29 dicembre 2020 – Notiziario in genere

Scritto da in data Dicembre 29, 2020

Arabia Saudita: condannata a quasi sei anni l’attivista delle donne al-Hathloul. Iraq: due sorelle uccise a Baghdad dal fratello. Nigeria, grazie alla solidarietà internazionale rinnovata la casa-rifugio di Lagos per la comunità Lgbtq. Secondo l’Onu, per superare la crisi del 2020 serve un ‘New Deal globale’. Mondiali donne 2023, via libera della Fifa all’allargamento a 32 squadre.

Ascolta il podcast

Arabia Saudita

Condannata a quasi sei anni di prigione

Un tribunale specializzato in antiterrorismo ha condannato l’attivista saudita per i diritti umani Loujain al-Hathloul a 5 anni e 8 mesi di prigione. In carcere dal 2018, Loujain al-Hathloul è stata dichiarata colpevole di «diverse attività proibite dalla legge antiterrorismo»: per lei l’ufficio del procuratore di Stato in Arabia Saudita aveva chiesto la pena detentiva massima possibile, fino a 20 anni dietro le sbarre. Il tribunale ha anche sospeso due anni e 10 mesi della sentenza, a patto che al-Hathloul «non commetta altri crimini per altri tre anni». Secondo la sorella Lina, questa riduzione, insieme al tempo già passato in carcere, potrebbe portare alla liberazione della donna «nei prossimi due mesi».

https://twitter.com/LinaAlhathloul/status/1343531928679567362

Chi è Loujain al-Hathloul

31 anni, è una delle più importanti attiviste per i diritti umani dell’Arabia Saudita. È stata arrestata e detenuta più volte per aver sfidato il divieto del paese alle donne di guidare e per aver fatto una campagna per la fine del sistema di tutela maschile, che rende le donne cittadine di seconda classe. È stata arrestata due anni fa nel 2018 − insieme ad altre attiviste − per aver guidato da sola in macchina. All’epoca il divieto di guida per le donne era ancora in vigore e sarebbe stato cancellato poche settimane dopo: una riforma per cui lei stessa era stata in prima linea.

Dopo essere stata processata dal tribunale penale di Riad, il suo caso è stato trasferito a novembre alla Corte criminale speciale (Scc), che si occupa di terrorismo. Lì sono scattate accuse di aver contattato non meglio definite organizzazioni di Stati esteri “non amici” di Riad. Secondo Amnesty International il corpo segreto emette regolarmente lunghe pene detentive e condanne a morte a coloro che sfidano la monarchia assoluta del paese e ottengono confessioni sotto tortura.

L’attivista è in carcere da allora, è stata torturata con percosse e scosse elettriche, è stata tenuta in isolamento per lunghi periodi di tempo e ha subito aggressioni sessuali. Ha subito un processo senza la presenza di legali. Ma le donne, in Arabia Saudita, possono finalmente guidare da due anni. Diversi tentativi di sciopero della fame hanno anche indotto un comitato per i diritti delle donne delle Nazioni Unite a esprimere allarme per la sua salute, e del suo caso si sono occupate le maggiori ong internazionali per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch.

Iraq

Wikimedia Commons | Tramonto a Baghdad

Uccise dal fratello

Zahra e Hawra, di 19 e 21 anni, sono state uccise dal fratello con pallottole sparate al capo e al corpo nella loro casa di Città di Sadr, un quartiere povero alla periferia di Baghdad. Secondo il ministro dell’Interno era sotto l’effetto di alcol e si tratta di un “delitto d’onore”. Il giovane, che vive nella periferia della capitale irachena, è stato arrestato dalla polizia e ha confessato il duplice omicidio. Dopo aver ucciso le sorelle era scappato nel sud del paese, a Karbala, la cittadina da cui è originaria la famiglia. Anche in Iraq aumentano i casi di violenza domestica contro le donne: gli episodi, spiegano le autorità irachene, sono diventati più frequenti con l’aumento delle difficoltà socio-economiche della popolazione. Nel 2020 sono stati registrati più di 4.000 casi di violenza domestica fino questo momento, e almeno 3.000 sono casi di violenza di uomini contro donne, 465 di genitori contro i figli; 348 di violenza tra fratelli, 412 di episodi di violenza della donna contro l’uomo.

Nigeria

Rinnovata la casa-rifugio di Lagos per la comunità Lgbtq

La solidarietà non conosce barriere. E proprio nel giorno di Natale, arriva dal Circolo Pink di Verona la notizia che, «grazie alla risposta sollecita di tante e tanti», la nuova House of Allure di Lagos, struttura di supporto alle persone Lgbtq della capitale nigeriana, è realtà. A spiegarlo è lo stesso Circolo su Facebook. «Lanciata il 24 novembre per far fronte al bisogno di reperire una nuova sede, dopo aggressioni di bande e irruzioni della polizia, la raccolta fondi ha ampiamente superato nel giro di un mese la somma di tremila euro che l’associazione scaligera si era prefissa come traguardo da raggiungere. E questo, come è possibile vedere dalle foto pubblicate sulla pagina Facebook del Circolo Pink, ha permesso al gruppo nigeriano di traslocare nella nuova sede e iniziare la tinteggiatura. «Non abbiamo voluto pubblicare foto cruente − ma ne arrivavano ogni giorno − delle aggressioni che gli abitanti della House Of Allure subivano nel vecchio quartiere. Abbiamo provato a raccontarlo con le parole e lo avete capito, avete capito l’urgenza e il pericolo e avete risposto», spiegano ancora dal circolo veronese.

Coronavirus

L’appello di Guterres: potere, risorse, opportunità siano meglio condivisi

Il bilancio del 2020 ha il segno “più” alla disuguaglianza tra ricchi e poveri. A dirlo sono le Nazioni Unite, che spiegano come la pandemia di Coronavirus abbia visto crescere in tutto il mondo la disoccupazione, la fame, il numero di persone che hanno bisogno di aiuti alimentari, di bambini e bambine che non andranno più a scuola. «Non è solo una crisi sanitaria globale, ma è anche una grave crisi economica e del lavoro che ha un enorme impatto sulle persone», spiega il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, Guy Ryder. Secondo le stime dell’Onu, nel 2021 le persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria saranno 235 milioni: un aumento di quasi il 40% rispetto all’anno che sta volgendo al termine e che è quasi interamente provocato da Covid-19.

E l’impatto maggiore, come denunciato da più parti e fin dall’inizio, si fa sentire in particolare sulle donne, il cui tasso di povertà è aumentato di oltre il 9%, invertendo decenni di progressi per sradicare la povertà estrema. Per andare oltre, dice il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, occorre un ‘New deal’ a livello globale «in cui potere, risorse e opportunità siano meglio condivisi ai tavoli decisionali internazionali» e in cui «i meccanismi di governance riflettano meglio le realtà di oggi». «Povertà e disuguaglianza non sono una condanna inevitabile», spiega, «e raddrizzare gli equilibri è ancora possibile a prescindere dagli shock acuti che possono arrivare, come appunto la pandemia. Che deve diventare anzi l’occasione − questo l’auspicio − per rafforzare i sistemi di protezione sociale».

Calcio femminile

Liondartois/Wikimedia Commons | Il match tra Australia e Italia alla Women World Cup France 2019, a Valenciennes

Il Bureau vara l’allargamento delle nazionali partecipanti

Il bureau della Fifa ha deciso di allargare a 32 squadre il prossimo mondiale di calcio femminile in programma nel 2023 in Australia e Nuova Zelanda. Questo, si spiega, grazie al «grande successo dell’edizione 2019», dice la federcalcio internazionale. Si è quindi deciso «di estendere la Fifa Women’s World Cup a 32 squadre e continuare così a promuovere la crescita del calcio femminile». Nell’edizione del 2019 del torneo iridato, giocata in Francia e vinta dagli Stati Uniti, la rosa era composta da 24 squadre.

In copertina Twitter | Loujain al-Hathloul

Ti potrebbe interessare anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete supportarci andando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]