Stalking e Revenge Porn: due reati da codice rosso

«Con l’introduzione della nuova legge intitolata il “Codice Rosso” è stato inserito un nuovo articolo, il 612 ter, che punisce il cosiddetto “Revenge Porn”, cioè la condotta di chi indebitamente, quindi, senza il consenso della persona rappresentata, usa, cede o diffonde immagini a carattere sessualmente esplicito. Tale condotta è punita con la reclusione da uno a sei anni».

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Quando l’amore diventa un’ossessione

Una relazione che finisce. Un evento normale, che può capitare a tutti nella vita, ma che per molte donne si trasforma in un incubo. Chiamate a ogni ora del giorno e della notte, messaggi minatori e pedinamenti.
Lo “stalking” è questo: «condotte moleste o persecutorie che possono consistere in comportamenti che generano ansia nella vittima e la costringono a modificare le proprie abitudini di vita».
Poi il “revenge porn”, una vendetta subdola e infame che colpisce il lato più intimo e personale di una persona: la sua sessualità.
E tutto ciò che finisce in rete, si sa, è incancellabile perché «anche se si riuscisse ad attivare tutte le complicate procedure atte a rimuovere i dati inseriti, ricorrendo alla polizia postale, comunque non si avrebbe mai la certezza che immagini, video o informazioni, anche riservate, non siano state carpite da terzi».
E allora cosa fare?
Rivolgersi ai Centri Antiviolenza e denunciare è la strada per riprendere in mano la propria vita e uscire dalla violenza.

Intervista 3 – Nadia Calafato

Con Nadia Calafato, avvocata penalista del Centro Antiviolenza Mascherona, proviamo a fare chiarezza su “stalking” e “revenge porn” per capire come agire, quali prove portare e le procedure da adottare in questi casi.

Il podcast

“Io sono Alice” è un progetto di Noemi Cenero, Elena Ferrando, Ilaria Gherardi e Caterina Valletta. In collaborazione con il Centro Antiviolenza Mascherona di Genova e l’associazione URKA.
“Io sono Alice” è raccontato da Carla Signoris.

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