1 dicembre 2020 – Notiziario in genere

Scritto da in data Dicembre 1, 2020

1 dicembre 2020: oggi è la Giornata Mondiale contro l’Aids. In Svezia i e le adolescenti transgender potranno scegliere se gareggiare nello sport con maschi o femmine. In Spagna una giocatrice si è rifiutata di partecipare al minuto di raccoglimento per Maradona: ora riceve minacce di morte. Germania: con il Coronavirus aumenta la violenza su donne e adolescenti. Polonia: le donne continuano a scendere in piazza per il diritto all’aborto. Appuntamento al 16 dicembre con il Premio Sacharov, quest’anno conferito all’opposizione democratica bielorussa (e alle donne che la stanno portando avanti). Nigeria: sempre più grave la situazione per le persone Lgbtq.

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Aids

Wikimedia Commons/Cop Paris | Winnie Byanyima, Executive Director di UNAIDS

I dati dell’epidemia di Hiv nel mondo

In piena pandemia di Coronavirus, il virus dell’Hiv non smette di diffondersi, anzi. Secondo il World Aids Day Report 2020 diffuso dal programma delle Nazioni Unite per l’Aids/Hiv, Unaids, alla vigilia della Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebra ogni primo dicembre, nel 2019 circa 38 milioni di persone nel mondo convivevano con l’Hiv: 36,2 milioni di adulti e 1,8 milioni di bambini e bambine fino ai 14 anni. La zona del mondo più colpita resta l’Africa orientale e meridionale, con 20,7 milioni di persone sieropositive.

Svezia

Wikimedia Commons | Il Malmö Pride del 2016

Novità inclusive per lo sport per i e le più giovani

Novità in Svezia per lo sport. A prescindere dal sesso biologico di nascita, i giovani e le giovani ginnaste del Paese potranno ora scegliere con chi allenarsi e competere fino alla categoria juniores, ovvero fra i 13 e i 18 anni. Ad annunciarlo è stata la Federazione svedese di ginnastica dopo una «profonda immersione nella questione dell’identità e dell’espressione di genere». La decisione mira in particolare ad adolescenti che si identificano come transgender e che saranno liberi e libere di gareggiare nella categoria, maschile o femminile, che scelgono. Le nuove regole, aggiunge ancora la Federazione, non verranno però applicate ad atleti e senior, continuando quindi a seguire le regole internazionali in vigore. La Federazione svedese di ginnastica è la prima federazione sportiva a rispondere all’appello della Federazione svedese per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali, che a ottobre ha pubblicato un rapporto sui transessuali nello sport, incentrato su bambini e giovani.

Spagna

Wikimedia Commons | Maradona

Maradona, la giocatrice fuori dal coro e le minacce di morte

Niente minuto di silenzio per Diego Armando Maradona. «Casomai lo avrei fatto se me lo avessero chiesto nei riguardi delle sue vittime». È così che spiega la sua decisione Paula Dapena, 24 anni, calciatrice della Viajes Interrìas, squadra femminile che milita nella III Divisione spagnola. Per questa sua decisione −racconta ancora − e questo suo gesto, ora riceve minacce di morte.

La foto è diventata virale: al momento del minuto di raccoglimento allo stadio, sul campo di calcio, per ricordare Diego Armando Maradona, morto il 25 novembre, ovvero nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Paula si è seduta sul terreno di gioco della Cidade Deportiva de Abegondo (La Coruña) con le spalle rivolte alla tribuna. Una protesta esplicita nei confronti del Pibe de Oro. La Fifa ha fatto omaggiare in tutto il mondo Diego, dedicandogli un minuto di silenzio in campo, prima dell’inizio delle partite del fine settimana. Le compagne di Paula Dapena hanno osservato il raccoglimento, prima della partita contro il Deportivo La Coruña, mentre lei ha detto no. «Le mie compagne mi guardavano e ridevano, perché sapevano che non avrei partecipato al minuto di raccoglimento», spiega Dapena secondo quanto riporta il Diario galiziano di Pontevedra. «Maradona − ha aggiunto la calciatrice − è stato un atleta di qualità e abilità spettacolari ma, prima di essere un grande calciatore, devi possedere dei valori umani. Tutte le violenze che ha consumato sulle donne non possono essere perdonate». Violenze che, va dato conto per correttezza, sono pure balzate alle cronache nel corso degli anni ma che non risultano aver portato a denunce formali.

Germania

Wikimedia Commons | L’attivista Seyran Ates

Anche a Berlino gli effetti collaterali del virus

Continua il bilancio degli effetti della pandemia sulle donne in tutto il mondo. È la volta della Germania. La violenza sulle donne ha un’origine precisa: “il potere”, dice la nota attivista per i diritti umani Seyran Ates − musulmana, avvocata e femminista − che a Berlino ha fondato una moschea liberale e conosce molto bene il problema. «Alcuni torturano i loro popoli, altri torturano le donne nella loro vita privata», ha aggiunto nel corso di un incontro digitale, promosso da Uim Germania e “Il Mitte” in collaborazione con l’Ambasciata italiana e il Comites di Berlino.

L’aumento della violenza durante la pandemia è stato avvertito anche nella capitale tedesca, dove sono stati realizzati 205 nuovi posti di ospitalità per le vittime per dare una risposta alle tante segnalazioni arrivate in questo lungo periodo di emergenza sanitaria. Oltre a Michael Bendix Kaden, responsabile della sezione “Protezione vittime violenza domestica e stalking” della polizia di Berlino, all’incontro era presente la nota avvocata Seyran Ates: nel 1984 le hanno sparato − a farlo, un nazionalista turco dei Lupi Grigi. Dal 2006 ha una scorta. Nel 2017 ha fondato una moschea inclusiva e ha ricevuto minacce di morte. «Come donna e come attivista dei diritti umani m’intristisce che non siamo più avanti nella nostra battaglia. Una delle più grandi sfide resta quella di rompere il silenzio», dice.

Polonia

Twitter | PEN International

La lotta delle donne continua

Migliaia di donne hanno marciato sabato scorso per le strade di Varsavia, sfidando le misure sanitarie contro il virus, per celebrare il 102° anniversario dell’estensione del diritto di voto alle donne in Polonia ma, soprattutto, per continuare a protestare contro la sentenza della Corte Costituzionale che impone un divieto quasi totale di abortire. «Non abbiamo ottenuto questi diritti più di un secolo fa per consentire a chi era al potere di toglierci i nostri diritti umani», spiegano le organizzatrici su Facebook. I partecipanti hanno lanciato traccianti rossi in aria e sventolato bandiere contrassegnate da un fulmine rosso, simbolo del movimento. Le imponenti e continue proteste sono cominciate il 22 ottobre scorso in seguito alla decisione della Corte Costituzionale, riformata dal partito Legge e Giustizia (PiS) al potere, di bandire l’interruzione volontaria di gravidanza anche in caso di malformazione del feto (che era la principale ragione dei già pochissimi aborti che si riuscivano a realizzare legalmente nel Paese).

Bielorussia

Twitter | Sviatlana Tsikhanouskaya

Il premio Sacharov alle donne di Minsk

Appuntamento al 16 dicembre con la cerimonia di premiazione del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2020, annuncia il Parlamento Europeo. A essere premiata quest’anno è l’opposizione democratica bielorussa. L’opposizione bielorussa è rappresentata dal Consiglio di coordinamento, un’iniziativa di donne coraggiose, nonché di importanti personalità politiche e della società civile.

Nigeria

Il rifugio Lgbtq di Lagos in pericolo

Della denuncia dà conto Gaynews.it. «Si fa sempre più grave la situazione delle persone Lgbtq nella Repubblica Federale di Nigeria, dove i rapporti tra persone dello stesso sesso sono puniti fino a 14 anni di carcere e, nei 12 Stati del Nord a maggioranza musulmana in cui vige la shari’a, con la morte per lapidazione per gli uomini musulmani coniugati o divorziati», si legge sul sito. Ora a rischiare è la House of Allure che a Lagos, sotto la copertura della prevenzione e del contrasto all’Hiv/Aids, offre supporto alle persone Lgbtq della capitale. In Italia a lanciare l’allarme è il Circolo Pink di Verona, che è entrato in contatto con un’associazione locale il cui nome non viene diffuso per ragioni di sicurezza. Il presidente, si spiega, «qualche anno fa, ha aperto le porte della sua abitazione a un gruppo di persone vulnerabili e disconosciute dalle famiglie a causa della loro diversità, in fuga perenne dalla polizia e dallo stigma sociale, dando vita alla House of Allure, un riparo, per quanto precario, e il conforto di vivere con propri simili».

A raccontare la situazione è un post su Facebook di Pink Refugees, gruppo nato tre anni fa all’interno del circolo scaligero per garantire supporto e assistenza a persone Lgbtq rifugiate o richiedenti asilo. La House of Allure, si legge, «conosce il rischio e la paura dal primo giorno, ma ultimamente sta scontrandosi con difficoltà crescenti. Ha subito irruzioni della polizia che ne ha distrutto arredamento e suppellettili, trasformando quello che era un ambiente confortevole, sia pure nel sovraffollamento, in un ricovero fatiscente. Alcuni membri sono stati aggrediti e picchiati dalle bande che si aggirano impunite per la città, e che dopo le recenti proteste per le violenze della polizia hanno trovato spazio e modo di imperversare indisturbate – un violento controsenso, che le persone gay, lesbiche e transgender nigeriane si trovino a preferire la presenza della stessa polizia che li persegue e li imprigiona. E in ultimo, è arrivato lo sfratto, con le motivazioni del sovraffollamento e del viavai». C’è bisogno allora di una nuova sede e di fondi: ecco perché la pagina lancia una raccolta fondi dedicata.

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