vieta alle persone transgender di cambiare nome e sesso nei documenti ufficiali: si tratta di un potenziale colpo alla recente legislazione che limita i diritti degli ungheresi LGBTQ. Nella sua decisione della scorsa settimana, la Corte regionale di Miskolc nell’Ungheria orientale si è pronunciata a favore dei firmatari che sostenevano che la legge viola i diritti costituzionali alla dignità umana e alla vita privata, secondo una dichiarazione dalla più grande associazione per i diritti LGBTQ dell’Ungheria, Hatter Society. La Corte Costituzionale ha ora 90 giorni per pronunciarsi sulla costituzionalità della legge. La legge, parte di un disegno di legge omnibus approvata dal parlamento ungherese a maggio, stabilisce che il “sesso biologico” di una persona è definito in modo permanente dai suoi cromosomi alla nascita, rendendo impossibile per le persone transgender chiedere al governo di cambiare sesso o nome nei registri ufficiali. Gli autori della legge hanno sostenuto che il proprio sesso biologico non può essere modificato e che era quindi necessario applicare le stesse regole nei registri pubblici. I critici affermano che la legge contraddice le decisioni precedenti sia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che della Corte Costituzionale ungherese, e che aumenterebbe la discriminazione nei confronti delle persone transgender costringendole a rivelarsi come tali quando presentano documenti ufficiali.
Prima della sua approvazione, 63 membri del Parlamento Europeo hanno inviato una lettera ai funzionari ungheresi chiedendo loro di revocare il disegno di legge, e il gruppo per i diritti umani Amnesty International ha affermato che questa ha riportato l’Ungheria “ai tempi bui”. Numerosi altri individui e organizzazioni − tra cui diversi commissari delle Nazioni Unite, i commissari per i diritti umani di Francia, Paesi Bassi e Germania e una risoluzione del Parlamento Europeo − hanno condannato la legislazione.

Stati Uniti

Trump si appella ai fan per ribaltare l’esito del voto, Biden spiega che negli Stati Uniti ci sono elezioni libere e bisogna rispettare il risultato

Trump ha dichiarato di aver concesso la grazia totale al suo primo consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, che si era dichiarato colpevole di aver mentito durante le indagini sull’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016.

Argentina: ultimo saluto a Maradona nella Casa Rosada, la sede della presidenza argentina

India: il ciclone Nivar colpisce il sud del Paese. Migliaia di persone in stato di emergenza nel Tamil Nadu, Andhra Predesh e Puducherry, elettricità sospesa in diverse città.

Thailandia

Migliaia di manifestanti, principalmente giovani thailandesi che chiedono riforme democratiche, si sono riuniti fuori dalla sede della Siam Commercial Bank a Bangkok, nonostante la minaccia da parte del governo, sostenuto dai militari, di incriminare i leader del raduno ai sensi della legge sulla Lesa Maestà. La sezione 112 del codice penale rende l’insulto al re e ai suoi parenti stretti reato punibile fino a 15 anni di carcere. Circa 15.000 manifestanti si sono uniti alla protesta diretta contro la monarchia e in particolare contro l’attuale re Maha Vajiralongkorn, che nel 2018 ha trasferito nelle sue mani gli enormi beni precedentemente detenuti e gestiti dal Crown Property Bureau. Gli asset, stimati per un valore di 40 miliardi di dollari, includono una partecipazione del 23,4% nella Siam Commercial Bank (SCB) per un valore di circa 2,3 miliardi di dollari al prezzo attuale delle azioni.

Corea del Sud

Un tribunale sudcoreano ha condannato, oggi, a 40 anni di carcere il leader di una rete di ricatti sessuali online, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap. Cho Ju-bin, 24 anni, è stato giudicato colpevole di gestire una rete online che ha ricattato almeno 74 donne, tra cui 16 adolescenti, in quella che le autorità hanno chiamato “schiavitù virtuale”, costringendole a inviare immagini sessuali sempre più degradanti e talvolta violente di sé stesse, tra maggio 2019 e febbraio 2020. «L’imputato, in custodia da marzo, aveva attirato e minacciato più vittime in vari modi per produrre materiale pornografico e l’aveva distribuito», ha riferito Yonhap. «In particolare, ha inflitto danni irreparabili a molte vittime pubblicando le loro identità». Il caso ha scatenato una protesta nazionale, con milioni di coreani che hanno firmato petizioni che esortavano le autorità a diffondere l’identità di Cho e indagare non solo sugli organizzatori, ma anche sui partecipanti alla rete che hanno pagato fino a 1,5 milioni di won ($ 1,360) per vedere i video e le immagini violente. La polizia ha riferito che almeno 124 sospetti e 18 operatori di chat room su Telegram e altri social media, incluso Cho, sono stati arrestati a seguito di indagini su crimini sessuali simili dalla fine dell’anno scorso.

Cina: il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni al presidente eletto Biden, mentre persistono le tensioni tra i due paesi.

Nuova Zelanda: il governo del primo ministro neozelandese Jacinda Ardern dichiarerà un’emergenza climatica, passo simbolico per aumentare la pressione in vista di un’azione per combattere il riscaldamento globale.

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