Chi prima si vac-Cina

Scritto da in data Novembre 29, 2020

Estradati di oggi si apre con una domanda: è opportuno o meno assumere un  vaccino non ancora  validato? E se non lo è, è bene prevenirlo o meno, nell’interesse collettivo oltre che di chi lo assume?

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Audio credits: Björk – Hunter

Probabilmente nessuno su questo pianeta ignora che siamo nel pieno della corsa al vaccino, o meglio: all’inizio del rush finale per disporre dell’antidoto preventivo contro il coronavirus. Allo stato attuale ci sono 118 tentativi di realizzazione in giro per il mondo, di cui 23 in stadio avanzato, la cosiddetta fase 3.
Questione di settimane, forse di giorni, e poi il primo di questi vaccini dovrebbe essere dichiarato valido, e quindi somministrato liberamente a ogni cittadino, cominciando dalle categorie ritenute più a rischio. Fino ad allora però, la somministrazione del siero resta riservata solo alle persone che si sono volontariamente prestate per i test, in presenza di determinate caratteristiche.

Vaccini non approvati

Varie fonti di stampa riportano però che alcuni dei  vaccini in lizza ma non ancora validati vengono somministrati su larga scala, ad esempio in Cina. Potremmo considerarlo un fenomeno circoscritto a quella popolazione, ultima di una serie di singolarità che – in bene e in male – hanno caratterizzato quel paese nei mesi di pandemia. Non è escluso però che gli effetti indotti interessino anche altri paesi, tra i quali il nostro. L’Agenzia delle Dogane ha di recente intercettato tentativi di acquistarli on line, una pratica sui cui rischi c’è una percezione largamente insufficiente secondo l’Agenzia Italiana del farmaco. Inoltre, da alcune settimane corre voce che famiglie cinesi residenti in Italia abbiano preso il volo verso la patria di origine, con l’intento di rimanervi alcune settimane: il tempo necessario per assumere le dosi di vaccino, per poi fare ritorno in Italia. Al di là della fondatezza o meno di queste voci, quello che a noi qui interessa è capire se il nostro sistema sanitario sta tenendo conto di questa eventualità, e delle sue eventuali ricadute.

È opportuno che un cittadino qualsiasi riceva un vaccino non approvato?

È opportuno che dopo averlo fatto si muova al pari degli altri? Una scelta di questo tipo rientra tra quelle in cui i benefici attesi sono maggiori dei rischi? Oppure è necessario contrastare queste scelte, perché non accentuino il già gravoso peso sopportato dal sistema sanitario?
Abbiamo provato a interpellare l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in passato ci aveva validamente assistito con i suoi uffici europei negli approfondimenti sulle vaccinazioni obbligatorie per bambini. Stavolta però non ha saputo risponderci, a fronte di 2 richieste ripetute nelle ultime due settimane. Tuttavia, in Italia da alcuni mesi è stato istituito un prezioso numero telefonico, il 1500, a cui porre quesiti in tema di Coronavirus.

Il 1500

Il cittadino che prova a interpellarlo in questi giorni viene accolto senza attese e in modo cordiale. Sul punto in questione però, le informazioni non sono del tutto esaurienti. Una persona che va in Cina e si vaccina con un siero non ancora approvato, può rientrare liberamente in Italia, dove risiede? E se lo fa, deve seguire precauzioni particolari? Fatte le domande ci si sente rispondere che una volta tornati sul suolo italiano va fatta la quarantena obbligatoria, a prescindere che si sia vaccinati o meno. E a questo punto nulla di specifico in più.
Ora: se la comunità scientifica non distinguesse tra vaccini approvati e non approvati non chiederebbe ai singoli stati di predisporre rigorosi sistemi di sicurezza in materia, allineati agli standard internazionali. Se invece così è, forse val la pena preparare meglio questo aspetto, ed eventualmente dare specifiche indicazioni a chi fa certe scelte. Anche perché, oltre alla potenziale ricaduta sanitaria, ce n’è un’altra di tipo sociale: come si conciliano le restrizioni da zona rossa, dove un cittadino è inibito a varcare la soglia del proprio comune, con la facoltà di andare dall’altro capo del mondo, iniettarsi un siero non autorizzato e poi tornare in Italia, come niente fosse?

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